Spero che il compagno Vincenzo Maniglia abbia un colpo di genio.
Pare che di questi tempi il partito, il PD, sia tutto nelle sue mani.
Così dice Scimé.
Allora sfrutti il suo centralismo democratico. Comprenda che oggi non è in gioco una candidatura a sindaco di un partito, un tempo glorioso, ma ora depresso, quasi ininfluente, ma una aggregazione democratica racalmutese che vuole cambiare, che vuole progredire, che vuole il benessere, il lavoro, la pace sociale; che non tollera più le divisioni ideologiche, le fratture per sotterranei interessi, l'uso della CASA COMUNALE per il favore personale, il sotterfugio, l'astuto sgambetto.
Che vuole coesione, armonia, collaborazione, ,responsabilità, nuova cultura, nuovo consociativismo.
Ed allora, vuol fare le primarie? le faccia ma aperte a tutti.
Perché escludere Sergio Scimè, politico di lungo corso, progettuale, competente esperto e agile di mente?
Perché Adile non viene a concorrere da noi? E così Borsellino ed anche Brucculeri.
Collura non potrebbe, non dovrebbe mancare,
come Mulé, come Buongiorno, come Angela Martorana e Morena Mattina e Sardo e l'altro sardo e Lo Sardo e Emilio Messana e Calogero Taverna e Penzillo e Oriana Penzillo e Angela Penzillo e il dotto e imprenditoriale dottore Salvatore Alfano e Angelo Alfano e l'ingegnere Cutaia ed altri ed altri ancora.
Ovvio, in testa il compagno Vincenzo Maniglia.
Una lista aperta.
Chi ottiene il maggior numero di consensi, candidato a sindaco;
gli altri in conorso per i quindici posti in lista. Le prime sei donne ovvio in quota rosa nella lista. E gli assessori? Se la lista vince, i primi quattro vanno a fare gli assessori, dando il posto ai primi non nominati.
Se lista civica, a-ideologia, deve essere che sia così: scelga la poplazione di Racalmuto. No scelgano i partiti, con si scelga con nicomedei incontri notturni nelle sagrestie o nei retrobottega di Casa del Popolo.
E Scimè che c'entra? Ma a questa visione conciliare mi ha portato stanotte Scimé.
Si sappia: lungi da me il gusto del "guastatore": amo il consorzio civile, amo il mio prossimo concreto non quello evanescente dei vangeli più o meno apocrifi. Voglio costruire. Non amo le Erinni, odio giudicare,mi picco di non avere mai condannato alcuno.
La mia cultura nasce cresce e si consolida e si rinnovella fuor di Sicilia, delle cosche, delle congeghe all'insegna dell'omertà, dell'onore inteso in un certo senso.
Modena, la libera rossa Modena mi ha formato nei miei primi sei anni professionali e poi Roma ma non a Roma ma ad Asti a Milano, a Vercelli, a Sondrio,e anche a Napoli e Terzigno, e quindi Rimini, Padova, Trieste e anche Morciano.
Non sono conforme al cicaleccio petulante tra l'Agorà e il BS e l'elitario Circolo Unione mi torna gradito se fucina di cultura, buon gusto e alato aspirare.
Pare che di questi tempi il partito, il PD, sia tutto nelle sue mani.
Così dice Scimé.
Allora sfrutti il suo centralismo democratico. Comprenda che oggi non è in gioco una candidatura a sindaco di un partito, un tempo glorioso, ma ora depresso, quasi ininfluente, ma una aggregazione democratica racalmutese che vuole cambiare, che vuole progredire, che vuole il benessere, il lavoro, la pace sociale; che non tollera più le divisioni ideologiche, le fratture per sotterranei interessi, l'uso della CASA COMUNALE per il favore personale, il sotterfugio, l'astuto sgambetto.
Che vuole coesione, armonia, collaborazione, ,responsabilità, nuova cultura, nuovo consociativismo.
Ed allora, vuol fare le primarie? le faccia ma aperte a tutti.
Perché escludere Sergio Scimè, politico di lungo corso, progettuale, competente esperto e agile di mente?
Perché Adile non viene a concorrere da noi? E così Borsellino ed anche Brucculeri.
Collura non potrebbe, non dovrebbe mancare,
come Mulé, come Buongiorno, come Angela Martorana e Morena Mattina e Sardo e l'altro sardo e Lo Sardo e Emilio Messana e Calogero Taverna e Penzillo e Oriana Penzillo e Angela Penzillo e il dotto e imprenditoriale dottore Salvatore Alfano e Angelo Alfano e l'ingegnere Cutaia ed altri ed altri ancora.
Ovvio, in testa il compagno Vincenzo Maniglia.
Una lista aperta.
Chi ottiene il maggior numero di consensi, candidato a sindaco;
gli altri in conorso per i quindici posti in lista. Le prime sei donne ovvio in quota rosa nella lista. E gli assessori? Se la lista vince, i primi quattro vanno a fare gli assessori, dando il posto ai primi non nominati.
Se lista civica, a-ideologia, deve essere che sia così: scelga la poplazione di Racalmuto. No scelgano i partiti, con si scelga con nicomedei incontri notturni nelle sagrestie o nei retrobottega di Casa del Popolo.
E Scimè che c'entra? Ma a questa visione conciliare mi ha portato stanotte Scimé.
Si sappia: lungi da me il gusto del "guastatore": amo il consorzio civile, amo il mio prossimo concreto non quello evanescente dei vangeli più o meno apocrifi. Voglio costruire. Non amo le Erinni, odio giudicare,mi picco di non avere mai condannato alcuno.
La mia cultura nasce cresce e si consolida e si rinnovella fuor di Sicilia, delle cosche, delle congeghe all'insegna dell'omertà, dell'onore inteso in un certo senso.
Modena, la libera rossa Modena mi ha formato nei miei primi sei anni professionali e poi Roma ma non a Roma ma ad Asti a Milano, a Vercelli, a Sondrio,e anche a Napoli e Terzigno, e quindi Rimini, Padova, Trieste e anche Morciano.
Non sono conforme al cicaleccio petulante tra l'Agorà e il BS e l'elitario Circolo Unione mi torna gradito se fucina di cultura, buon gusto e alato aspirare.
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