Le strade che portavano nel Seicento alla Fontana
Il vescovo di Agrigentum mons. BONINCONTRO il 22 maggio del 1608 ripartisce Racalmuto in due parrocchie: la più importante resta quella della matrice e viene affidata ad un un figlio illegittimo del conte del Carretto; l'altra metà gravita su San Giuliano con parroco il fretello di Pietro d'Asaro. La divisione parte dal Carmelo ed arriva alla Fontana. Il percorso è tortuoso stando almeno alla toponomastica odierna. Qui risportiamo la parte finale, quella che imbocca l'accesso alla Fontana appunto
Cantunera della putija di Vito di Salvo
E tira alla cantunera delli casi di Ani-
bali Piamontisi; e dillà tira alla
Cantunera di Paulo Macaluso confinanti
con li casi di Gerolamo di Nolfo et li Casi
di mastro Oratio Lo Nobili fino alla Fontana
Riuscire ad individuare dove fosse codesta cantunera della putia di Vito di Salvo è impresa improba; potrebbe essere una bottega posta al collegio di fronte alla chiesa del Collegio, all'epoca inesistente e da lì congiurgersi con il palazzotto dei notabili Piamontesi e cioè quello che fu il casamento dei Grillo, preseguendosi sino alla brivatura della Fontana. Ma niente esclude che invece quella bottega fosse nell'imbocco di via M.A. Alaimo nello spiazzo della Barona per toccare le case dei Piamontesi, divenute poi importante residenza di un importante ramo dei baroni Grillo. Discussioni con il prof. Nalbone, tante; ipotesi all'infinito, certezze nessuna-
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