Bando
per un concorso di
pittura
di concorso
in onore di
Leonardo Sciascia
Il Castello Chiaramontano di
Racalmuto nella persona del suo direttore artistico Piero Baiamonte e la Pro
Loco di Racalmuto nella persona del suo presidente Giuseppe Guagliano, indicono
un concorso di pittura, possibilmente cromatica, per onorare Leonardo Sciascia
e la sua opera giovanile, ispirata dalla Racalmuto degli anni ’50.
L’opera prescelta è la raccolta
di favole mordacemente localistiche quali sono le FAVOLE DELLA DITTATURA che
possono gustarsi nell’originaria edizione numerata di Bardi (Roma 1950) oppure
nella troppo compressa riedizione postuma del terzo volume edito da Bompiani o
nei recenti tipi di Adelphi.
L’artista interessato potrà far
pervenire entro il 31 dicembre 2012 una sua rivisitazione di una o due favole
sciasciane in piena ed assoluta libertà di espressione ed a qualunque scuola
pittorica si voglia ispirare. Ma verrà preferita la lettura più consona alle
opzioni estetiche dello Sciascia di quell’epoca, quali si evincono dal profilo
di Santo Marino, pubblicato da Sciascia per Salvatore Sciascia (il n. 60 dei
quaderni di Galleria edito nel 1963).
A titolo orientativo si
richiamano qui alcuni brani: “Il libro illustrato può anche essere bellissimo
oggetto, spesso lo è … “ Dicendo questo non intendo dare giudizio di merito”.
Ma occorre “…. Oltre che buon talento, una certa finezza di soluzioni, come ad
esempio nel figurare … le similitudini”
sciasciane.
E noi pensiamo a quel “questa
volta non ho tempo da perdere” del lupo per il “balzo” sopra l’agnello per
“lacerarlo”; alle scimmie predicatrici dell’ordine nuovo; alla gabbia del
canarino il cui canto addolcisce - si fa per dire - la vecchia noia del predace
gatto gabbato: alla “lumaca [nel] mastello d’acqua rovesciato tra le pietre”,
durante l’ingannevole “notte diaccia”, e via discorrendo.
Con ciò bando al calligrafismo
figurativo; vanno invece colti gli umori, gli spasimi del gramo vivere, le
rabbie per premature dipartite di persone carissime, i ghigni ed i sogghigni
della coeva Racalmuto sussunta a Regalpetra parrocchiale, pullulante di pretini
come allora li faceva sfilare il pennello scarno di Caffè.
A noi pare che quei succhi gastrici
sciasciani, estetiche d’avanguardia saprebbero meglio coglierli. Ma anche noi cadiamo
solo con in un “nostro pregiudizio”. Libertà assoluta d’espressione, dunque:
soltanto una lettura intelligente mentre si va dipingendo per tormenti
pittorici magari chiari, magari aperti, magari immediati; eppure con un
“segreto, come del resto l’opera di ogni artista vero, che tanto più anzi è
segreta, esclusiva, come nell’intimità e
continuità di un colloquio, quanto più appare aperta ed immediata.”
Ognuno legga quelle auree
paginette di “galleria” e poi dipinga
come vuole, con lo stile che ha prescelto, con il limite se ha una scuola che
lo disciplina.
Gli artisti dovranno segnare in
cartigli di proprio gusto l’indicazione della favola prescelta con il solo numero
della pagina dell’edizione Bardi 1950, astenendosi da citazioni più lunghe per
non scalfire i diritti d’autore di cui a recenti vicende giudiziarie.
Una commissione di cui faranno
parte Agato Bruno di Vicenza, Patrizia di Poce di Roma, uno scultore o un
cattedratico di Racalmuto, un membro della famiglia Sciascia (si spera), ed
autorevoli personalità della cultura, indipendenti e disinteressate, stabilirà
la scala dei valori assegnando al più ragguardevole degli artisti partecipanti
un riconoscimento simbolico di non più di mille euro, non ripartibili.
Gli artisti ritenuti
rappresentativi vedranno esposti i loro lavori in una apposita mostra che verrà
allestita nei prestigiosi locali del medievale Castello Chiaramontano. Gli Enti
organizzatori potranno ricavarne immagini fotografiche per una pubblicazione
con i profili degli artisti e con le note critiche di scrittori e giornalisti
legati a Racalmuto ed a Sciascia. I quadri resteranno comunque di proprietà
degli autori che ne disporranno in piena libertà (dopo il periodo della
mostra), ricadendo ovviamente su di loro ogni rischio patrimoniale o peso
assicurativo, se voluto.
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