Altri dati sui Savatteri del ‘700
Le
numerazioni delle anime della Matrice di Racalmuto riprendono a metà del
settecento. Spigoliamo questi dati sui Savatteri di quel secolo.
Elenco dei capifamiglia
nel censimento del 1753
Giuseppe
Savatteri di Giacomo, di anni 32; Rosa, sua madue di anni 70.
Vincenzo
Savatteri di Giacomo di anni 48; Giovanna, moglie di anni 38; Domenica, figlia
di anni 20; Nicola figlia di anni 18; Giuseppa figlia di anni 15; Calogera
figlia di anni 12; Stefana figlia di anni 10; Giacomo figlio di anni 2.
Francesco
Savatteri di Giacomo di anni 32; Angela moglie di anni 24; Maddalena figlia di
anni 3; Calogero figlio di anni 5.
Vincenzo
Savatteri di Ignazio di anni 44; Rosa moglie di anni 33; Giovanna figlia di
anni 13; Carmela figlia di anni 11; Grazia figlia di anni 9; Mariano figlio di
anni 8.
Antonia
Savatteri vedova d’Ignazio di anni 66.
Mastro
Antonino Savatteri di anni 59; Maria moglie di anni 56; Sr. Angela Maria figlia
di anni 27; chierico Giuseppe figlio di anni 22.
Giuliano
Savatteri d’Ignazio di anni 34; Antonia moglie di anni 21; Sebastiana figlia di
anni 1.
Francesco
Savatteri di anni 39; Dorotea moglie di anni 28; Giuseppa figlia di anni 15;
Filippa figlia di anni 11; Vincenzo figlio di anni 9; Gaspare figlio di anni 6;
Stefano figlio di anni 2.
Don Sac.
Michel’angelo Savatteri di anni 55; Francesca Maria sorella di anni 41; Cruci
serva di anni 52.
Dalla Numerazione delle anime del 1762.
Francesco Savatteri di Giacomo di anni 28;
Angela moglie di anni 22; Maddalena figlia di anni 8; Giuseppa figlia di anni
1; Calogero figlio di anni 4.
Vincenzo Savatteri di Giacomo di anni 52;
Giovanna moglie di anni 42; Giuseppa figlia di anni 19; Calogera figlia di anni
16; Stefana figlia di anni 14; Giacomo figlio di anni 6; Angela figlia di anni
4.
Giuseppe Savatteri di anni 36; Maria moglie di
anni 30; Antonia figlia di anni 4; Calogera figlia di anni 1.
Antonino Savatteri di anni 44; Rosa moglie di
anni 43; Carmela figlia di anni 17; Grazia figlia di anni 13; Mariano figlio di
anni 12.
Giuliano Savatteri di anni 38; Antonina moglie
di anni 30; Raffaele figlio di anni 3; Carmela figlia di anni 1.
mastro Antonino Savatteri di anni 63; Maria
moglie di anni 50; don Giuseppe
figlio di anni 28.
Don Francesco Savatteri di anni 43; donna
Dorotea moglie di anni 39; Giuseppa figlia di anni 20; Vincenzo figlio di anni
13; Gaspare figlio di anni 10; Stefano figlio di anni 6; Calogero figlio di
anni 4; Giuseppe figlio di anni 2; Leonardo figlio di anni 1; Antonia serva di
anni 39.
Reverendo don Michelangelo Savatteri di anni
65; Mita sorella di anni 50; Apollonia serva di anni 40.
Nicolò Savatteri [parte del foglio abrasa];
Grazia moglie; Vita figlia; Calogero figlio.
Dalla Numerazione delle anime del 1795
Don Stefano
Savatteri; donna Catarina moglie.
Don Gaspare
Savatteri; Donna Angelica moglie; Concetta figlia di anni 16; Gaetano figlio di
anni 12; Leonardo figlio di anni 5; Antonia di anni 10.
Calogero
Savatteri libero; Giuseppa sorella libera.
Mariano
Savatteri; Vincenza moglie; Domenica figlia di anni 8; Santa figlia di anni 14;
Rosa figlia di anni 6; Santo figlio di anni 19; Antonio figlio di anni 17.
Giuseppe Savatteri; Antonia moglie; Biaggio
(sic) figlio di anni ...
Don
Giuseppe Savatteri; Giuseppa; Rev. Don Nicolò figlio; Raffaela figlia di anni
23; Fidela figlia di anni 21; Luiggi (sic) di anni 17.
Don
Vincenzo Savatteri.
Rev.
Don Giuseppe Savatteri; donna Dorotea madre; D. Giachino Brutto; donna Giuseppa
di anni 46; Rosa nipote di anni ...; Pasquala serva.
La
storia della famiglia Savatteri appare, davvero, uno spaccato della media
borghesia racalmutese, quale si va configurando nel secolo dei lumi per
consolidarsi nell’Ottocento, come meglio vedremo a suo tempo.
Racalmuto del Settecento nelle carte del fondo
Palagonia.
Tra
le carte del fondo Palagonia – pervenute all’Archivio di Stato di Palermo dalla
famiglia dei Gaetani [1]
- ricaviamo questo documento che ci pare illuminate per la storia feudale
racalmutese, nel suo dteriorarsi settecentesco:
[f. 5]
Ecc.mo Signore
il Ill.mo duca d. Luiggi Gaetano
possessore del Stato e terra di Recalmuto N.bus nelle sue scritture dice a V.E.
che il sudetto stato si ritrova in deputazione ed amministrazione da più anni,
il cui giudice deputato ed amministratore attualmente si ritrova l’illustre
Preside d. Casimiro Drago, e con tutto che la gabella corrente di detto stato
si trova nella più alta somma che giammai non fu il pagato, tuttavia li
creditori suggiogatarij non hanno potuto giammai ottenere l’intera annualità,
anziche nemmeno l’intera mezza annualità, tanto perché le suggiogazioni apo.te
trascendono di gran lunga l’introiti dello stato sudetto, quando ancora perché
consistendo la maggior parte delli introiti
da ... molini situati in parte di lavanchi ki ricercano ogni anno spese
considerevoli per riparo di esse lavanche oltre le vacature che si bonificano
alli gabelloti di detti molini; per quei tempi che non macinano, motivo che
riflettendo oggi il supplicante ed anche le grosse spese di salarij ed altri
che cagionando da detta deputazione, ed amministrazione onde ha considerato
l’esponente come possessore di detto stato di Regalmuto, intervenendo prima che
la maggior parte dei creditori suggiogatarij sopra detto stato gradualmente
fare abolire che a detta deputazione ed amministrazione in circostanza anche di
non potere questa sussistere a tenore degli ordini di S.E. in data 16 agosto
1735 per il quale si stabilì come la deputazione che non possono pagare a
creditori l’annualità ed offerire a detti creditori suggiogatarij per conto
delle di loro respettive suggiogazioni, di pagarli il 60 per 100 ogn’anno per
l’importo di anni dieci; nel qual tempo però si devono consentire che
l’amministrazione di detto stato resti e si faccia per l’esponente, con che per
il consenso prestando dalla maggior parte di detti creditori suggiogatarij non
se li possa dare nè inserire per detti dieci anni dalla minor parte di detti
creditori suggiogatarij veruna sorte di molestia talmente che li detti
creditori suggiogatarij in siffatta maniera vengono a conseguire ogni anno durante la suddetta decennale amministrazione dell’esponente non solamente
l’intiera mezza annualità in due .. di decembre e maggiodi ogni anno, che non
hanno mai conseguito, ma anche vengono a conseguire un’altra sesta parte oltre di detti pagamenti, ed inoltre tengono
la futura speranza di conseguire doppo la suddetta decennale amministrazione
maggior somma; per il che possedendo l’esponente senza deputazione il sudetto
stato independentemente d’ogni altro potrà facilmente invigilare all’augumento
delli introiti del medesimo in beneficio anche di essi creditori, onde in vista
di tutto ciò, considerando l’esponente che abolirsi la sudetta deputazione ed
amministrazione e contentarsi la maggior parte di detti creditori suggiogatarij
.. samministri su detto stato di Recalmuto per detti anni dieci del .. con
l’obbligo di pagare a detti creditori suggiogatarij il 60 per 100 come sopra
ogn’anno e durante la sudetta decennale amministrazione dell’esponente viene à
resultare anche in beneficio delli sudetti creditori suggiogatarij. Pertanto
ricorre a V.E. e la supplica si segni servita provedere ed ordinare che
prestandosi prima il consenso della maggior parte delli creditori
suggiogatarij, che non solo si abolisca la detta deputazione, ma anche cje la
minor parte delli creditori suggiogatarij, che forse non interverrà a prestare
il medesimo consenso, fosse tenuta ed obligata a concorrere colla maggior parte
di detti creditori suggiogatarij dalli quali si presterà il consenso nel modo e
forma di sopra espressati, ed acquiescerà e starà alla decennale
amministrazione in persona del supplicante con l’obligazione come sopra per il
medesimosenza che dalla detta minor parte di detti creditori suggiogatarij se
li possa dare, a riflesso del consenso
forse prestando dalla maggior parte di detti creditori suggiogatarij per il
spazio di detti dieci anni, nessuna sorte di molestia nè cancellare l’atti
fatti per la medesima deputazione seu amministrazione, come s’ha pratticato per
l’altre deputazioni fin oggi abolite;
vel ... si vorrà ordonare che sopra l’abolizione suddetta interverrà il
consenso della maggior parte delli creditori suggiogatarij ed obbligare a detta
minor parte delli creditori suggigatarii di concorrere ed acquiescere come
sopra, come il tribunale della R.G.C. della Sede Civile, a cui spetta doversi
provvedere vocatis creditoribus e in vista del consenso che si presterà per
publici documenti della maggior parte dei creditori suggiogatarij, per
resultare in beneficio delli medesimi. E ciò non ostante quasivoglia cosa che
in contrario l’ostasse o potesse ostare, etiam che fosse tale che .. se ne dovesse farre espressa ed
individuale menzione quale s’habbia ..
per la sussistenza della presente, qualmente al tutto disponendo V.E. de
plenitudine potestatis et ex certa scientia ... Datun Primo Junij 1736 ex parte
G.S.d. Joseph Chiavarello .. vocatis
creditoribus per sp: de Paternò: Die sexto settembris 1736.
Jesus Maria
Item ista comm.do .., ac consensi
maioris partis creditorium, tollatur deputatio de qua agitur, solutis prius
juribus officialibus deputationis status
.. penes acta
per sp. de Joanni, Xileci, Paternò.
Copia Don Joannes Marchisi ..
Lo
stato dei “naturali” di Racalmuto, e cioè le loro disponibilità in frumento e
legumi, ci pare esaustivo in questo quadro statistico:
f. 302
Rivelo de naturali di Racalmuto e
di alcuni delle Grotte di tutti i generi e novali della Ricolta X.ma
Ind. 1762 prodotti nello Stato e territorio di detta terra, nel fego de’
Gibbellini e feudi d’Aquilìa e Cimicìa de RR. PP. Benedettini de Scalis:
forti
|
orzi
|
Fave
|
lenti
|
ceci
|
novali
|
salme 1123:3
|
salme 578:2
|
salme 367
|
salme 113:19
|
salme 126:7
|
salme 133:3
|
Rivelo fatto da’ Reverendi
Sacerdoti di detta terra Jorati della SS.ma Inquisizione del Tribunale del
Santo Officio di tutti li prodotti come trova in detto anno:
forti
|
orzi
|
Fave
|
Lenti
|
ceci
|
novali
|
salme 47
|
salme 36
|
salme 14:4
|
salme 0:3
|
salme 1:8
|
salme 4:1:3
|
Riveli de’ Chierici di detta Terra
fatto d’ordine di Monsignor Vescovo di Girgenti emanato sotto li 20 Agosto 1762
per li prodotti di detto anno:
forti
|
orzi
|
Fave
|
Lenti
|
ceci
|
novali
|
salme 344:15
|
salme 154:14
|
salme 137:18
|
salme 7:4
|
salme 28:9
|
salme 26:9
|
A
fine secolo i fuochi erano saliti a 1961. In altra sede abbiamo scritto a lungo
sull’evoluzione demografica di Racalmuto. Qui ci limitiamo ad osservare che la
popolazione si era assestata a fine del Seicento intorno alle cinquemila unità.
