DOPO LE DUE ULTIME DUE SENTENZE DELLA CASSAZIONE , UNA DI CONDANNA E L'ALTRA DI RIGETTO DELL'ASSOLUZIONE, DISTRUTTIVE DI OGNI RESIDUO DI ONORABILITA' DELL'EX GOVERNATORE FAZIO, DEBBO DICHIARARE CHE NON AVREI RAGIONE ALCUNA. ESSENDO DI "TENACE CONCETTO" REPUTO PURTUTTAVIA QUANTO GIA' SCRITTO SOSTENUTO IN ORGANI DI STAMPA QUALIFICATA O CON VALOII GIOVANI AVVOVATI AMICI MIEI.
I temi centrali del momento possono così compendiarsi:
a) quale è dell'area della responsabilità penale del Governatore della Banca d'Italia nell'esercizio delle sue funzioni;
b) vi è rilevanza costituzionale;
c) dopo le teorizzazioni connesse al caso Sarcinelli sulla cosiddetta costituzione materiale nel cui ambito andava a disegnarsi una sorta di porto franco penale per il governatore e per la stessa vigilanza ispettiva di cui all'art. 10 della cessata legge bancaria e successive modificazioni, cosa ne è rimasto e cosa supporta ora la nuova legge bancaria;
d) il passaggio dalla lira alla moneta unica, i tanti accordi di Basilea, l'istituzione della BCE, i trattati comunitari come hanno modificato il quadro che una volta si definiva "ordinamento sezionale del credito",.
A catena vi è un prorompere di questioni legali, penali, amministrative, tecniche, economiche e soprattutto politiche che investono anche la teoria dello stato moderno; ma per il momento ne prescindo per non aggrovigliare ancor più l'aggrovigliatissima faccenda della politica monetaria e creditizia.
Estrapolo dalle vicende di quest'ultimi anni la motivazione della senza di condanna in primo grado di Antonio Fazio per il caso cosiddetto UNIPOL-BNL.
Ecco quanto ho scritto a De Mattia:
(Scritti giuridici varii – 1941-1952 – Giuffré 1955) le budella mi si torcono avendo presente questo stralcio giornalistco che trovo in Internet.
Siamo di fronte alle follie ermeneutiche; a pasticci (pare che la Ichino di pasticci se ne intenda, s'intende quelli culinari) giuridici da incolti del diritto. Cassata la vecchia legge bancaria (che non era fascista, ma sottile, laica forse massonica) ed anche quella nuova (pur tanto vulnerasta da imperiti legislatori e vacui conoscitori di cose bancarie), la stessa lettura – tutta meneghina - del Pratis, le illuminanti letture delle considerazioni finali di fine maggio di cinque colossi signori Governatori, la consolidata anche se sofferta giurisprudenza, gli studi di una Consulenza legale, il pensiero di costituzionalisti al di sopra di ogni sospetto.
Già, si dice, Fazio è stato assolto. La banchetta spagnola gli dovrebbe restituire la provvisonale malaccortamente ed improvvidamente comminata da una pretoressa ignara dei problemi della italiana bilancia dei pagamenti- Ma quella banchetta credo che oggi è nella morsa della illiquidità bancaria di cui parlano i giornali d''oggidì- Fazio aveva vigilata,aveva preventivato la idoneità dello straniero ente creditizio, l'improvvida scalata spagnola ad una nostra colossale banca di diritto pubblico. Al danno, aggiunerà ora la beffa per colpa di una pasticciera che il Consiglio superiore della magistratura non sa o non vuole valutare.
Per tuo orientamento, i testi di base per questa mia passionale nota sono oltre agli scritti giuridici di Vittorio Emmanuele Orlando citati, l'aureo volume: CARLO MARIA PRATIS, La disciplina giuridica delle aziende di credito, Giuffrè 1959 e soprattutto il n. 7 Giugno 1986 – Banca d'Italia Quederni di ricerca giuridica – la legge bancaria evoluzione normativa e orientamenti esegetici che è il punto di approdo delle teorizzazioni sulla vecchia legge bancaria secondo la ricostruzione della Consulenza Legale della Banca d'Italia. Dopo vi è stato il finimondo che non mi ha più interessato e che mi ha sconcertato.
