Tutti a dire: Ettore Messana da Racalmuto. Questo ci onora e
mi onora. E Racalmuto ha il dovere di onorarlo. Ettore Messana in effetti diede
lustro a Racalmuto. Fu apicale nei ranghi ministeriali del Viminale. Per oltre
40 fu al servizio dello Stato Italiano. Servì lo stato di diritto italiano
sotto Vittorio Emmanuele Orlando, sotto Nitti, e NECESSARIAMNTE sotto Benito
Mussolini; quindi sotto Parri, sotto Bonomi, sotto De Gasperi, sotto Scelba e
penso infine sotto Fanfani. I cangianti colori politici dei capi di Stato
qualche volta lo coinvolsero, spesso no, ma unicamente sotto il profilo
personale: come funzionario di stato ebbe solo il culto dello Stato, il suo
compito era il mantenimento dell'ordine pubblico, assicurare allo Stato di diritto
la PUBBLICA SICUIREZZA e ciò fece encomiabilmente, sempre., su posizioni di
vertice e dal '45 con la superna qualifica di ISPETTORE GENERALE, con tanti
riconoscimenti, apprezzamenti, onorificenze: nessuna condanna penale ebbe mai a
sfiorarlo. Eppure sotto processo ne mandò tanti Invero non nacque a Racalmuto,
né la mamma era di Racalmuto, ma per via del padre fu racalmutese puro sangue,
e cioè del ramo dei Messana al vertice, quindi, della crestomazia racalmutese-
Il padre fu don Clemente Messana figlio di don Biagio Messana, patriota,
letterato, poeta, commissario di PS a Bologna. avvocato liberale, destrorso,
non proprio mazziniano. Il bisnonno di Ettore Messana fu quel Calogero Messana
di cui parla il nostro estroso Eugenio Napoleone Messana a pag. 202 della sua
appassionata cronaca di Racalmuto. Trattasi delle "speziale Calogero
Messana, [quello] della giunta dei moti del 1820 " che aveva sposato
"donna Lucia Nalbone". In quella Eldorado che era divenuta Racalmuto
sotto i tanto dileggiati (a torto) Borboni i Messana e i Nalbone sono i nuovi,
ma potenti, ricchi del paese; vale a dire emergere tra quei galantuomini che
vanno pomposamente a sedersi al Circolo della Conversazione, divenuto poi
paradigmatico per la penna del figlio di uno zolfataio quale fu il grande
scrittore racalmutese Leonardo Sciascia. Il nonno del questore Ettore Messana
sposa due volte, come sotto comproviamo, la prima volta con una illustre
palermitana e poi con donna Alfonsa Grillo. I Grillo erano davvero baroni,
nobiltà vera ed effettiva, non raffazzonata non si sa come fece un certo prete
campiere di una famiglia rampante a nome Tulumello. Biagio Messana un po'
avventuriero lo fu. Pare che amasse persino dilettarsi di pornografia. Il
patrimonio cominciò ad illanguidirsi. Ma con il secondo matrimonio le sostanze
di famiglia tornarono a ravvivarsi. Sennonché il figlio Clemente, il padre di
Ettore, ci pensa lui a sperperare alla grande, persino - dicono - giocando a
Palermo presso le bische nobili dell'Hotel delle Palme,quello di Dell'Utri per
intenderci. Il figlio Ettore che era nato nell'88 a Gela deve rifarsi la sua
vita: studia con impegno. Si laurea e quindi segue le vecchie orme del nonno:
entra in PS. Raccomandazioni? non certo quelle che il Casarrubea e la Cernigoni
s'inventano pur di coprirlo di ignominia. Un po' di massoneria era di casa tra
i Messana e quella nell'era liberale era viatico indispensabile per far
carriera. Peccato mortale? Casarrubea e Cernigoi non mi facciano ridere;
pensino ai loro viatici ROSSI.
