Quando l’Edrisi
licenziò la sua Geografia (nome cognome e titolo sono troppo reboanti per trascriverli qui)? Direi tra il 1132 1e il 1154, attorno al 1150
insomma. Si era in Sicilia sotto Ruggero il Normanno. Verso la vecchiaia avrebbe ordinato a questo colto arabo quella che chiamiamo la Geografia
dell'Edrisi.
Chi ama l'erudizione
avrebbe di che scrivere e correggerci. Ma il nostro è intento è ben altro: cercare
notizie ghiotte su Racalmuto.
A prima vista sembra
che in quella geografia Racalmuto vi sia e succulentemente rappresentata. Vi
abbiamo abboccato un tempo a nostra volta. Ora ci andiamo molto più dissuasi
sino a pensare che in Edrisi l'attuale Racalmuto e dintorni non ci stanno manco
alla lontana.
Attorno all'anno mille,
il miglio a quanto corrispondeva in metri odierni oggi attestatisi su 1.609
circa? Poco più poco meno diremmo.
Dunque trascriviamo da Michele Amari che trascrive
l’ Edrisi dall’arabo e da chi l’ha tradotto in italiano: "Il Fiume Platano
vi scorre a levante.
“ Da Platano a 'g a r d u t a h ' è 's u t i r' (comune di Sutera), casale
circondato d'ogni banda da montagne, popoloso, iindustre, frequentato di
passaggio da chi va e viene [tra Palermo e Girgenti?] Da Sutera a
'g a r d u t a h' [contansi]
nove miglia e da Sutera al castel di Cammarata, del quale abbiam detto di
sopra, diciotto miglia per tramontana.
"Similmente da
Girgenti ad ‘a l m i n s a r (la sega)
diciotto miglia tra levante e
tramontana. Questo è castello in cima di
un monte scosceso; castello è abitato e coltivato da naturali, ha molte
terre da seminare e ridonda di produzione (agraria). Da 'a l
m i n s a r ad 'a l q
a t t a' (il tagliar di pietre, comune
di Canicattì) verso mezzogiorno , dieci miglia.
" Canicattì, luogo
elevato sta proprio] in vetta ad un monte; produce delle civaie e molti altri
frutti della terra, (gode) grande ubertà e [gli abitanti hanno] non pochi mezzi
di guadagnare e avvantaggiarsi. Di qui a Girgenti (corrono) dodici miglia per
ponente; ed al [fiume] Platani venti per tramontana.
"Da Girgenti
a n a r u
(comune di Naro) dodici miglia
per levante. Naro casale importante e
grosso villaggio., ha mercati frequentati, industrie attive: tienvisi anco una
fiera a giorno fisso. Ha di più dei campi da seminare non interrotti e de'
colti in gran copia.
Da Naro a Canicattì per settentrione dieci miglia, e
ad 'a s
s a b u q a h (Sabuci) undici
miglia tra mezzogiorno e levante".
Noi ci fermiamo qui
tralasciando il territorio di Caltanissetta ove peraltro dovrebbe trovarsi
questo SABUCI che come avverte lo stessi traduttore non può essere Sambuca
Zabuth.
Certo a noi ci fa molto
pensare questa nota che può anche apparire un mettere le mani avanti. Il
traduttore in italiano di Michele Amari si cautela affermando che: "Nella
trascrizione dei nomi si è tenuto il sistema di far corrispondere ad ogni
lettera araba una sola del nostro alfabeto, modificando con punti ed altro segni
quelle che devono rappresentare lettere diverse alle nostre nella pronunzia. E'
con leggera variante , il sistema adottato comunemente in Germania, soprattutto
da questa benemerita Società Orientale."
Quindi nel passaggio da una lettura del testo
arabo alla pubblicazione di quel testo alla traduzione in italiano molti vi
metton mano e a me sorge il dubbio che tra un passaggio all'altro la traduzione
diventa trasfigurazione. E a me interessa un solo passo e un solo nome:
Gardutah era scritto proprio così e si deve leggere proprio così? Cerrto se
Gardutah dovesse riguardare l'ampio territorio di Racalmuto avrebbe ragione
padre Salvo ad attribuire quel toponimo a GARGILATA. Oltretutto se un miglio
anche per Edrisi equivaleva a 1.609 ml. i conti tornerebbero. Ma una cosa osta siffatta
lettura. Poso affermare senza tema di smentita che nel 1150 Gargilata, pur con
qualche abitazione (ma sporadica), non poteva essere "grosso casale e luogo popolato” (anche
se vi potevano essere "orti ed alberi molti e terreni da seminare [ben]
coltivati”.
