questo è un mio vecchio testo di microstoria racalmutese. Nessuna indulgenza al campanilismo autolaudativo, nessuno ammiccamento a miti che si sanno falsi e per compiacenza si finge di credere che sono almeno verosimili. Si tratti pure della Madonna del Monte, una volta retrodatata al sesto settimo secolo, al tempo della iconoclastia cioè; un'altra volta, diviene al contempo pregevolezza marmorea dei Cagini; una volta si fa divenire conte un certo Ercole del Carretto, un'altra volta si inventa una prosapia nobiliare in quel di Castronovo, e ciò con celia di Leonardo Sciascia. Che però poi diventa fustigatore ecclesiale del povero e malcapitato padre Castronovo, S. J.
Mi sono pure attirato l'ironia di tal Sciandrelli: pazienza non morirò di vergogna.
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