UN RISPARMIO ESPRESSO IN LAVORO:
Quanto fa economicamente risparmiare allo stato italiano la presenza della Chiesa Cattolica? Circa 11 miliardi di euro all’anno
pubblicata da Papa Benedetto XVI il giorno Martedì 12 marzo 2013 alle ore 10.32 ·
Quanto fa economicamente risparmiare allo stato italiano la presenza della Chiesa cattolica? Circa 11 miliardi di euro all’anno secondo una recente indagine... di Giuseppe Rusconi, pubblicata nel suo recente libro “L’impegno – Come la Chiesa italiana accompagna la società nella vita di ogni giorno“.
Ma dalle voci sono esclusi tutti gli avvenimenti cattolici che annualmente caratterizzano l’intero corso dell’anno. Una di queste è certamente l’imminente Conclave e elezione del nuovo Pontefice, appuntamento fondamentale per il miliardo di cattolici e per tutti gli uomini di buona volontà.
L’evento è attesissimo anche dalle casse del Comune di Roma. Il sito“Lastminute.com” ha rivelato ad esempio che nelle ultime settimane c’e’ stato un notevole aumentodelle prenotazioni per gli hotel e i voli su Roma, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, soprattutto da parte di tedeschi, francesi e italiani. In particolare, le cifre sono straordinarie per quanto riguarda le prenotazioni alberghiere con l’80% di crescita nelle prenotazioni da parte dei tedeschi che accorreranno per salutare il “loro” Papa; e si registra anche un aumento del 36% da parte dei francesi; che non è altrettanto facilmente spiegabile. Ma crescono del 10% le prenotazioni di turisti e pellegrini italiani che, in molti casi, opteranno per un viaggio in giornata.
«E’ davvero interessante notare come il pubblico sia attratto e voglia presenziare ad avvenimenti storici», ha dichiarato Francesca Benati, amministratore delegato di Lastminute.com per l’Italia e la Spagna, «dopo l’annuncio delle dimissioni del Papa, nell’arco di una settimana sono aumentate in modo significativo le prenotazioni su Roma da parte di tanti cittadini europei. Si tratta di un avvenimento unico ed è naturale che la gente voglia essere presente per potersi sentire parte della storia».
Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, ha a sua volta spiegato: «Registriamo già molte richieste di informazioni da parte di persone che chiedono prezzi e disponibilità, mediamente avremo subito un primo incremento di turisti del 10%. Certo, la rinuncia di Benedetto XVI arriva in un momento poco florido in tutta Europa, dal punto di vista economico, ma questo può costituire ancora di più un ‘collante’ per i fedeli e per la Chiesa. Poi arriveranno molti giornalisti, media da tutto il mondo, e anch’essi soggiorneranno nelle strutture alberghiere». Il flusso di turisti proseguirà anche nei mesi successivi alla nomina del nuovo pontefice, «e dipenderà anche dalla nazionalità del nuovo Papa: avvenne già così per le elezioni di Wojtyla e Ratzinger».
Anche il quotidiano Repubblicaconferma: Le dimissioni del Papa? Una “mano santa” per il turismo romano. Al di là del dispiacere per la sofferta scelta di Benedetto XVI, negli hotel, nei b&b e nelle case vacanza gestite dai religiosi, il telefono trilla in continuazione.Visualizza altro
Quanto fa economicamente risparmiare allo stato italiano la presenza della Chiesa Cattolica? Circa 11 miliardi di euro all’anno
pubblicata da Papa Benedetto XVI il giorno Martedì 12 marzo 2013 alle ore 10.32 ·
Quanto fa economicamente risparmiare allo stato italiano la presenza della Chiesa cattolica? Circa 11 miliardi di euro all’anno secondo una recente indagine... di Giuseppe Rusconi, pubblicata nel suo recente libro “L’impegno – Come la Chiesa italiana accompagna la società nella vita di ogni giorno“.
Ma dalle voci sono esclusi tutti gli avvenimenti cattolici che annualmente caratterizzano l’intero corso dell’anno. Una di queste è certamente l’imminente Conclave e elezione del nuovo Pontefice, appuntamento fondamentale per il miliardo di cattolici e per tutti gli uomini di buona volontà.