Ma se tanto mi dà tanto
neppure ci si può riferire a Racalmuto che - non ho dubbi di sotta - quale è
adesso sorge all'inizio del 1.200 da un certo nobile (conte o barone o altro
che fosse) Muscia di Modica; e aggiungasi che il toponimo non è del tempo della
dominazione araba o a ridosso quando subentrarono
i Villani e gli arabi per sopravvivenza divennero Marrani perché così imponeva
il vescovo borgognone di Girgenti, il santificato Gerlando. Il toponimo viene
da Petralia Sottana o Soprana che sia, stando al Cusa e, non togliendomi manco io il piacere di congetturare, quel toponimo
venne importato da noi da certi padri benedettini quando si piazzarono a lu Chiuppu
con quel convento ove sfruttarono tanta roccia da costruire chiese e palazzi
come la nostra Matrice ( per non parlare di altre piccole chiese racalmutesi) e
persino certi "puntoni" dei pretenziosi palazzotti degli usurai
arricchitisi del tipo di quelli che dicono esserci a Regalpetra.
Quanto a Grotte e a Montefìdono, presi di mira daMichele
Amari e alcune sue ricognixzionigeogragrai, siano peggio di rima.Gardutah , se
cosè i lege il topnimo dell'Edrisi, non 'erntra proprio nente, E Montedoro e
Grotte. ad onta di chi mi ci vuole inciuciare, nscono molto più tardi, diciamo
a epoca Moerna bella e iniziata.
Ma mi disorienta il chilometraggio dell'Edrisi. Gardutah, se
dovesse essere la nostra Racalmuto sarebbe a nove miglia da Sutera, come dire
14,482 km. da Sutera che poi sarebbe diciotto miglia lontana da Cammarata , diciamo
28,962 km- da Cammarata. Se poi Al Minsar è Sant'Angelo Muxaro per come
discetta il nostro avvocato Picone. abbiamo che tra Sant'Angelo Muxaro e
Agrigento ci sarebbero lo stesso 28,962 Km. Cosa che andrebbe a contrastare col
fatto che Al Minsar sembra più essere il nostro Castelluccio (Gibillini) che quel S. Angelo là. E ciò si
desume dal fatto che poi Al Minsar sarebbe a 10 miglia da Canicattì, 16 chilometri
Certo il nostro valente ing. Cutaia adottando brillantemente il
criterio di sovrapporvi il sistema delle regie trazzere mi pare che in un bel libro ottimamente fotografato afferma di
avere fatto quadrare il cerchio.
Francamente non lo crediamo. Quello che mi interessa di più
in quel valido testo è il richiamo alla rete borbonica delle trazzere. Questo
Comune distratto dovrebbe prendere di là l’abbrivio e sfruttare magari il
novello piano Comunitario di finanziamenti e procedere ad un recupero e ad una
attivazione della rete delle trazzere che son da trama per tutto il territorio racalmutese.
Lavoro, indotto, turismo, risanamento del paesaggio e soluzione della
transitabilità invernale per il nostro agro coltivabile. tutto in uno. Certo si potrebbero andare a
toccare strane appropriazioni indebite o certe occupazioni molto discutibili di
semi carreggiate. Un po’ di moral suasion e il problema sarebbe risolto in modo
indolore. L’altra estate attraversavo una di queste smunte trazzere in quel del
Serrone. Stavo addirittura in quella che ora è pubblica mulattiera sia pure
interpoderale. Un truce vecchio attorniato d cani queruli e minacciosi finse di
non accorgersi ch quei cani mi si stavano avventando contro. Ma avevo il mio bastone e potei passare oltre indenne.
Mi ecco inseguirmi quel vecchio con un triciclo quanto in regola Dio solo lo
sa. E osa avvetarmisi contro. L’ho subito ammansito con il classico: “voi non
sapete chi sono io. Dammi i documenti.
Si rigirò e così ripresi a
discendere per il Ponte del Carmelo non so se stizzito o divertito.
Calogero Taverna
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