Gent.mo Professore Mazzare-Fardella,
Mi permetto di disturLa, anche per iscritto. Data la
complessità dei quesiti che mi ribollono dentro, uso questo sistema. Va da sé
che ove Ella li ritenesse impropri o inopportuni può bellamente censurarli.
La mia intima
illusione è che Ella abbia tempo voglia ed interesse di darmi risposte scritte
che in un primo tempo – se autorizzato – potrei pubblicare nel mio sito. E poi
mi sarebbe più facile farne una degna edizione.
Oggi sono stato
all’Accademia dei Lincei a seguire un convegno sul tema Theodor Mommsen e
l’Italia.
Il prof. Luigi
Capogrossi dell’Università di Roma ha trattato: Mommsen, De Ruggiero e l’Italia
romana.
Mi ha colpito
l’accenno – invero il detto cattedratico non è perspicuo nella facondia – all’ager publicus. Non vi sono affinità tra
quella categoria giuridica e la proprietà delle terre nella Sicilia feudale,
almeno quella instauratasi con l’avvento degli Aragonesi? I documenti in mio
possesso sembrerebbero confermarlo --- ma so bene come sia terreno
sdrucciolevole per i dilettanti come me.
Il professore
romano accennava anche all’aporia di popoli, comuni, municipi che parlavano
“greco” e secondo lui difficilmente potevano adattarsi al diritto romano, al
latino, cioè. Penso a Racalmuto che fu territorio greco dal V secolo avanti
Cristo sino all’avvento degli arabi, anzi dei berberi. Quale diritto romano
quei paesani (o villani, sia pure con le annotazioni del Peri) erano capaci di
rispettare? Un tesoretto del V e VII secolo – rinvenuto in una località
racalmutese e studiato dal Guillou - riguarda imperatori bizantini, i quali
forse imponevano le loro leggi che credo squisitamente ellenistiche. Ma so
essere questa materia infida e quindi mi limito ad una deferente provocazione.
Certo resto impressionato
di fronte a passi come questo (che desumo dalla “alluvionale” caterva di dati
del mio sito www.racalmuto.net):
Data Panormi
die sexto octobris octavae Ind.s 1579 ex parte E.S. illustrissimi proregis Magna Curio referat Hieronymus Carbonus
Secretarius, et referendarius, eodem facta relactione prefata Ecc.a Sua
providit et mandavit quod fiant literae Sindacatori Civitatis Agrigenti.-
Carbonus Secretarius et referendarius, in conformità della quale provista con
voto, e parere della Regia Gran Corte havemo per tenore della presente
provisto, e confidando nella persona vostra vi dicimo, e committimo, e
comandamo che alla ricivuta di questa nostra letteradebbiate personalmente
conferire in detta terra di Racalmuto, ed in quella in giorno di festa ad sonum
campanae in loco publico solito e consueto d’essa terra debbiate congregare e
fare congregare universali consiglio dell’università e popolo d’essa terra,
allo quale consiglio, al manco d’internire ed intervenga la maggior parte
d’esso popolo cioè dui parti delli genti d’essa terra che solino e ponno
intervenire in consiglio, alli quali preposizioni lo contento in detto inserto
memoriale, ed essendo lo consiglio di
quella la maggior parte d’esso popolo cioè li due parti delli genti d’essa
terra che solino, e ponno intervenire in detto consiglio alli quali
preposizioni [a.v.: alli quali preponiri] lo contento in detto inserto
memoriale, ed essendo lo consiglio di quella la maggior parte di quello
contento devenire al detto accordio di fari leggiri da un notaro publico in
presenza vostra ad esso consiglio la supradetta stipulazione che da parte di
detti supplicanti vi sarrà supplicato, talmente che ogn’uno pozza intendiri ed
essere capaci del continuto in detti capitulazioni ed accordio s’ha da fare, ed
essendo la maggior parte d’esso consiglio quello accordato, e contendandosi di
tale accordio conforme ad esse capitulazioni vi farete nominare ed eligere due
persone di quelli che hanno intervenuto in detto consiglio per sindaci e
procuratori d’essa università per potere contrattare, e compliri lo detto
effetto della nominazione ed elezione delli quali sindaci e procuratori farete
fare nota ed atto publico per notaro con tutte le clausole juramenti ed altri soliti
e consueti secondo lo stile di notaro, e detta capitulazione in presenza di
detti sindaci e di detto consiglio congregato, e del detto illustre conte, seu
in sua assenza in presenza di un suo procuratore, debbiate fare publicare e
stipulare dell’una e dell’altra parte con l’intervento serto tenore d’essa
capitulazione contratto publico con tutte le clausole stipulazioni juramenti
renunciazioni, ed obligazioni soliti apponersi in simili transazioni ed
istrumenti publici, e secondo che tra loro cioè essi parti sarrà appuntato, e
quello publicato e stipulato che sarrà debbiate voi come nostro delegato e
della R.G.C. in nomine, e parte nostra e della Vicereggia autorità e potestà e
di detta Reggia G.C. confirmare ed approbare ed a quello e tutti e singoli cossì
in quello contenti interponere l’autorità e potestà nostra e di detta R.G.C.
