Lettera testé inviata a Malgrado Tutto
Da Dadaista cedo il passo al Dadaista Colpi di Spillo che essendo mi pare uno e trino potrebbe essere benissimo la terna vincente in questa coatta selezione per la nomina del segretario della collabente cattedrale del nulla, l'ex Centrale elettrica. Mi pare che sotto sotto Colpi di Spillo stavolta abbondi di gesuitico tornacontismo: legittimare una terna di comodo che è come imporre un proprio nome per la gestione di una dissipata Fondazione. C'è sempre il pericolo che i cadaveri rinchiusi nei tanti bei mobili ultrapagati da noi vengano a galla. Vogliamo cominciare dal Parco Letterario Leonardo Sciascia che a me chissà perché ricorda una conclamata bagascia del nisseno? O magari vorremmo vedere come si dilapidavano fondi in pranzi luculliani in quel di Palermo? O molto più melanconicamente certo pantagruelico rimborso spese per pernottamenti in grandi alberghi lontani quando magari si disponeva di comode case senza imposizioni monnezzare in paese? E via discorrendo. Certo io ci voglio un RACALMUTESE DOC che gestisca bene i miei soldi ora più che mai rapinati con le retrodatate tasse monnezzare. E ho dichiarato che non sono certo io un RACALMUTESE DOC. Ma vivaddio manco il mancato sindaco e candidato a podestà di Racalmuto quale nostro unico pesce di scoglio per la salace penna di Buttafuoco, al secolo Cavallaro, lo è. Non per nulla manco si è voluto candidare a sindaco. Quanto agli altri due nomi ombra, è trucco vecchio: proporre una finta terna per imporre un solo nome, nel caso CAVALLARO. Al Consiglio Comunale di Racalmuto ricade quindi l'obbligo di un netto: NO, GRAZIE. Dateci nomi veri e sceglieremo.
Da Dadaista cedo il passo al Dadaista Colpi di Spillo che essendo mi pare uno e trino potrebbe essere benissimo la terna vincente in questa coatta selezione per la nomina del segretario della collabente cattedrale del nulla, l'ex Centrale elettrica. Mi pare che sotto sotto Colpi di Spillo stavolta abbondi di gesuitico tornacontismo: legittimare una terna di comodo che è come imporre un proprio nome per la gestione di una dissipata Fondazione. C'è sempre il pericolo che i cadaveri rinchiusi nei tanti bei mobili ultrapagati da noi vengano a galla. Vogliamo cominciare dal Parco Letterario Leonardo Sciascia che a me chissà perché ricorda una conclamata bagascia del nisseno? O magari vorremmo vedere come si dilapidavano fondi in pranzi luculliani in quel di Palermo? O molto più melanconicamente certo pantagruelico rimborso spese per pernottamenti in grandi alberghi lontani quando magari si disponeva di comode case senza imposizioni monnezzare in paese? E via discorrendo. Certo io ci voglio un RACALMUTESE DOC che gestisca bene i miei soldi ora più che mai rapinati con le retrodatate tasse monnezzare. E ho dichiarato che non sono certo io un RACALMUTESE DOC. Ma vivaddio manco il mancato sindaco e candidato a podestà di Racalmuto quale nostro unico pesce di scoglio per la salace penna di Buttafuoco, al secolo Cavallaro, lo è. Non per nulla manco si è voluto candidare a sindaco. Quanto agli altri due nomi ombra, è trucco vecchio: proporre una finta terna per imporre un solo nome, nel caso CAVALLARO. Al Consiglio Comunale di Racalmuto ricade quindi l'obbligo di un netto: NO, GRAZIE. Dateci nomi veri e sceglieremo.
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