Dopo sarebbe scesa, ma davvero essa si è notevolmente contratta sino a toccare
la quota di 4.757 nel 1713 (o secondo Maggiore-Perni nel 1714)[2]?
Noi
francamente pensiamo che quel rivelo sia scarsamente veridico. La
documentazione dell’Archivio di Stato di Palermo (Deputazione Regno, Inv. n.° 5
- RIVELI ANNO 1714 vol. n.° 1682) testimonia che a Racalmuto funzionari del
censimento operarono dal ventotto maggio ottava ind. 1715 sino al “ primo Junii
Millesimo septimo decimo quinto 1715”. Si era dunque in pieno interdetto
religioso. Plausibile dunque che, se non il sabotaggio, almeno il disinteresse
del clero locale abbia facilitato le diffuse omissioni del censimento di tanti
racalmutesi, come sempre preoccupati delle conseguenze fiscali del rivelo.
Nel primo
quindicennio del ‘700 non risultano epidemie di rilievo a Racalmuto. Gli indici
di mortalità sono quelli della norma (allegato 5). Le nascite come sempre sono
cospicue e per di più l’immigrazione è documentabile (famiglie come quelle
degli Sciascia, dei Taverna etc., che erano emigrate intorno al 1660, ritornano
a Racalmuto proprio a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo). Quella drastica
contrazione della popolazione che vorrebbe il rivelo del 1714-15 non appare per
nulla attendibile. Quel che è certo è che proprio al tempo del rivelo
(1713-1715) il tasso di mortalità di Racalmuto era tra i più bassi della sua
storia sino all’unità d’Italia (2,59% della popolazione media di
quel tempo). E tale popolazione nel 1714, doveva, secondo le nostre stime,
aggirarsi sui 5.370 abitanti (contro gli appena 4.757 che segnala il
Maggiore-Perni con un divario del 12,89%).
Il XVIII
secolo si chiude con una flessione della popolazione: i dati disponibili
(quelli della Matrice e quelli dei censimenti ufficiali confermano) il
repentino contrarsi della densità abitativa. Eccone alcuni elementi significativi:
Anno
|
Popolazione
di Racalmuto
|
fonte
|
1748
|
6.063
|
Maggiore-Perni
pag. 352
|
1795
|
7.620
|
Matrice
Racalmuto - arc. Mantione
|
1798
|
7.630
|
Maggiore-Perni
pag. 352
|
1801
|
7.138
|
Matrice Racalmuto - L’arc.
Mantione appone questa annotazione: «terminata detta numerazione a 20 maggio 4^
Ind. 1801 Si vede che il popolo trovasi diminuito considerevolmente rispetto
all'anno scorso»
|
Dagli
archivi di Stato di Palermo ricaviamo qualche notizia sull’amministrazione del
Comune di Racalmuto, una volta affrancato dal giogo feudale. Negli anni dal
1784 al 1787, il razionale del luogo
è don Francesco Perrone, il notaio ufficiale: d. Antonino Picataggi; manca il
tesoriere: in sua assenza c’è un ”collettore ed esattore di tutte le tasse”
sostituto; i giurati sono: d. Giuseppe Amella, Francesco Grillo e Pistone,
Marco Matrona, Calogero Fucà; il sindaco è il Magnifico don Giuseppe Cavallaro.
Vene pagata un’onza a Bonaventura Brutto per il pubblico panizzo; a m° Pietro
Castrogiovanni tarì 1 e 8 grani “per avere acconciato la porta della chiesa di
S. Rosalia”; altre spese per riparazione e manutenzione dell’orologio cui
accudisce m° Vincenzo Terrana. Nel successivo esercizio del 1785-86 abbiamo i seguenti giurati: Bonaventura Lo
Brutto, Giuseppe Scibetta Letizia, Salvatore Gambuto e Giuseppe Tulumello.
Sindaco: Antonino Grillo. Collettore: don Giuseppe Amella.
Ecco alcune
annotazioni relative al 1790: d. Giuseppe Amella è l’arrendatario che paga a m°
Melchiorre Lo Cicero onze 11.7.14 “per altrettante dal medesimo pagate e distribuite
a diverse persone per la santa solennizzazione della festa della gloriosa S.
Rosalia, patrona di questa università, il 4 di settembre e cioè: a m° Francesco
Galeano e compagni per n° 3900 maschi che si sparano nel corso della festa,
onze 1.28. 0; a don Calogero Grillo per sei rotoli di cera a tarì 10 per
rotolo, che si consumò in detta festa,
onze 1; al m° Mariano Busuito per fatiche per avere apparato la chiesa
tarì 14; a d. Antonio Grillo per regalia per avere suonato l’organo, tarì 2; al
rev. D. Morrino per avere rappresentato il panegirico della Santa, tarì 2;
tamburi n° 4, tarì 21; trombi 4, tarì 25; piffaro: tarì 6; per il trionfo nel
corso dell’ottavo: tarì 6; messe celebrative n° 13 tarì 19.10; figure n° 200
tarì 2.10; spese a minuto tarì 9,14; corsa: onze 1: che in tutto fanno onze
11.7.14.» Per l’esercizio 1790-91, Giuseppe Amella «pagava per patrimonio
urbano per la nona indizione onze 1.126 . 15 - 18
Nel
1791 “arrendatario” di Racalmuto figura
don Giuseppe Amella; d. Calogero Amella risulta il “fisico” locale. I giurati
sono: Calogero Tirone, Giuseppe Scibetta, Vincenzo Tulumello e Calogero Fucà.
Il 20 gennaio 1791 sono «pagate da Amella al sac. D. Nicolò Pantalone tarì
11.10 per il prezzo di due corde di canape necessarie per la mappera dell’orologio;
a m° Lorenzo d’Agrò tarì 2 in prezzo di chiodi e pezzi di tavola necessari per
l’acconcio dell’orologio». 21 maggio 1791: «Amella paga tarì 4 per eligersi dai
giurati un barbiere più adatto ed abile per apprendere il metodo dell’innesto
del vaiolo, giusta la pratica insegnata a diversi barbieri chiamati in Palermo
per apprendere la suddetta maniera di eseguire il suddetto innesto a norma
delle istruzioni». Il 16 giugno 1791 viene eletto m° Giuseppe Romano.» Il 31 di
agosto Giuseppe Amella corrisponde a Nicolò Pantalone “onze 9 per onorario di
tutto l’anno per avere la cura dell’orologio di questa Università.
1791-92:
«Viene nominato procuratore del tesoriere Giuseppe Tulumello, don Croce di
Napoli. A Francesco Restivo onze 4 per loero della bottega della neve e sue
fatiche per la vendita di detta neve come da mandato.»
1792-1793:
«viene esposta la reliquia di S. Rosalia per la serenità del tempo e penuria
della fame. Tarì a Cicero per averli erogati per formare una sepoltura fuori la
terra per la quantità di morti in questo sterelissimo anno 11a
indizione.»
Nel
1793 cambia il quadro amministrativo: Pietro Scimonelli diviene maestro
razionale; giurati sono: Antonio Grillo e Brutto, Francesco Pomo, Girolamo
Grillo Alessi. Vengono eletti deputati a norma di una circolare del 1793:
Antonino Sferrazza, Salesio Vinci, Angelo Gabriele Mannarà, Antonino Grillo e
Mattina, Giuseppe Cavallaro. Don Giuseppe Tulemello è il tesorerie.
L’anno
successivo, nel 1794, il razionale è
Santo Impellizzeri; deputati: Francesco Vinci (che, se non andiamo errati, deve
essere quello che nel 1760 scrisse la storia di M. SS. del Monte e fu chierico
nel seminario di Agrigento), Giuseppe e Bernardo Grillo, nonché i magnifici
Onofrio d’Amico, Giuseppe Monserrato e don Calogero Amenti. Arrendatore del
patrimonio urbano: don Vincenzo Tulumello per la somma di onze 1.126.15.18.
Per
l’esercizio 1794-1795, abbiamo: razionale,
don Carlo Calabrese; deputati: Calogero Ferrante, notaio Antonino Picataggi,
notaio Cristofaro Pomo. I giurati sono: Giuseppe Baeri, Girolamo Gambuto,
Raffaele Cavallaro, Raffaele Grillo e Addamo. Collettore è il notaio Ignazio
Tulumello.
Per
il 1797 e 1798 il razionale è
Domenico Impellizzeri; i deputati locali sono: il barone d. Girolamo Grillo,
Giuseppe Mattina, Raffaele Grillo e Belmonte; i giurati: Salesio Vinci,
Vincenzo Bellavia, Paolo Baeri e Giuseppe Matrona. “L’intero civico patrimonio
si gabella a d. Raffaele Bisanti, procuratore di d. Felice Cavallaro”.
Il
secolo si chiude con queste cariche: razionale,
Francesco Pirrone; deputati:
Salvatore Gambuto, Giuseppe Mattina. Calogero Farrauto assume la carica di
regio proconservatore. I nuovi giurati: Marco Matrona, Gaspare Savatteri,
Antonio Bellavia, d. Vincenzo Grillo e Ingrao. Come collettore figura d. Vincenzo
Bellavia. Tesoriere è ora don Antonio Grillo ed Alessi.
**********************
Racalmuto nel Settecento
secondo il Vaticano.
Presso
l’archivio segreto vaticano sono ora consultabili le relazioni che ogni
triennio i vescovi dovevano rassegnare sullo stato della loro diocesi. Di tanto in tanto affiorano note storiche
sulle vicende laiche delle località diocesane. Racalmuto vi appare spesso, sia
pure con annotazioni rutinarie. Per il Settecento abbiamo questi dati:
Il vescovo
Ramirez, nella relazione datata 15 febbraio 1703 che produce “pro triennio
trigesimo nono”[3], così
descrive Racalmuto:
«Recalmutum:
Item Archipresbiter gerit ibidem curam animarum, atque Sacerdotes in Ecclesia
Matrice quotidie dicunt horas canonicas. Adestque Monasterium Monalium et
quatuor Conventus Religiosorum. Ecclesiae 16, Sacerdotes quadraginta, Clerici
36. Animae 5.012.»
Vigilavano
dunque su una popolazione di appena 5.012 anime ben 40 sacerdoti coadiuvati da
36 chierici, oltre a quattro conventi di cui qui non viene detto l’organico. La
notizia sciasciana sugli ottanta preti può essere l’eco di questi riferimenti
vaticani.
