Abbiamo qui una foto emblema, la solida triade che ben tre lati diversi unisce:
un vescovi che cerca di cancellare ogni traccia del suo predecessore, Peruzzo,
ma vediamo che anche qui si ostentano i segni della opulenza per l'intima
convinzione che omnis autoritas a Deo; se presule si è anche dominus,
dominatore delle cose della terra. Giuseppe Petralia ha persino e supera forse
l'imponenza fisica del Peruzzo: visti entrambi in foto sembrano persino
identici tanto da confondersi. Petralia porge il suo anulare che crediamo
opulento al bacio di un remissivo contadinotto, sì con mantella sopra una
simbolica cotta, un misto di albore di celestiale spiritualità ma macchiato di
un colore che crediamo violaceo allusiva di una supremazia su una terra su
varie parrocchie su diversi preti: padre Puma flesso riceve il mandato
arcipretile sotto l'occhio serio e dignitoso del terzo lato di questo strano
triandolo: il neo spossessato arciprete Casuccio c
he in quel momento deve far
ricorso a tutto il suo altero spirito per non disdegnare quelli che lo hanno
aggirato ed umiliato e spogliato dell'arcipretura. Avremo credo modo di meglio
illustrare questi aspetti della storia ecclesiale di questa strana terra di
Racalmuto, piccolo lembo di paradiso nelle sue apriche campagne, landa infida
di una umanità minore rissosa e dimessa, in cerca sempre di eroi quali mai
riesce a trovare. Siccome profondamente veridico avversiamo per sopravvivenza
Sciascia quando così vede Racalmuto: umano consorzio in cui molto "lontana
è la vita dalla LIBERTA', dalla GUSTIZIA, cioè dalla RAGIONE. Sottomessi e
pravi, quindi dementi, c'è poco da essere allegri.
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