ARCIPRETURA
Dilecto nobis in xsto Filio D.
Laurent io Fucà terrae Racalmuti ad presens Archipresbitero Realimontis nostrae
Agrigentinae Diocesis salutem.
Inter caetera Pastoralis Officii
debita, quae prestari cupimus, illud praecipue cordi est, ne parochialibus
ecclesiasticis, quaelibet rectiribus providendi sunt, Talis Presbiteros
preficeremus quo ministerio animarum cum laudabiliter et omni ... est diligentia satisfaciant. Laicum
vacare .... cum animarum cura terrae Racalmuti Agrigentinae nostrae Diocesis
per renunciationem a R. D. Caetano Mantioned ultimo et immediato
Archipresbytero ad scripta in actis Notar. Balthassaris Marsala die 21. Aprilis
1803, per nos acceptata die 12 Maij 1803, cuius electio et collactio ad
nos nostrosque Episcopos Successores
pleno iure spectat, et pertinet fuerunt
de nostra ....mediante ppco edicto
vocati omnes qui de decta vacante ecclesia provideri cupiebant.... infra
terminum dierum decem in eadem M.C. comparere debuissent ....
presentes bullas expediri
mandavimus, quam .. de Fuca' elegimus, et nominamus ac eligere et nominare
volimus, et pronunciamur in Archipresbyterum cum animarum cura predictae terrae
Racalmuti, cum omnibus et singulis iuribus ... redditubus.. caetersque universiis ad d.um Archipresbyteratm spectantibus et competentibus ...
DISPACCI 1824-1830
ARCHIVIO CURIA VESCOVILE AGRIGENTO
REAL SEGRETERIA E MINISTERO DI STATO
PRESSO IL LUOTENTE GENERALE DE' REALI DOMINIJ al di là del faro - Dipartimento
degli affari ecclesiastici n. 1977 .
Ill.mo e rev.mo Signor
Dal Sig. Cons. Min. di Stato -.....
viene scritto il seguente rescritto.
Fra i diversi oggetti contenuti nel
rapporto del 19 dello scorso febbraio n. 266 trattò V. Ecc. del permesso
richiesto dal Vescovo di Girgenti di poter procedere al'erezione di un
beneficio ecclesiastico di mansionariato fondato da Gregorio Melisenda nel suo
testamento del 17 giugno 1822 nella madre chiesa del Comune di Racalmuto con
l'obbligo della recita del divino ufficio e della celebrazione di alcune messe
e con la riserva del patronato attivo in farore dei suoi eredi.
S. M. mi ha rassegnato questo affare
nel Consiglio Ordinario di Stato del di 20 del corrente mese di agosto-
Accordare il suo reale assendo
perchè la Comunia della madre chiesa di Racalmuto si accresca di un altro
mansionario e manifestare il suo sovrano beneplacito perchè l'ordinario del
luogo usi delle sue facoltà per erigere il medesimo beneficio ecclesiastico
giusta intenzione del Pio istitutore Gregorio Melisenda.
Napoli 29 agosto 1829
Palermo 10 settembre 1829.
PREFETTURA DI GIRGENTI ANNO 1875
INVENTARIO N. FASC.
Racalmuto, 28 novembre 1875 -
ufficio di pubblica sicurezza del mandamento - giuseppe Matrona Telegramma.
per seguito a precedente
corrispondenza le trascrivo qui appresso un telegramma spedito stamani da sig.
Matrona Gaspare di qui al sig. Lumia Francesco a Palermo.
"Macchinato sciopero avvisato
Matrona, Sferrazza, non avvenuto. Appellomi lealtà gentiluomo coaudiuvarmi
smascheramento tristi per bene 'Cimicia' - Significate Albanese
EUGENIO NAPOLEONR MESSANA -
RACALMUTO NELLAùSTORIA DI SICILIA - CANICATTI' 1969
FONTI CITATE : A.S.P. CANCELLERIA
38, F.44 V. - MEMORIALE DI MESSINA "INTRU TUTTI NUN SI TROVA UNU DINARU..."
A.S.P. PROTONOTARO 1408 17, F. 122,
123, 130 (RIFERIMENTO VAGO ALLO ZOLFO)
A.S.P. R. CANCELLERIA, LIBRI 1518,
VII INDIZIONE FOGLIO 462 (pAG. 94 DELL'OPERA DI MESSANA) "ERCOLE DEL
CARRETTO NON SI OCCUPO' DI VENDICARE IL FRATELLO, LO FECE INVECE SUO FIGLIO
GIOVANNI III, INVESTITO DELLA BARONIA IL
31.1.1519, VII INDIZIONE, IN SEGUITO ALLA MORTE DEL PADRE..."
A.S.P. R. CANCELLERIA V IND., FOGLIO
487 (OP. MESSANA PAG. 100) - "VENNE A MORTE NEL 1561 ED IL 20 DICEMBRE
DELLO STESSO ANNO S'INVESTI' IL FIGLIO GIROLAMO I (DEL CARRETTO).
A.S.P. R. SEGRETERIA VIII IND. F.