Nelle città
– precisa il vescovo – in cui si dice «quod animarum curam gerit
archipresbiter” bosogna intendere che questi è beneficiario perpetuo ed ha per
lo meno la congrua. Racalmuto, come si è visto, aveva un arciprete così
beneficiato. La successiva relazione del 1713 ci consente questi riferimenti:
Racalmuto: viene incluso tra gli oppida;
le ecclesiae sono 15; 4 i conventi; c’è il solito monasterium monalium; 44 i sacerdotes
in sacris; 21 clerici e 5.027 anime. [4]
l’oppidum continua a venire designato
erroneamente Recalmutum. Ignoriamo
quale chiesa sia nel frattempo sparita.
Avutosi
l’interdetto del 1713 le relazioni si diradano. Vi è l’eco dei trambusti
politici e religiosi in quel torno di tempo. Passiamo quindi a quella del 15
settembre 1728 ove di specifico per Racalmuto non riscontriamo alcunché.
Il Vescovo ci fa però sapere che
a Racalmuto, come altrove in diocesi, «egli vigila con somma cura affinché la
Domenica e nelle altre feste comandate il popolo ascolti i salutari ammonimenti
ed apprenda quanto è necessario alla salute dell’anima. Dopo pranzo, nei giorni
festivi il sacrestano, al suono di una campanella, gira per i viottoli a
chiamare i fanciulli; li conduce quindi in chiesa ove il parroco, coadiuvato da
chierici, insegna i rudimenti della fede in vernacolo. Il vescovo in persona si
era premurato di far tradurre e pubblicare in siciliano la “dottrina del
cardinale Berllarmino.” Ne ha mandato copia ad ogni parroco «et in visitatione
de hoc specialiter» ebbe ad inquisire. » Non si lamenta il vescovo: il popolo
risponde bene ai precetti della chiesa: «est
docilis, et pius; de fidei rebus catholicè credit; hanc S. Sedem et Christi
Vicarium summa et singulari veneratione prosequitur» Qualche nota dolente: « de
decimis autem et primitiis non be sentit; plbs vero communiter est blasphemiis
assuata, quem pravae consuetudinis abusum,nec confessariorum nec praedicatorum
exclamationes, nec episcoporum paenae aliquando inflictae abolere potuerunt.»
Pio e devoto quanto si vuole, il popolino il malvezzo della bestemmia ce
l’aveva radicato e non erano bastevoli neppure le sanzioni vescovili ad
emendarlo. Altrove come a Racalmuto.
Scarna anche la relazione del 1748 del medesimo Gioeni,
ma alcune note di costume la rendono particolarmente interessante. Per
esperienza il vescovo sa che i negozianti di frumento, per smodata avidità di
lucro, sogliono spesso all’inizio dell’inverno nascondere partite di grano per
vendere dopo a caro prezzo. Donde il popolo versa in più dura indigenza. Erano,
poi, tempi calamitosi: pestilenza e sterilità si erano abbattute sull’intera
Italia (mala quibus tota Italia afficitur[5]).
Ma il sesso è il chiodo fisso del presule: «saepe in Dioecesi evenit ut disculi
juvenes puella virgines sub spe matrimonii seducentes,
carnaliter cum eis conversentur: exinde vero vel alterius mulieris amore capti,
vel majoris dotis intuitu, dum coram meam Curiam conventi super promissione
matrimonij stuproque illato causa exagitur, Parochum vel de nocte, vel aliis
furtive conveniunt, ac coram eo testibusque a se conductis, cum altera
clandestinè contrahunt per evrba de presenti, cum maximo deceptae mulieris
paeiudicio, honestarum familiarum dedecore, ac episcopalis auctoritatis
contemptu.» Scene davvero manzoniane! Era il 28 agosto 1748.
Dal Gioeni a Lucchesi Palli: è di quest’ultimo la
relazione datata 6 gennaio 1765.
Il Lucchesi Palli si era recato personalmente a Palermo
per discutere un’annosa controversa con il Regio Fisco: «completam victoriam
obtinui.[6]»
Si trattava di canonicati: forse uno riguardava quello delle rendite racalmutesi
di S. Agata (beneficium simplex Sanctae Agatae dictum [7]).
Questione intricata quella che periodicamente ritorna: la competenza del
Tribunale Apostolico della Legazia. «Nullum est oppidum – scrive il vescovo –
pagusque nullus, in quo Commissarius Sancti Officii cum eius Magistro notario,
et saepe cum uno vel duobus librorum revisoribus non existat: et in aliquibus
etiam consultores et qualificatores electi reperiuntur.» Naturalmente anche a
Racalmuto. V’è quindi un salto trentacinquennale nelle relazioni ad limina che
non avviene solo ad Agrigento: gli eventi finali del Settecento coinvolsero
anche la chiesa. La prima relazione disponibile è del primo ottobre 1800 ed è
firmata da Saverio Granata. E’ un resoconto dei benefici ecclesiastici. Racalmuto
vi appare (cfr. f. 619) in quanto in esso «horae canonicae quotidie in choro
persolvuntur et ex Massa Sacrae Distributionis, sic dictae Choro interessentes
stipendium percipiunt..» Il vescovo assicura di avere visitato le località;
«cantum gregorianum juxta Graduale et Antiphonarium praescripsi; eorum memini,
militantis Ecclesiae psalmodiam caelestem Beatorum Spirituum concentum ante
Thorum Dei emulari, et ob id non perturbate, non cursim, sed gravi cum pausa
horas canonicas recitare debere, ut intuentes aedificent.» Aveva ragione quel
presule ad esigere dai mansionari racalmutesi un contegno greve e solenne
durante il canto delle ore canoniche. Un canto che era bene (e sarebbe bene)
che avvenisse secondo il più rigido cerimoniale, quello del Graduale e dell’Antifonario.
Non ne abbiamo tanta nostalgia.
Il succedersi dei vescovi ad Agrigento non è indifferente
per la storia (o microstoria) di racalmuto: quei presuli avevano tanto e tale
potere sul nostro centro abitato da determinarne il corso umano, civile oltre
che religioso, ovviamente. Un non meglio precisato “capitano giustiziere di
Racalmuto” si associa con Francesco
Ferraro alias Schirò, vice capitano d’armi di val di Mazara, e ad Ettore
Antinoro di Casteltermini ed osa recarsi
al Palazzo Vescovile per circondarlo mano armata. [8]
Sono le ore dodici del 28 agosto 1713: il capitano d’armi di Agrigento Giovanni
Ochoa, alla presenza di alcuni nobili chiamati come testimoni (tra i quali il
dottor Giambattista Guzzardi ed il chierico Pompeo Grugno) consegna al vescovo
l’ordine vicereale dell’esilio. Inutili le proteste. Il presule dovette
obbedire. L’intrusione in questa vicenda del capitano d’armi di Racalmuto ha
scialbi connotati, ma è pur sempre una presenza storica. Poi, Sciascia scriverà
la Recitazione della controversia liparitana, ed il nostro paese in questa
faccenda di interdetti e di vescovi esiliati ha contorni più emblematici. I
documenti vaticani invero non sembrano ridurre la questione ad un moggio di
lenticchie o di legumi come ormai sembra
pacifico. (Sciascia riduce il contenzioso ad una vendita di ceci e mette in
bocca al “canonico” – palesemente il Mongitore - «Ecco il fatto: la Mensa
Vescovile di Lipari, cioè monsignor Tedeschi, aveva dato da vendere a un
bottegaio una partita di ceci … […] Il bottegaio mette in mostra i ceci: ed
ecco le guardie d’annona … […] Ed ecco gli acatapani che si precipitano ad
esigere un loro balzello, quello che appunto si chiama diritto di mostra e che
a loro spetta per il fatto che valutano la merce offerta in vendita e ne
fissano il prezzo. […] Il bottegaio avverte che i ceci sono della Mensa
Vescovile. Quelli insistono. Il bottegaio paga.
[…] Gli acatapani furono avvertiti, ma dell’avvertimento non si
curarono. Poi, quando monsignor Tedeschi protestò, vollero restituire il
maltolto: ma era troppo tardi .. […] Perché l’offesa era stata consumata, il
diritto infranto … Ma il modo di riparare c’era: che il governatore e i giurati
di Lipari riconoscessero, con pubblico documento, il loro torto … [..] Degli
acatapani nell’immediatezza del fatto, ma poiché l’autorità degli acatapani
emanava da quella del governatore e dei giurati … […] Monsignore voleva
soltanto che il governatore e i giurati si riconoscessero pubblicamente in
torto e gli chiedessero perdono.»)
Al banale incidente di Lipari si collega l’interdetto
agrigentino. Il 18 luglio del 1712 il papa inviava ai vescovi dell’isola una
lettera nella quale si confermava la scomunica ai catapani di Lipari e si
ordinava di affiggere copia di detta lettera in tutte le chiese della Sicilia.
Ramirez vi si attenne senza attendere l’autorizzazione del re, che era di
diritto legato apostolico. Il viceré Balbases lo dichiarò ribelle – unitamente
agli vescovi fedeli a Roma – e lo costrinse ad abbandonare l’isola. Il capitano
d’armi di Racalmuto, come si è visto, cooperò e si prese la sua brava scomunica
personale.
Un non meglio precisato “capitano giustiziere di
Racalmuto” si associa con Francesco
Ferraro alias Schirò, vice capitano d’armi di val di Mazara, e ad Ettore
Antinoro di Casteltermini ed osa recarsi
al Palazzo Vescovile per circondarlo mano armata. [9]
Sono le ore dodici del 28 agosto 1713: il capitano d’armi di Agrigento Giovanni
Ochoa, alla presenza di alcuni nobili chiamati come testimoni (tra i quali il
dottor Giambattista Guzzardi ed il chierico Pompeo Grugno) consegna al vescovo
l’ordine vicereale dell’esilio. Inutili le proteste. Il presule dovette
obbedire. L’intrusione in questa vicenda del capitano d’armi di Racalmuto ha
scialbi connotati, ma è pur sempre una presenza storica. Poi, Sciascia scriverà
la Recitazione della controversia liparitana, ed il nostro paese in questa
faccenda di interdetti e di vescovi esiliati ha contorni più emblematici. I
documenti vaticani invero non sembrano ridurre la questione ad un moggio di
lenticchie o di legumi come ormai sembra
pacifico. (Sciascia riduce il contenzioso ad una vendita di ceci e mette in
bocca al “canonico” – palesemente il Mongitore - «Ecco il fatto: la Mensa
Vescovile di Lipari, cioè monsignor Tedeschi, aveva dato da vendere a un
bottegaio una partita di ceci … […] Il bottegaio mette in mostra i ceci: ed
ecco le guardie d’annona … […] Ed ecco gli acatapani che si precipitano ad
esigere un loro balzello, quello che appunto si chiama diritto di mostra e che
a loro spetta per il fatto che valutano la merce offerta in vendita e ne
fissano il prezzo. […] Il bottegaio avverte che i ceci sono della Mensa
Vescovile. Quelli insistono. Il bottegaio paga.
[…] Gli acatapani furono avvertiti, ma dell’avvertimento non si curarono.
Poi, quando monsignor Tedeschi protestò, vollero restituire il maltolto: ma era
troppo tardi .. […] Perché l’offesa era stata consumata, il diritto infranto …
Ma il modo di riparare c’era: che il governatore e i giurati di Lipari
riconoscessero, con pubblico documento, il loro torto … [..] Degli acatapani
nell’immediatezza del fatto, ma poiché l’autorità degli acatapani emanava da
quella del governatore e dei giurati … […] Monsignore voleva soltanto che il
governatore e i giurati si riconoscessero pubblicamente in torto e gli
chiedessero perdono.»)
