Sia chiaro: non faccio da bordone a nessuno. Figurarsi a chi dovendo stare zitto si mette ad insolentire Felice Cavallaro. Non sono mai stato molto tenero con il giornalista del Corriere della Sera. Non corre fra noi buon sangue. Ma lungi da me ad accodarmi a certe bocche ciarlanti tese a fare apparire il bravo corrispondente, ora in pensione, del Corrierone, come un manutengolo della più abietta Mafia- Felice Cavallaro non ha niente a che fare con qualsiasi congregazione del Tasco Torto. Mai avuto a che fare con soggetti di Favara o con misteriosi assassinati del Pioppo. Felice Cavallaro se accompagna il Ministro, la signora Cancellieri, accompagna chi sta e degnamente al vertice del Ministero degli Interni. Se accompagna il ministro Bray accompagna un servitore dello Stato, se colloquia con il presidente della Confindustria Siciliana, accreditato come espressione della Sicilia che cambia e che si redime dal giogo degli aggregati altamente delinquenziali, sta vicino a soggetti della società civile. in sintonia con quanto rappresenta la nuova realtà insulare.
Le mie riserve, non sempre fondate, attengono ad aspetti manageriali e professionali che non riconosco al dottore Felice Cavallaro, ma non voglio assolutamente intaccare il suo adamantino operare di uomo della cultura e del giornalismo di élite. Se mi indispettisco è perché un tal Buttafuoco fa confusione e lo voleva come pesce di scoglio sì ma con tendenze podestarili; ciò ha un taglio politico, direi confessionale, ma niente a che fare con la gratuita denigrazione che mi tocca ascoltare sol perché il dottor Montante viene inquisito da certa ANTIMAFIA (che come ben si sa non tollero). Reputo il dottor Montante innocente sino a sentenza passata in giudicato (e questa damnatio magistratuale di certa antimafia da strapazzo chissà quando uscirà fuori. MAI).
L'ANTIMAFIA siciliana parte da un teorema (sono i soliti giudici che vivono e condannano saturi di teoremi): lo Stato - quello che li strapaga - è mafioso; chi serve codesto Stato è Mafioso. Arrivano ad attaccare un Vice Presidente del CSM, un Presidente della Repubblica, e vogliono persino farci credere che quel povero diavolo ormai rincretinito in quel di Opera sappia di alta letteratura, conosca l'incidente di Sciascia relativo alla cosiddetta cerchia dei professionisti dell'antimafia, e avrebbe potere e contatti trasversali da disporre da Opera l'esecuzione di un signor magistrato di Palermo. che invero ci tiene tanto a mantenere in vita questa ormai scalcinata antimafia, questi davvero ultrapagati professionisti dell'antimafia.
Non amo Mannino. Mi ricordo di un Lillo Mannino stare nella sinistra democristiana, appoggiarsi a quei criptocomunisti delle Acli di allora, venire al Santissimo per darci una mano di aiuto nell'assistenza dei lavoratori "cristiani". Sono stato forse suo amico. E per questo anch'io sarei un fiancheggiatore mafioso? Ho fatto anche visitare la filiale di Modena della Banca d'Italia nel 1962 a lu zzi Arfonsu, sposo di una prima cugina di mio padre. E per questo sarei un mafioso? Mannino non ha alcuna condanna passata in giudicato. E' uomo di sofisticatissima cultura. Ha meriti enormi. Ha spinto al benessere l'intera cittadina di Sciacca. Sciascia gli era amico carissimo. Che anche Sciascia è Mafioso? Se non lo è Sciascia perché si dovrebbe sospettare di Felice Cavallaro che forse ebbe qualche frequentazione doverosa per la sua professione di giornalista del primo quotidiano italiano?
Io non mi accodo a linciaggi incivili di tal fatta. Mi rammarico di aver polemizzato con Cavallaro ma su un denominatore di alta stima. Ha difeso il questore che ha avuto condanne passate in giudicato. E con ciò? Anch'io sto difendendo Ettore Messana e ne sono fiero. Se un giornalista come Cavallaro difende un questore di Stato io credo più al giornalista d'alto rango che ad una magistratura non sempre obiettiva quando si tratta di fare sentenze sensazionali. Men che meno ovviamente posso accodarmi a gente che immemore del proprio passato si erge d'improvviso a campione di pubblica moralità.
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