pariter et decretum, acciochè inviolabilmente s’habbia eseguire ed osservare
perpetuamente nel modo che sarrà detto accordio concluso e publicato cossì come
noi ex nunc pro tunc con consiglio e parere di detta Regia G.C. nostro Reg:
munimine quello approbamo roboramo, validiamo, e confirmamo e tutti e singoli
altri cossì a quello contenti alli quali interponiamo la nostra autorità
potestà pariter et decretum dandoci nell’esecuzione delli cosi premissi la
onnimoda autorità e potestà ac vices et voces nostras et Magnae Regiae Curiae
comandando per le presenti a tutti e singoli officiali d’essa terra ed a chi
spetta che in la esecuzione delli cosi premessi vi debbiano prestare ogni
brachio aiuto e favore quante volte richiesti sarranno, e delli giornati che
vachirete per detto effetto una con l’accesso vi farete pagare a raggione di
onze ... il giorno d’essa università sopra lo patrimonio e beni di quella, e
cossì eseguirete con effetto senza aspettar da noi altro mandato ne consulta, e
delle presenti nostre lettere contraria revocatione, ne supercessoria alcuna
eseguendo nisi fuerit parte citata et audita juxta capitulum Regni contrarium a
contrario sub pena florenorum mille fisco regio applicandorum. Data Panormi die
vigesimo nono Februarij nonae Ind. 1580. - Marcus Antonius Colonna, vidit
Grimaldus, dominus vicerex mandavit mihi Valerio Arcabaxio; visis per
Grimaldum, presententur et exequantur, Ascanius de Barone delegatus.
Die decimo
tertio Januarij nonae ind. 1581 - presentes literae presentatae sunt per
eximium de Barone delegatum quod exequantur et deinde virtute aliarum literarum
delegatorialium fuit destinatus delegatus magnificus et eximius dictus Ascanius
de Barone U.J.D. civis predictae civitatis Agrigenti tenor quarum in omnibus et
per omnia per modum ut infra sequitur:
Philippus
etc. Vicerex in hoc Siciliae Regno Magnifico Ascanio de Barone U.J.D. fideli
Regi dilecto salutem.- Simo stati supplicati e per noi provisto del tenor che
siegue videlicet:
Illustrissimo
et Ecc.mo Signore, Bartolo Curto, Pietro Barberi, Cola Capobianco et consorti
foro creati deputati circa la questione vertente fra l’università della terra
di Racalmuto e l’illustre conte di quella ottennero lettere di V.E. a 29 del mese di febraro p.p. dirette al Magnifico Eustachio Protopapa
Sindicatore degente in la Città di Girgenti per conferirsi in detta terra di
Racalmuto, e congregari consiglio confirmari l’accordio che s’have trattato, e
tratta tra essa università e dettoillustre conte, e cossì come largamente si
contiene in dette lettere, e perché il detto magnifico sindacatore si partio
della detta città che aveva finito detto officio supplicano a V.E. sia servita
provedere ed ordinare per manco interesse e dispensio di quella povera
università in loco dello detto magnifico sindacatore abbia d’eseguire le dette
lettere di V.E. alcun dottore degente in la città di Girgenti, o di Naro che
sono propinqui di detta terra di Racalmuto benvisto a V.E. e si muti il nome in
dette lettere di detto sindicatore, e si metta al detto dottore eligendosi per
V.E. ut Altissimus etc. Martius -
Panormi die duodecimo Aprilis octavae ind. 1580 - Ex parte Eccellentiae
Illustrissimi Domini Proregis M.R.C. provideat pro ut convenit Antonius Martius
Secretarius et referendarius, in conformità della quale nostra provista con
voto e parere di detta R.G.C. per tenor della presentevi dicimo committimo ed
espresse mandamo che vi debbiate conferire in detta terra di Racalmuto et exequiri questi littiri a detto Magnifico Protopapa
olim Sindicaturi in detta città di Girgenti iuxta eorum seriem continentiam et
tenorem. Data Panormi die 29 februarij octavae ind. 1580 e seguendo tutti e
singoli premissi in dette lettere contenti facendovi pagare per vostre giornate
sopra [a.v.: iuxta]la forma di nostre lettere che noi per la presente vi damo
la medesima autorità potestà, ac vices et voces nostras et M.R.C. cum suis
dependentibus et emergentibus annexis et connexis iuxta seriem continentiam et
tenorem di dette lettere, e cossì quelli osservirete ed eseguirete, comamndando
ancora a tutti e singoli officiali dello Regno che vi debbiano prestare
