Una preziosissima relazione coeva, originale, non pataccata,
dell'Ispettore Generale di PS dr.Ettore Messana del 1946. Vi spicca l'ardua
lotta alla mafia, al banditismo, ai nuclei armati, alle intese di
"esponenti della mafia isolana con Ufficiali Americani qui di stanza".
In proposito Casarrubea e Cernigoi hanno avuto accesso agli archivi americani
che so sotto rigidissimo top secret? C'era una rivolta armata allora in Sicilia
e Messana vi rifulge per la sua repressione. E.V.I.S., C.R.I.S. grandi agrari
alla Giuseppe Tasca di Lucio, bandito Giuliano che si finanzia con sequestri di
persone, rapine, ecc, - Armi automatiche, munizioni cavalli, materiale chimico
e sanitario, nascosto in grotte, aabilmente simulate. E lo scaltro
"poliziotto" Messana avvalendosi anche di "notizie fiduciarie"
può "affermare che la situazione va, man mano, migliorando". Ecco
perché signorina Cernigoi nel 1946 il suo dispregiato grande ufficiale Messana
sta in Sicilia quale ISPETTORE GENERALE a sconfiggere la banda Giuliano , il
C.R.I.S. (finanziato dagli americani quelli che con i faziosissimi titini
cercarono di fare di ogni erba un fascio dei funzionari italiani operanti nella
procincia di Lubiana inventando calunniose accuse che finirono cestinate nei
tribunali internazionali). Siamo nel 1946 e già Aldisio è sotto tiro da parte
di comunisti socialisti e movimenti politici di sinistra. Messana è costretto a
afere una scelta politica. Qui scrive che "non trascura di seguire le
correnti politiche che possono avere influenza sugli attuali movimenti".
Si attira l'odio dei comunisti Li Causi e Montalbano che cercano di stritolarlo
con accuse infamanti, ma finite in un nulla di fatto nei vari tribunali. Allora
si trattò di comprensibile lotta politica. La riesumazione dei giorni nostri da
parte di Cernigoi, Casarrubea, Luparelli ed altri fatta in dispregio di tutte
le assoluzioni e in non luogo a procedere giudiziari è solo deprecabilissima
diffamazione calunniosa, soprattutto antistorica.
2 luglio 20.37.04
Il Questore - Via Catania 1 - 93100 Caltanissetta telefono: 093479111
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Capoluogo. Una segnalazione al 113 sventa furto in abitazione I fatti del
giorno Due pregiudicati nisseni scoperti dalle Volanti Altre notizie Capoluogo.
Celava 30 grammi di marijuana negli slip I fatti del giorno Denunciato
incensurato nisseno di 21 anni L’Ufficio Stampa della Questura ospite della
rubrica "Primo piano" dell’emittente televisiva TCS Attualità In
studio l’Ispettore Superiore sups Salvatore Falzone I fatti del giorno I fatti
del giorno Gela, la Polizia sventa guerra di mafia tra clan. Arrestato ex
collaboratore Gli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato di
P.S. decapitano i vertici del clan mafioso Rinzivillo I fatti del giorno I
fatti del giorno Capoluogo. Arrestato pregiudicato per resistenza e violenza a
p.u. Gli agenti chiamati ad intervenire dalla madre più volte aggredita dallo
stesso I fatti del giorno I fatti del giorno La Polizia in Gela confisca circa
un milione di euro di beni mafiosi La Squadra Mobile ha eseguito il decreto di
confisca contro il boss Alferi Giuseppe di Cosa Nostra La questura Il Questore
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Numero telefonico ed altro della questura di Caltanissetta
stanno sopra- Ti pregherei di farti passare il Questore o il capo di gabinetto
o comunque un funzionario e presentarti come la nipote del grande ispettore
generale Ettore Messana. Dici che ha iniziato la carriera a Caltanissetta prima
del 1919 e non sai quando l'ha lì terminata. In questura ci dovrebbe essere il
suo fascicolo personale visto che non risulta depositato in archivio di stato
per epurazione dell'archivio della stessa questura alcunché antecedente il 1920
come avrei appurato io quest'oggi 2 luglio 2014. Ti rivolgeresti quindi alla
sua cortesia pregandolo di fare rintracciare almeno i dati anagrafici e i dati
del servizio di tuo nonno che a Caltanissetta avrebbe operato attorno al 1919
come giovane commissario di P.S.- Pregalo di darmi appuntamento come tuo
fiduciario per prendermi i dati o peri collaborare per ricerche d'archivio in
Questura, facendogli magari presente che sono persino assiduo ricercatore degli
Archivi Segreti del Vaticano, che insomma sono stato alto funzionario come
ispettore di vigilanza della Banca d'Italia e fui persino superispettore del
ministro delle finanze Reviglio. Mio caro amico è anche il dottore Calogero
Infurnari già questore di Caltanissetta e che fu persino un protetto di tuo
nonno l'ispettore generale di PS Ettore Messana. Altro non mancherà alla tua
,loquela per intontire questo funzionario periferico di PS.