Solo l'altro giorno ho ripreso l'argomento inviando una lettera personale e riservata (ma sino senza risposta) al mio aurtorevole amico Angelo De Mattia, il cui pensiero si coglie qua e là in questo articolo di MF:
Quello che effettivamente pensa il tribunale di Milano in primo grado si coglie da questo stralcio di giornale che ho desunto da internet.
ntonio FazioMILANO - Giovanni Consorte, ex presidente e ad di Unipol, è stato "assoluto protagonista" della tentata scalata di Unipol a Bnl nel 2005. E' quanto emerge dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza con cui i giudici di Milano il 31 ottobre scorso
hanno condannato Consorte a tre anni e dieci mesi HYPERLINK "http://www.repubblica.it/economia/2011/10/31/news/bnl_unipol_fazio_condannato-24184150/index.html?ref=search"hanno condannato Consorte a tre anni e dieci mesi HYPERLINK "http://www.repubblica.it/economia/2011/10/31/news/bnl_unipol_fazio_condannato-24184150/index.html?ref=search"1HYPERLINK "http://www.repubblica.it/economia/2011/10/31/news/bnl_unipol_fazio_condannato-24184150/index.html?ref=search"1 . "Tenuto conto sia del ruolo formalmente rivestito all'interno della società (quale amministratore delegato) sia per quanto operativamente posto in essere nell'ambito della vicenda", si legge nelle motivazioni, "è infatti del tutto evidente che Consorte abbia agito, nell'ambito degli eventi sviluppatisi da marzo a luglio 2005, da assoluto protagonista, essendo e apparendo quale l'ideatore, promotore ed esecutore dell'iniziativa (in qualunque prospettiva la si voglia considerare, ossia se lecita od illecita), ruolo mai smentito e, anzi, rivendicato".
LE MOTIVAZIONI (PDF)HYPERLINK "http://download.repubblica.it/pdf/2011/economia/motivazione_sentenza.pdf"LE MOTIVAZIONI (PDF)HYPERLINK "http://download.repubblica.it/pdf/2011/economia/motivazione_sentenza.pdf" 2HYPERLINK "http://download.repubblica.it/pdf/2011/economia/motivazione_sentenza.pdf"2
Se Consorte è stato al centro dell'operazione, Antonio Fazio ne è stato il "regista occulto" e "l'istigatore". Da qui la condanna dell'ex governatore di Bankitalia a 3 anni e 6 mesi di reclusione per aggiotaggio. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici milanesi evidenziano: "le prove dichiarative raccolte, riscontrate
dalle conversazioni telefoniche intercettate e dalla prova logica, inducono a ritenere fondata l'ipotesi accusatoria che vede Fazio perdere il ruolo di vigile equidistanza per assumere consapevolmente quello di 'regista occulto' e di istigatore, determinato a perseguire - con ogni mezzo fraudolento e/o elusivo della normativa in tema di opa e di patti parasociali - il suo fine di mantenere saldo il principio dell'italianità della banca".
Ruolo determinante, spiegano i giudici, anche per Carlo Cimbri, già direttore generale di Unipol, attualmente ad della compagnia bolognese, nella tentata scalata del 2005 ha avuto "lo stesso grado e misura di coinvolgimento di Consorte e Sacchetti", ex numero: per entrambi la condanna è stata di 3 anni e 7 mesi di reclusione
(15 dicembre 2011)© Riproduzione riservata
La mia personalissima idea è tutto sommato questa, come già pubblicato in Articolo 21:
Se ho ragione si capovolge una dottrina dominante, una giurisprudenza a dire il vero piuttosto ondivoga: occorrono ricerche, trovare spunti giurisprudenziali e soprattutto splulciare le relazioni annuali della Banca d'Italia che fanno il punto assennato ma non scontato del vario evolversi del pensiero giuridico al riguardo.
Per il momento credo che basti. Avremo tempo e pazienza per controbttere senza pietà. Ti abbraccio Lillo.
I temi centrali del momento possono così compendiarsi:
a) quale è dell'area della responsabilità penale del Governatore della Banca d'Italia nell'esercizio delle sue funzioni;
b) vi è rilevanza costituzionale;
c) dopo le teorizzazioni connesse al caso Sarcinelli sulla cosiddetta costituzione materiale nel cui ambito andava a disegnarsi una sorta di porto franco penale per il governatore e per la stessa vigilanza ispettiva di cui all'art. 10 della cessata legge bancaria e successive modificazioni, cosa ne è rimasto e cosa supporta ora la nuova legge bancaria;
d) il passaggio dalla lira alla moneta unica, i tanti accordi di Basilea, l'istituzione della BCE, i trattati comunitari come hanno modificato il quadro che una volta si definiva "ordinamento sezionale del credito",.
