Carissimo Alfredo
Torno a scriverti col computer così non devi cimentarti con
la mia pessima calligrafia. Peraltro sono decenni che non prendo la penna in
mano.
Venerdì mi dici che dovevi sostenere un esame. Come è
andato? Mi commuovi perché mi sembri un ragazzino che deve fare gli esami di
ammissione. Meglio così: vuol dire che il carcere non ha distrutto la tua
infantilità. Quel bene di cui parla Pascoli.
Ti dilunghi su Heghel. Che devo dirti? A scuola si fa e si faceva
storia della filosofia non filosofia. Specie dai preti. Così c’era modo di
farti credere che i filosofi o erano in linea
con le panzane di santa romana chiesa, o dicevano minchiate. Si capisce
che non essendo nessun filosofo in linea con santa romana chiesa erano tutti minchioni. Ed
il massimo era Heghel.
Ora che son veccioi sto in mente mia rivalutando Heghel specie
in cose di stato. Naturalmente questo mi porta ben lontano dai patetismi anti
ergastolo. Mi porta invece molto vicino a tipi come te, che essendo ora di
tutt’altro convincimento ed uomini di cultura si ha l’obbligo di farli produrre
idee in piena libertà.
Per certi assassini che dopo imbestialiscono di più, non so
che dire. Sono con Heghel e arrivo a dire che lo Stato ha delle ragioni he
l’umana ragione non comprende ed ha una morale (meglio etica) che la morale
comune non approva.
Spero che possa rispondermi con il computer. Mi dici che si
sono cacati sotto per l’attenzione di gente come Adragna, Sofri, Veronesi etc. Speriamo
bene. Speriamo che non ricorrano alle sornionerie poliziesche. Che non facciano
contenti e gabbati quelli che tanto si aspettano. Di solito ho sempre ragione.
Mai come in questo caso mi auguro di avere torto.
Ti abbraccio paternamente
Calogero Taverna
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