Se Ungaretti mi invita ad una operazione finanziaria sul senso della
vita e, in piena guerra, ha voglia di credere che la morte si sconta vivendo,
ho voglia di celiare ”e perché non deve essere la vita che si SCONTA morendo?”
Vorrei darne un senso tutto locale, paesano, di casa nostra: il 10 aprile scorso Racalmuto muore democraticamente …
ma sconta un avvenire nuovo, razionale, prospero. Già le istituzioni pubbliche
sono immortali. E nessuna società muore perché ha una cifra in rosso nel suo
bilancio preventivo o consuntivo. Dicano quello che vogliono i “revisori dei
conti” (a Racalmuto, invero, i revisori dei conti, almeno quelli di sette anni
fa, pare che siano daltonici!). Non vi sono soldi per iniziative culturali di
grande respiro, non vi sono fondi per un museo ecclesiale (ove annotata, sia
pure per mano di preti, vi è tutta la storia della città dei tempi moderni, dal
1554, ma i soldi per un pittorico esporre nudità retrostanti, si trovano, e
così per cercare di far suonare le canne di un evanescente organo.)
Dove trovare i soldi? Mi
riallaccio a quello che dicevo la volta scorsa. Vanno reclamati alla Cassa
Depositi e Prestiti tramite banche, magari da rifondare, visto l’afflosciarsi di
quelle subentrate all’Interfinanza o
il ridursi a mera stanza di compensazione di assegni non postdatati di un
disciolto glorioso e vetusto banco tutto nostro, tutto isolano, tutto
siciliano.
E’ il risarcimento danni di una
lunga predatoria prassi, espoliativa delle rimesse degli emigranti, già
descritta per reiterarla. Ci vogliono le coperture? le garanzie? i rientri alle
cadenze concordate? Beh! La tanta evasione Ici-Imu, già “accertata” con
pubblico proclama nel locale Albo Pretorio, comporta un “credito d’imposta” da
me calcolato in oltre cinque milioni di euro. Sono monetizzabili e quindi
spendibili, non per spese correnti, ma per investimenti, sì. Il nuovo
segretario comunale saprà meglio articolare questo aspetto del bilancio. Gli
faccio sincerissimi auguri. E poi è avvocato e si intenderà con i nuovi tre
validi commissari. Abbiano tutti l’ardire di torcere le nuove leggi a beneficio
della popolazione. E’ probabile che avremo contenzioso e nuova evasione.
Pazienza. Supplet ecclesia! Ci
penserà chi di dovere a coprire le sopravvenienze passive. Mica vorremmo essere
solo noi racalmutesi a sfiancarci in
tuziorismi legalitari ed in estreme avvedutezze finanziarie? Cui prodest?
Parlo in latino per stare alla
pari di qualche petulante mio critico. Io amo i miei paesani, non mi basta il
vacuo amore per Racalmuto, si chiami Regalpetra o si definisca: il paese di
Sciascia. C’è un asino ragliante che vorrebbe impormi il silenzio temendo mie
delazioni? Considero la delazione una ignominia. Ho letto troppo Tacito per
praticarla. Chi è fermo a Fedro vada avanti con le sue frivolezze calunniose.
Me ne fotto!
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