Al banale incidente di Lipari si collega l’interdetto
agrigentino. Il 18 luglio del 1712 il papa inviava ai vescovi dell’isola una
lettera nella quale si confermava la scomunica ai catapani di Lipari e si ordinava
di affiggere copia di detta lettera in tutte le chiese della Sicilia. Ramirez
vi si attenne senza attendere l’autorizzazione del re, che era di diritto
legato apostolico. Il viceré Balbases lo dichiarò ribelle – unitamente agli
vescovi fedeli a Roma – e lo costrinse ad abbandonare l’isola. Il capitano
d’armi di Racalmuto, come si è visto, cooperò e si prese la sua brava scomunica
personale.
Il papa difese ad oltranza il vescovo Ramirez. Pervenne
al papa una lettera che vogliamo qui riportare, ove i fatti hanno una versione
che è pur di parte ma che hanno una buona attendibilità. «Ha pervenuto non
senza doglianze alla nostra notizia e di questo Tribunale dell’apostolica
legazia e regia monarchia – a scrivere è il dottore in utroque D. Francesco
Miranda e Gayarre, de consilio sacrae
catholicae majestatis – che essendo stato il reverendissimo arcivescovo di
Girgenti don Francesco Ramirez intimato d’ordine di S.E. a partirsi da quella
diocesi e da questo fedelissimo regno, per li giusti motivi che mossero l’animo
di S.E. concernenti al real prestigio e pubblico bene e quiete del regno,
valendosi con matura riflessione et evidente giustizia della potestà economica
contro il nomato prelato, quello, abusandosi del titolo specioso di consigliere
di S.M. (che la divina guardi) e del proprio giuramento di fedeltà e
d’osservare le prerogative regie e del regno, facendosi scudo, benché ideato,
d’essere lesa la libertà ecclesiastica, e d’aver patito violenze dal capitano
Ochoa, dottor don Giovanni Battista Guzzardo, chierico don Pompeo Grugno,
Ettore Antinori, ed altre persone generalmente, specialmente e individualmente
nominati, passò a scomunicarli; e supponendo che l’esercizio di tal potestà
economica fosse enorme delitto, passò ad interdire la cattedrale e tutte le
chiese della diocesi, mostrandosi poco buon genio verso il real servizio e la
potestà economica di S.E. Per la totale elevazione del quale interdetto, per
l’evidente nullità ed altre reazioni, e per aprirsi le chiese con la
continuazione de’ divini offici ed amministrazione di sacramenti, si stan
spedendo, per via del Tribunale gli ordini opportuni. Ma per adesso riflettendo
che la riferita censura fulminata contro le persone, così come in specie
riferite, ha processo, ex abrupto, de facto, nullo iuris ordine servato, contro
la forma de’ sacri canoni, concili ecumenici, con pubblico scandalo, evidente
perturbazione dei popoli, ed impedimento al corso della giustizia ed esercizio
della potestà economica, ed in esecuzione di supposta potestà concessagli dalla
Corte Romana, non esecuta né presentata nel regno, in grave pregiudizio delle
regalie e prerogative del regio exequatur,
secondo si prescrive dai più reali dispacci de’ serenissimi monarchi, fondati
in evidenti ragioni, avvalorati da antichissima ed immemorabile osservanza, mai
interrotta nel lungo corso di più secoli, non solo in questo fedelissimo regno,
ma anche per tutto il mondo cattolico, come uniforme al diritto delle genti,
alli sacri canoni, concili universali, e concordie con la Santa Sede; ed accrescendosi
i motivi di suddetta nullità ed insussistenza dalli notabili eccessi ed
evidenti aggravi: resta la suddetta censura, come sopra fulminata,
assolutamente nulla ed ingiusta, da tenersi solamente da chi la fulminò, non
avendo né tampoco precesso le solite e necessarie munizioni, né tampoco la
citazione ad dicendum causam quae,
secondo precettò la stessa Verità increata.» [10]
Ma quella lettera irritò ancor di più il pontefice che
definisce «plurimae atquae vere acerbissimae» le notizie che gli giungono dalla
Sicilia. Quella missiva viene così stroncata: «Declarantur nulla litterae,
edictum et praeceptum a Tribunali monarchiae Siciliae contra censuras ab
episcopo Agrigentino in sui expulsores declaratas et interdictum cui subiecta
fuit dioecesis Agrigentina, cum illarum damnatione et horum confirnatione ac
poenis in contravenientes.» Ora il capitano d’armi racalmutese è ben servito: è
il papa in persona a scomunicarlo. Altrettanto per tutto il popolo di
Racalmuto. Una sepoltura in chiesa non è più consentita. A meno che …(a meno
che non riescano i raggiri di cui abbiamo detto).
Sciascia, spirito laico, non se ne dà pena più di tanto.
Nella Controversia ironizza: «ingastone … Era inevitabile che nascesse
il contrabbando dei sacramenti e che andasse su di prezzo come il pane in tempo
di carestia. perlongo L’altro giorno un mio vicino di casa, orefice
di mestiere, era in punto di olio santo. Ha chiesto un prete buono: cioè non
scomunicato. I figli non sono riusciti a trovarglielo, sono tornati portandosi dietro
don Mamiliano Cozzo, che tra gli scomunicati direi che è il più conosciuto. Il
moribondo, vedendolo, ha trovato la forza di gridare che non voleva da lui
l’estrema unzione. I figli e i vicini sono riusciti a convincerlo a prendersi
l’olio da don Mamiliano. E sapete con quale ragione? Che era meglio di niente. ingastone
Proprio così …A
Girgenti, a una donna cui stavano battezzando il nipote, ho domandato se sapeva
che il prete officiante era uno scomunicato. Lo so, mi ha risposto: ma quando
tornano quelli buoni lo faremo ribattezzare. E il bello è che sanno benissimo
quanto siano stati cattivi i preti che chiamano buoni.»
Noi non crediamo che la faccenda dell’interdetto sia
stata presa così alla leggera: credo, comunque, che i preti se ne siano rimasti
al loro posto, a battezzare, a confessare, a perdonare in nome di Dio, a
confortare con l’estrema unzione. Quanto a seppellire, bastava in piccolo
espediente ed anche la chiesa veniva aperta al feretro. Ma il dramma rimaneva
tutto, .. ancor oggi imperdonabile, a nostro avviso.
Mons. De Gregorio – colto e prudente – ci pare
particolarmente circospetto. Scrive: «Il 28 agosto 1713 il vescovo fu costretto
ad allontanarsi da Agrigento […]
Cominciò allora un periodo assai turbolento in cui clero e popolo si divisero
tra favorevoli e sfavorevoli all’interdetto: tra scomuniche minacce, carceri,
esili, confische e vessazioni, scorsero
sei anni di insicurezza e disordine sino al 1719 quando l’interdetto venne
tolto. Durante questo periodo l’ordine del vescovo fu generalmente osservato,
ma per le violenze e le imposizioni delle autorità civili, non solo in
Agrigento ma in diocesi, le chiese furono aperte con la forza e i sacerdoti, in
gran parte provenienti da altre diocesi, vi celebrarono le sacre funzioni. Ma in
genere, sia il clero che il popolo, furono contrari alla violazione
dell’interdetto.» E francamente l’insigne monsignore ci pare imbarazzato e
piuttosto ondivago. [11]
A Racalmuto la bufera non sembra comunque essere soffiata
con asprezza; l’arciprete racalmutese dr. D. Fabrizio Signorino aveva a cuore
le sorto delle anime dei suoi compaesani e vigilò con prudenza e seppe
mantenersi in bilico. Da quello che emerge dagli archivi torinesi il nostro
paese è del tutto defilato. Stralciamo queste notizie che precisano se non
altro i contorni di quella inquietante vicenda.
Da Palermo V. Amedeo scriveva l’8 novembre 1713 al De St.
Thomas sulle vicende agrigentine non mancando di “rimirare” «come un riflesso e
sequela delle Vostre operazioni il riavedimento seguito in Girgenti, ove le
cose sono altresì restituite nella primiera calma, toltone la sola renitenza
de’ PP. Capuccini, rispetto alla quale si stanno qui prendendo le opportune
misure.» [12] Ma
il 5 dicembre 1713 il re deve inviare D. Tommaso Loredano ad Agrigento, giudice
della R. Gran Corte, in quanto occorre «metter il dovuto freno a que’
inconvenienti ch’ancor succedono in Girgenti.» Vi giravano padri cappuccini per
assolvere dall’interdetto. Alcuni di loro furono arrestati “come nel caso di
Cammarata”, giusta quel che si legge in una nota dell’8 aprile 1714.
Veniamo a sapere [13]
che «due stampe sono divalgate a Roma: l’una che contiene un Brebe del Papa,
diretto al Capitolo della Cattedrale di Girgenti: e l’altra che consiste in una
scrittura intitolata «Lettera di disinganno per gl’Ecclesiastici delle Diocesi
di Catania e di Girgenti». La data del Breve si è de’ 10 del mese scorso [marzo
1714] e la sua sostanza si riduce a dolersi che [taluni] canonici riconoschino
per Vicario Generale il Canonico Formica [per cui si ordina] sotto pena di
scomunica a sé riservata di più riputare
il canonico Formica per Vicario […] e l’altra scrittura intitolata il disinganno … potrebbe probabilmente
essere quella del Padre Pisani Gesuita.».
In una sorta di libertà vigilata restano a termine il
canonico Rini e l’arciprete di Bivona. E’ datata 11 maggio questa missiva al De
St. Thomas: «Vedrà V.S. come a Canicattì si fusse trovato affisso il consaputo
Editto del Papa per l’osservanza dell’Interdetto, in seguito a cui si fussero
colà chiuse le Chiese; sopra di che mi commanda S.M. di scrivere in di Lui
nome, a V.S. che ove si trovino effettivamente chiuse le Chiese in Canicattì,
ed altri luoghi … Ella vi proveda a
tenore de’ precedenti ordini di S. M. con mandarvi dei Religiosi ben affetti
tanto Secolari, che Regolari per far riaprire ed ufficiare dette Chiese.»
Fuggito il Ramirez, non senza prima avere comminato
furtivamente l’interdetto sopra rappresentato, la sede resta per lungo tempo
vacante. Il Ramirez muore – per così
dire, esule – il 27 agosto 1715, ma la sede agrigentina viene raggiunta da un
presule riconosciuto da Roma solo il 24 settembre 1723. Il nuovo vescovo è
Anselmo della Penna (Peña): quello che fa tradurre il catechismo in siciliano
ed esige che siano educati i fanciulli inculcando loro le nozioni rudimentali
della fede in perfetto dialetto siciliano. Quel testo andrebbe recuperato per
studi linguistici di portata anche sociologica.
Il Mongitore – integrando il Pirri - ci ragguaglia sulla sede vacante con queste
laconiche notizie: durante la sede vacante la Chiesa non fu guidata da alcun
Vicario. Ma liberata la diocesi dall’interdetto nel 1719, il Capitolo della
Cattedrale elesse Vicario generale Giuseppe Pancucci agrigentino U.I.D.,
canonico della stessa cattedrale e Tesoriere.
