martedì 3 dicembre 2013

I MORTI

Mi dispiace per lu zzi Tanu e di me rido di cuore. Le carrozze dei morti? ha già parlato Sciascia: stiamocene tutti zitti:
I MORTI
I morti vanno, dietro il nero carro
incrostato di funebre oro, col passo
lento dei cavalli, e spesso
per loro suona la banda.
Al passaggio, le donne si precipitano
a chiudere le finestre di casa,
le botteghe si chiudono, appena uno spiraglio
per guardare al dolore dei parenti,
al numero degli amici che è dietro,
alla classe del carro, alle corone.
Così vanno via i morti, al mio paese;
finestre e porte chiuse, d'imploarli
DI PASSAR OLTRE, DI DIMENTICARE
LE DONNE AFFECCENDATE NELLE CASE,
IL BOTTEGAIO CHE PESA E RUBA,
IL BAMBINO CHE GIOCA ED ODIA,
GLI OCCHI VIVI CHE BRULICANO
DIETRO L'INGANNO DELLE IMPOSTE CHIUSE.

Grande, grandissimo Sciascia, ma quanto odio, quale disprezzo per questo truce paese da odiare, altro che amore da marmorea lapide. E inangannati ci ingannano con fondazioni e statue plaudenti.
 

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