L’evento è attesissimo anche dalle casse del Comune di Roma. Il sito“Lastminute.com” ha rivelato ad esempio che nelle ultime settimane c’e’ stato un notevole aumentodelle prenotazioni per gli hotel e i voli su Roma, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, soprattutto da parte di tedeschi, francesi e italiani. In particolare, le cifre sono straordinarie per quanto riguarda le prenotazioni alberghiere con l’80% di crescita nelle prenotazioni da parte dei tedeschi che accorreranno per salutare il “loro” Papa; e si registra anche un aumento del 36% da parte dei francesi; che non è altrettanto facilmente spiegabile. Ma crescono del 10% le prenotazioni di turisti e pellegrini italiani che, in molti casi, opteranno per un viaggio in giornata.
«E’ davvero interessante notare come il pubblico sia attratto e voglia presenziare ad avvenimenti storici», ha dichiarato Francesca Benati, amministratore delegato di Lastminute.com per l’Italia e la Spagna, «dopo l’annuncio delle dimissioni del Papa, nell’arco di una settimana sono aumentate in modo significativo le prenotazioni su Roma da parte di tanti cittadini europei. Si tratta di un avvenimento unico ed è naturale che la gente voglia essere presente per potersi sentire parte della storia».
Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, ha a sua volta spiegato: «Registriamo già molte richieste di informazioni da parte di persone che chiedono prezzi e disponibilità, mediamente avremo subito un primo incremento di turisti del 10%. Certo, la rinuncia di Benedetto XVI arriva in un momento poco florido in tutta Europa, dal punto di vista economico, ma questo può costituire ancora di più un ‘collante’ per i fedeli e per la Chiesa. Poi arriveranno molti giornalisti, media da tutto il mondo, e anch’essi soggiorneranno nelle strutture alberghiere». Il flusso di turisti proseguirà anche nei mesi successivi alla nomina del nuovo pontefice, «e dipenderà anche dalla nazionalità del nuovo Papa: avvenne già così per le elezioni di Wojtyla e Ratzinger».
Anche il quotidiano Repubblicaconferma: Le dimissioni del Papa? Una “mano santa” per il turismo romano. Al di là del dispiacere per la sofferta scelta di Benedetto XVI, negli hotel, nei b&b e nelle case vacanza gestite dai religiosi, il telefono trilla in continuazione.Visualizza altro
Calogero
Taverna Al tempo in cui ero superispettore di Reviglio, un ministro
delle finanze bravo, un piemontese bravo nonostante fosse piemontese, non
sapevamo come fronteggiare l'evasione fiscale dell'IOR che aveva trasformato i
conventi femminili in sportelli bancari abusivi ove si poteva depositare
guadagnando più delle banche italiane e risparmiando anche tasse, imposte e
bolli. Qualcuno vestito di rosso ha poi inventato i circuiti paralleli contra legem
per sistemare capitali sporchi. Non olent. Lasciamo stare questo terreno. E'
sdrucciolevole. Accordiamo alla santa chiesa cattolica apostolica ROMANA i
meriti dello spirito (scordando i demeriti) e quanto ad altro lasciamo correre.
Altrimenti, sai che autogol!
Vittorio
Arfinengo Prendo atto della tua visione, del tuo pensiero, dal tuo
commento.... sembra che tu abbia lavorato per il SIV e ti senti :"IL
SEGRETO E' ESSERE IL SEGRETO!"........Lo IOR e' una Banca, nulla a che
vedersi con il fatturato che da Lo Stato Vaticano a livello internazionale,
pardon sei uscito dal tema principale che e' la forte mancanza di lavoro e di
fatturato in Italia ed in Europa. E' colpevole chi non si sente colpevole, le
istituzioni bancarie non sono perfette perche' l'essere umano non e' perfetto,
chi ricerca la perfezione non otterra' mai nessun cambiamento. Gli agnostici
oltrepassano il buon senso della riflessione sui loro pensieri. Buona giornata!
