Me ne parlava Nerio Nesi: proprio con Leonardo Sciascia aveva ricevuto un prestigioso riconoscimento in Spagna (credo franchista). Mi diceva di disporre di un'ampia silloge di foto con Nanà vestito in pompa magna ma molto impacciato. L'avevo pregato di farne una esposizione a Racalmuto. Poi Nerio Nesi lasciò la politica e non ebbi più modo di contattarlo. Mi torna sempre incomprensibile il grande oscuramento, persino della famiglia, su questo episodio che reputo paradigmatico. Vi è sempre una controluce nelle vicende esistenziali di Sciascia. Uomo complesso, che a venticinque anni corteggiava la Morte palesando atavico sangue spagnolo, rimane inafferrabile e certo l'eterno agiografico schematizzarlo non gli rende giustizia. Mi sono appassionato nella ricerca di queste controluci che mi rendono Sciascia tanto più umano, tanto fragilmente racalmutese, tanto simile al nostro umile DNA atipico, quello di recente rinvenuto con rigore scientifico nella plaga triangolare AGRIGENTO-RACALMUTO-CALTANISSETTA, come dire Pirandello, Rosso di San Secondo e Sciascia appunto (con esclusione di ogni altro intruso). Ma schiacciato dall'orgia crescente dei plaudenti il mito di uno Sciascia sine macula, debbo forse convincermi che sono su una strada falsa e ingannevole; solo chi elogia ha ragione.
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