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Men che Liala
Io men che Liala ho dismesso il mio usual magro pranzare per recarmi in fretta e furia in via Jenner qui a Roma a ritirar un temuto romanzetto senza trama.
Vado per giunta con uno dei bus dell'Atac che tra Marino e commissari vari in attesa che una fervida femmina targata cinque stelle ci grilletterà tutti non è che siano stellari per sollecitudine e borghese comodità: e ti fanno aspettare per le strade romane che pur periferiche sono rombanti di fumi perniciosi e fan sottili polveri che un precoce mal oncologico te lo infilan dentro: non sarà là ma sempre funereo è.
Vantaggio: data l'ora, posta vuota e turno veloce. Sì è proprio il gran parto letterario che attendevo. Esibisco l'avviso, mostro per l'ennesima volta la mia unica carta d'identità. Fa presto a trovare l'involucro il mio amico ufficiale delle repubbliche poste. Firmo. Prendo il pacco. Rito concluso. ma quando mai! Dico: tutto a posto? No. mi dice. Non lo sapeva? C'è da pagare. Penso qualche integrazione postale. Ma quando mai! Chiedo: quanto? Ventuno euro, e che non lo sapeva? (veramente no, mi dico tra me e me)- Ma sono gentiluomo, cerco qualche adeguato biglietto della BCE. Solo biglietto da 50. Mi trovo un euro spiccio e do biglietto e moneta.
Là stesso scarto e vedo il libro non so se viola o Viola è lei quella che appare in imitazione della santa Teresa del Bernini. Insomma una donna che si accontenta del piacere solitario. In busta vi sta scritto Euro 21.000 (sic). Oddio! mi ha trattato bene il mio amico ufficiale postale. Cribbio! un astronomico costo per un beneficio nullo (se lo sa Vosco mi rilicenzia dalla Banca d'Italia). No! in lettere si precisa, bastano ventuno euro.
In copertina si dice Euro 18. Il soprassoldo di tre euro che sarà mai? Anno di pubblicazione: 2010. termine di decadenza spirato. Come dire già rimanenza di magazzino. Pe due o tre euro sulle bancarelle del Viale Dei Colli Portuensi questo il prezzo di mercato. Mi dico: ma potrò almeno recuperare il valore ella dedica. Leggete bene; non è personalizzata. Cliscé per scrivere la solita puerile contraddizione in termine. Ma direbbe il prefazionista Alessio Patti: coincidentia oppositorum. Per consolarmi persisto, mi venderò la firma: uno sgorbio illeggibile.
Insomma io re degli ispettori bancari della Banca d'Italia sono stato sonoramente sodomizzato da una calzaturiera marchigiana.
Prima o poi doveva succedere.
Acquisisco però un gran gioiello letterario, niente meno che la prefazione del sicul misticheggiante tra tiasi di albe dal poetico verso saffico. Nome e cognome sbattuto in copertina.
Strabuzzo: tra un "rem tene" e un Dionigi di Alicarnasso il tronfio brocardo che sancisce 'non parole asservite ai contenuti ma contenuti aserviti alle parole', gesuiticamente marpionesco per dire parole al vento:via col vento insomma.
Io men che Liala ho dismesso il mio usual magro pranzare per recarmi in fretta e furia in via Jenner qui a Roma a ritirar un temuto romanzetto senza trama.
Vado per giunta con uno dei bus dell'Atac che tra Marino e commissari vari in attesa che una fervida femmina targata cinque stelle ci grilletterà tutti non è che siano stellari per sollecitudine e borghese comodità: e ti fanno aspettare per le strade romane che pur periferiche sono rombanti di fumi perniciosi e fan sottili polveri che un precoce mal oncologico te lo infilan dentro: non sarà là ma sempre funereo è.
Vantaggio: data l'ora, posta vuota e turno veloce. Sì è proprio il gran parto letterario che attendevo. Esibisco l'avviso, mostro per l'ennesima volta la mia unica carta d'identità. Fa presto a trovare l'involucro il mio amico ufficiale delle repubbliche poste. Firmo. Prendo il pacco. Rito concluso. ma quando mai! Dico: tutto a posto? No. mi dice. Non lo sapeva? C'è da pagare. Penso qualche integrazione postale. Ma quando mai! Chiedo: quanto? Ventuno euro, e che non lo sapeva? (veramente no, mi dico tra me e me)- Ma sono gentiluomo, cerco qualche adeguato biglietto della BCE. Solo biglietto da 50. Mi trovo un euro spiccio e do biglietto e moneta.
Là stesso scarto e vedo il libro non so se viola o Viola è lei quella che appare in imitazione della santa Teresa del Bernini. Insomma una donna che si accontenta del piacere solitario. In busta vi sta scritto Euro 21.000 (sic). Oddio! mi ha trattato bene il mio amico ufficiale postale. Cribbio! un astronomico costo per un beneficio nullo (se lo sa Vosco mi rilicenzia dalla Banca d'Italia). No! in lettere si precisa, bastano ventuno euro.
In copertina si dice Euro 18. Il soprassoldo di tre euro che sarà mai? Anno di pubblicazione: 2010. termine di decadenza spirato. Come dire già rimanenza di magazzino. Pe due o tre euro sulle bancarelle del Viale Dei Colli Portuensi questo il prezzo di mercato. Mi dico: ma potrò almeno recuperare il valore ella dedica. Leggete bene; non è personalizzata. Cliscé per scrivere la solita puerile contraddizione in termine. Ma direbbe il prefazionista Alessio Patti: coincidentia oppositorum. Per consolarmi persisto, mi venderò la firma: uno sgorbio illeggibile.
Insomma io re degli ispettori bancari della Banca d'Italia sono stato sonoramente sodomizzato da una calzaturiera marchigiana.
Prima o poi doveva succedere.
Acquisisco però un gran gioiello letterario, niente meno che la prefazione del sicul misticheggiante tra tiasi di albe dal poetico verso saffico. Nome e cognome sbattuto in copertina.
Strabuzzo: tra un "rem tene" e un Dionigi di Alicarnasso il tronfio brocardo che sancisce 'non parole asservite ai contenuti ma contenuti aserviti alle parole', gesuiticamente marpionesco per dire parole al vento:via col vento insomma.
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