15 luglio 15.11.05
interessantissimo,mai avrei potuto sapere tutto questo ,le
mie origino mi piacciono.......molto
19 luglio 13.03.54
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· Privacy · Condizioni · Cookie · Altro Facebook © 2014 Lillo Taverna 1 min ·
Roma · . Volevo riportare integralmente quanto calunniosamente scrive la
Cernigoi contro il Messana. Non mi viene consentito. Mi limito però a
trascrivere alcune parti significative. ..........................
terrelibere.org > libreria > ipertesto > Il caso degli ispettori
generali Verdiani e Messana Il caso degli ispettori generali Verdiani e Messana
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generali Verdiani e Messana Storia - Epurazioni e riciclaggi nel dopoguerra Due
alti funzionari di Polizia si distinguono in epoca fascista per i crimini
commessi a Lubiana come dirigenti della locale questura. Nel dopoguerra,
vengono reintegrati nei corpi della Repubblica. Li ritroviamo in Sicilia, a
dirigere un ispettorato per la repressione del banditismo. Manco a dirlo, la
loro vicenda si incrocia presto con quella di Giuliano, con la strage di
Portella della Ginestra, con mafia e neofascismo… terrelibere.orgClaudia
Cernigoi Due alti funzionari di Polizia si distinguono in epoca fascista per i
crimini commessi a Lubiana come dirigenti della locale questura. Nel
dopoguerra, vengono reintegrati nei corpi della Repubblica. Li ritroviamo in
Sicilia, a dirigere un ispettorato per la repressione del banditismo. Manco a
dirlo, la loro vicenda si incrocia [1] G. Casarrubea, “Storia segreta della
Sicilia”, Bompiani 2005, p. 130. [2] Questa e le citazioni che seguono sono
tratte dal testo di Tone Ferenc, “La provincia italiana di Lubiana”, IFSML
1994, p. 59, 60. [3] Il racconto di Gueli si trova nel sito [6] Sentenza Corte
Straordinaria d’Assise di Trieste d.d. 27/2/47. [7] Copia del rapporto
originale in lingua inglese si trova nell’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1551
Zbirka Kopij, skatla 98, pp. 1502-1505. [8] Questi documenti sono oggi
conservati presso l’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1796, III, 6, 11. [9]
All’epoca Trieste era amministrata da un Governo Militare Alleato e la polizia
era organizzata sul modello anglosassone. [10] Relazione in Archivio di Stato
di Trieste, Prefettura gabinetto, b 18. L’Ispettore Ricciardelli aveva già
svolto servizio in polizia sotto il passato regime fascista ed era stato
internato in Germania sotto l’accusato di favoreggiamento nei confronti di
ebrei che sarebbero stati da lui aiutati a scappare. [11] Definizione tratta
dalla sentenza di Viterbo, emessa il 3 maggio 1952 dalla Corte d’assise di
Viterbo, presieduta dal magistrato Gracco D’Agostino, in merito alla strage di
Portella della Ginestra. [12] “…l’ex generale dei Carabinieri Ugo Luca, che tra
il 1949 e il 1950 coordinò l’uccisione di Giuliano in Sicilia”, già “uomo di
fiducia personale di Mussolini” (G. Casarrubea, op. cit., p. 108 e 80). [13]
Citazioni tratte da N. Buttazzoni, “Solo per la bandiera”, Mursia 2002. [14]
Una buona sintesi dello studio si trova in rete al seguente indirizzo: www.edscuola.it/archivio/interlinea/banda_giuliano
. Questo sito non ha carattere di periodicita' non essendo aggiornato con
intervalli regolari. P.IVA 02977070834 made by liotren.com Hosting Linux, CMS e
applicazioni realizzate da Liotren.com -----------------------------------------------
Ho cercato di diffidarla proprio oggi come da testo che pubblico qui sotto. Ha
ingabbiato il suo post e non so se ha recepito la mia diffida. So che mi segue
qui e quindi no potrà difendersi nelle sedi proprie come non preavvertita. ----
Lillo Taverna · Università Di Palermo Ho smantellato tutte queste sue
affermazioni calunniose per l'ispettore generale di PS dottore Ettore Messana.
