lunedì 12 gennaio 2015

Le datità dei comuni di Grotte e di Racalmuto


Gentilissimo signor giudice Filippo Salvatore Vitello,

nella sua magistrale  ed elegante narrativa dei fatti contesi, mi pare che mi escluda sia da una legittimazione passiva sia da una legittimazione attiva per quanto attiene alla contesa  con il dottore Butera, che lei dichiara di conoscere sin da bambino. A costui Ella  ha da eccepire solo una certa abbondanza di "battute polemiche esposte peraltro con garbo e intelligenza". 

Omette, appare per tabulas, che l'eccesso sia stato rivolto contro la mia modesta persona. Quindi, una qualche legittimazione ad intervenire nella contesa deve accordarmela. Ella sta per ora a Siena e quindi ha dovuto interessarsi alla questione dei "derivati" del MPS. Che ne pensa? E' lecito o no per un comune di farne oggetto di investimento di mera alea. Le dico questo perché Grotte, proprio Grotte, intesseva intrecci "derivati" per far quadrare i dati del suo bilancio cercando abili ripari alle oscillazioni della sua liquidità futura, pensi un po' giocando con i “derivati" (mi raccomando al maschile).

Perché Le dico questo: perché se vogliamo congiungere astruse potenzialità tra i comuni di Grotte e di Racalmuto, dobbiamo partire dalla base, dalle "datità". In fin dei conti Ella è giudice e da che mondo è mondo un giudice dice: “da mihi factum, tibi dabo ius".

Invero questa è una pretesa che mi h sempre infastidito. Se a te giudice do il fatto e che non ti do un fatto che postula solo un certo tipo di jus?

Sì, io ho avuto a che fare molto con i giudici, a iniziare da quelli che un tempo si definivano "pretori d'assalto" a quelli (quasi) massimi che facevano arrogante giurisprudenza bancaria in quel di Milano (cito: il caso Sindona). Se volevo tornarmene a casa dovevo finire col sottoscrivere la tesi balorda che il signor giudice togato, dopo aver letto un mio rapporto ispettivo, aveva formulato magari minacciandomi latamente che se non aderivo alla sua tesi voleva dire che chissà chi volevo favorire, forse un  mafioso come poteva esser un qualche mio pingue paesano italo-americano. E già quella del giudice era la tesi che avevo sostenuto nel "rapporto" mentre quella che adesso volevo in modo impacciato riprospettare era o da falsa testimonianza, da favoreggiamento, roba da farmi passare il classico "brutto quarto d'ora" per il quale bastava suonare il campanello.

Capirà che a dire il vero io non ho molta stima dei giudici che uscendo dalle pandette si mettono a fare i consulenti finanziari o i progetti industriali o la segnalazione di mirabolanti potenzialità d'indole economica e finanziaria.

Ma per stringere, le dico che per me più che le potenzialità dei comuni di Grotte e Racalmuto. mi interessano le datità.

Grotte è comune capace di ardite operazioni finanziarie del tipo dei "derivati"; non credo che abbia sovrabbondanza nella compagine impiegatizia; buon per i cittadini grottesi hanno bilanci pubblici non catastrofici, possono organare servizi a tasse non iugulatorie. Poi la nota arditezza imprenditoriale ha fatto sì che quasi le potenzialità economiche racalmutesi più appetibili sono  divenute appannaggio grottese. Le terre più ubertose sono in mano loro (guardi Garamoli, guardi la Montagna),  mentre invero le potenzialità commerciali, tolto qualche esercizio alimentare  in mano ai grottesi che lavoratori instancabili non chiudono mai, né di festa né di sabato né di domenica, per il resto tutto sta finendo in mano favarese, gente tosta a cui certo non  può fare dispetto.

Racalmuto invece, gronda sangue per tasse e sovrattasse, dati i dissesti su dissesti negli esercizi finanziari comunali da quarant’tanni in qua;  ha spalmato l’ammortamento di debiti pregressi per milioni di euro pregiudicando il suo avvenire; subisce il ricatto dei precari che quadrupli rispetto al fabbisogno vogliono avere assicurato posto e e salario, anche se furono assunti a tempo (da tempo decorso) determinato. I ‘derivati’ non sanno cosa sono. Per fortuna c'è l'Italkali, quella sotto inchiesta in questi giorni, che assicura l'illuminazione nella festa della Beddra Matri di Lu Munti.

Mi limito, ma mi pare chiaro che essendoci questa diversità  alla base insanabile nonché contrapposte prospettive e così inconciliabili bilanci comunali, in fondo disomogeneità economiche, finanziarie sociali e strutturali,  le DATITA' sono tali che al momento il congiungimento è una utopia, un sogno di una notte di mezzo inverno, una battuta letteraria (dicono di Sciascia); insomma una faccenda tutta teorica, metafisica, "potenziale" appunto, niente affatto reale.

Un pericolo c'è: bisticciandoci per una onirica querelle letteraria finiamo con chiudere gli occhi sulle tragiche datità, o meglio sulla datità racalmutese (quella di Grotte non la conosco ma mi risulta confortevole).

Con ciò dico che questo dibattito non è inutile e soprattutto nessuno può seriamente ridurlo ad una "cretineria". Ottima occasione per dare a Cesare quello che è di Cesare (le datità) e a Dio, per chi ci crede, quel che è di Dio (le potenzialità). 

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