458 (OP. MESSANA, PAG. 111) " ALLA MORTE DI DON GIOVANNI IV DEL CARRETTO
PRECISAMENTE PER LA INVESTITURA DEL 14 AGOSTO 1610 LA CONTEA DI RACALMUTO
PASSO' AL FIGLIO GIROLAMO II"
(OP. MESSANA, PAG. 128 E APPENDICE
N. 5 A PAG. 463.4) 1654-1647 - INCARTAMENTI REAL SEGRETERIA ARCHIVIO STATO
PALERMO: NELL'ARCHIOVIO DI STATO DI PELERMO, ABBIAMO TROVATO SOLO DUE LETTERE
DIRETTE AL VICERè, SCRITTE DA RACALMUTO, UNA DAL CONTE DATATA 21 GIUGNO 1647 E L'ALTRA
DELLA PRINCIPESSA DI VENTIMIGLIA DEL 22 DELLO STESSO MESE DEL 1647"
A.S.P. R. CANCELLERIA IX INDIZIONE
F. 98 (OP. MESSANA PAG. 140) "DONNA BRIGIDA SCHITTINI GALLETTI INTANTO
S'INVESTI' DELLA CONTEA, CON CAPITOLO DI RE VITTORIO AMODEO II, ADDI' 10 LUGLIO
1716..."
ASP R. CANCELLERIA XIV IND. F. 89
(OP.CIT. PAG. 140) ".. I BENI DELLA CONTEA DI RACALMUTO SE L'ERA
AGGIUDICATA UNA TALE PAOLA MACALUSO DEL LUOGO NON NOBILE"..(ANNO 1721 ?)
ASP 1515-45; DISPACCI R.S. (OP. CIT.
PAG. 145) "... SICCOME HO FIRMATO LE LETTERE DELEGATORIALI SPEDITE IN
PERSONA DEL DON NICOLA CIRO CRISAFULLI DI NARO, LE QUALI MO HA RIMESSE UN
RAPPORTO DEL 20 CORRENTE, COSI' LE RESTITUISCO A V. S. PER L'ULTERIORE CORSO
27-8-1783' CARACCIOLO"
ASP DISPACCI DELA REAL SEGRETERIA
DELLA VAL DI MAZZARA N. 1515-16 5036 (OP. CIT. PAG. 146) " DEL 27 LUGLIO,
SEMPRE 1783 è INVECE UN RICORSO DI VINCENZO PETROZZELLA (IL PRIMO ERA DEL 25
LUGLIO 1783 DA PARTE DI MASTRO GAETANO AMENTHIA)
A.S.P. Z.R.S.B., 5035 (OP. CIT. PAG.
150) "NICOLO' FONTAINE FU ESPLUSO
DAL PAESE NEL 1799"
A.S.P. DISPACCI DELLA REAL
SEGRETERIA DELLA VAL DI MAZZARA, PAG. 209-1516 (OP. CIT. PAG. 161) "IL
VICERE' L'11 OTTOBRE 1783 CHIESE RAGGUAGLI AL VESCOVO DI GIRGENTI DI ALLORA
MONS. SEGRETO ED IL 3 NOVEMBRE INTIMO' PERENTORIAMENTE DI IMPEGNARE L'EREDITà
SECONDO LA PRECISA VOLONTà DEL DEFUNTO SACERDORE (PIETRO SIGNORINO).
ARCHIVIO STATO AGRIGENTO (asa) 32-
261 (OP. CIT. PAG. 162) PER LA CONFRATERNITA DELL'ITRIA CHE SAREBBE STATA
FONDATA IL 26 LUGLIO 1759.
A.S.P. INCARTAMENTI REAL SEGRETERIA
1512 (OP. CIT. PAG. 162) IL PIU' REMOTOM DOCUMENTO SUL COLLEGIO DI MARIA
RISALIREBBE AD UNA LETTERA DEL 1763 DI DON GIUSEPPE TULUMELLO AL VICERE'
A.S.P. PAG. 95 TERGO DEL VOLUME DISPACCI REGAL
SEGRETERIA 1516 - 8SETTEMBRE 1783 (OP. CIT. PAG. 165) " CARACCIOLO AL
CAPITANO DI GIUSTIZIA DI RACALMUTO SUL PRECETTO PASQUALE".
A.S.P. REAL SEGRETERIA BUSTA 5035
(OP. CIT. PAG. 187 E APPENDICE VI DI PAG. 465-6) RELAZIONE AL MAARCHESE DI
VILLALBA FATTA DALLA GIUNTA DI P.S. DI
RACALMUTO DEL 17.8.1820"
A.S.P. P.I.S.R.R. 5035 (OP. CIT. PAG. 187) ELEZIONE A DEPUTATO DI
RACALMUTO DI DON NICOLO' SALVO.
ARCHIVIO STATO AGRIGENTO - FASC. 222
CORR. DIVERSE 1820-22 (OP. CIT. PAG. 187) " RELAZIONE DEL 5.11.1820
DELL'INTENDENTE DI GIRGENTI AL LUOG. GEN. DI MESSINA SU RACALMUTO"
A.S.P. - I.R.S.R. 5035 (OP. CIT.