Mi sono premurato di inviarle i miei studi, le mie ricerche, la mia
inconfutabile ricostruzione. Mi ha risposto offendendomi ma siccome non ho
stima di lei mi ci sono fatte delle grasse risate. Ma qui continua
pervicacemente a denigrare il defunto Messana. Vuol controbattere alle mie
puntualizzazioni? Se ha materia!!! :::::::: Aggiungo qui a maggiore chiarimento:
La Cernigoi, nonostante l'abbia sbugiardata circa le infamie che scrive
infondatamente sul Messana, continua imperterrita. Crede che insolentendomi
possa acquisire inesistenti ragioni presso il Tribunale della Storia. dottore
Calogero Taverna BANDA GIULIANO, LA DECIMA MAS E IL NEOFASCISMO IN SICILIA
Coordinamento delle ricerche presso gli Archivi Nazionali degli Stati Uniti
(NARA, College Park,... edscuola.it|Di Dario Cillo .. Mi piaceMi piace · ·
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www.edscuola.it
19 luglio 20.30.06
Il prof. Casarrubea mi ha risposto molto urbanamente anche
se non rinnega nulla circa i suoi aspri giudizi sul Messana. Io gli ho risposto
già come segue e come potrai meglio vedere su FV
su FB...Pregiatissimo professore Giuseppe Casarrubea, solo
che mi pare che a Riesi non è neppure certa la presenza fisica di Messana.Di
certo. mi dispiace per il Li Causi, nessuno addebito gli poté venire fatto per
l'eccidio di cui alla cronaca quasi coeva di quel quasi prete valdese. Il Nitti
fece aprire una inchiesta ad un generale dei carabinieri, dice il Li Causi, ma
non sortì alcun effetto almeno contro il Messana che anzi ebbe elogi e meriti
tali da fare una fulminea brillante carriera. Quanto al processo per
l'uccisione da parte dei rivoltosi del tenente dell'Esercito il Messana non
venne per nulla coinvolto. Se no, il Li Causi non si fermava certo a quella
sortita alquanto curiale. Ne morirono otto, quindici o venti? Non importa il
numero, d'accordo, ma se manco questo dato è certo non è così che si può
massacrare la memoria di un Grande Servitore dello Stato di diritto, tanto poi
apprezzato da De Gasperi (e metto da parte Bonomi, Scelba ed altri). Ancor oggi
la famiglia sta subendo danni feroci per certi processi "storici"
diciamo avventati. Sulla Faccenda di fra Diavolo. mi basta la testimonianza
dello stesso Messana in uno storico processo ove non venne neppure sfiorato da
coinvolgimenti della magistratura penale. La vicenda di Lubiana l'ho
smantellata con documenti e atti processuali. Ma Lei non vi si addentra. Lasciamo
alla Cernigoi l’onere di provare le sue calunniose accuse credo in sede
giudiziaria, dato che la signora Giovanna Messana, proprio stasera me ne
accennava. Volere creare complementarità tra il Messana e il Verdiani per
faccende dell'OVRA è molto pretestuoso. Tra i due grandi questori credo che vi
erano differenze di età, grado e incombenze. Svolgerò meglio questo aspetto se
occorrerà. Il Messana lascia la Sicilia nel maggio o giugno del 1947, quando
stava addirittura mettendo le mai su Giuliano. I suoi successori, ben tre, non
brillarono, almeno sino al 1950. Dopo il 1947 il Messana al Viminale è autorutà
apicale. Mi si parla di uno scontro con Togliatti circa armi americane sbarcate
a Napoli del tutto legalmente e per accordi internazionali, cui intendeva
opporsi il nostro MIGLIORE. Io non sono né storico né giornalista né letterato:
ma i miei 50 anni di attività ispettiva presso la Vigilanza sulle Aziende di
Credito della Banca d'Italia e come superispettore di Reviglio molto mi sono
serviti per non fidarmi mai dei sentito dire ma di rinvenire la verità (o
briciole di verità) nell'obbiettivo esame di incontaminati documenti, carte di
archivio, registri e registrazioni. L'incontro mi è gradito per esternarle la
mia grande stima, al di là della contingente di opinioni). La ossequio.