Calogero
Taverna Sai bene che nei tuoi confronti ho una stima sconfinata e
che il linguaggio mi ammalia. Mi pare di avere a che fare con uno Zaratustra
cattolico. Una vera goduria dell'intelletto. Quanto ai tuoi concetti, io navigo
in pelaghi stellarmente lontani. Certo che in un qualche modo hai ragione:
servivo il sistema bancario quando vigeva il "segreto bancario":
manco la finanza poteva entrare nelle banche. Poi qualcosa cambiò .. e ne
approfitto lo IOR che mi pare significhi ISTITUTO OPERE DI RELIGIONE: Ammappeli
che "opere di religione". Marcinkus con cui lottai quando ispezionai
la Banca Privata Finanziaria di Milano era pur sempre un arcivescovo. L'attuale
presidente penso che sia un cardinale. E non si esclude che lo facciano persino
papa. Io mi ci diverto magari come membro del SIV. Quanto a mantenere segreti,
ti invierò l'ultimo trimestre di Lotta Continua del 1979. Non avendo là
mantenuto i segreti, ho corso il rischio di finire in galera per violazione dei
segreti di Stato (rectius di Stati). Così con il libro della Feltrinelli I
Soldi Truccati (uscito il 1° gennaio 1980 e sparito il 3). Tutto questo per la
precisione, faceva dire una volta Fazio - non quello cattolico - ma quello televisivo.
Avevo scritto una lunga tiritera ed è sparita. Non mi va di ripeterla.
Avevo scritto una lunga tiritera ed è sparita. Non mi va di ripeterla.
Calogero
Taverna Quanti conventi femminili con cappella ci sono a Roma? Io
sto tra due di questi conventi. Hanno ampi spiazzali. Sono pieni di pullman
gran turismo. Pagano tutti quei gravami tributari che stanno asfissiando gli alberghi di uso comune?
Calogero
Taverna E mi risulta che una stanza per una notte se la fanno pagare
quanto una stanza di un albergo di lusso. Questo è vero: non vi bazzicano
donnine piumate! Il de sexto e il de nono sono rispettati. Per questo nessuno andrà
all'inferno. Non così negli alberghi di uso comune.
Vittorio
Arfinengo Pardon "IL SEGRETO E' ESSERE IL SEGRETO" ha
significato che il segreto non puo' parlare e' l'intoccabile essenza per il
bene della democrazia, un male per coloro che non possono capire il significato
di segreto irripetibile per ogni differente occasione, le presidenze sono il
momento tra i momenti per diffondere confusione, in democrazia occidentale
quasi si e' persa la segretezza per troppa cospirazione di esseri umani che
cospirano se stessi. Io ho un'educazione salesiana, del quale ne vado fiero, a
testa alta, ORDINE, PROGRESSO, DISCIPLINA, istituzioni che fanno respirare la
mente per crescere tra pensieri pensanti indipendenti, IO, TU, NOI, LORO fanno
poi la differenza tra la confusione. Luoghi per turismo religioso culturale, e'
un opera di ospitalita' progressiva, tra monasteri e certose che danno tempo a
riflettere per frequentarsi e riconoscersi. Non conosco lusso piu' bello di
potersi immergere tra le verita' di un passato che ha costruito la nostra
educazione. Un abbraccio e buona serata.
Vittorio
Arfinengo Pardon = Grazie per il complimento per come scrivo e per
le mie riflessioni di filosofia-moderna-riformista-!
Calogero
Taverna Ho riletto varie volte questo tuo commento, io che non
rileggo manco le mie cose. Ho cercato di capire. Confesso: non ho capito. Vado
così dritto per la mia (perversa) strada. La mia strada è che "la verità è
sempre rivoluzionaria". Il segreto fu quello perverso di stato al tempo di
Segni. Non capisco manco molto il segreto confessionale. Ho parlato una volta
di una ragazzina del mio paese che svelò il "segreto confessionale"
ai suoi genitori. Apriti cielo. Il prete o meglio il confessore si beccò tante
di quelle bastonate che ancora zoppica. ma non voglio scadere troppo nel
banale.