3 luglio 8.34.06
Ma io mi domando, che cazzo ci sta a fare 'sto Viminale che
non difende il suo stesso prestigio, i suoi storici dirigenti, il suo pur
glorioso passato, la integrità morale degli uomini che hanno sacrificato la
pace in famiglia per l'eroico mantenimento dell'Ordine Pubblico in contingenze
asperrime. E' possibile che deve essere uno come me antimilitarista, comunista
fanatico, lontano le mille miglia dalla mentalità poliziesca a difendere la
memoria di un supremo ispettore di polizia quale il gr.uff. Ettore Messana che
fu integerrimo anche se rigido e destrorso Uomo di Stato dedito al mantenimento
di una ordinata convivenza civile.
3 luglio 17.04.22
«Fui mandato in Sicilia a capo dell’Ispettorato Generale di
P.S. per la Sicilia nel maggio 1945 e vi rimasi fino a tutto luglio 1947. Il
decreto che istituì l’Ispettorato è dell’aprile 1945 e funzione di tale organo
fu quella di integrare l’opera repressiva e preventiva nell’eliminazione del
banditismo ed in genere della delinquenza associata in Sicilia». D. R. «Io ebbi
a mia disposizione 750 carabinieri, 350 agenti e 14 funzionari, che distribuii
in tutte le province della Sicilia da Messina a Trapani. Fui io che istituii i
nuclei di carabinieri e polizia nei centri dove a me sembrò che dovessero
essere istituiti. Le mie prime operazioni feci nelle province di Agrigento e di
Catania. Verso la fine del 1945 incominciò ad affiorare l’attività della banda
Giuliano. Tale fatto fece aumentare la mia attività tanto più che la banda
Giuliano e quella di Avila si erano poste al servizio dell’Evis». D. R. «Ebbi
notizia dei fatti di Portella nelle ore pomeridiane del 1° maggio 1947. Mi
recai ad una riunione indetta dal prefetto Vittorelli, dove si stabilì una
certa azione da svolgersi. L’indomani mi recai a Piana degli Albanesi ed a San
Giuseppe Jato, ove già si era proceduto all’arresto di quattro persone ad opera
di un nucleo dipendente dall’Ispettorato e dove si era proceduto a largo
rastrellamento arrestando centinaia di persone sospette, le quali però furono
quasi tutte rimesse in libertà. Non essendo emersa a loro carico alcuna responsabilità».
D. R. «Tutto ciò venne fatto ad opera della questura che si limitò poi a
denunciare solo i quattro arrestati». D. R. «In una riunione tenuta anche alla
presenza dell’Ispettore Generale di P. S. Rosselli, inviato a Palermo dal
Ministero, fu deciso da quest’ultimo che la direzione delle indagini dovesse
essere affidata al questore Giammorcaro e fu così che io passai alle dipendenze
di costui». D. R. «Si venne frattanto a conoscenza che il 1° maggio era stato
sequestrato, dopo la sparatoria, un campiere, certo Busellini, del quale non si
seppe nulla per tanti giorni e che poi fu trovato ucciso in un fossato da un
nucleo alle mie dipendenze». D. R. «Non so se il ritrovamento del cadavere del
Busellini avvenne a mezzo di cani poliziotti od a mezzo solo di ricerche». D.
