Vedo adesso che la signorina Cernigoi cerca di infilzarmi con la sua femminea alabarda. Intanto non sa che il prof. Casarrubea si è disociato dalla querula goriziana.
Attacca tanto il siciliano Messana e poi si scandalizza che in Sicilia chiamarsi Lillo è cosa usuale. Ma per una titina è ben comprensibile che il tutto si fermi nelle foibe triestine. Non solo quello di cui si scandalizza la signorina goriziana ma molto altro ho scritto a difesa del buon nome di Messana, con ferrea documentazione che frantuma le ampollosità documentaristiche della trentaduenne sposata. Il tasco torto non sa cos'è? non sa nulla di mafia? Mi ha tagliato tutti i canali di comunicazione e quindi non ho potuto farle avere questa mia ultima fatica che la chiama (in negativo) in causa. Vedrà quando affronterò la faccenda della sua Lubiana. Trascrivo sotto tutto quello che mi dice sperando che mi denunci, visto che qualche familiare del Messana la potrebbe denunciare penalmente e perseguirla civilmente. La smetta di dare apodittici giudizi basandosi su fasulli documenti. Quanta alla fasullità o incongruenza delle carte che cita ho già molto pubblicato nel mio CONTRA OMNIA RACALMUTO e molto pubblicherò ancora, non mi fermo alla prima taverna. E così forse le ho giustificato il mio cognome dato che quanto al mio diminutivo di Calogero, Lillo appunto, tale nomen trova nella dessa titini rigetti.
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La Nuova Alabarda
MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI?
Dopo avere attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi sono oggetto di invio di messaggi che oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro) e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di "signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina" non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di "disporre" di un "canale riservato" (veramente la messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa nostra Italia) che
"la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia".
Curioso termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma:
"Non può credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra".
Ciò che io credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS.
Alla fine, dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo:
"Porto il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana".
Cosa sia il "tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza", Gerbino ci molla "calci in culo" (cito).
Bene, i documenti sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E rimando al mittente le accuse di "antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa.
Attacca tanto il siciliano Messana e poi si scandalizza che in Sicilia chiamarsi Lillo è cosa usuale. Ma per una titina è ben comprensibile che il tutto si fermi nelle foibe triestine. Non solo quello di cui si scandalizza la signorina goriziana ma molto altro ho scritto a difesa del buon nome di Messana, con ferrea documentazione che frantuma le ampollosità documentaristiche della trentaduenne sposata. Il tasco torto non sa cos'è? non sa nulla di mafia? Mi ha tagliato tutti i canali di comunicazione e quindi non ho potuto farle avere questa mia ultima fatica che la chiama (in negativo) in causa. Vedrà quando affronterò la faccenda della sua Lubiana. Trascrivo sotto tutto quello che mi dice sperando che mi denunci, visto che qualche familiare del Messana la potrebbe denunciare penalmente e perseguirla civilmente. La smetta di dare apodittici giudizi basandosi su fasulli documenti. Quanta alla fasullità o incongruenza delle carte che cita ho già molto pubblicato nel mio CONTRA OMNIA RACALMUTO e molto pubblicherò ancora, non mi fermo alla prima taverna. E così forse le ho giustificato il mio cognome dato che quanto al mio diminutivo di Calogero, Lillo appunto, tale nomen trova nella dessa titini rigetti.
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La Nuova Alabarda
MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI?
Dopo avere attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi sono oggetto di invio di messaggi che oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro) e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di "signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina" non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di "disporre" di un "canale riservato" (veramente la messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa nostra Italia) che
"la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia".
Curioso termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma:
"Non può credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra".
Ciò che io credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS.
Alla fine, dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo:
"Porto il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana".
Cosa sia il "tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza", Gerbino ci molla "calci in culo" (cito).
Bene, i documenti sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E rimando al mittente le accuse di "antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa.
GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
Dopo i tumulti di Riesi
Truppe rientrano a Riesi
Lo stato dei feriti
Un sottotenente ucciso
CALTANISSETTA 10 notte.
Finalmente, stamane dopo tre giorni
di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi
è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla miniera di Trabia, ove si trovava
concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti,
mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da
due giorni in vari punti della città si
vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso
montando a turno la sentinella.
Stamane però all’alba quando gli
arditi giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono
di sangue.
Immediatamente si prese possesso di
tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.
Secondo le notizie segrete pervenute
al questore comm. Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono
essere rinvenute le armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti
avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una
certa calma.
Stamane qualche negozio cominciò a
riaprire e i cittadini, dopo due giorni
in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie
della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per
apprestare le cure ai feriti.
I morti accertati finora ammontano a
10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti.
Fra i militari sono stati feriti due
soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con
un colpo di rivoltella alla gola.
Il deputato provinciale ingegnere
Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto
l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per
procedere ad una inchiesta.
L’on. Pasqualino Vassallo ha
pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo
tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti problemi che la
interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera
pacificatrice.
In città ha fatto impressione
l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il
massimo riserbo.
Pare che il Calì sia accusato di aver
provocato i tumulti, d’accordo con
l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di
preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì
sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono
stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra
questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina.
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Questo il completamento della cronaca
dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al
solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile.
Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in
questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non
ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici
e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare
la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.
Fede politica, attaccamento alle
proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come
poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di
Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto
in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa.
E guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla,
ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che
essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca
leggere:
“Orcel viene assassinato ad un anno
dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso
un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui
contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in
solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore
Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio
segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed
infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in
Sicilia negli anni 1945!”
Di sicuro, il Messana, dceduto nella
metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di
denunce per calunnia aggravata come fece
con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di
contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare
condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio
ormai storico e quindi lo si può dileggiare come più fa comodo.
E no! E lo dico a tutti i detrattori
del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a
Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti
che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia.
La famiglia Messana c’è ancora, sta
pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante
campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di SS.
Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da
Racalmuto, il paese di Sciascia.
E’ in corso ancora una indegna lite
che un ex genero della nipote diretta del Messana ha intentato presso i
costosissimi tribunali della Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi
tribunali civili italiani contro la figlia
della irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol
divorziare o addirittura conseguire l’annullamento religioso del vincolo
matrimoniale perché lui non puo vivere coniugalmente con una disendente del
“famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato, criminale di guerra, capo del
banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per non farlo apparire) siciliano”, quello dei tempi
insomma bandito Giuliano di Montelepre.
E costoro, codesti detrattori
vogliono almeno procedere ad un ravvedimento operoso, ad una resipisenza specie
ora che vengono a galla mari di documenti non tanto giustificativi del Messana
quanto comprovanti senza ombra di dubbio che al Messana non possono appiopparsi
le infamie che artatamente e in modo martellato stanno facendo circolare.
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