brachio, e favore tante volte quante per voi sarranno richiesti e non farrete
il contrario non aspettando da noi altro mandato, ne consulta ne di dette
lettere, ne delli presenti contraria revocatoria ne supercessoria alcuna nisi
fuerit abscripta P.E. et audita iuxta Regni capitulum.- Panormi die tertio
Junij octavae Ind. 1580 Marco Antonio Colonna - vidit Grimaldus - Dominus
Vicerex et generalis capitaneus mandavit mihi Antonio Martio - Visis per
Grimaldum - presententur et et exequantur in forma Ascanius de Barone delegatus
die tertio decimo Januarij nonae indictionis 1580 [a.v., più corretta: 1581] presentes
literae presentate sunt per eximium dominum de Barone delegatum quod exequantur
quibus literis exibitis et presentatis dicto magnifico Ascanio fuissent ex inde
exequutae et presentate quarum vigore dictus magnificus Ascanius delegatus in
Maiori Ecclesia dictae terrae Racalmuti loco solito et consueto detinere
consilio ubi fuit congregatio omnium populorum facta et convocata ad sonum
campanae ut moris est iuxta continentiam ipsarum literarum proposuit et suam
propositionem fecit eius consilij et expositionis dicti domini Ascanij
responsiones [a.v.: responsionis] dictae universitatis talis est ut infra
sequitur, videlicet:
Die decimo quinto januarij nonae ind.
1581- Consilium congregatum et eximium dominum Ascanium de Barone U.J.D.
delegatum E. Suae virtute literarum datarum Panormi die tertio Junij octavae
Ind. 1580 et aliarum literarum, ad sonum campanae in maiori Ecclesia terrae
Racalmuti die dominicae, vocatis et congregatis duabus tertijs partibus
populi invenire [a.v.: intervenire]
solitis in consilio pro ut cum juramento retulerunt mihi: Laurentius
Justinianus, Jacobus Monteleone et Antonius de Alaymo Jurati dictae terrae esse
duas tertias partes populi solitas intervenire in consilio super accordio facto
infra universitatem dictae terrae et illustrem D. Hieronymum de Carrectis
comitem dictae terrae, per quem dominum de barone delegatum fuit expositum in
dicto consilio tenoris sequentis videlicet
Tempo fa mi permettevo di annotare:
Ritornando
al nostro tema del carteggio del 1577, resta evidente che vi si trova uno
spaccato della vita pubblica comunale, dal taglio democratico, con istituzioni
pubbliche che esulano dal diritto romano e da quello del sorgere dello stato
moderno; affiora qualche dato che fa pensare alla tipica organizzazione greca
della Polis, con la sua Ecclesìa, e con il ricorso al voto cittadino espresso
in una solenne adunanza tenuta nell’Ecclesiastérion.
Al suono
della campana della Ecclesia dell’Annunziata, sita nel centro della grande
piazza di Racalmuto che dal vecchio Santissimo si allargava nello spiazzo ove
ora sorgono le torri campanarie della Matrice e si riversava nell’attuale
Piazza Castello per risalire nel largo ove ora sonnecchiano i palazzotti degli
invadenti Matrona [la vaniddruzza di Matrona].
Nel
confrontare l’attuale assetto urbanistico con
quello che l’ex voto del Monte ci fa intravedere, c’è da esecrare la
mania piccolo borghese degli arricchiti di Racalmuto dello scorso secolo di
piazzarsi con i loro casamenti sopraelevati sulle case terrane (o al massimo
solerate) nel bel mezzo della storica piazza dell’Università di Racalmuto. E
dire che riuscirono a farsi credere anche dalle menti più elette del nostro
paese come dei benemeriti filantropi!
Certo
marginale appare il ruolo dei del Carretto in questa vicenda fiscale. Quel che
rileva è il ricorso pubblico al prestito, quello cioè che oggi avviene tra i
Comuni e la Cassa Depositi e Prestiti. Solo che allora per Racalmuto siffatta
Cassa DD.PP. era nient’altro che uno strozzino di Agrigento, tal Caputo,
superriverito ed adulato dal pubblico notaio.
Oggi non ne sono tanto sicuro: Finora ho
sfruttato l’incultura imperante al mio paese per andare esente da critiche … ma
è giunto il momento che qualcuno – autorevolissimo – mi corregga. Spero per
iscritto in modo che possa pubblicare qualcosa di serio sulla storia del mio
paese.
La riverisco con incommensurabile stima e mi
dichiaro Suo dev.mo
Calogero Taverna – via Lorenzo
ROCCI, 68 – 00151 ROMA tel. 0665742876
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