Al segretario del circolo del Partito Democratico Arch. Vincenzo Maniglia
6 aprile 2014 alle ore 20.37
Al segretario del Circolo del Partito Democratico di Racalmuto
Arch. Vincenzo Maniglia
e, p.c.
Agli organi di stampa.
Caro Segretario,
da alcuni mesi mi vado chiedendo se sia opportuno riproporre la mia candidatura alle prossime elezioni comunali oppure, come si usa dire in queste circostanze, fare il classico “ passo indietro” per dare spazio alle nuove generazioni.
Premetto di essermi iscritto alla FGCI nel 1967 e da allora ho sempre fatto politica per passione ed impegno civile.
Faccio parte di quella generazione che tra la fine degli anni ’60 e tutto il decennio successivo, cioè gli anni del Liceo e dell’Università, è stata attratta dal fascino della “Rivoluzione” intesa come mezzo per cambiare il mondo, cioè i rapporti di forza tra le classi sociali, per stabilire maggiore giustizia sociale, più welfare, diritto allo studio come strumento per la mobilità sociale, diritto alla salute, più democrazia ecc.
Mentre i galoppini e i “paglietta” frequentavano le segreterie dei notabili democristiani alla ricerca di un impiego sicuro, senza sudore e senza tanti sforzi, i giovani di sinistra sceglievano il PCI come strumento per cambiare l’intera società e conseguentemente i loro destini personali.
Con questa visione dell’impegno politico ho svolto per 30 lunghi anni la funzione di consigliere comunale, assessore e vicesindaco guardando all’interesse generale e al benessere della nostra comunità.
Durante tutto questo tempo, a differenza di moltissimi amministratori e politici inquisiti e condannati per gravi reati commessi durante il loro mandato, non ho mai ricevuto neppure una multa per divieto di sosta!
Neppure la Commissione di Accesso Prefettizia che, in seguito alle dimissioni di Petrotto , ha ispezionato gli atti amministrativi del nostro comune ha trovato alcun ché da segnalare né sul mio conto né su quello dei consiglieri e amministratori del PD.
Quindi avrei tutte le carte in regola per avanzare la richiesta di candidatura alle prossime consultazioni comunali.
Tuttavia, l’intero consiglio comunale, a causa di una sciagurata legge, è stato sciolto per condizionamento ed infiltrazione mafiosa anche se la maggior parte dei consiglieri nulla ha avuto da spartire con la mafia ed i poteri criminali!
Senza alcuna distinzione, dunque, tutto il consesso è stato macchiato, infangato, bollato di mafiosità; e questo è inaccettabile.
Proprio per evitare strumentalizzazioni, per togliere argomenti a chi è a corto di idee e anche perché sono fortemente convinto che è necessario affidare ad una nuova generazione il compito di continuare il lavoro fin qui svolto che ho deciso di non avanzare la mia candidatura alle elezioni del prossimo 25 maggio. Certamente il mio contributo non verrà meno; metterò a disposizione del partito la mia esperienza, la mia competenza e le mie relazioni sociali per concorrere a far vincere questa importante battaglia.
Chi veramente vuole rendersi conto dei motivi che hanno portato allo scioglimento del consiglio e delle responsabilità di amministratori e burocrati comunali, questo i giornalisti nostrani lo sanno bene, non può non tenere presente dei sotto elencati documenti:
Relazione finale della Commissione di Accesso Prefettizia
Deposizioni del collaboratore di Giustizia Maurizio Di Gati
Decreto di archiviazione nei confronti dell’ex sindaco Petrotto.
In questi atti sono spiegati con chiarezza e precisione i motivi e le responsabilità personali che hanno portato allo scioglimento del consiglio e al conseguente disastro politico-amministrativo-economico-sociale ed etico della nostra comunità.
La responsabilità, allora, è sempre e comunque solo degli altri? No.
C’è pure una nostra responsabilità politica!
In questi anni abbiamo ecceduto in tatticismi, cioè abbiamo tenuto comportamenti miranti ad acquisire posizioni per non essere esclusi dal gioco politico, dal momento che la partita veniva giocata senza regole e con un arbitro inaffidabile e all’uopo alleato di volta in volta, e a secondo delle convenienze, con elementi delle squadre avversarie. Questo nostro atteggiamento, anche se accompagnato da aspre critiche all’operato del sindaco e delle varie giunte, come parecchi documenti politici da noi resi pubblici testimoniano, non ha portato a risultati positivi né per il partito e neppure per il paese!
Quando, poi, si è presentata l’occasione per staccare la spina, non l’abbiamo fatto; è stata questa la nostra più grave responsabilità. Per il resto, come dice San Paolo, “omnia munda mundis”.