A catena vi è un prorompere di questioni legali, penali, amministrative, tecniche, economiche e soprattutto politiche che investono anche la teoria dello stato moderno; ma per il momento ne prescindo per non aggrovigliare ancor più l'aggrovigliatissima faccenda della politica monetaria e creditizia.
Estrapolo dalle vicende di quest'ultimi anni la motivazione della senza di condanna in primo grado di Antonio Fazio per il caso cosiddetto UNIPOL-BNL.
Ecco quanto ho scritto a De Mattia:
Debbo aggiungere che riprendendo un vecchio testo di diritto amministrativo e pubblico di V.E. Orlando
(Scritti giuridici varii – 1941-1952 – Giuffré 1955) le budella mi si torcono avendo presente questo stralcio giornalistco che trovo in Internet.
V.E. Orlando discetta da par suo su Norma e Fatto. Per il dottor Fazio, la norma violata sarebbe quella di aver perso "il ruolo di vigile equidistanza". E quale il fatto? Ha abbandonata quella cogente EQUIDISTANZA " per assumere consapevolmente quello di 'regista occulto' e di istigatore, determinato a perseguire - con ogni mezzo fraudolento e/o elusivo della normativa in tema di opa e di patti parasociali - il suo fine di mantenere saldo il principio dell'italianità della banca".
Siamo di fronte alle follie ermeneutiche; a pasticci (pare che la Ichino di pasticci se ne intenda, s'intende quelli culinari) giuridici da incolti del diritto. Cassata la vecchia legge bancaria (che non era fascista, ma sottile, laica forse massonica) ed anche quella nuova (pur tanto vulnerasta da imperiti legislatori e vacui conoscitori di cose bancarie), la stessa lettura – tutta meneghina - del Pratis, le illuminanti letture delle considerazioni finali di fine maggio di cinque colossi signori Governatori, la consolidata anche se sofferta giurisprudenza, gli studi di una Consulenza legale, il pensiero di costituzionalisti al di sopra di ogni sospetto.
Già, si dice, Fazio è stato assolto. La banchetta spagnola gli dovrebbe restituire la provvisonale malaccortamente ed improvvidamente comminata da una pretoressa ignara dei problemi della italiana bilancia dei pagamenti- Ma quella banchetta credo che oggi è nella morsa della illiquidità bancaria di cui parlano i giornali d''oggidì- Fazio aveva vigilata,aveva preventivato la idoneità dello straniero ente creditizio, l'improvvida scalata spagnola ad una nostra colossale banca di diritto pubblico. Al danno, aggiunerà ora la beffa per colpa di una pasticciera che il Consiglio superiore della magistratura non sa o non vuole valutare.
Per tuo orientamento, i testi di base per questa mia passionale nota sono oltre agli scritti giuridici di Vittorio Emmanuele Orlando citati, l'aureo volume: CARLO MARIA PRATIS, La disciplina giuridica delle aziende di credito, Giuffrè 1959 e soprattutto il n. 7 Giugno 1986 – Banca d'Italia Quederni di ricerca giuridica – la legge bancaria evoluzione normativa e orientamenti esegetici che è il punto di approdo delle teorizzazioni sulla vecchia legge bancaria secondo la ricostruzione della Consulenza Legale della Banca d'Italia. Dopo vi è stato il finimondo che non mi ha più interessato e che mi ha sconcertato.
Solo l'altro giorno ho ripreso l'argomento inviando una lettera personale e riservata (ma sino senza risposta) al mio aurtorevole amico Angelo De Mattia, il cui pensiero si coglie qua e là in questo articolo di MF:
Quello che effettivamente pensa il tribunale di Milano in primo grado si coglie da questo stralcio di giornale che ho desunto da internet.
ntonio FazioMILANO - Giovanni Consorte, ex presidente e ad di Unipol, è stato "assoluto protagonista" della tentata scalata di Unipol a Bnl nel 2005. E' quanto emerge dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza con cui i giudici di Milano il 31 ottobre scorso
hanno condannato Consorte a tre anni e dieci mesi HYPERLINK "http://www.repubblica.it/economia/2011/10/31/news/bnl_unipol_fazio_condannato-24184150/index.html?ref=search"hanno condannato Consorte a tre anni e dieci mesi HYPERLINK "http://www.repubblica.it/economia/2011/10/31/news/bnl_unipol_fazio_condannato-24184150/index.html?ref=search"1HYPERLINK "http://www.repubblica.it/economia/2011/10/31/news/bnl_unipol_fazio_condannato-24184150/index.html?ref=search"1 . "Tenuto conto sia del ruolo formalmente rivestito all'interno della società (quale amministratore delegato) sia per quanto operativamente posto in essere nell'ambito della vicenda", si legge nelle motivazioni, "è infatti del tutto evidente che Consorte abbia agito, nell'ambito degli eventi sviluppatisi da marzo a luglio 2005, da assoluto protagonista, essendo e apparendo quale l'ideatore, promotore ed esecutore dell'iniziativa (in qualunque prospettiva la si voglia considerare, ossia se lecita od illecita), ruolo mai smentito e, anzi, rivendicato".
