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Lillo Taverna
Questo grafico qui dimostra che i nostri antenati - quelli che stanziavano
sotto la grotta di Fra Diego - vi stavano da 5-4 e mezzo millenni prima di
Cristo. Ovvio non erano Siculi per dirla alla Tucidide e manco Sicani (se i
Sicani stando sempre a Tucidide e alle nostre strampalate cartoline illustrate
furono cacciati dalle plaghe catanesi qualcosa come 18 secoli pima di Cristo.
Quanto agli Arabi, io non confonderei gli arabi conquistatori (libici) che
credo giammai si stanziarono in questo che si chiama Altipiano di Racalmuto
(ora - non so se con l'inciucio il toponimo resterà) con i ribelli alla corte
del vescovo normanno Gerlando ( che li costrinse a convertirsi con la forza
della "parola" dissero, ma i musulmani randagi si erano stanziati a
Racalmuto attorno alla fine dell'XII secolo importando da Petralia Sottana il
nostro beneamato toponimo; peraltro parlavano 'turco' (arabo): mi domando come
potesseo cpire il francofono Gerlando!). Mi permetta l'amicissimo Pippo questo
mio mettere le mani avanti in quanto ormai con l'arteriosclersi che mi ritrovo
(sono più che ottuagenario per concordare con l'avvocato Burrano non riesco più
a tollerare le turlupinature del maestro elementare Sciascia che di queste cose
nulla sapeva; ha solo copiato fesserie e anche male.
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Lillo Taverna
Credo in Finley (anche se vedo che la comunità scientifica comincia a volere
chiarire, precisare correggere rettificare). Lo masterizzo e lo riporto qui per mera accidia.
Ma vediamo. Per il grande Finley "l'età del rame fu un’età
in cui la pietra e l'osso continuarono ad essere materiale duro più in uso (per
Malta, in realtà, l'unico)”.
Soggiunge - e da qui
quella datazione che le cartoline illustrate locali hanno appioppato alla
nostra necropoli di Fra Diego - "l'età dei metalli ebbe veramente inizio
con il bronzo, e in SIcilia probabilmente questo non avvenne se non intorno al
1800 a.C."
Dal "probabilmente" al CERTAMENTE il passo è brevissimo. Se si parla di Sicilia, allora
siamo a Racalmuto e se siamo nell'altipiano di Racalmuto (inciucio ancora
sventato) non può che trattarsi che della grotta di Fra Diego.
Sempre magistralmente, il Finley , " in Occidente, e
originariamente nella penisola iberica, ebbe luogo una serie complicata di
migrazioni, assorbimenti e riemigrazioni di popolazioni abili nella lavorazione
del rame e dell'oro". “A sentire i greci, quando essi cominciarono a
insediarsi in Sicilia nell'ottavo secolo a.C. vi trovarono tre diversi popoli,
i siculi nella metà orientale, i sicani nell’occidente e gli elemi nella regione
nord-occidentale." I resoconti greci ci sono percenuti."Il più
antico, quello dello storico Tucidide, vissuto alla fine del V secolo a- C.
.... è degno di essere citato quasi per esteso (6, 2, 1-5)."
Lillo Taverna
Noi rinviamo alla foto qui riportata. Ci basta stralciare: "Ciclopi e Lestriconi abitarono una parte
della Sicilia". "Dopo di essi pare che per primi vi si siano stanziati
i sicani". "Dall'Italia, dove abitavano, i siculi, che fuggivano gli
osci. passarono in Sicilia". "Passati un Sicilia in gran numero ,
vinsero i sicani che confinarono nelle regioni meridionali e occidentali".
Lillo Taverna
Tucidide, come tu ben sai caro Piero, è storico di gran valore. Questa sua ‘lectio
historica’ tutto sommato vige ancora.
Ma ecco che il La Rosa a Milena in fin dei conto ha
stravolto Tucidide e quindi tutta la nostra bella fantasmatica credenza del mito della grotta di Fra Diego.
Lillo Taverna
Mi dispiace; come vi si possa orientare il buon Pippo diciamo che mi diverte.
Già manco sa la differenza (tucididea) tra Siculi e Sicani. Ci fa SICULI, al
massimo saremmo SICANI. Io opto per LA ROSA e mi piace sentirmi PRESICANO,
risalente al 7.000 anni BP.
Lillo Taverna
Ora Pippo scriverà un libro credendo di doverci erudire perché va scrivendo che
noi nulla sappiamo della storia antica di Racalmuto che peraltro sarebbe quella
condita da Nanà reo di confusioni abominevoli.
Lascio stare il fatto che sbaglia la data di nascita di fra
Diego La Matina ammesso che davvero sia quello bruciato vico a Palermo. Quanto
alla storia di Racalmuto per come la rabbercia in LE PARROCCHIE DI REGALPETRA,
Sciascia stesso ci dice che ricucina la rancida minestra del Tinebra. Ma quel
che mi fa rabbia in Sciascia è quello
che - ormai dotto ed edotto - scrive nel 1982 in RACALMUTO - memorie e
tradizioni - pag. 8 (naturalmente esulto quando là disintegra la Hamilton Caico
dello "scivoloso" Messana montedorese). E soprattutto quello che Sciascia
nel gennaio 1985 spara in "Pietro D'Asaro 'il monocolo di Racalmuto'”
primo capoverso di pag. 20.
Lillo Taverna
Mi rivolgo a te caro Piero essendo tu uomo davvero di cultura che non ha paura
della verità anche quella che sommerge miti, tradizioni, idola theatri, sacre
rappresentazioni, ammonimenti della zia Carolina. Mi sembri sincrono con me
nella faccenda AMICUS PLATO, sed magis veritasi (anche se mi pare che quando
Plato sia diciamo Sciascia vorresti andarci cauto). Ma cero siamo in torale
empatia quando ignari ottuagenari racalmutesi ci vogliono dare lezioni di
storia – pur se elogiate da Macaluso e da Malgrado tutto - ed anche se amicissimi
non ci togliamo il gusto di gridar loro SUTOR NE ULTRA CREPIDAM -
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