Quel che in quella sede viene precisato su La Peña è così
traducibile: «Anselmo della Penna, ispano, nato in una località denominata
Rabaderia della diocesi auriense in Galizia nel 1655, apparteneva all’ordine di
S. Benedetto ed era laureato in Sacra Teologia. Fu elogiato prefetto
dell’ordine ed abbate generale della congregazione benedettina di Spagna. Fu
eletto vescono di Crotone il 2 febbraio 1715. A quattro anni della nomina di
Carlo VI Imperatore a re di Sicilia, fu il La Penna trasferito a capo della
chiesa agrigentina con bolla pontificia di Innocenzo XIII del 5 ottobre 1723,
registrata in Palermo il 9 novembre del medesimo anno. Prestò giuramento
solenne nelle mani dell’arcivescovo palermitano F.D. Giuseppe Gasch l’11
novembre 1723 in forza di breve apostolico. Elesse suo Vicario generale l’
U.I.D. Antonino Zavarrone, protonotario apostolico. Resse la diocesi spinto da
zelo pastorale e si distinse per la carità verso i poveri. Nell’anno 1729,
allorché ebbe un’impennata il prezzo del frumento in Sicilia, egli a poco
prezzo distribuì ai poveri una gran quantità di grano. Affetto da una grave
febbre mentre visitava Caltanissetta, aggravandosi il male, volle che fosse
trasportato nella città di Agrigento, dopo essere stato munito dei conforti
religiosi; qui, ottuagenario, cessò di vivere il 4 agosto 1729.» [14]
Succede Lorenzo Gioeni ed Incardona, nobile palermitano,
su presentazione di Carlo VI. Investito con bolla pontificia di Clemente XII
dell’11 dicembre 1730, trascritta in Palermo il 5 gennaio 1731, rifulse – per
il Mongitore [15]- per
doti d’animo e per virtù. Sotto di lui viene redatto un volume di tutti i
benefici e cappellanie della cattedrale di Agrigento e della diocesi. Per il
Picone, «fu uno di quegli uomini che, a buon diritto, posono addomandarsi
rigeneratori di una città, ed egli fe’ rifiorirla nella pubblica istruzione,
nel pubblico costume, e nel commercio.» [16] Il che sarà vero per Agrigento, ma dubitiamo
fortemente che valga per Racalmuto. Nelle due visite pastorali che fece a Racalmuto
nel 1737 e nel 1748 ci pare oltremodo fiscale; piuttosto duro e bigotto, fu, se
bene leggiamo, persino critico verso il nostro
padre Elia Lauricella. Il padre Morreale ovviamente non è d’accordo e
forse ha ragione lui.
Succede Andrea Lucchesi Palli (dal 25 luglio 1755 al 4
ottobre 1768). Nobile dei principi di Campofranco, fondò la celebre omonima
biblioteca che interessò Pirandello e fu oggetto di qualche spunto letterario
anche per Sciascia.
Dal 20 novembre 1769 al 23 maggio 1775 è la volta del nobile
Antonio Lanza della celebre famiglia di Mussomeli, cui era appartenuta
Melchiorra Lanza la moglie dell’ultimo conte del Carretto. Teatino, resta
immortalato, e non tanto gradevolmente, dalla sapida penna del viaggiatore
inglese Brydone. «Appartiene – scrisse tra l’altro l’inglese – a una delle
prime famiglie dell’isola ed è fratello del principe di …. È un omettino onesto
e una persona piacevole, e questo è ciò che conta. Non ha ancora quarant’anni,
ed è fuori del comune che abbia raggiunto una simile carica così giovane,
essendo questo il vescovado più ricco del regno. E’ un buon letterato,
profondamente erudito sia cose antiche che di cose moderne, ed è altrettanto
intelligente che colto. […] Tra i commensali abbiamo trovato parecchi massoni,
che ci fecero festa apprendendo che eravamo loro confratelli. » Quel vescovo,
durato invero poco, non ebbe tempo (o voglia) per rassegnare alcuna relatio ad limina al papa.
Dopo, per dieci anni, dal 15 aprile 1776 al 31 luglio del
1786, regge la diocesi Antonio Colonna Branciforti, di cui sappiamo ben poco (e
forse, al di là del suo altisonante casato, passò del tutto inosservato). Il
Picone annota: al magnanimo Lucchesi …«
succedevano Lanza e Branciforti, i quali nel periodo di loro vescovado nulla
fecero che ne ridesti la memoria. » Per un paio di anni abbiamo quindi la sede
vacante.
E’ la volta dell’agrigentino Antonio Cavalieri che non
dura più di un biennio (dal 15 settembre 1788 al 10 dicembre 1791). Sempre il
Picone: «succedeva il nostro concittadino … che tentò di rendersi benemerito
della patria, ma la morte il prevenne nei suoi disegni. Egli il 14 gennaio 1789
dirigeva al re un memoriale per lo quale chiedeva che gli si concedesse a
titolo di vendita, o di enfiteusi il conventino dei Riformati (già da tre anni
abolito) e la piccola selva
annessavi, onde egli potesse piantarvi un orto botanico di erbe medicinali pei
poveri. Egli aveva già indotto un valente botanico di Palermo a venire in
questa, gli aveva assegnato un convenevole stipendio, e disegnava condurvi una
vena d’acqua per l’irrigazione delle piante.»
Il 1° giugno 1795 accede al soglio episcopale Saverio
Granata, il suo magistero durò sino al 29 aprile del 1817. E’ dunque un prelato
che si proietta nel secolo successivo, in un’altra epoca, davvero.
INDICI GENERALI
COSE NOTEVOLI
Abate......................................................... 142;
270; 275
don Michele.......................................................... 142
adversus Reverendos Sacerdotes................................ 62
Afflitto
Carlo...................................................................... 153
Agrigento 22;
116; 119; 120; 121; 123; 125; 127; 130; 133; 134; 135; 137; 146; 148; 151; 192;
194; 197; 216; 218; 224; 225; 227; 228; 230; 234; 236; 239; 271; 274; 327
Agrò
sac. Santo (eredità)............................... 138;
139; 263
AGRO’...................................... 139;
169; 170; 171; 262
presti Monserrato.................................................. 139
ALAIJMO (D’)................................................. 170;
171
ALAIJMO (D’) SCIURTINO.................................... 170
ALAIJMO (D’) TROMBETTA................................. 170
Alaimo............... 76;
129; 155; 156; 161; 164; 218; 245
ALAIMO.................................. 114;
169; 172; 247; 250
Alberto...................................................... 144;
167; 193
Aldonza del Carretto............................................. 79;
80
Alfano...... 54;
56; 77; 88; 89; 92; 96; 98; 104; 105; 106
Algozini.................................... 123;
127; 258; 265; 270
Alongi............................................................... 143;
144
don Vito........................................................ 143;
144
ALONGI.................................................... 114;
116; 118
VITO............................................. 114;
116; 118; 260
Amantea............................................ 120;
148; 149; 152
Amari........................................................................ 192
Amato........................................................................ 169
Amella............................. 53;
54; 56; 92; 93; 94; 95; 96
Amico................ 58;
63; 88; 94; 99; 110; 216; 245; 275
Amodeo..................................................................... 144
Annunciata........................................................ 161;
162
Annunziata............................... 122;
196; 265; 270; 275
Antonio del Carretto................................................. 128
Arc. D. Giacomo
Salvo............................................ 116
Arc. Alessandro Capoccio........................................ 116
Arc. D. Nicolò Gallotti............................................. 116
Arc. Gerlando D’Averna........................................... 116
Arc. Michele Romano............................................... 116
Arch. Vescovile Agrigento....................................... 116
Archivio di Stato Palermo........................................ 116
Archivio Vaticano Segreto................... 2; 116; 146; 256
arciprete 88;
110; 112; 114; 116; 121; 123; 126; 133; 135; 142; 144; 145; 146; 147; 151; 198;
202; 207; 217; 218; 244
arcipreti..................................................... 116;
121; 122
ARNONE CITILLO................................................... 172
Asaro........................................ 223;
237; 255; 263; 276
Averna........................ 4;
6; 10; 133; 135; 136; 138; 255
don Giuseppe........................................ 142;
143; 144
don Vincenzo........................................................ 141
AVERNA.................................................. 114;
117; 118
Barberi............................................ 9;
77; 167; 224; 272
BARONE................................................................... 247
Barresi........................................................... 67;
68; 120
Bellomo..................................................................... 199
BENEDETTI............................................................. 209
beneficio del Crocifisso........... 230; 231; 234; 323; 327
Bertuccio................................................................... 144
Bigini........................................................ 125;
126; 128
bolla 116;
122; 132; 133; 135; 225; 230; 231; 232; 233; 234; 235; 238; 239; 240; 243; 244;
245; 248; 255; 259; 261; 323; 325; 327
Bona.......................................................... 119;
148; 152
BONAVENTURA da Racalmuto.............................. 217
Bonincontro............. 116;
153; 251; 252; 254; 263; 271
vescovo.................................................................. 251
Borsellino......................................... 129;
165; 190; 218
Bovo seu Montagna.............................................. 63;
69
Branciforte....................... 128;
183; 184; 187; 188; 189
BRUCCULERI CAMPANELLA.............................. 170
BUCCULERI............................ 169;
170; 171; 172; 260
Burruano.................................................................... 196
Busuito............. 162;
163; 186; 200; 233; 245; 325; 326
Giuseppe................................................................ 162
Cacciatore......................................................... 129;
141
don Jo:................................................................... 141
Calcèra...................................................................... 144
Calcerano 122;
155; 156; 158; 159; 160; 161; 162; 163; 225; 226; 228
don Francesco............................................... 155;
228
CALI’........................................................................ 171
Cammalleri............................................................... 168
Campofranco............................................................. 128
Canicattì.................................................................... 217
Capibrevi................................................................... 224
CAPILLI........................................... 169;
170; 172; 247
CAPIZZI............................................................ 182;
270
Capoccio........................................... 116;
144; 146; 147
arc. Alessandro...................................................... 146
Cappella del Santissimo Sacramento....................... 241
CAPPELLA DELLA MADDALENA....................... 172
cappellano 122;
129; 130; 131; 135; 136; 138; 139; 140; 143; 147; 240; 244; 271
Carlino...................................... 157;
165; 166; 207; 208
CARLINO................................................. 171;
172; 208
Carmine........................................................ 79;
82; 111
Carretto 8;
12; 13; 23; 24; 25; 26; 27; 28; 29; 30; 31; 33; 35; 36; 44; 47; 51; 52; 57; 62;
65; 66; 67; 68; 69; 78; 79; 80; 81; 82; 83; 84; 118; 119; 120; 121; 127; 128;
132; 136; 137; 138; 139; 145; 146; 148; 152; 184; 187; 189; 204; 217; 224; 231;
233; 255; 263; 271; 324; 326
Castagna.................................................................... 140
don Antonio........................................................... 140
Castellana......................................... 114;
117; 118; 130
Castellano.................................................................. 143
don Leonardo........................................................ 143
CASTELLANO......................................... 114;
117; 118
LEONARDO......................................................... 118
Castronovo........................................ 120;
167; 168; 257
Casuccio............................................................ 165;
190
Cavallaro.................................. 153;
234; 272; 326; 327
CAVALLARO........................................................... 171
Chiaramonte......................................... 67;
69; 126; 128
Chiazza..................... 157;
168; 176; 177; 183; 188; 237
chiesa di S. Agata............................................. 201;
261
Chiesa di S. Antonio................................................. 248
Chiesa di S. Gregorio................................................ 259
chiesa di S. Margherita..................................... 125; 127
chiesa di S. Maria............ 122;
132; 138; 139; 232; 325
Chiesa di S. Marta..................................................... 258
chiesa di S. Michele. 236;
238; 239; 240; 243; 245; 247
chiesa di San Leonardo lo vecchio........................... 153
chiesa di San Michele.............. 240;
241; 242; 243; 245
Chiesa di San Michele Arcangelo.................... 241; 242
Chiesa di Santa Rosalia.................................... 153; 154
Chiesa sotto titolo del SS.mo Crocifisso.................. 258
Chiesa sotto titolo di S. Gaetano.............................. 258
CHIESE
Notamento di tutte le chiese del 1608.................. 251
CINQUEMANI.................................................. 248;
264
Ciumicìa.................................................................... 128
Colichia..................................................................... 140
don Vincenzo........................................................ 140
collegio..................................................... 240;
241; 244
Collegio di Maria..................... 236;
238; 239; 244; 245
COLLURA................................................................ 172
confraternita 124;