Vittorio
Arfinengo Nella II guerra mondiale la confessione era l'informazione
per l'altrui, per difendere i valori della liberta', per non far spostare a
loro rischio e pericolo colonne partigiane, per dare informazioni molto
segrete. Nell'essere il Vaticano a collaborato molto per il bene della liberta'
dell'Italia. Nel tempo ed oggi la confessione ha preso una diversa posizione,
dipende sempre chi incontri come confessore. E' colpevole chi non si sente
colpevole.
Vittorio
Arfinengo Direi che vorrei farti percepire che la vera democrazia
nei secoli dei secoli e' rappresentata dallo Stato Vaticano con la logica di
errori ripetuti dall'essere umano che non e' perfetto.
Calogero
Taverna Colgo una dato autobiografico che mi fa capire anche tanti
atteggiamenti: salesiano. Lo dico e l'affermo: tu sei angelico ed il mio
rispetto nei tuoi confronti è assoluto. Ma si vede che certi
"segreti" salesiani mai te li hanno detti. Non li conosci. Ed io invece,
sì. Cosa è mai la finanza salesiana? Non è salesiano Bertone? Non si sono
arrabbiati (volevo dire una volgarità) gesuiti, francescani, domenicani ecc.
per questioni delle proprie concorrenti "finanze" mondiali o come
oggi si dice "globali". Non è scaturito da questa guerra tra
"finanze" monacali o "religiose" la dipartita a
Castelgandolfo di un certo papa tedesco ma molto simile ad un certo papa
Celestino delle montagne attorno a Roma. Perché dico tutto questo? Un po' per
celia un po’ per non morire. In sostanza anche qui Marx ha ragione e il Cristo
è morto qualche millennio fa per spiegarci le logiche del capitalismo,
monosostanziale, chiunque lo possegga.
Vittorio
Arfinengo Arriveremo al Social-Capitalismo che sviluppera'
l'evoluzione delle riforme, la progressione dei tagli di uomini troppo
imperfetti per aggregarsi alla ricerca della riforma ben lontana dalla
perfezione, ma ben vicina alla perfezione della riflessione singolare,
impossibile da distribuire nel social-collettivo spaventerebbe chi e' l'errore
continuo nel passato, rivaluterebbe l'ezzenza ormai saputa e risaputa
dell'ignoranza dell'essere umano visto nella sua pluralita' tra il plurale
della confusione, i confusi!
Calogero
Taverna Io mi sento colpevole e sono fiero di essere colpevole. Se
dobbiamo affrontare la tematica della propaganda militare della seconda guerra
mondiale, affrontiamola. Non è un campo in cui mi sento molto ferrato, ma ad
esempio certe mie ricerche sullo sbarco degli americani a Gela o Licata mi
hanno fatto rabbrividire. Siccome è ormai cosa morta e sepolta io la lascio
stare. Pensa un po' Sturzo, Vizzini (aveva un fratello vescovo) mafia e
menzogna militare americana che ancora ci negano la verità perché il suo deve
essere un SEGRETO usque ad consumationem saeculorm, fanno una bella paccottiglia.
Più in alto, un certo papa Pacelli aveva più interesse a salvaguardare l'enorme
monte titoli del vaticano che far bene all'Italia o servire alla lotta contro
il Nazismo. Gli bastava attaccare ferocemente il Comunismo o meglio il
sovietismo. Era come si diceva visceralmente anticomunista; con il nazismo
nicchiava. Vi fu nei primi anni Sessanta una commedia che con successo si
recitò a Modena dove stavo: Si intitolava: non possumus. Lo Stato democristiano
di allora riuscì a bloccarla. C’erano Segreti di Stato da mantenere.
Calogero Taverna
Ma noi ci manteniamo nel nostro alterco spirituale. Abbiamo di che contrastare.
Ma sono comunque cose nobilissime. Io non voglio assolutamente convertire te, e
tu credo manco me. Solo amiamo dibattere su valori sublimi
Vittorio
Arfinengo Interscambio-culturale e' l'ABC per essere la riforma del
momento.
