In quella pala d'altare là in fondo, forse di Pietro D'Asaro (ma io ne dubito fortemente), vi si staglia una Madonna che propozi alquanto paganamente l'acqua e ci scansi dalla carestia (crescente diceva E.N. Messana) che aveva spinto nel 1885 (e non 1881, preferendo io Geniu a Elio) il popolo ad una sua rara rivolta; ecc perché si dice dell'Itria o molto popolarmente ITRIA. Là vi è dipinto un bello stemma di Racalmuto premassonico, un "campo" a forma di cuore bandato, (sei bande rosse e sei gialle come dire i colori di Racalmuto e le migliaia di anime di quel tempo).
Questa chiesetta la costruì e la dotò don Vincenzo del Carretto: doveva essere la chiesa della sua sepoltura. E crediamo che lo fosse. Passò oltre un secolo e venne rapinata dalla Mastranza. Ora vi vedo quadri prestigiosi. So bene chi ve li collocò. Ma vi dureranno per poco. Già predaci amministratori pensano di poterli asportare per una loro lucrosa pinacoteca al "Cannuni". Frattanto Emilio dorme.
Nessun commento:
Posta un commento