R. «Mi sembra di ricordare che sul petto del cadavere del Busellini fu trovato
un cartello con la scritta «questa è la fine dei traditori», la qualcosa ci
convinse che il delitto era stato consumato dalla banda Giuliano. Tale
convinzione ci facemmo anche per il delitto di Portella poiché ci convincemmo
che colui che aveva ucciso Busellini era uno di quelli che aveva sparato a
Portella». D.R. «Noi dell’Ispettorato, fin dal primo momento, pensammo che la
strage di Portella era da attribuirsi alla banda Giuliano, perché il fatto era
avvenuto nella zona così detta d’imperio della banda stessa, mentre l’Angrisani
ed il Guarino avevano orientamento diverso». ----------------------------- Il
NOSTRO dunque inizia la sua esperienza quale ispettore generale di PS in
Sicilia e subito deve risponderne a Ferruccio Parri che proprio destrorso e
filofascista non era. Se con Bonomi è pur sospettabile una qualche
frequentazione massonica (e quale grande commesso dello Stato Italiano non è
stato massone?) le insinuazioni di Casarrubea non hanno più fondamento alcuno
dal momento che il Messana transita riverito ed ascoltato sotto Parri sino al 9
dicembre del 1945, sotto Romita sino al i° luglio 1946 (DE GASPERI PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO), sotto lo stesso DE GASPERI quale ministro degli Interni sino al
1° febbraio 1947. E guarda caso appena Scelba - sì proprio Mario Scelba - sale
allo scranno di Ministro degli Interni, quello che doveva essere il suo
protettore, il nostro Messana viene invitato ad accomodarsi fuori, ma fuori per
modo di dire visto che torna al Ministero a Roma e al Viminale vi resta
oltremodo autorevole e rispettato sino al suo pensionamento per raggiunti
limiti di età. MINISTRI DEGLI INTERNI BONOMI prof. Ivanoe , dal 18 giugno 1944
al 20 giugno 1945 PARRI prof. Ferruccio , dal 21 giugno al 9 dicembre 1945 [ »
] ROMITA ing. Giuseppe, dal 10 dicembre 1945 al 1° luglio 1946 DE GASPERI dott.
Alcide , dal 10 luglio 1946 al 1° febbraio 1947 SCELBA avv. Mario,dal 2
febbraio 1947 al 16 luglio 1953 [ » ] FANFANI dott. prof. Amintore, dal 16
luglio 1953 al 18 gennaio 1954 ANDREOTTI dott. Giulio , dal 18 gennaio 1954 al
10 febbraio 1954 Gentilissima signorina Cernigoi, se Lei è o si dichiara
solerte e coscienziosa Storica crede davvero che un arcigno De Gasperi poteva
rendersi compiacente di quel Messana quale il Ricciardelli - che mi pare di
nessun prestigio godette e che comunque rimase impalato al suo basso ruolo
nonostante volesse accreditarsi, dopo essere stato capo della Politica del
fascismo, protettore degli ebrei.? Se Lei è una ricercatrice seria dovrebbe
convenire con me che le insinuazioni del Ricciardelli, con solo tutti quei
"si dice" "pare" "qualcuno afferma" " a ben
pensare" e via discorrendo e mai uno straccio di fatto documentato e
provato, meritavano di finire nel cesso come tutto indecorosamente vi finì. E
De Gasperi poi fu Ministro degli Esteri e dovette occuparsi di quella
calunniosa congerie di accuse a TUTTI i nostri funzionari in Slovenia che
Titini, pronubi gli Americani, confezionarono senza alcuna prova, obiettività,
credibilità. E anche quella falsa congerie di calunnie di una Nazione Estera
che cercava vendetta e non giustizia finì nel cesso, archiviata con un non
luogo a procedere. E così il duro grintoso non malleabile De Gasperi si tenne
vicino e si affidò e officiò il Messana fregandosene degli strilli di un Li
Causi che per giunta avrebbe dovuto alzare un monumento al Messana che
informato dal suo confidente Fra Diavolo seppe che Giuliano stava ordendo un
agguato alo stesso Li Causi per ucciderlo. E se a Li Causi nulla successe lo
deve prorio a Messana che lo protesse e lo avvisò del pericolo. Leggersi gli
atti provessuali per darmi ampiamente ragione. Qualche mio amico e parente
vorrebbe chissà quali documenti a comprova di quanto ho riscontrato a discolpa
del Messana. Come si fa a documentare che una calunnia è una calunnia se non
dimostrando che non vi sono prove documentali ma che vi sono sentenze passate
in giudicato di Tribunali persino Militari persino Stranieri che tanto affermano!
Sono forse prove serie quelle che la Cernigoni dice di trovarsi a Lubiana,
redatti un paio di anni dopo da parte di inviperiti nemici di questa Italia e
scritti per giunta in sloveno e basati solo su postume dichiarazioni tanto
vaghe quanto sospette? Se si è antitaliani: subito e si mette anche la mano sul
fuoco!!
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