20 luglio 9.26.28
Non c’è nulla da fare: tra le mezze calzette e i cavalli di
razza ce ne corre. Anche nell’ambito della storiografia. Io non sono né
ricercatore né storico né divulgatore giornalistico né tanto meno letterato. Ma
col vizietto antico del fare ispezioni a banche e grandi evasori sulla base
delle verifiche documentali, contabili e vecchie carte di archivio e lasciando
da parte le dicerie dei soliti untori mi sono messo di buzzo buono per cercare
di vederci chiaro nelle vicende del mio grande compaesano l’ispettore Messana.
Come al solito, tutti ad appuntarsi su tre incidenti del Nostro, nessuno che
andasse a scandagliare gli altri lunghi e prestigiosi squarci della vertiginosa
carriere di siffatto singolare servitore dello Stato di Diritto. I tre
incidenti possono così intitolarsi: Riesi 1919; Lubiana giugno ’41-maggio’42;
ispettorato generale di Sicilia giugno 1945-maggio 1947. Scopro che nel 1919 il
Messana non poteva essere l’autore di un eccidio alla Bava Beccaris, che a
Lubiana fece bene il suo dovere di servitore dello Stato Italiano e non certo
del Maresciallo Tito e la vicenda va vista alla luce di quanto uno storico
serio quale il Sala ha inquadrato e come una più avveduta e informata
storiografia super partes deve ancora appurare, che in Sicilia il Messana fu
abile e positivo con indubitabili meriti e che con i bandito fra’ Diavolo ebbe
solo abilità poliziesche quale suo prezioso confidente. Mi imbatto con la
Cernigoi: apriti cielo! Scoprivo i suoi altarini e divenivo persinoa 80 anni un
“ragazzaccio in vena di fare il bulletto”. Mi sono convinto che anche le mezze
calzette in televisioni e nei vari pluriformi blog fanno carriera e finiscono
col ritenersi autorità indiscutibili. Mi scontro, è vero, con uno storico vero
e saggio, il professore Giuseppe Casarrubea, e potete vedere voi stessi qui
sotto quanta urbanità, serietà, rigore scientifico e serietà professionale lo
contraddistingue. Grazie professore. Si dice che la classe non è acqua.
21 luglio 22.45.24
La signorina Cernigoi s‘improvvisa storica, giusperita,
magistrato, commissaria di PS e scrive quanto sotto. Avesse frequentato
L’Archivio Centrale di Stato, avesse almeno verificato quanto annota il prof.