Calogero
Taverna Mi dovrai scusare. Ma mi sono fatto esplodere dentro tutte
le isterie senili e la mia dattilografia è impazzita. Addio ortografia, addio
altro. Spero comunque che il succo del discorso l'abbia potuto cogliere. Si dà
il caso che anche me - pur non cattolico, pur a-confessiobale, pur vetero
marxista tutt'altro che pentito -cadrebbe il mondo addosso se tutto questo
tsunami papale si dovesse ridurre ad una resa dei conti tra finanza salesiana e
finanza concorrente delle altre congregazioni; tra il salesiano Bertone e gli
altri. E tanti come te, come voi, uomini di grande fede, che avete spesso
bruciata una vita, un amore, una famiglia pur di servire il Cristo Redentore ed
il suo corpo mistico veniate considerati paccottiglia senza valore. Come
avrebbe allora ragione Marx. Io voglio cambattervi sul piano delle idee, della
spiritualità; che nemici del pensiero sareste se annientati dalle ragioni
dell'IOR?
[E qui l’interlocutore santona]
Vittorio
Arfinengo Sei la cospirazione di te stesso......Il pensiero non si
puo' annientare e' il Salvatore riformista!
[ovvio che non sa che non son tipo da sottostare e cambio
musica]
Calogero
Taverna Se ti riferisci a me , non ci ho capito niente. Avrei voglia
di citare un detto greco -- ma è meglio tacere.
Vittorio
Arfinengo Chi crea cospirazioni e' la cospirazione di se stesso. Un
buon tacere non fu mai scritto.....Da un interscambio culturale, passi ad una
critica che e' opinionabile, ma ti risenti e trasgredisci le regole con la
permalosita'........diventi idealista intraprendendo la strada
dell'egocentricita' dell'idea......Cita tutto cio' che desideri, grazie. Per
quanto riguarda gli errori di battuta, capita nelle migliori famiglie.
Calogero
Taverna COSPIRAZIONE: Unione di più persone che si accordano
segretamente per intervenire più o meno radicalmente e violentemente in una
situazione politica (Devoto-Oli). L e parole vanno usate per quello che dicono
i vocabolari e non per cercare di obnubilare denunce circostanziate. Contra
factum non valet argumentum.
Calogero
Taverna Quanto alle guerre o "cospirazioni" con me stesso,
purtroppo debbo deluderti. Sono stato un ispettore "principe" della
Banca d'Italia e quindi "distaccato" alle "finanze per stanare
le grandi evasioni e i grandi corrotti e corruttori specie con c.d. operazioni
estero contro estero. Necessariamente sono venuto a conoscenza dei crimini
finanziari di mezzo mondo, anche di quelli commessi oltre tevere. Nessun grande
uomo è grande per la sua cameriera ed io sono stato un "maggiordomo"
anche di uomini tutti in "rosso". Se ne vuoi la prova, naviga nel mio
blog CONTRA OMNIA RACALMUTO. Racalmuto è un piccolo paese ma è uno scisto del
mondo come talora scrivo con un qualche vezzo "calligrafico". A DI
TERRA PROFUMO qualche volta spiegherò come la mia "calligrafia" mi ha
fatto fare (in un primo tempo) folgorante carriera in Banca d'Italia che è
chiesa più chiesa in Italia del tuo mondo "salesiano". Stai attento
che una cosa non voglio: offenderti in qualche modo. Ho profondo affetto per
te. Credo di capirti intus et in cute.
Calogero
Taverna Comunque io sono stato pagato - e discretamente - non per
tacere, ma per "rapportare". E l'ho fatto senza infamia ed ignominia
mandando magari in fumo la ricchezza bancaria AMBROSIANA. Esagero? Può darsi.
Ma tanti possono testimoniare che non esagero.
