Calogero
Taverna e da qui siamo arrivati alla crocifissione di Guttuso. Una
crocifissione addirittura picasseggiante, addirittura in epoca e nel rigore
ideologico del fascismo. Mezzo millennio di mutamenti religiosi, di scrupoli
erotici variegati, di turbamenti e terrore (oh, l'anno mille!), fra gli
italiani quasi tutti credenti, persino fra quelli del conterraneo bagariotu
Guttuso. Tsunami nell'anima dei fedeli. Chi ne ha mai parlato? Che insegna
questa scuola con tanta zavorra precaria? Dei preti che dobbiamo dire? Ho tra
le mani un libro piuttosto recente: Le Lobby del Vaticano di Carlotta
Zavattiero; il titolo di un capitolo già mi sbalestra: "il cammino neo
catecumenale - Lo strapotere dei catechisti".Pag. 14 e segg.: " Kiko
Arguello è celibe e veste di nero ma non è sacerdote. Risolve i conflitti
esistenziali dei suoi discepoli, ma non è psicologo. Ama definirsi 'artista', e
lo è: canta, DIPINGE, scrive canzoni. Di umore mutevole, è mistico e magnetico,
e sa intrattenere come un telepredicatore. Condanna radicalmente il matrimonio
fra omosessuali, gli anticoncezionali, l'aborto, l'eutanasia, le idee
socialiste, i religiosi progressisti, i gesuiti di sinistra, i sacerdoti che
non cedono le loro parrocchie al Cammino, i monsignori poco compiacenti.
Insomma, disapprova tutti quelli che non la pensano come lui" Prima a pag.
12: "Arguello ammette di sopravvivere grazie alle offerte dei suoi. Che
sono tanti: gli vanno dietro un milione e mezzo di 'kikas' sparsi in 6000
parrocchie, 3000 sacerdoti e un migliaio attualmente in formazione nei seminari
neocatecumenali." Leggo aliunde che son anche ferventi sino al fanatismo:
Ammettono solo la pittura sacra del loro capo e tendono a sostituire le
artistiche pale degli altari con le imbrattature di Kiko o dei suoi discepoli
imitatori. Mi si dirà: ma a te che te ne importa? Mi importa, mi importa.
Scendendo per santa Anna sento preghiere strane, musiche insolite, estasi
neocatecumenali. Dove? Ma nei locali che il buon arciprete Tirone riuscì a
sottrarre alla rapina Siccardi. Ora li chiamano di santa Angela Merice, un
tempo era l'ospedale che i del Carretto affidarono ai padri fatebenefratelli
che a Racalmuto il bene se lo fecero a loro soltanto. Il vescovo di Agrigento
protestò vibratamente presso i dicasteri vaticani. Come mai mi chiedo. Già,
figurarsi se le misticheggianti consorterie approvate da papa Wojtyla non
incontravano i favori del nostro cripto arciprete. Mi dicono che vengono da
Caltanissetta. E perché a Racalmuto? A Caltanissetta si sa i vescovi sono da
tempo tosti, vi maturò mons. Cataldo Naro, finito purtroppo tra le grinfie
della cupola della Cattedrale di Monreale e vi lascò anche la pelle. Il
precedente vescovo o meglio arcivescovo Ferraro non era malaccio ma aveva le
sue fisime e le sue diffidenze. Ora però mi dicono che regge la peruzziana
satrapia di San Gerlando uno tosto, molto apprezzato. Si vede che non si è reso
conto della perniciosità di una siffatta infiltrazione neocatecumenale in quel
di Racalmuto, che una scoppola eretica l'ha già avuta per ingenuità del nostro
parroco matriciano quando lo era carmelitano. E a te che te ne frega? E invece
mi frega molto. I locali superiori hanno libero accesso alla ex chiesa
"intermedia" di San Sebastiano. Ho sudato le sette camicie per
trasformare quella umida sala ecclesiastica ove in fondo vi è pure un falso
crocifisso (del '500 - già Guttuso) in Pinacoteca Pietro D'Asaro. Più che altro
ho fatto implementare i quadri lì già depositati di Pietro D'Asaro o
attribuitigli con altri che padre Puma si era ritrovati in custodia dopo la
celeberrima chissà quanto scientificamente valida mostra voluta in Matrice da
Sciascia. Il 4 ottobre del 2004 sono riuscito anche a far dare una veste
ufficiale , con l'apporto lodevolissimo del sindaco Luigi Restivo Pantalone.
Poverino, per ora tutti a dargli addosso; ma io gli riconosco meriti
preziosissimi. Alla faccia dei cialtroni, dei gesuitici moralisti e dei
persecutori dei ratti di giardino o della scuola Macaluso. Lungo discorso per
questa mia piccola morale: sono in viva apprensione: quei fanatici catecumeni
là in nome di Kiko mi vanno a vandalizzare quella importante raccolta di questi
quadri del D'Asaro o dei suoi epigoni secenteschi. Padre Martorana Ciucia non
ama l'arte antica. Poi se sente odore di PUMISMO giù a demolire. E padre Puma lì
è molto presente addirittura con un suo quadro. Le orde barbariche scendendo da
Sant'Angela Merice (le distrutte orsoline per intenderci) che voluttuosa preda
arrafferebbero. E il mio sospetto più che fondato. Inviai una terrificabile
signora ad impetrare misericordia per Pietro D'Asaro custodito nell'ex Chiesa
di San Sebastiano. Come risposta ebbe: ma no! quattru babbarii ci su. Io ho
documentazione, fotografie ed altro e non mi sembrerebbe vero denunciare anche
il figlio di dio a dir poco per incauta custodia. Omu abbisatu etc. ,,, anche
se parrinu. Mi sono umiliato persinocon Galeani. Venne subito assistito da
Volpe. Nulla sapeva. Non mi stette manco a sentire, Credette che fosse cosa del
Fondo Culto qui a Roma al Viminale .E tuttu bbuonu e binidittu. Ora se la
prende Galeani con gli accidiosi dirigenti comunali. Tutti i torti non ce li
ha. Ma sbaglia in questo caso bersaglio: COMINCI DAI SUOI PREDiLETTI.
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