PAG. 191) "EPISODIO DATATO 5.7.1827 RIFIUTO DI ARRESTARE DON RAFFAELE
ACCAPUTO"
ARCH. STATO AGRIGENTO - 4 - 225
CORRISPONDENZA DIVERSA 1833-43 (O.P. P. 192) " RIMPROVERO A MASTRO GAETANO
CAPITANO, ARCANGELO FICHERA E LEONARDO PALMIERI DEL 24 FEBBRAIO 1840"
ARCH. STATO AGRIGENTO - FASC. 222 C.
d. 1820-1837 (OP. IBIDEM) "LETTERA DEL GIUDICE BAERI"
ARCH. STATO AGRIGENTRTO - 4 - 454
OP. PUBBLICHE COMUNALI - "ASTA AGGIUDICATA A M. MICHELE MARTORANA"
(O. C. PAG. 192).
ARCH. STATO AGRIGENTO - 4 - 372
ASSOCIAZIONI 1843 - 49 (PAG. 197 O. C.) 13 DICEMBRE 1842 - SINDACO DON GIUSEPPE
FARRAUTO
A.S. AGR. 4 - 94 - 95 (PAG. 215) 23
MARZO 1848
A.S. AGR. 4 - 226 - 1848 1849 (O.C.
PAG. 217) "5 APRILE DEL 1848
GIUSEPPE CASTIGLIONE AVANZA RICHIESTA DI PENSIONE PER LA SCIOPPETTATA DEI
VASSALLO"
A.S.A. 4 - 94 CORR. DIV. 1848-49
(OP. CIT. PAG. 218 E APPENDICE N. 8)
ASA 4 - 95 (OP. C. P. 221) " CASINO DI COMPAGNIA
ASA 4 - 95 E 454 - (P. 221) SINDACO
SAVATTERI - PITTORE SALVATORE PROVINZANO -
NEL 1852 VENNE APPLICATA LA TASSA RADIALE - ELENCO NOMINATIVO DI 55
FIRMATARI (OP. CIT. P. 223 NOTA)
ASA 4 - 120 - 121 (OP. CIT. PAG.
239) 10 APRILE 1860 LETTERA SU UNAùSERRATA DEGLI INDUSTRIALI DI ZOLFO DI
RACALMUTO (VEDI ANCHE PAGINE SUCCESSIVE)
ASA - 32 - 277 E 337 (PAG. 258) SUL
SINDACO GRILO E SU SERAFINO MESSANA NUOVO SINDACO -
ASA- 32 - 20 (PAG. 260) ELENCO CONVENTI DEL SINDACO GRILLO
DEL LUGLIO 1866
ASA 32 - 537 ARCHITETTO SCIASCIA (P.
262)
ASA 18 - 25 ELETTORI RACALMUTO
(IBIDEM)
ASA 18 - 23 - 1868 LOGGIA MASSONICA
DI GIOACCHINO SAVATTERI (IBIDEM)
ASA 18 - 23 - P.S. 1870 SUI TRE
PARTITI DI RACALMUTO (PAG. 264)
ASA 18 - 24 17 SETTEMBRE 1869
INDIVIDUI INFLUENTI (P. 264)
ASA 32 - 338 ... ILLUMINAZIONE A
FANTAUZZO E 1885 TAVELLI E BELLONI PITTORI
ASA 31 - 1 ... MULINI AD ACQUA
SCIME', FALCONE, BURRUANO
ASA 32 - 537 ... TASSA SUI CANI
(PAG. 268) E 338 BURRONE S. GREGORIO (IBIDEM)
ASA 32 - 186 GOZZOVIGLIE IN CASA
MATRONA (P. 269)
ASA 32 - 537 - 18 MAGGIO 1875 TOMBA
FAMIGLIA TULUMELLO-MESSANA (P. 271)
ASA 18 - 26 - 9 PARTITI AVANZATI (P.
273)
ASA
PAG. 18 FASC. 26 CAT. 9 PARTITI AVANZATI (PAG. 275)
ASA 18 - 24 LUGLIO 1873 ASSOCIAZIONE
INTERNAZIONALE LAVORATORI (PAG. 276)
ASA 18- 26 - 9 PARTITI AVANZATI
(TELEGRAMMA GARIBALDI CONTRO NALBONE) (PAG. 277)
ASA CAT. 18 FASC. 44 (41) (OP. CIT. PAG. 279)
" 15 SETTEMBRE 1875 . DUELLO MATRONA-TULUMELLO
ASA 32 - 332 MUTUO SOCCORSO (P. 285)
ASA 32 - 338 - PICCIONE CALOGERA
ASA 32 - 5 - 539 - CONVENTO S.
FRANCESCO
ASA 32 - 5 - 539 ROCORSO SACERRDOTI
(OP. CIT. P. 288)
ASA 32 - 338 - PIAZZA DEL MUNICIPIO
(P. 289)
ASA 32 - 537 OPERE LIRICHE
ASA CAT. 18 - 44 - NOTA DEL DELEGATO
P.S. MATRONA-SCIBETTA (PAG. 290)
ASA 31-1 ECONOMIA CIVICA
ASA 32 338 - MATRONA - OPERE
PUBBLICHE -(PAG. 293)
ASA 46 - 506 23 AGOSTO 1884 SAVATTERI
MASTRANZA PER 80 M. AL CIMITERO (PAG. 296)
ASA 32 - 537 (PAG. 316) - LAORI
SAVATTERI
ASA 32 - 737 (?) - ATTENTATO ON.
