Se il circolo Unione non fu "fascistissimo" sino
al midollo della prima ora, è certo che ci guadò subito con simpatia prima e
con deferenza poi. Qualche mugugno dopo la presa del Potere dal Fascio per
l'abbandono forzato di nome e riti di vago sapore massonico. Ma già il 16
gennaio 1921 il Circolo - di solito molto parsimonioso - si abbona al
"Popolo d'Italia” dell'allora manco cavaliere Benito Mussolini.
L'avvocato Carmelo Burruano, fiancheggiatore scopertissimo
del movimento fascista, può passare all'unanimità socio provvisorio. Allora
mica era come adesso, che non fai in tempo ad entrare e ti consegnano il
sodalizio. Una stoccata la potremmo dare quanto al verbale n° 5, ma siamo
troppo legati a parenti di personaggi poi molto decaduti. Era il trenta di
gennaio dell'anno del Signore 1921: era passato l'8 gennaio e la grande
imperitura gloria del paese era in fasce; era già nato Leonardo Sciascia. Noi
non crediamo che davvero Sciascia amasse il Circolo sino allo spasimo. Ironico
persino nella celebrazione. Non c'è da gridare alleluia per un sodalizio la cui
memoria si rattrappisce nell'ILLUSTRAZIONE ITALIANA. In un'aria depressa ....
pirandelliana poteva un circolo di galantuomini per censo e di minores (per
ammissione statutaria), poteva salvarti "dalla solitudine, dai neri
pensieri e divenire il porto dell'amicizia, della comprensione umana,
dell'incontro civile"? Se lama tagliente vi onora delle sue confidenze
sapreste che opposto era il clima. Era dopotutto un luogo ove lasciare una
affossatura in una poltrona di cuoio e dove si stagliava disgustosamente un
personaggio da Galleria, "imbecille detestabile .. con voce dall'eco
molteplice, tanto era violenta e maleducata". Toni attenuati dopo con le
Parrocchie , il disagio umano e culturale resta tutto. Sciascia negli anni
antecedenti il suicidio del fratello. non era quello che dopo abbiamo
conosciuto: sommesso, educatino, affabile con sorriso mai beffardo ma giammai
amichevole. Rare le sue uscite eppure distruttrici, pessimisticamente scoranti.
Ecco un nostro ricordo personale: dove ora c’è la sua statua, deambulavamo con
lui in tanti. Il Giovanni evangelista però era Peppi Delfino. Sta pe sorgere
l'astro Craxi. Chi ti nni pari, Na' di stu Craxi?. Lunga pausa
dell'interrogato. Pe', iu nenti sacciu, sacciu sulu ca haiu cinquant'anno e
haiu a mmuriri ... e nun mi piaci. E questo era uno Sciascia umanissimo,
rispettoso, che abbiamo ammirato e come conterraneo ci ha dato lustro, a tutti
noi racalmutesi.
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