Due mondi contrapposti eppure identici nel loro opposto:
quello tuo, Vittorio e e quello di Zarathustra: due super-uomini con voglia di
redimerci. Noi umani già vissuti, o loro vergini fanciulle ancora catecumeni
dell’amore. Perché ci volete dannare o salvare? Zarathustra che dalla sua “bellezza”
vuol far male a coloro cui fa bene; e
tu che dal tuo vortice inquieto vuoi far
bene a coloro che ti sono estranei.
E create un linguaggio esoterico, irreale, poetico l’uno;
stridulo l’altro. Le parole sono pietre
– sia pure di diversa levigatura. Al mio cuore ormai arido per ottant’anni di
perenne incessante dover battere poco entrambi potete dire; al mio intelletto,
il luccichio del vostro acuto e folle ingegno diverte, desta ironica curiosità.
Deja vu.
IL CANTO NOTTURNO
ALSO SPEACH ZARATHUSTRA
E’ notte e tutte le fontane che zampillano parlano più forte.
Anche la mia anima è ora una zampillante fontana.
E’ notte: soltanto ora si risvegliano le canzoni degli
innamorati. Anche la mia anima è il canto di uno che ama.
C’è in me qualcosa di inappagato, di inappagabile; esso vuole
aver voce. C’è in me un desiderio d’amore che parla il linguaggio stesso dell’amore.
Io sono luce : ahimé, vorrei esser notte! Ma questa è la mia
solitudine: che io son circondato dalla notte come una cintura.
Ah, se potessi essere oscuro e notturno! Come vorrei
succhiare alle mammelle della luce!
Eppoi vorrei benedire anche voi, piccole stelle scintillanti,
voi lucciole lassù! Sentirmi beato per i vostri doni-di-luce.
Ma io vivo nella stessa mia luce, io ribevo entro me stesso
le fiamme che da me erompono.
Io non conosco la felicità di colui che prende: e spesso
faccio un sogno , che cioè il rubare debba dare anche maggiore felicità che il
ricevere.
Questa è la mia povertà. Che la mia mano non si riposa mai
nel donare, questa è la mia invidia, che io vedo occhi che aspettano e notti illuminate dalla nostalgia.
Oh, infelicità di tutti coloro che donano! Oscuramento del
mio sole! Desiderio di brama! Fame ardente della sazietà!
Essi prendono da me: ma tocco io ancora la loro anima? Fra il
donare e il pretendere c’è un fosso e il fosso più piccolo è quello che bisogna
varcare per ultimo.
Dalla mia bellezza nasce una fame: vorrei far male a coloro
cui faccio bene, derubare coloro cui ho
donato : tanto ho fame di malvagità.
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