Carissimo Piero, guarda che io sono elitario quasi quanto te. Sai quanto me ne frega se la gente ha voglia di prescendere dalle mie ricerche o meno. Diversamente da te, il mio mondo è quello ispettivo non è quello creaivo o letterario come quello tuo. A me basta sapere che qualcosa è come dico io e non come dice Nanà Sciascia - che di cazzate ne disse in materia di microstoria paesana per non sapere leggere le carte della Matrice che pure il buon arciprete Casuccio gli aveva messo nelle mani (cosa che il Casuccio non faceva presoché mai) - oppure come presume codesto presuntuosetto sindaco di Montedoro che si permette senza manco conoscermi di attribuirmi scivolate storiche (meglio microstoriche, in cui mi sento imbattibile).
Vedi, siamo nel 1790 (dodici anni prima della venditio tra due tuoi solo omonimi fratelli e un mastru) e guarda che bel gruppo familiare dei Carbone esisteva a Racalmuto (in basso a sinistra).
Mia vecchia idea: fare come il Mommsen ed altri grandi romanisti: una bella antologia prosopografica delle valenti famiglie racalmutesi. Altro che le Parrocchie di Regapetra, altro che l'inciucio con Grotte (CRYPTAE)!
Solo che in questo mi lasciate maledettamente solo, voi belle e viventi intelligenze del paese del sale. Mi lasciate così il gusto di convincermi che solo io so e gli altri dicono scrivono e pubblicano MINCHIATE.
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