E caro Vittorio, ti sbagli di grosso. Certo noi siciliani con sergigno potremmo guadagnarci; le leggi rapine che hanno contraddistinto quest'ultimo decennio contro la Sicilia si spera che almeno quelli il COSTITUZIONALISTA TEORICO Mattarella saprà boccarle. Ma io ne dubito. Mi giunge eco che la Banca d'Italia si sta accingendo a chiudere quattro sue filiali in capolughi di provincia siciliani tra cui l'importantissima sede di Messina. Ciò significa vulnerazioe costituzionale dello STATUTO SPECIALE della Sicilia. E la cosa sfugge tranquillamente come sfuggi ai tempi dello SBARCO IN SICIIA (per depredare il Banco di Sicilia, l'IRFIS, la Cassa di Risparmo delle Prinvince siciliale e altre appetibili nostre roccaforti bancarie). Se ne vanta ancora Cesare Geronzi nel suo Confiteor con il compagno MASSIMO MUCCHETTI. Nessuno ci bada. I nostri deputatini siciliani appiono ignari e distratti. E addio resurrezione economia della Sicilia. Sergigno ha da pregare e ha solo voglia di domostrare che lui l'invito alla povertà francescana di papa Cicciu lo applica, ne dà il buon esempio- Mio caro Vittorio la politica è essenzialmente politica economica la quale oggidì è politica monetaria e credidizia. Siamo in piena razionalità mitteleuropea. e il nostro far politica dei buoni sentimenti, della rigida moralità (altrui), del grido di dolore pronto se i VOLO non vincono, non ci portano lontano, ci scaraventano in un nuovo medioevo clerical-bigotto. Fortunamente non praevalebunt: la forza trainante della accresciua ragione laica ci porterà in alto, molto in alto.
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