Famiglia Vassallo
L’agone
elettorale agrigentino aveva visto come protagonisti i seguenti deputati:
Elezioni
del 16 novembre 1919:
Partito liberale democratico:
Abisso Angelo (voti di lista 23.516)
voti personali 8.825 + 65;
Guarino Giovanni ( “
“ “ “
) “ “
14.267 + 62;
Pancamo Antonino (
“ “ “
“ ) “
“ 6.109 + 153.
(Non eletti:
Brucculeri Giuseppe, La Lumia Ignazio e Scaduto Francesco)
Partito Popolare Italiano
Fronda Eugenio (voti di lista 12.206) voti
personali 5.115 + 72.
(Non eletti:
Arone Pietro, Micciché Giovanni, Montalbano Domenico, Messina Giuseppe,
Parlapiano Vella Antonino)
Partito Democratico
La Loggia Enrico (voti di lista 19.383)
voti personali 5.925 + 0;
Vecchio Verderame Gaetano Arturo.
(Non eletti:
Vaccaro Michelangelo, Caramazza Ignazio, Picone Gaspare Ambrogio).
Partito Socialista Ufficiale
Voti 6.813:
nessun eletto.
(Non eletti:
Arancio Antonino, Cammarata Giuseppe, Friscia Michele, Giuliana Francesco,
Sessa Cesare (voti n.° 2.554), Vernocchi Olindo).
elezioni
del 25 maggio 1921
Partito Democratico Liberale
Verderame Gaetano arturo (voti 12.402)
Alleanza Democratica Sociale
Pasqualino Vassallo Rosario (voti 112.623)
Colajanni Napoleone
Lo Piano Agostino
Abisso Angelo (voti 95.146)
Camerata Salvatore
Guarino Amella Giovanni (voti 93.247)
Sorge Francesco.
(Non eletti
Pancamo Antonino e Adonnino G. Battista).
Partito Democratico Riformista
La Loggia Enrico (voti 31.114)
(Non eletto:
Ambrosini Gaspare con voti 22.032)
Partito Comunista Italiano
Voti di lista
8.071. Non eletto Sessa Cesare con voti 4.367.
Partito Popolare Italiano
Vassallo Ernesto (voti 46.922)
Cascino Calogero
Aldisio Salvatore.
Partito Socialista Ufficiale
Costa Mariano
Cigna Salvatore Domenico.
Le elezioni del
6 aprile del 1924 si svolsero - come noto - con un listone nazionale cui andava
il premio di maggioranza in base alla legge Acerbo. Per la Sicilia, tale premio
si risolse invece in un danno, facendo perdere alla lista nazionale
d’ispirazione fascista due deputati. Annota il Renda ([1]):
«Il risultato elettorale, nella sua essenza, fu il risultato di un ampio e
indiscutibile consenso politico. Il previsto premio di maggioranza si risolse
in danno anziché in vantaggio del listone. In base ai voti ottenuti, infatti, i
deputati eletti avrebbero dovuto essere 40, cioè due in più dei 2/3 (38)
consentiti dalla legge. Non era dunque retorico parlare di trionfo.»
Elezioni
del 16 aprile 1924
Venivano eletti
nel
Partito della Democrazia Sociale
Colonna di Cesaro’ Giovanni (voti
25.307);
Guarino Amella Giovanni (voti 9.455);
Lo Monte Giovanni (voti 12.537);
Fulci Luigi (voti 7.779);
Restivo Empedocle.
(Non veniva
eletto Giulio Bonfiglio: voti 5.715).
Partito dell’Opposizione Democratica
La Loggia Enrico (voti 5.259).
Partito Comunista
Lo Sardo Francesco (voti 5.057).
Partito Socialista Massimalista
Vella Arturo (voti 2.581)
Il
listone nazionale ebbe, come si è detto, il pieno: i deputati che in qualche
modo avessero attinenza con Agrigento furono:
Lista Nazionale (n.° 21)
Cucco Alfredo (voti 52.973)
Abisso Angelo (voti 32.184)
Pasqualino
Vassallo Rosario (voti 22.348)
Vassallo
Ernesto (voti 21.017)
Palmisano Paolo (voti 18.408)
Riolo Salvatore (voti 21.017)
Gangitano Luigi (voti 5.718).
In quella
tornata elettorale i trombati di lusso della provincia di Agrigento furono:
Giulio BONFIGLIO (voti 5.715) della Democrazia Sociale del duca di Cesarò e
Cesare Sessa (voti 3.004 del Partito Comunista). Riesce a farsi, invece
eleggere, sia pure con pochi voti, il Gangitano, una figura di ex conbattente e
quindi di fascista di vecchia data (lo troviamo attivo a Racalmuto nel lontano
1919).
1)Alterius clusae cum terris
scapulis cum vineis, arboribus et alijs exstentis in dicto pheudo Racalmuti et
in contrata nominata di Bovo seu Montagna confinantis ex una parte cum vineis
et terris ditti de Signorino, cum clusa noatarij Francisci de Puma et cum clusa
don Antonini Bartholotta, nec non cuiusdam vineae cum terris scapulis exstentis
in dicto pheudo Racalmuti et in contrata nominata della Fontana della Fico
confinantis cum vineis quondam Antonini
Vassallo, cum vineis Isidori Lauricella Erarij et cum vineis Pauli
Bucculeri alias Gialì, indebité
possessarum per dictum Sacerdotem don Petrum Casucci.
Notai: Alaimo Michelangelo
- Gaglio Ferdinando - Vassallo Giuseppe
Antonio.
Noi restiamo convinti che quella tremenda missiva sia stata
concepita dal gesuita ed il fatto che si sia nascosto dietro le brume della
firma ambigua non depone a favore del primo dei due gesuiti di casa Nalbone.