Oggi è necessario ripartire con slancio e determinazione, tutti compatti a sostegno del nostro candidato sindaco, Emilio Messana, cui è stato dato l’onore e l’onere di guidare un ampio schieramento di forze responsabili che hanno l’ambizione di raddrizzare il corso storto della nostra storia recente. Per questo motivo è incomprensibile che qualcuno dentro il PD possa mettere ipoteche su questo generoso tentativo o ancora peggio possa subordinare il sostegno elettorale in cambio di qualche posto in lista.
La situazione è drammatica: assai deludente è stata la gestione della Commissione Straordinaria che alla fine del suo mandato lascia un paese deluso, sfibrato, impotente, sovraccaricato di tasse e balzelli senza prospettive e senza speranza.
Chi si aspettava che la salvezza potesse venire dall’esterno e dai commissari si è sbagliato : tocca a noi del PD e alle forze della coalizione ridare la speranza, indicare la prospettiva, affrontare le questioni insolute con il concorso di tutti senza la velleità come dice Emilio “ di un uomo solo al comando” .
I cittadini hanno sperimentato sulla loro pelle e per lungo tempo questa visione populistica e demagogica della politica ; ora si cambia, il sindaco deve essere “primus inter pares” che assieme agli altri prende le decisioni e tutti assieme se ne assumono la responsabilità di fronte alla gente.
C’è lavoro per tutti, innanzi tutto per fare la campagna elettorale e far vincere la nostra coalizione.
Con sincerità.
Salvatore Sardo
componete direttivo PD
Racalmuto
NOTA MIA: la pacata lettera del compagno Totò Sardo merita un deferente accorato riconoscimento per l'alto valore politico etico e civile che vi traspare. Enzo Maniglia, che compagno penso lo sia da poco tempo se mai ami esserlo, dovrebbe invitare amministratori "rossi" come Sardo e Brucculeri a capitanare la nuova lista Messana. Dovrebbe specificare se si accoda alle sortite inqualificabili di Guaglliano. In effetti dovrebbe ripensare la sua scalata alla segreteria del partito. Nuove elezioni dunque, più meditate, più controllate. Se ha le doti che tutti gli riconosciamo verrà senza dubbio rieletto. Allontanerà da lui effetti alone che vi stanno e non certo gradevoli. E lui lo sa.
6 aprile 2014 alle ore 20.37
Al segretario del Circolo del Partito Democratico di Racalmuto
Arch. Vincenzo Maniglia
e, p.c.
Agli organi di stampa.
Caro Segretario,
da alcuni mesi mi vado chiedendo se sia opportuno riproporre la mia candidatura alle prossime elezioni comunali oppure, come si usa dire in queste circostanze, fare il classico “ passo indietro” per dare spazio alle nuove generazioni.
Premetto di essermi iscritto alla FGCI nel 1967 e da allora ho sempre fatto politica per passione ed impegno civile.
Faccio parte di quella generazione che tra la fine degli anni ’60 e tutto il decennio successivo, cioè gli anni del Liceo e dell’Università, è stata attratta dal fascino della “Rivoluzione” intesa come mezzo per cambiare il mondo, cioè i rapporti di forza tra le classi sociali, per stabilire maggiore giustizia sociale, più welfare, diritto allo studio come strumento per la mobilità sociale, diritto alla salute, più democrazia ecc.
Mentre i galoppini e i “paglietta” frequentavano le segreterie dei notabili democristiani alla ricerca di un impiego sicuro, senza sudore e senza tanti sforzi, i giovani di sinistra sceglievano il PCI come strumento per cambiare l’intera società e conseguentemente i loro destini personali.
Con questa visione dell’impegno politico ho svolto per 30 lunghi anni la funzione di consigliere comunale, assessore e vicesindaco guardando all’interesse generale e al benessere della nostra comunità.
Durante tutto questo tempo, a differenza di moltissimi amministratori e politici inquisiti e condannati per gravi reati commessi durante il loro mandato, non ho mai ricevuto neppure una multa per divieto di sosta!
Neppure la Commissione di Accesso Prefettizia che, in seguito alle dimissioni di Petrotto , ha ispezionato gli atti amministrativi del nostro comune ha trovato alcun ché da segnalare né sul mio conto né su quello dei consiglieri e amministratori del PD.
Quindi avrei tutte le carte in regola per avanzare la richiesta di candidatura alle prossime consultazioni comunali.
Tuttavia, l’intero consiglio comunale, a causa di una sciagurata legge, è stato sciolto per condizionamento ed infiltrazione mafiosa anche se la maggior parte dei consiglieri nulla ha avuto da spartire con la mafia ed i poteri criminali!