Casarrubea sub 170 (cfr. Acs, Sis, b. 40, f. Criminali di guerra) nel suo
complesso studio STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, pag. 198, si sarebbe evitate
(forse) tante censurabili castronerie, purtroppo gravemente calunniose della
titanica figura di alto servitore dello Stato di Diritto Italiano, l’ispettore
generale di PS Ettore MESSANA. La signorina Cernigoi si accoda immediatamente
alla pretesa dei Titini del maresciallo Tito di volere il Messana quale
“CRIMINALE DI GUERRA”, risibile pretesa finita miseramente nel cestino di vari
tribunali militari anche italiani, come doviziosamente appare nella ponderosa e
polverosa Busta del SIS seconda Sezione n. 40 cui rinvia giudiziosamente il
Casarrubea. Scrive a vanvera la Cernigoi: Criminali di guerra Il nome di
Messana risulta nell’elenco dei criminali di guerra denunciati dalla Jugoslavia
alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra (United Nations
War Crimes Commission). Il rapporto di denuncia, redatto in lingua inglese ed
inviato dalla Commissione statale jugoslava in data 14/7/45 [7], lo accusa,
sulla base di documentazione che era stata trovata in possesso della Divisione
“Isonzo” dell’Esercito italiano di occupazione, di crimini vari: “assassinio e
massacri; terrorismo sistematico; torture ai civili; violenza carnale;
deportazioni di civili; detenzione di civili in condizioni disumane; tentativo
di denazionalizzare gli abitanti dei territori occupati; violazione degli
articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione dell’Aja del 1907 e dell’articolo 13
del Codice militare jugoslavo del 1944”. Nello specifico viene addebitata a
Messana (in concorso con il commissario di PS Pellegrino e col giudice del
Tribunale militare di Lubiana dott. Macis) la costruzione di false prove che
servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena
capitale, eseguita in data 21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La
responsabilità di Messana e Pellegrino in questo fatto è confermata da
documenti dell’archivio della questura di Lubiana [8], che fanno riferimento ad
una “operazione di polizia politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e
dal vicecommissario Antonio Pellegrina sotto la direzione personale di Messana,
contro una “cellula sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al
Tomsič prima citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di
reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre
a pene minori. Noi abbiamo oggi consultato quel vecchio faldone. E di materia
che tutto smentisce quel che scrive la Cernigoi e che a dire il vero rettifica
il Casarrubea ne abbiamo trovato a iosa. Abbiamo chiesto un centinaio di
fotocpoie che costicchiano e abbiamo, previo pagamento di Euro 3, scattato un
altro paio di centinaia di foto. La Cernigoi si è tanto irritata con me da
insolentirmi oltre i limiti del lecito. Persiste nella sua uterina invenzione
di inesistenti verità “storiche” lesive dell’onore del insignito dell’ordine di
San Lazzaro Gr.Uff. Messana. Non so come potrà difendersi se la signora
Giovanna Messana la persegue giudiziariamente. Il professore Casarrubea ci
appare un gran gentiluomo oltre che storico insigne e riflessivo e spero voglia
accedere ad un dibattito sereno per un riscontro del vero, res melius perpensa.
22 luglio 1.12.20
23 luglio 17.58.36
Scrive il professor Giuseppe Casarrubea: "In un
documento segreto del SIS riguardante le attività della commissione per il
mantenimento in carica degli arrestati politici, figura, appunto l'ispettore
Messana, abitante a Roma in viale Beato Angelico92". Insidioso quell'"appunto".
E' evidente che va collegato a quanto affermato prima: "Storicamente
risulta ancora inspiegabile il fatto che personaggi che godevano fama di essere
stati criminali di guerra di paesi vicini all'Italia, già compromessi col
fascismo e le sue più alte gerarchie, potessero essere stati lasciati al loro
posto e anzi avessero fatto ulteriori carriere con i nuovi governi di unità
antifascista". (Cfr. Storia Segreta della Sicilia, pag 96, note nn. 168 e
169). Il professore Casarrubea con l'onestà intellettuale che lo
contraddistingue non potrà negare che ha messo qui qualche tocco malizioso che
conferisce al testo una ambiguità perniciosa per il buon nome del Messana. Noi
siamo andati alla caccia di quel documento che sarebbe dovuto essere esiziale
per il prestigio del nostro insigne compaesano e siamo riusciti a trovarlo.
