Per merito di don Luigi Mattina – pio rettore di fine e di
inizio millennio – sono ancora consultabili le carte della pia congregazione di
Maria SS.ma del Monte: coeva con la venuta del miracolosissimo
simulacro, questa storica cofraternita merita rispetto e comunque attenzione. Nota ultimamente come litigiosa consorteria, esosa nell’esazione del fugace affitto delle sedie – ha perso stima tra i fedeli racalmutesi e la recente diffidenza delle autorità religiose verso organismi “laici” ha segnato il suo irreversibile declino.
simulacro, questa storica cofraternita merita rispetto e comunque attenzione. Nota ultimamente come litigiosa consorteria, esosa nell’esazione del fugace affitto delle sedie – ha perso stima tra i fedeli racalmutesi e la recente diffidenza delle autorità religiose verso organismi “laici” ha segnato il suo irreversibile declino.
Noi di
Ecclesia vogliamo, invece, ricordare il meritevole sodalizio. Lo impone, se non
altro, la sua vetustà.
Era il
1543, l’undici luglio della prima Indizione; mons. Pietro di Tagliavia e
d’Aragona svolge la sua visita pastorale a Racalmuto, come d’obbligo dopo il
Concilio di Trento. Se ne stende un verbale che trovasi custodito
encomiabilmente presso l’Archivio Vescovile di Agrigento – Sacre Visite. In
dettaglio viene quindi tramandato (cfr. c. 191 e 192) che l’Ordinario, quanto di
famiglia nobile ben si sa, delega il suo collaboratore agrigentino don
Bartolomeo de Perinis ad ispezionare la chiesa – si badi bene al nome ed alla
data – di Santa Maria del Monte, che interessa i controlli diocesani
soprattutto per la sua confraternita. Val la pena di riportare testualmente il
passo:
«Successive
reverendus don Bartolomeus de Perinis, utriusque iuris doctus vicarius
generalis dicti revv.mi visitavit ecclesiam Sancte Marie de Monte, in qua est
confraternitas, cuius confraternitatis rectores sunt: magister Petrus Cachaturi
(rectius Cacciatore), Petrus Vaccari, Mirardus de Agrò et Adarius Fanara et
ipsimet sunt gubernatores; habent uncias quatuor, terenos viginti sex in
redditibus super diversis prediis et iussi sunt traddere legitimum unventarium
dictorum reddituum. Eorum capellanus est presbiter Antoninus Sferraza, qui
habet uncias duas a dictis confratribus et ipse tenetur in dicta ecclesia
celebrare in qualibet edomeda missas tres, hoc est: singulis diebus dominis et
festis, que sunt de precepto, in diebus mercurii et veneris et dicere officium
cun confratribus; et in ea visitavit altare, quod invenit satis integrum cum
altarecto integro, vidit calicem cum sua patena argenti et iussit refici
patena. Vidit corporalia et alia iocalia et bona, que inventa sunt sicut in
alia iuliana.» [1]
La
documentazione che don Luigi Mattina custodisce con intelligente prudenza ci
porta al 1874, con un salto dunque, di 331 anni. Ora, le leggi eversive dello
stato sabaudo hanno determinato sconquassi per idiozia predace: pochi beni
permangono e tante tasse incombono.
Un
quinterno, liso ma ancora in discrete condizioni, riporta nella copertina a
stampa per i caratteri della Spamperia di Salvatore Montes di Girgenti:
PROVINCIA
di Girgenti
ESERCIZIO 1874
Circondario di Girgenti
Comune di
Racalmuto
BILANCIO
DELLE RENDITE E SPESE
DEL PIO ISTITUTO
Denominato CONGREGAZIONE DI MARIA SS.MA DEL MONTE
per
l’Esercizio 1874
Al suo interno, diviso per titoli e categorie, abbiamo un
dettagliato bilancio delle entrate e delle uscite. Stralciamo:
Capitolo I
– Entrate ordinarie – Fitti di case, edifizi, molini.
1.
da mastro Luigi Mulè per fitto di una bottega sita in
questa pubblica piazza contigua quella di d. Gaetano Savatteri ed Eredi della
fu baronessa d. Grazia Licata vedova
Tulumello per atto di fitto del 17 agosto 1869 presso noataro Michele Angelo
Alaimo ove furono concesse le debite subaste e per anni sei dal 1 settembre
1869 a tutto agosto 1875 per la pigione annua di lire 197,72;
2.
da Calogero Agrò fu Angelo per fitto verbale di una
casa terrana sita in questo Comune quatiere Piano del Castello confinante com
il giardino degli eredi di d. Salvatore Brutto, oggi mastro Giuseppe Bonomo e
sotto le camere del detto Agrò e via del SS.mo Cuore di Gesù per l’annua
piggione di lire 4,02;
3.
da Nicolò Rosina per fitto verbaledi altra casa
terrana, sita in questo comune quartiere del Monte, contigua la casa di detto
Rosina, case di Pasquale Rotolo e strada pubblica, pervenuto alla confraternità
dal fu barone d. Girolamo Grillo per testamentodepositato in notaro d.
Bartolomeo Alfano a di 11 novembre 1834 per la piggione annua di L. 38,25
4.
da Calogero Puma fu Salvatore per fitto di altra casa
terrana giusta l’atto del notaro Alaimo di questa il giorno 9 dicembre 1873 per
la piggione annua di lire 28 e centesimi venticinque (L. 28,25); detta casa
pervenuta alla confraternita dal detto barone Grillo e per atto di testamento
depositato come sopra.
[1] ) Ne
diamo qui la traduzione dal latino: «Successivamente il reverendo signor don
Bartolomeo de Perinis, dottore in entrambi i rami del diritto e vicario generale
del detto reverendissimo vescovo, visitò la chiesa di Santa Maria del Monte, in
cui opera una confraternita, di cui sono rettori mastro Pietro Cacciatore,
Pietro Vaccari, Mirardo di Agrò e Addario Fanara ed al contempo ne sono i
governatori. Hanno proventi per 4 once e 26 tarì per redditi sopra diverse
proprietà. Sono tenuti a redifere un regolare inventario di tali redditi. Il
loro cappellano è il sacerdote Antonino Sferrazza, che riscuote dai confrati du
eonce ed è tenuto a celebrare in detta chiesa tre messe la settimana, cioè a
dire: tutte le domeniche e le festività che sono di precetto ed anche il
mercoledì ed il venerdì; è altresì tenuto a recitare l’officio con i confrati.
Nella chiesa visitò l’altare che trovò integro come integro trovò l’altaretto;
ispezionò il calice con la sua patena di argento ed ordinò che la patena fosse
rifatta. Ispezionò i corporali e gli altri giogali che trovò in buono stato,
come fu precisato nell’altra giuliana.»
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