Cosa voglio dimostrare?
· Contesto Sciascia che parla di Racalmuto quale isola
nell'isola accanto all'isola uomo, all'isola famiglia e via di seguito. Un
concetto raffinatissimo ma non persuasivo. Comunque io non lo condivido:
Racalmuto invece scisto del mondo che tutto vi si riflette sia pure con un
raggio pallidissimo, e da qui, come da ogni piccolo villaggio del mondo, si
dipartono flebili ma veri, ma vivi, i singulti dell'umana sofferenza,
dell'umano gioire, dell'umano redimersi. Un apologo? Guarda caso nella vicenda
Sindona entrano - qualcuno da protagonista - il racalmutese Taverna, il
racalmutese Sciascia, i racalmutese emigrati in Usa, i fratelli Macaluso,
l'arciprete, la villa Macaluso, l'Interfinanza di Racalmuto, i costruttori racalmutesi
dell'ambiguo villaggio di Lampedusa (ed io non so tutto). A Racalmuto approda
una equivoca giornalista israeliana che poi sparisce nel nulla (la donna del
Mossad) ed uno splendido giovanottone un mio nipote acquisito viene concupito
da una splendida fanciulla israeliana che fa la spola tra il Lussemburgo,
Palazzo Chigi, Birgi (al tempo della crisi libica) ed anche questa poi sparisce
nel nulla. Guarda caso Sindona ha il più torbido conto (Nova Scotia) ove
affluiscono strani fondi per Israele (o forse Mossad).
· b) Ma Racalmuto resta piccola e solare, goliardica e
bevettola nella ricerca di sapori antichi di cibi afrodisiaci perduti, succube
di impotenze erotiche in esplosione tra dotatissimi asini raglianti ed
eruditismi da seminario maggiore. Ma là, lontano a Roma a Milano, a Mosca a
Varsavia, a Londra, ad Atene a Gerusalemme, in Isvizzera, in Usa,nelle isole
Cayman si dipana la grande crisi valutaria (al tempo di passaggio dai cambi
fissi ai cambi flessibili) e l'eterna temibilissima speculazione planetaria
deve vedersela con la controspeculazione che il concerto dei governatori di
allora sanno bene orchestrare pilotando banche ultravigilate, sotto mentite
spoglie di spregiudicati speculatori.
· c)e piccoli, insignificanti ispettorucoli, persino mal
laureati, qualcuno soltanto capitano di lungo corso, vengono inviati a investigare
veirità che li trascendono, tecniche di cui ignorano persino il linguaggio.
Sono strapagati, sono "arrapati" come ogni buon contadinotto
strappato alla terra del Sud: i loro capi son peggio di loro: inventori
dell'ora erotica, stupidi ma fedelissimi alla quaterna imperante (giganti,
magari giganti del male, ma svettanti rispetto agli gnomi che li circondano che
contro sole faranno magari ombre lunghissime, ma sempre gnomi restano).
· d) fortuna per loro che partito rabbiosamente marxista,
sindacato genuinamente operaio (si chiamava USPIE), Rinaldo Scheda, Pistulon,
Sandro, Ugo, Tommaso e soprattutto l'intellettualissimo Angelo facessero
"vigilanza democratica" e presidio delle Istituzioni, dell'autonomia
della Banca d'Italia. Una storia ignota, tutta da scrivere (che il romanzetto
ovviamente non è in grado di sviscerare. Se non fosse stato per Ivo Turchetti,
il sottoscritto sarebbe stato stritolato, messo alla gogna, mandato forse in
galera dai vari Oteri, Ciancaglini ed un flaccido calvinista di cui mi sono
scordato persino il nome.
· e) Mica posso riscrivere qui il romanzetto. Vi è altro,
molto altro che deride Cammilleri, il modo siciliano di far giustizia penale,
che per converso esalta il coraggio delle nuove generazioni di giornalisti
locali,il vigore delle spinte etiche delle periferie di quel magmatico mondo
che è la Regione Siciliana, che irride a Berlusconi, a Veltroni, alle gerarchie
di partito, ai palazzi del potere romano. Troppa carne a cuocere in appena 72
cartelle: presunzione massima di un sicilianuzzu che senza la sua amata-odiata
banca d'italia sarebbe rimasto a fare l'apprendista barbiere a Racalmuto
cimentandosi magari nelle ruffianesche serenate tanto icasticamente vezzeggiate
dal suo grande paesano Sciascia.
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