LE MOTIVAZIONI (PDF)HYPERLINK "http://download.repubblica.it/pdf/2011/economia/motivazione_sentenza.pdf"LE MOTIVAZIONI (PDF)HYPERLINK "http://download.repubblica.it/pdf/2011/economia/motivazione_sentenza.pdf" 2HYPERLINK "http://download.repubblica.it/pdf/2011/economia/motivazione_sentenza.pdf"2
Se Consorte è stato al centro dell'operazione, Antonio Fazio ne è stato il "regista occulto" e "l'istigatore". Da qui la condanna dell'ex governatore di Bankitalia a 3 anni e 6 mesi di reclusione per aggiotaggio. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici milanesi evidenziano: "le prove dichiarative raccolte, riscontrate
dalle conversazioni telefoniche intercettate e dalla prova logica, inducono a ritenere fondata l'ipotesi accusatoria che vede Fazio perdere il ruolo di vigile equidistanza per assumere consapevolmente quello di 'regista occulto' e di istigatore, determinato a perseguire - con ogni mezzo fraudolento e/o elusivo della normativa in tema di opa e di patti parasociali - il suo fine di mantenere saldo il principio dell'italianità della banca".
Ruolo determinante, spiegano i giudici, anche per Carlo Cimbri, già direttore generale di Unipol, attualmente ad della compagnia bolognese, nella tentata scalata del 2005 ha avuto "lo stesso grado e misura di coinvolgimento di Consorte e Sacchetti", ex numero: per entrambi la condanna è stata di 3 anni e 7 mesi di reclusione
(15 dicembre 2011)© Riproduzione riservata
La mia personalissima idea è tutto sommato questa, come già pubblicato in Articolo 21:
Quel che mi interessa è l’attualità. Allora di questa dissennata speculazione valutaria la magistratura non capì o non le fu fatto capre alcunché. Non vi è un accenno nelle sentenze delle varie condanne. Eppure avevano (tra l’altro) il mio rapporto ispettivo. Eppure potevano leggere il libro Soldi truccati, ove l’aspetto valutario del crack Sindona è tutto spiattellato.
Oggi una domanda si impone: perché allora tanta sonnolenza mentale della magistratura milanese e perché invece oggi si inventano colpe immaginarie di intelligenti, saggi, avveduti grand commis dello Stato. Il Governatore della Banca d’Italia ha mansioni costituzionali di difesa della moneta, e di avvedutezza nrl sovrintendere alla politica bancaria. Il Governatore è anche il banchiere dei banchieri: deve agire in armonia con le peculiarità dei mercati e delle borse, necessariamente aperti alle aggressioni speculative mondiali. Se è impari, perché astretto dai lacci e laccioli di cui parlava Carli, beh! povera economia finanziaria nazionale.
Ed un Governatore non può non servirsi di banchieri ultra abili e competenti, anche arditi nel contrastare i callidi giochi degli speculatori esteri e soprattutto "estero-vestiti". La calata degli Unni non si rintuzza con l’ottusità del perbenismo togato. Non vi sarà più la Costituzione Materiale con cui inventare la "rilevanza" della Banca d’Italia a livello della legge suprema, ma ogni suo connesso fatto va visto alla luce del riflesso costituzionale visto che in definitiva si tratta di apicali Autorità monetarie. Un gretta osservanza di regolette di diritto privato possono significare inadempienza istituzionale ben più colpevole.
Se ho ragione si capovolge una dottrina dominante, una giurisprudenza a dire il vero piuttosto ondivoga: occorrono ricerche, trovare spunti giurisprudenziali e soprattutto splulciare le relazioni annuali della Banca d'Italia che fanno il punto assennato ma non scontato del vario evolversi del pensiero giuridico al riguardo.
Per il momento credo che basti. Avremo tempo e pazienza per controbttere senza pietà. Ti abbraccio Lillo.
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