FILI'
ARCHIVIO DI STATO DI AGRIGENTO
Consultazione del luglio 1993
----
Inventario n. 18 - fascicolo n. 42
--
Prefettura di Girgenti - 31 - anno 1873 prot. gen. 419 -
cat. 9 - marzo
TITOLO
DELL'AFFARE - RACALMUTO: SOCIETA' OPERAIA.
DOCUMENTO
N. 1
ufficio di
Sicurezza Pubblica n. 253 - risposta a nota n. 1532 del 16 giugno - Gab. -
OGGETTO: Società operaje e clericali in Racalmuto.
Alligati 3
Ill.mo Signor Prefetto di Girgenti.
Racalmuto 11 luglio 1873
Non avendo il sottoscritto trovato in quest'Ufficio la
precedente pratica che riguarda la statistica trimestrale delle Società
Operaie, e altre, esistenti in questo Mandamento, così onde adiempiere
all'incarico ricevuto da codesta Onorevole Prefettura, col foglio a margine, ha
dovuto con non lievi ostacoli richiamare l'elenco nominativo dei Socii di mutuo
soccorso degli operaj, ch'esiste in Racalmuto, insieme al relativo Statuto, che
col presente invia alla S. V. Ill.ma, pel dippiù di risulta.
La cennata Società è composta di elemento operaio della
classe più aggiata, e d'irreprensibile condotta, non rappresenta alcun colore
politico, e la sua esistenza, ove per l'avvenire continuasse in vita, non
costituirebbe un pericolo per l'ordine pubblico, mentre è ben vista dal colore
progressista.
I mezzi di cui ha disposto, sono la contribuzione mensile,
che i socii han pagato.
Il Preside si è tal Tinebra Vincenzo, Cassiere Sferrazza Salvatore,
Segretario Orcel Giuseppe.
Sul proposito quest'Ufficio deve informare la R. Prefettura,
che la menzionata Società, se non trovasi sciolta di diritto, lo è di fatto per
taluni dissidj avvenuti fra i socii, in una ultima riunione, e perciò pel momento
si ritiene come non esistente.
Si trasmette ben pure un elenco nominativo degli affigliati
alla nuova Congrega Clericale sotto il titolo dell'Immacolata che non ha guari
istituì in Racalmuto, nella chiesa di Santa Chiara, il purtroppo noto ex Gesuita,
Padre Nalbone, oggetto del rapporto di quest'Ufficio, 25 Giugno pp. n. 224, e
ciò perchè la prelodataPrefettura ne abbia conoscenza.
I componenti tale Congrega la maggior parte sono massa
ignorante, che forse di buona fede, furono tratti dal Nalbone sotto ilpretesto
religioso, e cerca di tirarli ad un suo partito, vi sono pochi civili di
principj clericali.
La esistenza della cennata Congrega sotto la direzione di
quell'uomo, a tutti noto, col tempo potrebbe divenir pericolosa al paese, e la
classe liberale, e pensante soffre di mal'animo tale nuova istituzione.
L'Ufficiale di P. S. in missione
Luigi Macaluso.
Documento
n. 2
(Minuta
del 10/8/1873) [Annotazioni: Nalbone - Elezioni Comunali - ???]
N. 1532 -
Prot. N. 773 - Gab. del 7 agosto 1873 - SOCIETA' OPERAJA DI RACALMUTO - Minuta
dell'interno Gab. Roma
La società operaja e mutuo soccorso di Racalmuto veniva
istituita alli 6 gennaio1873, e della stessa tenni già informato il Ministro
nella statistica del 1° trimestre
ora scorso.
Nel suo nascere non spiegò tendenze politiche, limitandosi a
provvedere al bene dei socii coll'istruzione, col lavoro, col mutuo soccorso.
Taluni dei socii cercarono farla divergere dalo scopo per cui fu costituita,
insinuando messime reppublicane, altri internazionaliste, altri clericali;
cosiché fini con sciogliersi pei dissensi avvenuti fra i soci.
I promotori però, visto che tal padre Nalbone ex gesuita
approffitando dei malumori cercava fare entrare nel seno della società da lui
istituita sotto la denominazione Società dell'Immacolatataluni dei socii, adoperarono tutta la loro influenza e la
ricostituirono eliminando però tutto l'elemento clericale. Fu in tale occasione
che inviarono il telegramma al generale Garibaldi che rispose col seguente
...... (????)
Avuta la certezza che il padre Nalbone colle sue
insinuazioni poteva essere di pericolo all'ordine e sicurezza di Racalmuto l'ho
invitato a presentarsi a me, e gli ho ingiunto di allontanarsi da detto
mandamento, al che egli aderì di buon grado, promettendo di non più ritornarvi
e così le cose tornarono nel primitivo stato, e pel momento nulla havvi a
temere per l'ordine pubblico di quel paese in cui continuo a mantenere la più
attiva vigilanza.
