Racalmuto, 18 luglio
1999
Preg.mo Signor
Sindaco,
mi pregio dare
sollecito riscontro alla Sua istanza del …., fattami pervenire tramite il Suo
Vice_Sindaco dott. Leopoldo Sardo.
Mi preme far
subito presente che resto particolarmente interessato all’iniziativa del Comune
del Popolo racalmutese che mi è stato indegnamente commesso nella mia veste di
Arciprete: ogni attività che possa ricristianizzare Racalmuto anche nei
collegati interstizi della cultura o della cultura pittorica mi trova
entusiasticamente (ed apostolicamente) entusiasta e compartecipe. Pietro
d’Asaro, chierico religiosissimo e pittore d’intemerata ortodossia in quel
Seicento racalmutese che manipolatori disattenti – anche se letterariamente
pregevoli – vorrebbero profanare con diaconi di presunto “tenace concetto”
(sublimazione di becera e criminale testardaggine) o con preti in vena di
esogeno “alumbriamento”, quasi si trattasse di satirismo senile, fu dunque
artista degno di apparire in una chiesa, sia pure di eccelsa devozione quale
Sant’Anna.
Resta però
l’ostacolo del canone 1222 che recita: «§ 1: Si qua ecclesia nullo modo ad
cultum divinum adhiberi queat et possibilitas non detur eam reficiendi, in usum
profanum non sordidum ab Episcopo dioecesano redigi potest.
Ǥ 2: Ubi aliae
graves causae suadent ut aliqua ecclesia ad divinum cultum amplius non
adhibeatur, eam Episcopus dioecesanus, audito consilio presbyterali, in usum
profanum non sordidum redigere potest, de consensu eorum qui iura in eadem sibi
legitime vindicent, et dummodo animarum bonum nullum inde detrimentum capiat.»
Come vede,
Signor Sindaco, abbiamo limiti rivenienti dal Codice Canonico che occorre
sapere rispettare. Pertanto, ho fondato l’associazione non profit “Ecclesia” -
il cui consulente legale è il dott. Calogero Taverna, che Ella ben conosce – la
quale mi sembra molto adatta ad affrontare e risolvere adeguatamente siffatte
questioni, specie d’indole giuridica.
Potrebbe,
pertanto, Ella prendere contatti con il suddetto Consulente legale per una
definizione dei termini giuridici e processuali delle soluzioni dignitose di
cui la Sua benemerita iniziativa necessita.
Benedicendola di
cuore nel nome del Signore, si abbia tutta la mia stima e deferenza.
(Arc.
Alfonso Puma)
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