Calogero
Taverna Certo non è estetico che nella tua bacheca (si chiama così?)
si irrida alla "finanza salesiana" ma tu te la sei cavata
brillantemente squalificandomi come "cospiratore" (se per cospirazione
s'intende: lotta subdola per la conquista di una scomoda verità, mi sta bene,
anzi benissimo). Nella mia vecchia "chiesa" comunista mi chiamavano
(e si chiamavano) "provocatore". Sapessi le ironie con un commissario
del popolo che voleva zittirmi sulla mia denuncia di un conto presso una banca
di Sindona intestato a SI.CO che in gergo voleva dire SINDONA-COMUNISTI. Allora
te lo voglio dire qui il brocardo greco: Giove rende folli quelli che vuol
perdere. Comunque auguriamoci che bertone faccia fare un papa a lui comodo. Ma
il primo tentativo mi pare sia andato in fumo "nero". Mi sa che lo
Spirito Santo per il momento sia ancora titubante.
Attendevo risposta ma ancora nulla. L’attendevo per
spiattellargli un mio racconto che risale al 1978 e che ho immesso nel mio
romanzo LA DONNA DEL MOSSAD – APOLOGO SUL CASO SINDONA.
Recitava:
Aurelio non fu scrittore ma cercò di esserlo. Or non è
molto, è uscito un libretto di un giovane narratore che riesuma quella vicenda,
senza, però, la suggestiva venuta di Sindona. S’intitola: «Il silenzio dei
congiurati». Ho dovuto prefazionarlo. Non so se mi è piaciuto o no. Ho scritto:
«queste sono le cose che ho notato e che mi sono molto piaciute in quella che è
la progettazione del romanzo.» Poiché
voler narrare non significa saper narrare, retoricamente mi sono domandato se il
giovane fosse riuscito nell’intento. Non sapendo che rispondere, me la son
cavata da gesuita smaliziato: «”amicu miu
ora ti cuntu un fatto”». Il fatto è stato narrato. Come? Ho parlato del mio
leggere ad alta voce i “cunti mia e
chiddi di l’antri”.
Sfogliando, tra sbadigli reiterati, in crescendo, giungo
a pagina 67: i caratteri si rimpiccioliscono; c’è da faticare ancor di più. Ora
Aurelio ha voglia di cuntari lu cuntu:
ci mette della fantasia, vediamo un po’. Non comincia con il classico e
racalmutese «s’arraccunta e
s’arrapprisenta». No, vuol fare persino lo sceneggiatore: «Interno di un
palazzo umbertino in Roma» Oh! La presunzione dei dilettanti. Smette però
subito: comincia ad essere accattivante.
«vi si aggira una signora di vetusta avvenenza, amante
ormai dismessa del banchiere. Egli è lì, tra fascicoli e bilanci, ieratico e
dai toni ironici ma nel fondo dello sguardo mediterraneamente malinconico.
Trilla il telefono: è Londra. Dagli Hambro viene l’assenso al prestito per
l’acquisto della grande Immobiliare romana, messa in vendita dall’IOR per
timore della cedolare.
V’è, dopo, un moto liberatorio ed il banchiere si concede
un attimo di umana effusione.
Spaccato della vita economica e politica romana.
La corsa in via Nazionale per l’incontro nella sala del
San Sebastianino con il governatore della banca centrale. Penombra
schizofrenica attorno al grand-commis
della finanza nazionale che ascolta la versione del banchiere sull’operazione
dell’Immobiliare con barbagli di raggelante distacco.
Poi d’imperio: “L’estero acquisti dal Vaticano ma con
holding controllate dall’Italia: non voglio stranieri in Roma … in mezzo
all’edilizia della capitale.”
“Ho due banche agenti in Milano che son pure abilitate
alle operazioni con l’estero; potranno svolgere il ruolo da lei indicato nel
flusso dei capitali valutari.”
Ciò è demandato alla fantasia dell’imprenditore privato …
Il nostro indirizzo verte su obiettivi globali e nazionali.”
Sillaba a mo’ di maestoso imporre, il governatore;
annuisce senza umiliazione il banchiere.