Il Prefetto
[N.B.: Questa prima
versione della minuta risulta cancellata. Segue il docucemto che si riporta che
forse è però un seguito. n.d.r.]
In tale frattempo avvennero le elezioni amministrative; ed
il partito clericale non lasciò nessun mezzo intentato per fare riuscire i suoi
candidati sia al consiglio provinciale che comunale. Accorse in Racalmuto in
tale circostanza il gesuita padre Nalbone Giuseppe, il quale tenendo delle
congreghe tanto in casa sua che in chiesa a porte chiuse ed in ore avanzate,
fece ogni sforzo affinché le lezioni sortissero a favore del partito clericale,
ciò che diede luogo a reclami ed a dimostrazioni che, stante l'attiva vigilanza
esercitata, non ebbero conseguenze di sorta.
Il Nalbone non pago delle tante brighe che avea fatte nelle
elezioni che non gli furono punto favorevoli, pensò istituire in Racalmuto una
società sotto il nome di M. Immacolata, raccogliendo in seno della stessa tutto
l'elemento più ignorante del paese all'infuori di pochi civili, come il
Ministero potrà rilevare dalla statistica che ho rassegnata colla riservata 8
agosto.
Per contraccolpo a questa istituzione clericale i promotori
della società operaia dopo la vittoria delle elezioni, non trovarono di meglio
che ricostituirlo proclamando a presidente onorario il Generale Garibaldi che
rispose col seguente telegramma
ritrascrivere
Intanto continuando i reclami contro il padre Nalbone che
con ogni mezzo ed artifizio cercava
infondere le sue massime in quella popolazione che mal lo soffriva, a
segno che si aveano a temere serie conseguenze, ho fatto in modo che il Nalbone
si presentasse a me, e l'ho persuaso ad abbandonare la residenza di Racalmuto
pel bene dell'ordine pubblico. Egli vi aderì e difatti venne tosto a stabilirsi
a Girgenti.
Così cessarono colà i malumori, e pel momento posso
assicurare il ministro che nulla si ha da temere per l'ordine pubblico di quel
paese sul quale però faccio mantenere continua ed attiva vigilanza.
Prefettura di Girgenti - 31 - anno 1873 prot. gen. 419 -
cat. 9 - marzo
FASCICOL. N. 31
TITOLO DELL'AFFARE
- RACALMUTO: SOCIETA' OPERAIA.
MINISTERO
DELL'INTERNO
Gabinetto
- 6773 - Società Operaia di Racalmuto /Girgenti/
Ill.mo
Sig. Prefetto di Girgenti
Roma 7 agosto 1873
Riservata
10
Dalla Stazione Telegrafica del Comune di Racalmuto, il
giorno 4. corrente, è stato spedito, dal Presidente di quella Società Operaia,
Giuseppe Romani, al Generale Garibaldi in Caprera, un telegramma del tenor
seguente:
"Ricostituitasi questa Società Operaia dopo lotta
accanita molti gesuitanti, vi eleggeremo /giorno 3/ Presidente Onorario. Valga
vostro nome, una vostra parola tenerci saldi sulla breccia contro nemici tutta
umanità"
Prego la S.V. di darmi riservate informazioni sulla cennata
società, sulle persone che la compongono e sullo scopo palese e reccondito che la
medesima si prefigge.
IL MINISTRO
(firma illeggibile)
MINISTERO
DELL'INTERNO
Gabinetto
- 7003 - Società Operaia di Racalmuto
Ill.mo
Sig. Prefetto di Girgenti
Roma 18 agosto 1873
Riservata
22 - n. 1592
Le dò atto e la ringrazio delle notizie che mi ha fornito
sulla Società Operaia di Racalmuto; e quando in seno o per opera della medesima
succedesse qualcosa degna dell'attenzione del Governo, gradirò di esserne
informato.
p. IL MINISTRO
(firma illeggibile)
* * *
R.
PREFETTURA DI GIRGENTI
n. 419 sub
1\6\75
Esposto
dei soci del Mutuo Soccorso di Racalmuto, del 31 maggio 1875
Al Signor
Prefetto della Provincia di
Girgenti
Signore
I sottoscritti componenti il Consiglio direttivo della
Società del Mutuo Soccorso degli Operai di Racalmuto, rassegnano alla S.V.
Ill.ma quanto siegue.
La detta Società tende ad affratellare la classe lavoratrice
pel migliotamento morale e materiale
della classe stessa; fondata sin dal Gennaro 1873 con l'ausilio dei
Signori fratelli Gaspare e Napoleone Matrona, il primo attualmente Sindaco di
questa Comune, ed il secondo fu quegli che il giorno dell'impianto della
società pubblicò gli articolati dello statuto per approvarsi, e diresse il
tutto.
La Società, dopo un poco elasso di tempo, eleggeva a socii
onorario i predetti Signori Matrona, i quali ne significarono con lettera la
loro accettazione. Le relazioni tra il Signor Sindaco e la Società divennero or
mai più strette, tanto vero, che in tutte le feste Nazionali e religiose, ove assisteva
il Municipio, la Società era sempre invitata per assistere parimenti a quelle
solennità.
