L'anno che verrà di Sergio Scimè
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Il Web
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sabato 26 marzo 2011
Il Sindaco di Racalmuto, è incostituzionale quello che pensano gli amministratori di Grotte
In risposta a quanto dichiarato dall’Amministrazione Comunale di Grotte a proposito della rettifica dei confini tra i due Comuni, mi corre l’obbligo di precisare che la sentenza del TAR annulla semplicemente il referendum indetto dall’Assessorato Regionale competente e promosso da un comitato, peraltro non riconosciuto dallo stesso TAR.
In altri termini Regione e Comune di Racalmuto, devono riproporre, con le opportune motivazioni, un nuovo referendum, motivando tale scelta che attiene alla potestà del Comune di Racalmuto, oltre che dall’Assessorato Regionale alle Autonomie Locali.
E’ chiaro che l’intera vicenda, necessita di ulteriori approfondimenti nelle sedi opportune, visto che ad oggi, malgrado i proclami, poco o nulla c’è di certo.Infatti oltre ad indire un nuovo referendum, il cui decreto potrebbe essere nuovamente impugnato davanti al TAR prima ed al CGA dopo, da Grotte o Racalmuto, c’è da sottolineare che è assolutamente incostituzionale ciò che pensano gli Amministratori Grottesi e cioè che a decidere le sorti di Racalmuto, sia il Comune di Grotte e non l’intera comunità di Racalmuto.
Peraltro neanche il TAR, nella sentenza a cui fa riferimento il comune di Grotte, dice questo.
Il TAR sostiene soltanto che bisogna ulteriormente motivare la scelta di far votare tutti i cittadini di Racalmuto e non soltanto i residenti nei quartieri interessati a questa manovra di scissione, di smembramento territoriale.
Perdita territoriale che arreccherebbe, in caso contrario, incalcolabili danni a Racalmuto ed i Racalmutesi tutti che si vedrebbero privati, scippati cioè di una porzione di territorio senza vantaggio alcuno, neanche per gli stessi residenti nei quartieri.
A quel punto si dovrebbe provvedere con legge regionale, per l’eventuale rettifica, legge che dovrebbe prevedere compensazioni di svariati milioni di euro a favore di Racalmuto.
Ma tutto ciò, ovviamente non avverrà, ma fa parte solo della fantasia scissionistica e separatista di chi utilizza da sempre questo cavallo di battaglia per scopi propagandistici che non trovano fondamento né davanti al TAR, né davanti al CGA ne tanto meno davanti alla Corte Costituzionale, come lo stesso TAR, sempre nella citata sentenza del 2010 precisa.
Salvatore Petrotto
Sindaco di Racalmuto
RACALMUTO
Il referendum per la rettifica dei confini fra Grotte e Racalmuto si farà. L' assessorato regionale alle Autonomie locali ha dato comunicazione all' amministrazione comunale di Grotte dell'avvio dell'iter che porterà alle urne, per la consultazione referendaria, quanti sono di Grotte ma in realtà vivono in territorio di Racalmuto. Si tratta di quattro diversi quartieri: Fico Fontanelle, Montagna Gentile, Confine e Stazione, per circa mille abitanti. L' assessorato regionale, coni! dirigente generale Luciana Giammanco, ha avvisato, infatti, che si sta predisponendo il decreto di autorizzazione al referendum, secondo quanto era stato disposto con sentenza del Tar Sicilia. La sentenza ha stabilito, infatti, che a pronunciarsi dovrà essere soltanto la popolazione residente nei territori oggetto di variazione. In questo modo emergerà la chiara volontà di chi è direttamente interessato alla 'faccenda". L' assessorato regionale, prima di dar il via all'iter referendario, ha anche chiesto un parere all'Avvocatura distrettuale di Stato che ha confermato di non avere intenzione di opporsi alla sentenza del Tar. Soddisfatto il sindaco di Grotte Paolo Pilato che parla di «risultato importante perla comunità grottese». Non è escluso che il referendum possa svolgersi
entro 6 mesi. (CR)