Quella lettera ci torna comunque a fagiolo perché ci dà una testimonianza
preziosissima sugli sviluppi del circolo unione. Siamo nel 1875; infuria lo
scontro tra il clan del giovane barone Luigi Tulumello e quello, saldissimo,
dei Matrona. I Matrona sono davvero arroganti, sperperatori del pubblico denaro
delle casse comunali per faraoniche opere pubbliche, vessatori e tassaioli,
mafiosi e massonicamente corazzati. Si
beffano di tutti gli avversari: professori e preti, gesuiti e notabili
avversari. Sia chiaro: il Nalbone anche allora era espressione di un casato
racalmutese potente. Quello che certi denigratori dell’attuali circolo unione
vanno dicendo è falso. Con il sacerdote Benedetto Nalbone (1709-1793) un ramo
di quella famiglia risalente agli albori anagrafici della nostra Racalmuto del
1554 aveva fatto un salto sociale cospicuo, inarrestabile. Il prete (figlio di
Giuseppe - 1671-1736 - e di Anna Maria
Vassallo e nipote di tal Benedetto) aveva raggiunto una cospicua posizione
economica, consentendo al fratello Giovanni Vito (1710-1755) di sposare una
Baeri,
[Archivio Centrale dello Stato
- Roma - Ministero Interno - Pubblica
Sicurezza (P.S.) - Busta 80 sf. C
1]
Archivio Centrale dello
Stato - Roma - Ministero Interno -
Pubblica Sicurezza (P.S.) 1925 - Busta 80 sf. C 1]
Espresso del 30 luglio 1925.
«il 15 andante circa 120 operai della miniera di zolfo Terrana di
racalmuto e Grotte si astennero dal lavoro pretendendo l'aumento del salario in
seguito dell'avvenuto aumento del prezzo dello zolfo. Alle ore 9,30 dello
stesso giorno operai predetti recaronsi quello scalo ferroviario assistere
passaggio On. Farinacci, che fermatosi pochi minuti promise suo intervento
favore operai stessi. Però giorno 20 successivo tutti zolfatai bacino minerario
Racalmuto e Grotte, segno solidarietà e per analogo scopo si astennero pure
lavoro. Di seguito laboriose trattative .... fu raggiunto accordo sulla
base ... dell'aumento del 10 % sui
salari attuali a decorrere dal 1° Agosto p.v. ..»
Testo accordo:
«L'anno 1925 addì 28 luglio nell'Ufficio di P.S. di racalmuto alle ore
12.
«Sono presenti i sigg: Comm. Angelo Nalbone esercente miniera
Cozzotondo, Cav. Rosario Falzone esercente miniera Giona G. e P. Galleria,
Mattina Salvatore di Gaetano in rappresentanza degli esercenti della miniera
Giona-Salinella N.°3-6; il cav. Baldassare Terrana esercente della miniera
Dammuso, il Cav. Vassallo Ernesto esercente miniera Quattrofinaiti Vassallo, il sig. Ricottone Giuseppe fu Giuseppe in
rappresentanza per la sua parte della miniera Gubellina ... e dall'altra parte il sig. Lo Sardo
Giuseppe fu Nicolònella qualità di presidente del locale Sindacato Fascista
Zolfatai, Piazza Salvatore di Salvatore nella qualità di Vice Presidente, il
sig. La Mastra Giuseppe di Nicolò nella qualità di Segretario, i sigg.
Guastella Vincenzo fu Antonino, Taibi Salvatore fu Giovanni, Mattina Giuseppe
di Nicolò, Bartolotta Michelangelo fu Raffaele, Arturo Gioacchino fu Gioacchino
nella qualità di consiglieri di detto Sindacato, i quali per non prolungare uno
stato di cose nocivo ai reciproci interessi e anche alla Economia Nazionale
sono di pieno accordo addivenenti mercè l'opera del locale funzionario di P.S.
con l'ausilio dell'Avv. Burruano Salvatore membro del Direttorio Provinciale
fascista alle seguenti convenzioni da avere vigore in tutte le forme di legge a
datare dal 1° Agosto 1925.
«Gli esercenti tenuto conto presente l'ultimo listino del Consorzio
zolfifero siciliano n. 118 ove è segnato un aumento del prezzo di vendita in
ragione di L. 5 a quintale, concedono alle maestranze, che accettano, un
aumento del 10% sul prezzo base pagato sin oggi.
«Tale aumento unito ai precedenti aumenti dell'8 e del 6 per centosommano
un totale del 24% sul prezzo base.
«[.......]
«I rappresentanti delle maestranze si impegnano a fare riprendere il
lavoro a cominciare da domani 29 andante.»
Archivio Centrale dello
Stato - Roma - Ministero Interno
- Pubblica Sicurezza (P.S.) 1932 - Busta 41 sf. C 1]
30.6.1932
«29 corrente Racalmuto - Nalbone
Luigi proprietario esercente miniera Cozzotondo - per nota crisi industria
zolfifera - ha sospeso estrazione minerale lasciando disoccupati 74 operai
Racalmuto - Comandante Tenenza Ten. Lo Monaco.»
A.S. AGR. 4 - 226 - 1848 1849 (O.C. PAG. 217) "5 APRILE DEL 1848 GIUSEPPE CASTIGLIONE
AVANZA RICHIESTA DI PENSIONE PER LA
SCHIOPPETTATA DEI VASSALLO"
[1]) Francesco Renda - Storia della Sicilia - dal 1860 al 1970 - Vol. II - Sellerio
Editore Palermo, 1985, pag. 372.
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