129; 132; 135; 139; 218; 231; 235; 236; 253; 265; 271; 277; 324
Conte
Stefano Conte.................................................... 79;
82
convento di S. Francesco.................................. 132; 217
conventus Montis Carmeli........................................ 256
CORSO...................................................................... 170
Covarruvias...................................... 127;
137; 146; 261
Crocifisso 218;
230; 231; 232; 233; 234; 245; 248; 258; 270; 323; 324; 325; 326; 327
Cullura....................................................................... 156
Curto 6;
9; 129; 153; 154; 161; 166; 174; 185; 188; 189; 196; 207; 238; 257
Antonino................................................................ 154
Cybo.......................................................................... 121
Giuliano................................................................. 121
d’Afflitto........................................................... 153;
267
D’AFFLITTO.................................................... 248;
250
d’Agrò 129;
138; 139; 142; 143; 245; 257; 263; 264; 267; 271; 272
Natale.................................................................... 129
D’Ardo...................................................... 114;
117; 118
d’Asaro............................. 118;
130; 237; 245; 263; 265
Paulino.................................................................. 118
D’ASARO................................................................. 130
D’Auria..................................................................... 141
don Antonino......................................................... 141
D’Averna..... 2;
116; 122; 133; 134; 135; 137; 138; 141
arciprete................................................................ 122
Dalfinis............................................. 116;
121; 150; 151
Francesco.............................................................. 121
Dardo......................................................................... 143
don Angelo............................................................ 143
de Leo
don Francesco....................................................... 124
De Leo....................................................... 128;
129; 130
rev.......................................................................... 128
Del Carretto
Giovanni............................................................ 78;
84
del Registro dei Vescovi........................................... 120
Di Giovanni............................................................... 120
Vincenzo Di Giovanni.......................................... 120
di S. Margherita Belice............................................. 126
di S. Maria di Gesù........................... 138;
139; 217; 271
Diego La Matina............................................... 193;
245
diocesi di Agrigento.................................................. 133
don Calogerum Cavallaro..................................... 62; 64
don Fabritium Signorino............................................. 62
don Franciscum de Agrò....................................... 62;
64
don Joannem Battistam Baera.................................... 62
don Joseph Casucci..................................................... 62
don Michaelem Angelum Rao.............................. 62; 73
don Petrum Casucci.............................................. 62;
63
don Sanctum de Acquista..................................... 62; 63
ecclesia Sanctae Agatae............................................ 256
Ecclesia Sancti Gregorij Papae........................ 226; 259
Ecclesiola.......................................................... 253;
268
Ercole del Carretto.................................................... 120
FALCI........................................................................ 209
FALCINI FLORIO..................................................... 171
FALCUNI.................................................................. 171
Falletta.................................................. 5;
144; 159; 238
Fanara..................................... 6;
27; 119; 129; 148; 152
FARRAGUTO........................................................... 170
Farrauto.................................... 144;
159; 219; 234; 327
FARRAUTO.............................................................. 171
Favara........................................................................ 103
Fidecommissari......................................................... 242
FILIPPINI.................................................................. 225
Fontana..................................... 139;
201; 256; 262; 266
Francesco Lo Brutto......... 160;
187; 217; 274; 275; 276
Franciscus Sferrazza......................................... 118;
174
Gallotto
Arciprete Nicola................................... 123;
124; 125
Garambula................................................................. 141
don Giuseppe......................................................... 141
Garamoli........................................................... 161;
270
GARLISI.................................................................... 171
Genco
arciprete................................................................ 218
Gerardo de Fino........................................................ 126
Gerlando d’Averna........................... 135;
140; 141; 145
Giacchetto................ 120;
178; 179; 180; 181; 184; 269
Enrico di Naro....................................................... 120
GIANGRECO............................................................ 172
Giglia................................ 164;
165; 166; 167; 168; 200
GIGLIA............................................................. 171;
172
Gilberto............................................................. 125;
126
Giovanni II del Carretto.................................... 120; 224
Giovanni Sciascia......................................... 96;
97; 194
Giovedì grasso.......................................................... 248
Girgenti 85;
87; 88; 92; 98; 103; 140; 160; 183; 224; 233; 234; 239; 241; 245; 264; 270;
325; 326
GISULFO.................................................................. 262
Graci.......................................................................... 167
GRECO............................................................. 170;
171
Gregorio Blundo....................................................... 153
Grillo................................ 4;
5; 6; 7; 136; 162; 200; 245
Sauro Joseph notaio.................................................. 7
GRILLO..................................................................... 219
Grotte........................................ 199;
206; 228; 267; 272
Grotti......................................................................... 128
GUAGLIANO............................................................ 262
Guagliardo................................................................. 121
d. Vincenzo................................... 121;
135; 157; 158
Guarino...................................................................... 125
Gueli................................. 166;
169; 237; 261; 262; 266
Gulpi............................................. 6;
9; 64; 72; 138; 186
Horatorio di S. Filippo Neri...................................... 227
Horoczo y Covarruvias............................................. 146
Don Juan o don Giovanni...................................... 146
Horozco............................................ 137;
145; 146; 261
JANNUZZO.............................................................. 170
Jo. Piamontese................................................. 115;
118
La Lattuca 4; 158; 159; 175; 176; 177;
179; 181; 201; 269; 272
La Licata 4;
64; 71; 76; 119; 120; 148; 152; 156; 165; 166; 168; 175; 237; 255; 256; 261;
269
D. Francesco.......................................................... 119
Francesco...................................... 119;
120; 217; 267
La Lumia........................................................... 122;
168
Don Leonardo........................................................ 122
LA MANTIA............................................................. 171
La Matina 62;
63; 71; 72; 89; 140; 141; 155; 158; 193; 245
don Antonino......................................................... 140
La Mattina................................................................. 144
don Stefano........................................................... 144
La Porta............................................................... 26;
129
Sac. Mariano......................................................... 129
LAUDICO................................................................. 170
Lauricella.................................................. 129;
207; 238
padre Elia.............................................................. 238
Leonardo Sciascia............................ 190;
192; 193; 194
Lo Brutto 64;
73; 93; 94; 154; 155; 160; 161; 162; 187; 217; 219; 231; 233; 234; 235; 243;
266; 274; 275; 276; 324; 325; 327
Antonino................................................................ 154
Francesco aromatario............................................ 274
LO BRUTTO.................................... 171;
248; 250; 275
Lo Guasto.................................................................. 271
Lo Sardo 162; 166; 167; 225; 226; 227;
228; 229; 230; 237; 238
LO SARDO............................... 170;
172; 228; 229; 247
Lombardo................................. 140;
175; 178; 180; 269
don Dionisi............................................................ 140
Macaluso 9;
115; 117; 118; 138; 143; 144; 154; 157; 162; 163; 165; 166; 167; 168; 186; 201;
208; 224; 238
don Giovanni................................................. 143;
144
MACALUSO.................... 115; 117;
118; 170; 246; 247
Macina.............................................................. 141;
143
don Filippo.................................................... 141;
143
Madonna del Monte.................................. 113;
123; 129
Malconvenant................................... 125;
126; 127; 224
MANNA.................................................................... 228
d. Placido arc. di Grotte........................................ 228
Mantione........................................................... 196;
199
MANUELI................................................................. 248
MARCATI................................................................. 257
Maria SS.ma dell’Itria.............................................. 257
MARSALA (DI)........................................................ 248
Martino................................................................. 66;
76
MARTORANA.......................................................... 170
MARTURANA CIUCIA........................................... 170
Matrice 83;
106; 116; 122; 123; 124; 130; 135; 138; 140; 146; 151; 157; 158; 159; 161; 176;
181; 182; 183; 187; 188; 189; 190; 191; 192; 193; 197; 198; 199; 200; 201; 202;
204; 205; 206; 207; 208; 217; 219; 227; 228; 232; 238; 239; 241; 243; 245; 247;
248; 257; 258; 259; 261; 263; 264; 265; 266; 267; 268; 269; 270; 271; 273; 274;
275; 276; 325
Matrona............................ 231;
232; 234; 323; 325; 327
Matteo................................................................... 76;
77
Menta....................... 126;
231; 233; 257; 323; 324; 326
Messana... 119;
148; 152; 218; 219; 224; 234; 275; 327
Messina.................................... 4;
5; 123; 124; 255; 271
Michele Romano.............. 116;
135; 142; 144; 145; 146
Monserrati
Monserrati presti Agrò............................. 4;
5; 6; 139
Monserrato
Monserrato presti Agrò 4;
6; 138; 139; 142; 143; 164
Montagna.................................................. 156;
158; 169
Monte.................................................. 85;
110; 112; 113
Monteleone...... 8;
10; 27; 138; 162; 174; 232; 266; 324
Montiliuni................................................................. 237
MONTILIUNI............................................................ 262
Morosino Serra Lucio............................................... 116
Morreale 4;
9; 129; 161; 162; 164; 165; 167; 178; 181; 182; 183; 185; 186; 188; 189; 204;
206; 225; 226; 227; 228; 231; 233; 236; 237; 238; 239; 240; 241; 242; 243; 244;
245; 246; 247; 255; 256; 257; 266; 267; 269; 270; 272; 324; 326
sac. Gerlando, uff. del S. Ufficio.......................... 239
MORREALE CREANZA.......................................... 171
Morreali............................................ 118;
168; 218; 246
MORRIALI....................................................... 170;
260
Mulè.................................................... 28;
157; 162; 260
Mulè alias Paruzzo......................................... 63;
70; 73
Mule’................................................................. 164;
166
MULE’...................................................... 169;
249; 260
Mussomeli................................................................. 103
Nalbone 63; 71; 77; 78; 89; 96; 110;
116; 190; 193; 201; 204; 229; 246; 261; 263; 273
Giuseppe................................................................ 263
prof. Giuseppe....................................................... 116
Napoli....................................... 146;
157; 176; 184; 186
NAPOLI de SCOLLARATO..................................... 172
Naro..................................................................... 99;
103
Nicastro.................................. 6;
28; 130; 142; 143; 144
don Francesco............................................... 142;
143
Nobili...................................................... 8;
53; 150; 154
Orazio (lo)............................................................. 154
Nunziata................... 123;
153; 253; 254; 255; 268; 270
Occhio di Capra........................................................ 192
Oratorio del SS.mo Sacramento sotto titolo di S.