L’incontro con il primo ministro – che, gobbo,
sarcastico, è partecipe palese della soddisfazione del banchiere – ha toni
distesi, amichevoli come un socio d’affari, sia pure occulto. Dallo studio del
ministro, la chiamata telefonica oltre Tevere. All’IOR quel grosso prete
americano ascolta, rintuzza … quasi tentenna. Ci si vede alla villa dei
Castelli. Il banchiere si rivolge alla bionda amica per agganciare la valletta
televisiva, la minorenne quasi impubere all’acqua e sapone. Del resto è una
stipendiata delle sue banche proprio per curare le relazioni sociali. Tutti
alla villa per accogliere il grosso prete americano.
All’aeroporto arriva, giovanile ma composto, il delfino
dell’ebraica famiglia di banchieri inglesi.
Nell’occiduo chiarore collinare, tra ulivi e merli dal
mellifluo richiamo, il concitato dialogare tra il prete gigante, il gelido
inglese ed il banchiere del sud. Medie delle quotazioni del titolo, “goodwill”
dell’azienda, redditualità, prezzi, pacchetti azionari di controllo, la holding
Idera, Trinico, Liechtenstein o Nassau: il folklore dell’alta finanza, insomma
e la difficoltà a concludere. Si arriva a tarda sera, infruttuosamente. Il rito
della sontuosa cena a lume di candela. Accanto al prete, tanto scorbutico nelle
trattative, è la valletta in audacissimo décolleté. Ora il prete si ammansisce
e diviene persino galante. La valletta sorride con delizia e adesca l’orco
americano. Nelle grandi terrazze della villa, nella camera riservata di lui,
lei abbozza discorsi sull’esistenza di Dio, sulle sue crisi, sulle sue angosce.
E’ notte!
All’indomani l’orco americano – dopo avere celebrato
messa nella cappella gentilizia – è arrendevole negli affari. Viene ceduto il
quaranta per cento dell’Immobiliare al banchiere del sud o meglio alle sue
finanziarie estere a loro volta sovvenzionate dagli Hambro.
Il nostro banchiere chiede ed ottiene dal monsignore
dell’IOR l’amministrazione dei capitali in dollari conseguiti dalla vendita
dell’immobiliare romana. Unica condizione al perfezionamento dell’investimento
ideato è il consenso all’acquisto di una banca americana che il banchiere sta
trattando da tempo. L’amor patrio del monsignore è quasi solleticato e
l’accordo immediatamente siglato.
Le trattative a New York con padrini di riguardo: alcuni
consulenti del presidente degli Stati Uniti alla cui campagna elettorale l’uomo
del sud aveva contribuito con consistenti elargizioni.
E l’iniziativa ha felice esito.
A Milano, nell’attico a ridotto della Scala, il banchiere
è al culmine del suo successo. Giù, telescriventi intrecciano messaggi in inglese
con banche di mezzo mondo: da New York a Tokio, da Londra a Parigi e a
Francoforte. Pacchetti azionari passano di mano, la borsa impazzisce, gli gnomi
della finanza abbondano. Pavidi speculatori soccombono e le loro piccole
immobiliari vengono fagocitate dal finanziere siculo con strascichi giudiziari
che compiacenti giudici riescono ad archiviare. Lui: quasi triste, ormai
brizzolato, persino mistico.
Fabbriche e palazzi si vendono o si addossano
scompostamente con vorticoso giro di cambiali portate allo sconto nelle sue
banche. Idee anche bizzarre quali l’acquisto di brevetti per la costruzione di
macchine capaci di trasformare miscugli alimentari in gelati! Finanziamenti ai
colonnelli greci e poi a quelli (meglio generali di casa nostra). Fondi alla
Nova Scotia, camuffati da intrecci perdenti di outright, per finanziare il
Mossad. Intanto dalla banca americana prestiti in dollari vengono convogliati
in Italia e da qui all’estero per consentire la fuga dei capitali dei nostri
industrialotti. Abile il banchiere nello sfruttare la loro insipienza. Si fa
pagare da loro dollari del mercato nero a lire 750 e poi glieli acquista sotto
forma di finanziamenti di holding estere a lire 650. Il banchiere si espande:
compra banche in Svizzera, in Germania, in Francia e ne inventa a Nassau o a
Cayman Islands o a Panama City. E’ un impero finanziario con stuoli di brokers
e tecnici dal gergo per iniziati (outright; spot; swap; forward rate; time
deposits, stand-by …)
All’EUR, nel solito palazzo a vetri, si susseguono i
consigli di amministrazione dell’Immobiliare il cui capitale sociale passa da
30 a 40 a 60 a 100 a 120 a 160 miliardi. Le azioni inondano la borsa, il “parco
buoi” abbocca. V’è sempre il banchiere con le sue finanziarie a partecipazione
estera a far quotare oltre le lire 1000 le azioni inflazionate da lire 240 di
valore nominale.