Senza alcuna distinzione, dunque, tutto il consesso è stato macchiato, infangato, bollato di mafiosità; e questo è inaccettabile.
Proprio per evitare strumentalizzazioni, per togliere argomenti a chi è a corto di idee e anche perché sono fortemente convinto che è necessario affidare ad una nuova generazione il compito di continuare il lavoro fin qui svolto che ho deciso di non avanzare la mia candidatura alle elezioni del prossimo 25 maggio. Certamente il mio contributo non verrà meno; metterò a disposizione del partito la mia esperienza, la mia competenza e le mie relazioni sociali per concorrere a far vincere questa importante battaglia.
Chi veramente vuole rendersi conto dei motivi che hanno portato allo scioglimento del consiglio e delle responsabilità di amministratori e burocrati comunali, questo i giornalisti nostrani lo sanno bene, non può non tenere presente dei sotto elencati documenti:
Relazione finale della Commissione di Accesso Prefettizia
Deposizioni del collaboratore di Giustizia Maurizio Di Gati
Decreto di archiviazione nei confronti dell’ex sindaco Petrotto.
In questi atti sono spiegati con chiarezza e precisione i motivi e le responsabilità personali che hanno portato allo scioglimento del consiglio e al conseguente disastro politico-amministrativo-economico-sociale ed etico della nostra comunità.
La responsabilità, allora, è sempre e comunque solo degli altri? No.
C’è pure una nostra responsabilità politica!
In questi anni abbiamo ecceduto in tatticismi, cioè abbiamo tenuto comportamenti miranti ad acquisire posizioni per non essere esclusi dal gioco politico, dal momento che la partita veniva giocata senza regole e con un arbitro inaffidabile e all’uopo alleato di volta in volta, e a secondo delle convenienze, con elementi delle squadre avversarie. Questo nostro atteggiamento, anche se accompagnato da aspre critiche all’operato del sindaco e delle varie giunte, come parecchi documenti politici da noi resi pubblici testimoniano, non ha portato a risultati positivi né per il partito e neppure per il paese!
Quando, poi, si è presentata l’occasione per staccare la spina, non l’abbiamo fatto; è stata questa la nostra più grave responsabilità. Per il resto, come dice San Paolo, “omnia munda mundis”.
Oggi è necessario ripartire con slancio e determinazione, tutti compatti a sostegno del nostro candidato sindaco, Emilio Messana, cui è stato dato l’onore e l’onere di guidare un ampio schieramento di forze responsabili che hanno l’ambizione di raddrizzare il corso storto della nostra storia recente. Per questo motivo è incomprensibile che qualcuno dentro il PD possa mettere ipoteche su questo generoso tentativo o ancora peggio possa subordinare il sostegno elettorale in cambio di qualche posto in lista.
La situazione è drammatica: assai deludente è stata la gestione della Commissione Straordinaria che alla fine del suo mandato lascia un paese deluso, sfibrato, impotente, sovraccaricato di tasse e balzelli senza prospettive e senza speranza.
Chi si aspettava che la salvezza potesse venire dall’esterno e dai commissari si è sbagliato : tocca a noi del PD e alle forze della coalizione ridare la speranza, indicare la prospettiva, affrontare le questioni insolute con il concorso di tutti senza la velleità come dice Emilio “ di un uomo solo al comando” .
I cittadini hanno sperimentato sulla loro pelle e per lungo tempo questa visione populistica e demagogica della politica ; ora si cambia, il sindaco deve essere “primus inter pares” che assieme agli altri prende le decisioni e tutti assieme se ne assumono la responsabilità di fronte alla gente.
C’è lavoro per tutti, innanzi tutto per fare la campagna elettorale e far vincere la nostra coalizione.
Con sincerità.
Salvatore Sardo
componete direttivo PD
Racalmuto
NOTA MIA: la pacata lettera del compagno Totò Sardo merita un deferente accorato riconoscimento per l'alto valore politico etico e civile che vi traspare. Enzo Maniglia, che compagno penso lo sia da poco tempo se mai ami esserlo, dovrebbe invitare amministratori "rossi" come Sardo e Brucculeri a capitanare la nuova lista Messana. Dovrebbe specificare se si accoda alle sortite inqualificabili di Guaglliano. In effetti dovrebbe ripensare la sua scalata alla segreteria del partito. Nuove elezioni dunque, più meditate, più controllate. Se ha le doti che tutti gli riconosciamo verrà senza dubbio rieletto. Allontanerà da lui effetti alone che vi stanno e non certo gradevoli. E lui lo sa.
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