Tommaso d’Aquino 258
Oratorio di S. Filippo Neri........................................ 225
Oratorio di S. Giuseppe............................................ 258
P. Elia........................................................................ 239
Paladino.................................................... 130;
142; 143
don Paolino........................................................... 142
Paolo del Carretto..................................... 119;
120; 148
Parochiae vero Annuntiationis................................. 252
parrocchia di S. Giuliano.................................. 153; 253
PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA........... 151
Paternò...................................................................... 126
Petrozella......................... 157;
158; 159; 226; 230; 238
don Vincenzo........................................................ 158
p. Vincenzo........................................................... 157
Piamontesi................................................................... 72
Piamontisi................................................................. 154
PIAMONTISI............................................ 115;
249; 250
Picataggi.................................................................... 219
PICONE..................................................................... 171
Picuni........................................................ 165;
168; 259
Pietro 58;
69; 70; 71; 72; 76; 77; 89; 93; 94; 97; 99; 100
Pirri.................. 125;
127; 216; 217; 224; 274; 275; 276
PIRRI......................................................................... 216
Pisano....................... 175;
176; 177; 178; 179; 181; 269
PITROCCELLI.......................................................... 259
Pitrozzella................................................. 156;
157; 188
don Vincenzo........................................................ 157
Provenzano....................... 129;
130; 131; 132; 141; 142
Don Aloysio (Lisi)................................................ 130
don Lisi......................................................... 141;
142
PUBELLA................................................................. 171
Puma
Alfonso Puma....................................... 56;
63; 70; 98
PUMA 1; 170; 196; 197; 198; 200; 201; 202;
203; 204; 249
PUMA CALOGERO................................................. 196
Puma Pagliarello...................... 196;
198; 199; 200; 205
PUMA PAGLIARELLO............................................ 198
Puma-Cincograna...................................................... 202
PUMO PAGLIARELLO............................................ 199
QUARTIERE S. PASQUALE................................... 220
QUARTIERE S.MARGARITELLA.................. 219; 220
Racalmuto 2;
4; 9; 12; 28; 30; 35; 36; 44; 56; 57; 59; 65; 68; 69; 70; 71; 72; 73; 77; 81;
82; 83; 84; 85; 87; 92; 103; 108; 109; 110; 111; 112; 113; 114; 116; 118; 119;
120; 121; 123; 124; 126; 127; 130; 131; 132; 133; 134; 135; 136; 137; 138; 139;
141; 144; 145; 146; 147; 148; 151; 153; 155; 156; 157; 159; 172; 177; 181; 183;
184; 185; 187; 188; 190; 191; 192; 193; 194; 196; 198; 199; 200; 201; 202; 203;
204; 205; 207; 208; 210; 216; 217; 218; 224; 225; 227; 228; 229; 230; 231; 232;
233; 234; 235; 236; 238; 240; 241; 242; 252; 253; 254; 256; 258; 259; 261; 263;
264; 265; 267; 268; 271; 272; 273; 274; 323; 324; 325; 326; 327
RACALMUTO 23;
150; 155; 161; 191; 216; 217; 219; 225; 235; 273
Randazzo................................................................... 262
RENDA..................................................................... 272
Rettore...................................... 233;
240; 241; 245; 325
Rhini......................................................... 225;
235; 261
Francesco Maria vescovo..................................... 225
Ricevitore di Racalmuto........................................... 241
Rizzo 64;
71; 154; 159; 165; 166; 167; 168; 169; 175; 176; 177; 178; 179; 190; 194; 226;
230; 245; 257; 269
RIZZO.............. 115;
117; 170; 171; 220; 221; 247; 248
Romano 28;
77; 93; 99; 104; 106; 112; 113; 116; 135; 138; 142; 144; 145; 146; 257; 271
arciprete Michele.................................................. 145
don Giuseppe......................................................... 145
Rosalia 153; 154; 164; 165; 168; 191;
200; 207; 208; 235; 236; 258; 274
ROSALIA.......................................................... 171;
208
ROSINA.................................................................... 170
S. Agata............................................ 201;
257; 261; 262
S. Anna.............................................................. 257;
258
S. Antonio 124;
133; 140; 232; 248; 250; 251; 255; 257; 263; 265; 270; 275; 325
S. Benedetto............................. 175;
176; 181; 224; 269
S. Giovanni Gemini.................................................. 271
S. Giuseppe...................... 204;
251; 255; 257; 258; 270
S. Margaritella.......................................................... 223
S. Maria dell’Itria............................................. 139;
258
S. Maria della Cava (o della Rocca)......................... 257
S. Maria della Provvidenza....................................... 258
S. Maria della Rocca................................................. 258
S. Maria di Monteserrato.......................................... 258
Chiesa del Serrone................................................ 258
S. Michele Arcangelo 139;
158; 164; 236; 238; 240; 242; 245; 248; 257; 258
S. Nicolò........................................................... 257;
258
chiesa..................................................................... 257
S. Purgatorio............................................................. 243
S.ANTONIO.............................................................. 248
S.GREGOLI............................................................... 259
SACCOMANDO....................................................... 209
Salvo 116;
120; 121; 122; 130; 131; 132; 150; 151; 154; 165; 189; 196; 199; 224; 236; 238;
239
Arciprete Giacomo................................................ 120
padre Calogero...................................................... 236
SALVO..................... 115;
169; 170; 196; 219; 220; 247
SALVO CAMPANELLA.......................................... 219
arc.......................................................................... 219
San Filippo........................................................ 118;
258
San Giuliano............................................. 123;
153; 224
San Leonardo nuovo
chiesa di campagna............................................... 257
Sancti Antonii seu Castri.......................................... 249
Sancti Juliani.............................. 19;
153; 252; 253; 256
Sancti Juliani martiris............................................... 252
Sanguineo.......................................................... 261;
262
SANGUINEO............................................................ 262
Santa Margherita.............. 123;
125; 126; 218; 223; 224
Santa Maria di Gesù 123;
125; 129; 159; 193; 218; 223
Santa Maria di la Nivi...................................... 122;
212
Santa Rosana............................................................. 251
Santo d’Agro’............................................................ 118
Saracino.......................................................... 64;
69; 72
SAVATTERI..................................... 169;
170; 188; 247
SCARLATA.............................................................. 248
SCHILLACI............................................................... 254
Sciascia.................... 190;
191; 192; 193; 194; 263; 271
Leonardo Sciascia............................................. 96;
97
SCIASCIA................................................. 190;
191; 193
SCIME’..................................................................... 171
Scintilìa..................................................................... 128
SCOZZARO...................................................... 169;
171
Serra
Ambrogio...................................... 116;
121; 150; 151
SFERLAZZA.................................................... 248;
250
Sferrazza 118;
129; 130; 165; 173; 174; 182; 183; 186; 187; 196; 197; 199; 206; 245; 260; 264;
265; 266; 267; 272; 273
don Antonino......................................................... 129
SFERRAZZA 116; 117; 169; 196; 246; 247;
248; 249; 250; 273; 274
Società delle Anime del Santo Purgatorio............... 235
Spalletta............................................ 143;
144; 145; 147
don Leonardo................................................ 143;
144
SS. Sacramento........................ 239;
240; 242; 266; 270
altare...................................................................... 243
Tagliavia.......... 123;
124; 125; 129; 132; 218; 253; 255
Taibi................................... 96;
102; 164; 165; 168; 169
TAIBI CORVO.......................................................... 171
Taverna.................... 104; 193;
206; 207; 208; 261; 263
Calogero................................................................ 206
TAVERNA............................... 206;
207; 208; 209; 260
Terra di Racalmuto........................................... 119;
264
TERRANA................................................................ 248
THOSSINIANO......................................................... 217
Tinebra Martorana........... 216;
224; 244; 251; 263; 275
Tirone..................................................... 92;
93; 95; 103
Tommaso de Manglono............................................ 126
Tommaso Sciarrabba................................................ 140
Traina 59;
60; 61; 172; 173; 174; 182; 264; 265; 267; 268; 269; 271; 275
Tommaso arcipret................................................. 172
TRAINA............................................................ 172;
265
Tommaso arciprete............................................... 172
TROISI...................................................... 172;
220; 222
Tudisco..................................... 27;
47; 48; 50; 122; 168
Giovanni Artale..................................................... 122
Tulumello......................................... 190;
239; 240; 244
UGO.................................................. 114;
117; 261; 262
Universitas............................................................ 53;
54
Valenti......................................................................... 65
VALENTI.................................................................. 170
Valguarnera.................................................... 12;
13; 20
Vavuso....................................................................... 248
vicario foraneo.................................................. 124;
128
VILARDO................................................................. 262
Vincenzo del Carretto
ARCIPRETE.......................................................... 118
Vinci.......................................................................... 219
VINCIGUERRA................................................ 171;
260
VIRNICATO.............................................................. 170
Vito Maria Amico..................................................... 275
VUO.......................................................................... 146
Caterina................................................................. 146
Xaxa.................................................................. 192;
193
Zaccanello....................................................... 12;
13; 14
Zalora........................................................................ 128
Zoccolanti................................................................. 271
SOMMARIO
APPENDICE
I................................................................................................. 2
Archivio Vaticano Segreto - Bolla della concessione dell’arcipretura di
Racalmuto a don Gerlando D’Averna............................................................. 2
APPENDICE II................................................................................................ 4
Concessio Cappellae condam Monserrati de Agrò......................................... 4
APPENDICE III............................................................................................... 7
ATTI DI NOTAI RACALMUTESI................................................................. 7
notarij Joseph Saur o et Grillo die 26 augusti 9^ ind. 1596) Et inde
dictus de Agrò donans voluit et mandavit quod dictus Paulinus cum don Francisco
Grillo habeant et debeant de fructu vinee ipsius donantis ... capere uncias
decem................................................................................. 7
APPENDICE IV............................................................................................... 8
TRANSAZIONE DEL CONTE GIROLAMO DEL CARRETTO.................. 8
Transactio.................................................................................................. 8
Ill.mo don Hieronimo del Carretto........................................................... 8
APPENDICE V.............................................................................................. 11
TESTAMENTO DI GIOVANNI DEL CARRETTO.................................... 11
APPENDICE VI............................................................................................. 23
PROCESSO D’INVESTITURA DI GIOVANNI DEL CARRETTO........... 23
PROCESSI D’INVESTITURE - BUSTA N. 1538 - PROCESSO N. 2872 23
APPENDICE VII........................................................................................... 38
CONGREGAZIONE DEGLI AGOSTINIANI DI SICILIA.......................... 38
APPENDICE VIII.......................................................................................... 44
Terraggio e Terraggiolo di Racalmuto.......................................................... 44
APPENDICE IX............................................................................................. 54
PROCURA NOTARILE DEL 1632 CONTRO IL VESCOVO TRAINA..... 54
APPENDICE X............................................................................................. 57
BOLLA EPISCOPALE ISTITUTIVA DELLA COMMUNIA DI RACALMUTO (1690)................................................................................... 57
APPENDICE XI............................................................................................. 59
COPIA DI DONAZIONE DELLA CAPPELLA DELLA MADDALENA CON LUOGO DELLA SEPOLTURA
A FAVORE DI MADDALENA D'AGRO' E CONSORTI COLL'ARCIPRETE DR. TOMMASO TRAINA. 59
APPENDICE XII........................................................................................... 62
MEMORIALE DI GIROLAMO III DEL CARRETTO CONTRO I SACERDOTI DETENTORI