Dalle sue banche il sostegno finanziario, sempre più
intenso, sempre più ambiguo, sempre più illecito. Dagli istituti previdenziali
depositi alle banche. Di conseguenza, interessi neri o provvigioni ai dirigenti
“politici” degli enti previdenziali. Il banchiere è munifico; l’onda della
corruzione monta, senza argini, ammaliante, impetuosa.
Nel consiglio di amministrazione dell’Immobiliare siedono
i probi presidenti delle banche pubbliche del sud. Vi siedono perché
favoriscono l’aggiotaggio del banchiere. Dalle sue banche partono depositi
fittizi presso le banche pubbliche che li destinano, sotto forma di riporto,
alle finanziarie del banchiere detentrici del capitale azionario di controllo
dell’Immobiliare. Una baraonda simboleggiata dall’atmosfera orgiastica delle
serate distensive nella villa dei Castelli, dopo le riunioni del consiglio di
amministrazione. I pingui e frustrati burocrati – assurti a strateghi della
finanza per voto democristiano – si divertono chiassosamente, scompostamente
con le ragazze approntate dal banchiere. In controluce, lui, dignitoso, parco,
come in religiosa estasi.»
- Oddio! … Oddio!
…. Oddio, ma ecco qui tutto l’arcano, la vita e la morte, gli affari e gli
intrighi, le connivenze ed i rinvii …. Eccetera, eccetera.. si sussurrava
Meluccio Cavalieri di Giorgenti.
Strano, nessun accenno a fatti di mafia. Compiacente il
siciliano e racalmutese Aurelio La Matina Calello. Si sussurrò una volta ma era
panzana. Aurelio odiava la mafia. Nessuno della sua famiglia aveva avuto mai a
che fare con l’onorata società. Ne provava disgusto. La considerava un’accolta
di imbecilli … ed anche sanguinari. Un mafioso artefice di volpini intrecci
affaristici, era idiozia, per Aurelio da sghignazzarci solo sopra. Le vicende
delle banche siciliane di Milano degli anni sessanta, settanta ed ottanta era
un baluginare di accecante intelligenza: altro che un ragliare di mafia.
“Lu sciccareddu” della dirimpettaia “Vecchia Maniera”,
ragliando con la solita simpatica sconcezza, gli rammentò la succulenta e
conviviale “mangiata a la racarmutisa” cui era invitato. Ebbe voglia di
chiudere per quel giorno. Rimise ordine nelle carte del villino di Aurelio a
Bovo. Ma ancora una sorpresa: sulla foderina color senape del carteggio con
Melissa Cohen stava scritto, a matita,:
la donna
del Mossad
in un miscuglio di rosso e di blu che il suo grave
daltonismo non consentiva di miscelare passabilmente.
- E qui un’altra fottuta! Altro che vendetta della mafia
per come si ostinò a pensare sino alla morte la dottoressa Evelina Adelaide
Mangoni Mistretta. Se ci stanno di mezzo i servizi segreti (oddio! quelli
israeliani, no. Sono sanguinari) sono proprio fottuto. Allora? … scendiamo giù
alla Vecchia Maniera. Vediamo se sono riusciti a capirmi, nelle mie ricette
culinarie. In quelle eccello … sono imbattibile.
Certo non è stato elegante da parte mia andarmi a ficcare
nel suo informatico pulpito clerical-salesiano. E credo che il desso se la sia
proprio presa. Va a finir che mi cancella dagli “amici” fbeistici. Credo che l’abbia
già fatto. Oddio! Morrò di crepacuore.
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