Lo mentre la Società era ligia ai voleri del Sindaco e
volentieri obbediva a tutti gli inviti dello stesso; la Società era
progressista e tendente all'ordine; onesti e liberali erano tutti coloro che la
componevano; se ne encomiava la condotta; si plaudivano tutte le sue
operazioni, tutto era armonia e serenità.. Quando, giorni sono, l'inaspettato
scoppio di un fulmine in ciel sereno, venne a spezzare le relazioni tra il
Sindaco e la Società, a disturbare l'armonia che li univa e ad abbuiare lo
splendore che rischiarava il tanto bene che si operava dalla stessa. La si fu
l'arrivo di un numero del Giornale intitolato Don Bucefalo, che conteneva un articolo a carico del ridetto
Sindaco, che la Società dietro di aver udito la lettura in pubblica assemblea (
per come suole usarsi di tutti i giornali diretti alla Società) l'assemblea
medesima non sen incaricò e passò a trattare delle faccende proprie.
Il Sindaco non si acquetò a codesto diportamento
indifferente della Società, volea tirare bracia alla sua pasta con le mani
attrici, e fece sentire a certi socii a lui dipendenti, che proponessero ed
invogliassero la Società a rispondere in contrario a quanto diceva il giornale.
I Socii che si ebbero questo incarico fecero noto all'assemblea, che era
piacere del Sindaco, che la Società si incaricasse dell'articolo in di lui
carico e che si accingesse a smentirlo; al che la Società peritosa sul da fare,
adottò la norma che la stessa siegue tutte le volte che un socio viene accusato
nella condotta; e cioè d'invitare il Socio accusato per legitimarsi in faccia
della Società infra un termine, sotto pena di venire cancellato, e così fece.
Deliberò che il Sig.r Gaspare Matrona come socio venisse a legitimarsi infra
sessanta giorni del carico che l'articolo gli addebita.= Cotesto deliberato
fece montare nelle furie il detto Signor Matrona, e concepì in cuor suo il
disegno di vendicarsi a qualunque costo e di fare sciogliere la Società. Ed in
effetti non indugiò tanto a far vedere i preludii; la sera del 28 spirante
Maggio, quando il consiglio era riunito, il Signor Napoleone Matrona si portò
nell'ufficio della Società, ed appena giunto si fece lecito bistrattare con
ingiuriose parole pronunziate con indicibile acrimonia contra gli assembrati,
tanto che quei buoni operai riuniti rimasero di sasso; chiese conto
dell'operato alla Società in riguardo all'articolo di cui è parola, e letto una
proposta fatta da un socio in proposito, che invitava l'assemblea a prendere in
considerazione quell'articolo a carico del Socio Gaspare Matrona, disse altre
obbrobriose parole per la società, ed invitando il consiglio a cancellarlo di
socio unitamente al di lui fratello Sig.r Gaspare, si appaltò.= Poco dopo di
questa scena, si videro presentare il Delegato di sicurezza pubblica
accompagnato da due reali carabinieri, chidendo la consegna del pezzo di carta
ove era scritta la predetta proposta. Gli assembrati gliela esibirono
immantinenti, ed il delegato se la portò con se.
Le diatribe e garralità che si sparsero, l'indomani, contro
la Società, sono indicibili Onorevole Sig.r Prefetto. Essa viene dipinta come
una associazione d'internazionalisti, come una banda di briganti; composta da
gente di galera e simili, tanto che han messo in allarme le famiglie dei socii;
ognuno crede arrivata l'ora di venire arrestato; di essere mandato in esilio o
a domicilio coatto; insomma si crede essere in quei tempi del medio evo, che
fece esclamare dal divino Alighieri.
O fortunati! E ciascuna era certa
della sua sepoltura.
Ecco Signor Prefetto, perché i supplicanti si rivolgono alla
di Lei giustizia, onde non dare credito a tutto quanto Le potranno esporre
avverso detta Società; mentre il fatto genuino è quanto si espone, e potrà
informarsi da onesti cittadini del Paese.
Racalmuto lì 31 maggio 1875.
Falletta Calogero - Romano Calogero
Salvatore Scimè - Lumia Gaetano
Agrò Rosario - Rossello Giovanni
Giuseppe Romano.
PREFETTURA
DI GIRGENTI
REGNO
D'ITALIA
MINISTERO dell'INTERNO
SEGRETARIATO GENERALE
DIV. 2^ SEZ. Gabinetto
N. 3296
oggetto: Circolare
della Società di mutuo soccorso di Racalmuto.
Signor
Prefetto di Girgenti
/
n. 418 gab. 10/7/75 al Sig. Delegato S.P. di Racalmuto/
Roma, addi 7 Luglio 1985
Dalla Società si mutuo soccorso di Racalmuto è stata
diramata la circolare di cui trasmetto copia alla S.a V.a per le necessarie
disposizioni di vigilanza, e per quei provvedimenti che riterrete
opportuno di adottare.
p IL MINISTRO.
(firma illeggibile)
/nella stessa lettera
del Ministro, viene aggiunto di pugno del prefetto per il delegato di S.P. di
Racalmuto questo codicillo:
"Vorrà poi manifestarmi il
motivo per cui ha omesso di informarmi della diramazione di tale circolare, e
della trasmissione di una copia della medesima"./
In allegato la copia che così
recita:
Società
Mutuo soccorso degli Operai di Racalmuto - provincia di Girgenti.