Depuriamo subito dell'effetto alone quel "SIS" custode di
segretissimi segreti. Il SIS (Servizio Informazioni Speciali o similari) fu una
malconcia branca amministrativa del Ministero degli Interni e le carte della
sua SECONDA SEZIONE sono ora all'Archivio Centrale di Stato, lise
stropicciatissime, spesso deteriorate e quasi illeggibili, alla portata di ogni
studioso. Il documento commentato dal Casarrubea che si trova in uno scarno
fascicolo portante il numero MP21 di quella che è rimasta busta 54 non suffraga
per nulla le tesi accusatorie dell'esimio professore di Palermo. Quasi in carta
velina, essendo copia di documenti dattiloscritti, il foglio reca in fondo un
paio di annotazioni molto importanti; porta una data che risalirebbe all'estate
del '44 e, bene in chiaro, postumo, il riferimento ad una pratica a cui non è
facile (almeno a me non è riuscito) risalire. Trattasi dell'elenco nominativo
di una "commissione per il mantenimento in carica di arrestati
civili". Segue una elencazione a scalare di altissime personalità da un
generale (il primo dell'ordine) ad un colonnello) con indicazione soltanto del
recapito e del numero telefonico. Il Messana occupa in quella commissione il
secondo posto. Autorità quindi ragguardevole, insospettata e insospettabile.
Abbiamo cercato di fotografare quel documento, ne è venuto per nostra imperizia
uno sgorbio che ugualmente pubblichiamo: all'occorrenza ne faremo trarre una
chiara fotocopia quale la struttura molto valida dell'Acs di Roma sa fornire
agli studiosi. Siamo dunque nel 1944; gli americani erano entrati da qualche
mese a Roma. E a Roma si trova il questore (allora) Messana. E abita appunto
nei pressi del Vaticano proprio in viale Angelico 92. Quello che per la
disattenta signorina Cernigoi sarebbe stato un demerito fu invece un atto di
coraggio civico e politi da parte del Messana: dopo il famoso 8 settembre del
1943 il Messana disdegna di passare a Trieste, dove operava da questore e dove
veniva remunerato con un buon stipendio, al servizio della Repubblica Sociale
di Salò e se ne torna dai suoi a Roma appunto nelle abitazioni presso il
vaticano. Altro che fascista, altro che fanatico razzista. Aveva sperimentato a
Lubiana cosa davvero erano i tedeschi anche quelli che non ostentavano la
doppia 'esse' (SS), A Roma c'era Kappler. Il Messana non si presenta al
Viminale. Sarebbe stato bene accolto ma avrebbe dovuto sottostare all'infame
comando tedesco. Chi conosce la storia di quel periodo capisce. Così il Messana,
senza più stipendio, si eclissa oltre Tevere. La nipote, allora bambinella,
ricorda quel periodo, gli americani che entravano, lo sbandieramento
tripudiante dei romani. E ricorda che con lei c'era questo suo arcigno ma
dignitosissimo nonno (che invero aveva particolare predilezione per questa sua
piccola Giovanna). Mi dice Giovanna Messana che in effetti per un qualche
periodo il Messana si nascose in una chiesetta presso Borgo San Pietro assieme
ad ebrei, molti dei quali furono grandi amici di questo Ispettore Generale che
la Ceernigoi vuol fare passare per un nazista antisemita. Noi pensiamo he il
Messana in questo periodo di rifugiato non dovesse preoccuparsene più di tanto:
cinquantacinquenne non poteva temere il pericolo di venire arruolato; e a Roma
si era troppo indaffarati in quei criminali rastrellamenti dell'ultima ora per
interessarsi ad un questore fuggitivo da Tieste. Importante per noi sapere che
in questo periodo il Questore Messana né a Trieste nel clima criminale
repubblichino né a Roma nell'altro nefasto delle Fosse Ardeatine si contaminò
con il Nazifascismo. Era intemerato e così poté ritornare al Viminale: ecco
perché gli affidarono la vice direzione di questa Commissione cui accenna il
Casarrubea. Quel liso documento del '44 depone a tutto favore del Messana. Le
insinuazione del professore palermitano sono destituite di ogni fondamento.
L'onore di Messana non rifulge proprio in quel foglietto quasi illeggibile del
Sis, seconda sezione.
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