ABUSIVI DI TERRE DEL CONTE............... 62
APPENDICE XIII...................................................................................... 76
CRONACA SPICCIOLA ED APPUNTI VARI............................................ 76
Elenco dei rettori della
confraternita di S. Maria di Gesù 76
rendiconti contabili della contea
dei Del Carretto 78
Tariffario dei diriti di stola per
il matrimonio celebrato in chiesa, a Racalmuto, sotto l’arciprete Algozzini,
originario di Prizzi: 85
Rivelo de naturali di Racalmuto e
di alcuni delle Grotte di tutti i generi e novali della Ricolta X.ma
Ind. 1762 prodotti nello Stato e territorio di detta terra, nel fego de’
Gibbellini e feudi d’Aquilìa e Cimicìa de RR. PP. Benedettini de Scalis: 87
Rivelo delle possidenze frumentarie
dei sacerdoti racalmutesi del 1763 88
Stato patrimoniale del clero
racalmutese del 1770: 89
1790 ed anni successivi 96
(dagli atti della Maestranza) 96
DAL REGISTRO DEGLI SPONSALI -
1788-1803 103
D. Nicolò not. VINCI S.F.L. e n.le
di D: Francesco e donna Caterina TIRONE giug. di questa con donna Carmela
Narbone S.F.L. e n. di don Francesco e d.na Giesuela BUSUITO giug. di questa. 103
mappa del numero dei Rappresentanti
della Camera dei comuni a tenore delle rispettive Popolazioni delle Città e
Terre, secondo la numerazione del 1798, e secondo quel ch’è stato stabilito dal
Parlamento. (da uno dei Volumi da servire per la storia della Sicilia). 103
Licenzia pro monal. Sr. Grazia
Scibetta die 30 julii 1802.. 104
ARCIPRETURA - Dilecto nobis in xsto
Filio D. Laurentio Fucà terrae Racalmuti ad presens Archipresbitero Realimontis
nostrae Agrigentinae Diocesis salutem. 107
Racalmuto Chiesa S. Anna - Legato
Grazia Romano 112
APPENDICE XIV........................................................................................ 114
I sacerdoti del ‘500...................................................................................... 114
Profili di antichi sacerdoti
racalmutesi 119
D. Francesco La Licata......................................................................... 119
Arciprete Giacomo Salvo...................................................................... 120
Don Leonardo La Lumia....................................................................... 122
Arciprete Nicola Gallotto..................................................................... 123
Don Francesco de Leo, vicario foraneo................................................ 124
Sac. D. Antonino Sferrazza................................................................... 129
Sac. don Gerardo d’Alfano................................................................... 129
Sac. Mariano La Porta........................................................................... 129
Don Aloysio (Lisi) Provenzano............................................................. 130
Arciprete Gerlando D’Averna............................................................... 133
Don Vincenzo D’Averna....................................................................... 135
Don Giuseppe D’Averna....................................................................... 135
Chierico Orlando D’Averna.................................................................. 138
Clerico Blasi Averna............................................................................. 138
Don Monserrato d’Agrò........................................................................ 138
I primi cappellani: 140
don Vincenzo Colichia;........................................................................ 140
don Antonino La Matina;...................................................................... 140
don Dionisi Lombardo;......................................................................... 140
don Antonio Castagna........................................................................... 140
I cappellani del periodo successivo
(1570/1571): 141
Don Vincenzo d’Averna;...................................................................... 141
Don Jo Cacciatore;................................................................................ 141
Don Antonino D’Auria;........................................................................ 141
Don Giuseppe Garambula;.................................................................... 141
Don Antonino La Matina;..................................................................... 141
Don Filippo Macina.............................................................................. 141
I cappellani del periodo 1575/76 141
Don Vincenzo d’Averna;...................................................................... 141
don Lisi Provenzano.............................................................................. 141
I cappellani del periodo 1579/1582: 142
Don Michele Abate;.............................................................................. 142
Don Monserrato d’Agrò;....................................................................... 142
Don Lisi Provenzano;............................................................................ 142
Don Giuseppe d’Averna........................................................................ 142
I cappellani del periodo 1583/84: 142
Don Monserrato d’Agrò;....................................................................... 142
Don Francesco Nicastro;....................................................................... 142
Don Paolino Paladino;.......................................................................... 142
Don Lisi Provenzano............................................................................. 142
I cappellani del periodo 1584/1594: 143
Don Monserrato d’Agrò;....................................................................... 143
Don Vito Alongi;................................................................................... 143
Don Giuseppe d’Averna;....................................................................... 143
Don Leonardo Castellano;.................................................................... 143
Don Angelo Dardo;............................................................................... 143
Don Filippo Macina;............................................................................. 143
Don Francesco Nicastro;....................................................................... 143
Don Paolino Paladino;.......................................................................... 143
Don Leonardo Spalletta........................................................................ 143
I cappellani a fine secolo: 143
Don Vito Alongi;................................................................................... 143
Don Giuseppe d’Averna;....................................................................... 143
Don Giovanni Macaluso;...................................................................... 143
Don Leonardo Spalletta........................................................................ 143
I cappellani all’inizio del 1600 144
Don Vito Alongi,................................................................................... 144
Don Giuseppe d’Averna;....................................................................... 144
Don Giovanni Macaluso;...................................................................... 144
Don Leonardo Spalletta........................................................................ 144
Gli altri sacerdoti del ‘500 144
Don Giuseppe Romano......................................................................... 145
Arciprete Michele Romano................................................................... 145
Arciprete Alessandro Capoccio............................................................ 146
Le parrocchie di Racalmuto nell’Archivio vescovile di Agrigento............ 148
I sindaci di Racalmuto contro il chierico Paolo del Carretto. Anno 1512................................................................................................................ 148
Arcipretura de Salvo (ante 1520).......................................................... 150
Divisione della terra di Racalmuto in due parrocchie. Anno 1608............. 153
APPENDICE XV......................................................................................... 155
I FILIPPINI A RACALMUTO NEL ‘6OO.................................................. 155
Atti relativi alle consistenze
patrimoniali dei “filippini” superstiti. 155
TRASCRIZIONE DEI RIVELI DI PALERMO SU RACALMUTO.... 155
Atti relativi al p. Francesco Calcerano:................................................ 155
Atti relativi al p. Vincenzo
Petrozella 157
don Francesco Calcerano...................................................................... 158
don Vincenzo Petrozella:...................................................................... 158
Il p. Calcerano e la Fabbrica della
Matrice. 159
Il Calcerano e la Cappella
dell’Annunziata 161
ARCHIVIO DELLA MATRICE DI RACALMUTO 161
OBLIGHI DELLE MESSE PERPETUE TIENE LA VENERABILE CAPPELLA DELLA SS.MA
ANNUNCIATA DENTRO LA MATRICE CHIESA DI RACALMUTO................................................................. 161
APPENDICE XVI........................................................................................ 164
VARIE......................................................................................................... 164
S. Michele come chiesa cimiteriale. 164
COPIA DI DONAZIONE DELLA CAPPELLA
DELLA MADDALENA CON LUOGO DELLA SEPOLTURA A FAVORE DI MADDALENA D’AGRO’ E
CONSORTI COLL’ARCIPRETE DR. TOMMASO TRAINA
(Quinterno sfuso) 172
APPENDICE XVII...................................................................................... 190
Pagine di .... araldica paesana..................................................................... 190
Famiglia di Leonardo Sciascia 190
Note....................................................................................................... 192
Famiglia Calogero Puma Pagliarello 196
Note....................................................................................................... 197
Famiglia Calogero Taverna 206
Visita episcopale del 1540........................................................................... 210
APPENDICE XVIII..................................................................................... 216
STUDI E RICERCHE.................................................................................. 216
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL TESTO DEL PIRRI
RIGUARDANTE RACALMUTO. 216
QUESTIONI PARTICOLARI DELLA MATRICE.................................... 225
I FILIPPINI 225
Oratorio di S. Filippo Neri: Bolla vescovile
del 1686. 225
RACALMUTO - Fondazione della
Congregazione dei sacerdoti nella Chiesa di S. Michele. 225
I quattro padri filippini 227
Il
beneficio del Crocifisso. 231
Società
delle Anime del Santo Purgatorio. 235
RACALMUTO - Per conservarsi
l’Eucaristia nella Chiesa di S. Michele. 235
La ricerca del compianto padre
Salvo. 236
La chiesa di S. Michele. 238
Stralci del testamento di don
Gerlando Morreale 241
Reale dispaccio e bolla vescovile
del 1792. 244
Il sac. Gerlando Morreale. 245
Atto di morte del p. Gerlando
Morreale. 247
Collegamenti con la Chiesa di S.
Antonio. 248
NOTAMENTO DI TUTTE LE CHIESE 251
L’ «Ecclesiola» dell’Annunciata. 253
Le chiese di Racalmuto tra il 1596
ed il 1731 256
La Chiesa di S. Gregorio. 259
La chiesa di S. Agata................................................................................... 261
L’eredità del sac. Santo d’Agrò. 263
Contabilità della “fabrica” della
Matrice 269
Il sac. Santo d’Agrò ed i suoi
familiari. 271
Don Francesco Sferrazza 273
L’aromatario Francesco Lo Brutto. 274
DESCRIZIONE DELLA MATRICE FATTA DALL’ARCIPRETE ALGOZINI................................................................................................... 278
Della struttura della Chiesa................................................................... 278
UNA FAMIGLIA IN ASCESA: I CAVALLARO....................................... 295
Il notaio Angelo Maria Cavallaro 295
SI APPANNANO I CASUCCIO.................................................................. 308
L’ascesa di una nuova grande famiglia: i Tulumello.................................. 312
La famiglia Matrona.................................................................................... 313
La famiglia Savatteri................................................................................... 317
Sac. Francesco Savatteri (1654-1712).................................................. 317
Ch. Stefano Savatteri (+1742).............................................................. 318
Sac. Michele Savatteri ( +1756)........................................................... 319
Sac. Michelangelo Savatteri (nato: 1696 + 1765)................................ 319
D. Giovanni Savatteri (1713-1778)....................................................... 320
Sac. Francesco Savatteri (operante dal 1731 a dopo il 1763).............. 321
Sac. Giuseppe Savatteri e Brutto (1755-1802)..................................... 322
Diacono Gaetano Savatteri (+ 1809).................................................... 322
Sac. Nicolò Savatteri (+ 1842).............................................................. 322
Padre Carmelo Savatteri, carmelitano.................................................. 322
Padre Elisio Savatteri, carmelitano...................................................... 323
La controversa questione del beneficio del Crocifisso............................... 323
Altri dati sui Savatteri del ‘700................................................................... 327
Elenco dei capifamiglia nel censimento del 1753................................ 327
Dalla Numerazione delle anime del 1762............................................ 328
Dalla Numerazione delle anime del 1795............................................ 329
Racalmuto del Settecento nelle carte del fondo Palagonia......................... 329
[1] )
Archivio di Stato di Palermo - FONDO ARCHIVISTICO PALAGONIA - SERIE ARCHIVI
PRIVATI – UNITA’ ARCHIVISTICA: 694 - ANNI 1736-1752
[2]) Nel Dizionario Topografico della Sicilia di
Vito Amico, tradotto e aggiornato da Gioacchino Di Marzo, si afferma che a
Racalmuto si erano registrati «nell’anno 1713, 1175 fuochi e 4757».
Francesco
Maggiore-Perni ne’ “La popolazione di
Sicilia e di Palermo dal X al XVIII secolo” colloca il censimento nel 1714
(cfr. Tavola I pag. 527).
[3] )
Archivio Segreto Vaticano – Relationes ad limina –Agrigentum – 16A – f. 349.
[10] )
Bullarium romanum –An. C. 1713 – Torino 1871, p. 590a.
[12] ) Il
Regno di Vittorio Amedeo II di Savoia, nell’Isola di Sicilia dall’anno MDCCXIII
al MDCCXIX – Documenti raccolti e stampati per ordone della Maestà del re
d’Italia Vittorio Emanuele II – Torino, Eredi Botta 1863, pp. 44-45.
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