CIRCOLARE
Soci
Onorari
Maurizio
Quadrio
SAFFI
Aurelio
Campanella
Federico
Presidente Onorario
GARIBALDI
----------------
RECALMUTO
PREFETTURA
DI GIRGENTI - N. 419 LUGLIO - Girgenti 13\5\76 - riservata minuta Oggetto: Reclamo
della Società degli Operai di Racalmuto.
Girgenti 13 maggio 1976
Signor Delegato di P.S.
Racalmuto.
La Presidenza della Società di mutuo soccorso degli Operai
di Racalmuto ha diretto a S.E. il Ministro dello Interno l'unito memoria le
contenente addebiti contro codesto Municipio e specialmente contro il Sindaco
il quale, si dice, osteggi ed attraversi in tutti i modi quella Società.
Io trasmetto il reclamo a V. S. affinché assuma le più
accurate informazioni sulla verità dei fatti esposti e me ne riferisca
categoricamente e imparzialmente il risultato insieme alla restituzione del
comunicato dovendo farlo obietto di un rapporto al Ministro.
IL PREFETTO
(firma illeggibile)
R.
PREFETTURA DI GIRGENTI - Div. Gabinetto - n. 419 - Urgente - Oggetto:
Sollecitazioni per affari in ritardo - Al Signor Delegato P.S. di RACALMUTO
Girgenti 9 giugno 1876
Prego la S.V. trasmettere con tutta sollecitudine al mio
foglio del 13 n. ° 1° maggio numero pari alla presente insieme al quale
trasmettere un ricorso del Presidente di codesta Società di mutuo soccorso
rivolto al Ministero Interni. IL PREFETTO.
DELEGAZIONE
DI PUBBLICA SICUREZZA IN RACALMUTO - N. 157 - Riscontro alla Nota N. 419 Gabinetto,
del 9 Giugno 1876 - OGGETTO: Intorno al
ricorso della Società di mutuo soccorso degli operai, in Racalmuto.
Ill.mo Signore Signor Prefetto della Provincia di Girgdenti.
Racalmuto addì 11 giugno 1876.
In riscontro alla riverita nota a margine citata, colla
quale mi si sollecitano le informazioni sul ricorso in oggetto indicato, mi
faccio un dovere significare alla S.V. Ill.ma, che non più tardi di giovedì
prossimo, 15 corrente mese, Le farò pervenire le suddette informazioni col ritorno
del ricorso di cui si tratta, non potendolo far prima mancandomi ancora qualche
notizia. - IL DELEGATO (A. COPPETELLI).
DELEGAZIONE
DI PUBBLICA SICUREZZA IN RACALMUTO - N. 157 - Riscontro alla Nota N. 419 Gabinetto,
del 13 Giugno 1876 - OGGETTO: Intorno al
reclamo della Società di mutuo soccorso degli operai, in Racalmuto.
Ill.mo Signore Signor Prefetto della Provincia di Girgdenti.
Racalmuto addì 14 giugno 1876.
Prima ch'io imprenda ad informare la S.V. Ill.ma sulle cose
esposte nel reclamo della Società, in oggetto indicata, non sarà inutile lo
accennare alle fasi, che subirono i partiti Minicipali, in Racalmuto, a datare
dall'anno 1860 a tutt'oggi.
Anteriormente alla rivoluzione dell'anno 1860, primeggiava
in Racalmuto la famiglia Farrauto, e
pel prestigio, che esercitava su questa popolazione detta famiglia, sebbene di
principii alquanto retrogradi, continuò pure ad avere ogni ingerenza in questa
Amministrazione Comunale, fino all'anno 1862.
Man mano che la famiglia Farrauto, dall'anno 1860 all'anno 1862, era andata perdendo di
prestigio per l'opposizione, che le veniva facendo la famiglia Matrona, in allora composta di sette
fratelli, la quale conoscendo che vi sarebbe stato il suo tornaconto a
secondare il governo nazionale già instaurato anche in queste provincie,
cercava di entrare a far parte di questa Amministrazione Comunale. E da quì
incominciarono i rancori e gli odii tra le dette due famiglie.
Il territorio del Comune di Racalmuto, come in tutti gli
altri territorii dei Comuni di Sicilia, nell'anno 1862, era scorazzato dalle
bande dei renitenti e dei disertori delle due classi di leva militare degli
anni 1860 e 1861, ed a queste unitisi i latitanti per reati comuni, nel
settembre 1862, invasero questo paese commettendo atti vandalici, che non è
mestieri ch'io rammenti alla S.V. Ill.ma.
Non potrei dire con certezza, se per quella influenza, che
ancora esercitava la famiglia Farrauto o
per qual altra ragione, il Comandante della truppa, che venne spedito in
Racalmuto, per quella circostanza, fece eseguire l'arresto dei fratelli Matrona, come ritenuti complici nei
fatti del Settembre 1862.- Ma chiarita presto la loro innocenza, vennero quasi
subito lasciati liberi. In proseguo poi vennero arrestati taluni della famiglia
Farrauto, e qualche aderente di
quella, per lo stesso titolo pel quale furono arrestati i Matrona. Anche questi ultimi arrestati, dopo un lungo tempo,
vennero ridonati a libertà, perchè quanto loro si attribuiva, non potè essere
provato nelle vie giudiziarie.
