Caro compagno Zambito,
dopo lo scatto d’ira di ieri, torno a te alquanto compunto:
sai? ad 80 anni l’arteriosclerosi è galoppante, irrefrenabile. Mi sei sembrato
vittima di alcuni furbschi aggiramenti dei democristianizzatori del vecchio PCI
di Racalmuto e qundi la mia virulenta aggressione. Spero che voglia perdonarmi.
iI fatto sta che hai affermato cose inesatte: ignori, ovvio, che vi è stata una
calata degli unni in quel che rimane della grande tradizione comunista racalmutese.
I comunisti a Racalmuto, sai, non sono quelli derisi dallo Sciascia Leonardo
che fu giovane fascista e dopo sincero anticomunista viscerale. Abbiamo poi
avuto la sceneggiata messaniana, ed altre disavventure. Io spero in te, che
prenda in mano questo glorioso partito racalmutese, lo liberi dalla triade ormai consunta, blocchi la deriva
democristiana e fai rivivere la nostra grande lotta per la redenzione sociale
di Racalmuto.
Ti dirò che non è vero che vi sia solo faida e insolenza nel mio paese, l’aspirazione a
chiudere con un inglorioso passato è tanta, l’opzione per uomini nuovi, per
giovani nuovi, per donne - soprattutto – nuove è incomprimibile. Vi è poi
bisogno di amministratori certamente onesti, possibilmente immuni dagli
inquinamenti trascorsi, vivi e vitali,
ma che abbiano competenza, empito manageriale, arditezza progettuale. Vi sono
sparsi per l’Italia figli di Racalmuto che queste doti hanno dimostrato di
averle; perché non chiamarli a dare un supporto al loro Borgo Natio. A che
titolo il nuovo plebiscitario segretario della sezione del PD ha stroncato una
siffatta salvifica istanza? E tu concordi con lui?
Scrivevo all’ ex (e futuro) sindaco di Racalmuto quel che
segue:
...per
mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.
mercoledì 20 novembre 2013
La guerra la vinceremo comunque caro
Totò. Sto avendo degli interessamenti che promettono bene. A me - come a te -
interessa la resurrezione di Racalmuto. Lavoro per i giovani adeguatamente
retribuito, fervore imprenditoriale appunto per dare lavoro ai giovani,
iniziative di alta cultura per far rilucere il gran bel nome di RACALMUTO, al
limite paese di Sciascia, e così fare di questo piccolo lembo di paradiso
(definizione di Bufalino) una irresistibile plaga di richiamo selettivamente
turistico. A me il turismo del panino e della coca cola non mi attizza molto. E
a te? Aggiungerei: tante municipalizzate per servizi autogestiti a costi molto
calmierati: acqua, smaltimento dei rifiuti solidi urbani, strutture
parabancarie per sostegni finanziari ad impegno territoriale. E poi vorrei il
recupero, la salvaguardia della nostra ignorata ricchezza archeologica della
autoctona civiltà preistorica che tucididianamente (ma da rettificare) si
chiama "sicana". Vorrei vincoli archeologici assennati e pertinenti.
La Soprintendenza considera vincolante Pietralunga (ma questa si trova a
Castrofilippo); scambia il piano con la cima collinare della grotta di Fra
Diego; ignora le testimonianze bizantine del Ferraro. etc. Prima il lavoro
d'accordo; poi il turismo, poi i servizi a costi non usuari, poi il recupero
delle nostre ricchezze archeologiche e poi altro ancora. La guerra è ardua ma
la vinceremo. Ma se ci perdiamo dietro alla raccomandazione di Ligresti alla
Cancellieri (e chi non ha chiesto raccomandazioni e chi non ha cercato di
esaudirle?) le forze si disperdono e la guerra si perde.
Ma certi miei sogni salvifici per Racalmuto
sono di lunga data. Ecco ad esempio, il pro-memoria che ho inviato alla
segretaria del compagno Massimo D’Alema come per una sorta di o.d.g dell’incontro,
positivo, che ho poi avuto a Campo dei Fiori a Roma, ove ha sede una atipica
fondazione di studio e e proposta appunto dell’on. D’Alema.
Certo l’incontro ha riguardato
soprattutto faccende non di taglio localistico, ma la vicenda racalmutese non è
stata trascurata.
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