In appresso le due famiglie Matrona e Ferrauto
vennero tra loro a conciliazione, e per tal modo, ben presto riuscirono ad
acquistare, in Racalmuto una certa supremazia, da riuscire cosa facile
l'entrare a far parte di questa Amministrazione Comunale insieme ad altri loro aderenti,
ciò che continuò ad essere fino a tutt'oggi, e fino a tutto l'anno 1874 senza
incontrare ostacolo di sorta, se si eccettuano le guerricciole e gli screzii,
che si andavano manifestando tra il partito Matrona, che così chiameremo sin d'ora, e l'altro che andava
accentuandosi, capitanato dal Barone Sig.r Luigi Tulumello, giovine di qualche ingegno, e ricco per censo, ma di
poca esperienza nelle vicende dei partiti sì politici, che amministrativi.
Questi screzi si andavano manifestando per la ragione, che
in paese si facevano serpeggiare dei lamenti contro l'Amministrazione Comunale,
per la gravezza delle imposte comunali.
Le cose andiedero prendendo più vaste proporzioni, nei primi
mesi dell'anno 1875, ed allorquando per altre piccole differenze sorte tra i
socii dell'unico Casino di Compagnia,
di cui facevano parte quasi tutti i civili di Racalmuto, senza distinzione di
colore tanto politico, quanto amministrativo, una porzione di detti socii,
aderenti al partito del Tulumello, tra
i quali il Sig.r Giuseppe Matrona
fratello dell'attuale Sindaco, si staccarono da detto Casino di Compagnia, e ne fondarono un'altro, che ora conta una
quantità abbastanza rilevante di socii.- Quì le ire e gli odii tra questi due
partiti si accrebbero e ne nacque una completa rottura.
Intanto si avvicinavano le elezioni parziali amministrative
dell'anno 1875, ed ognuno dei due partiti si adoperava per riportare la
vittoria a proprio favore.
In questo stato di cose, oltrecché gli animi erano
esacerbati; un proclama datato da Racalmuto, e pubblicato nel giornale, che
viene in luce a Palermo, L'Amico del
Popolo, venne ad aggiungere fiamma a fiamma. Perchè poi la S.V.Ill.ma ossa
apprezzare la sostanza di quel proclama, sebbene io sia persuaso, che non le
giungerà nuovo, pure quì unito glielo trasmetto contenuto nel suddetto
Giornale, come pure unisco altri due giornali nei quali trovansi le repliche a
quel proclama.
Le Elezioni Amministrative ebbero il loro compimento, e
riuscirono in senso favorevole al partito del Matrona.
Questo proclama ebbe per conseguenza una sfida a duello,
sfida che faceva l'attuale Sindaco Sig.r Cavalier Gaspare Matrona al Barone
Sig.r Luigi Tulumello, creduto dapprima autore di quel proclama. Quel duello
poi non ebbe il suo effetto, poichè rimase sospeso dopo essersi ricorso allo
espediente di un giurì d'onore, di cui io non conosco il vero tenore, non
essendomi riuscito di trovarne un'esemplare.
In quella circostanza il Sindaco Sig.r Matrona, a mezzo dei
suoi aderenti, fece sentire alla Società di mutuo soccorso degli Operai in
Racalmuto, che sarebbe stato suo compito smentire per le stampe le cose
contenute in quel proclama a carico dello stesso Sindaco e dell'intera
Rappresentanza Comunale. Detta Società anziché aderire a quella proposta, fece
come suo quel proclama, e quindi la Società stessa invitò il Sig.r Sindaco
Matrona, come socio onorario a giustificarsi delle accuse, che gli erano state
fatte per quel proclama.
Questo procedere della Società Operaia diede luogo ad una
scena, che in seno alla Società stessa fece il Sig.r Matrona Napoleone altro
fratello del lodato Sig. Sindaco. La scena fu questa: il medesimo Sig.r
Napoleone Matrona recatosi alla sede della Società ov'erano radunati i socii, o
furono fatti radunare a bella posta, e colà appostrofò con termini non troppo
convenienti i socii, che vi si trovavano, facendoli aspra rampogna di quanto
avevano operato verso il fratello di lui Gaspare Matrona.
E quì non sarà fuor di proposito lo accennare al nascere e
allo sviluppo, che ebbe la Società Operaja in Racalmuto, e qual è al presente.
Istituita detta Società nell'anno 1873, e messo fuori il suo
programma, buona parte di questa cittadinanza vi si associò, tal che il numero
dei socii, in breve tempo, divenne abbastanza rilevante. Però dopo il fatto
sovra esposto, molti socii del partito del Matrona non vollero più appartenere
a detta Società, ed in quella vece vi entrarono parecchi soggetti, che per la
loro moralità e tristi precedenti, come si dirà in appresso, non le fa troppo
onore, tal che al presente la Società non conta, che il meschino numero di ottatre socii, compresi i socii
onorari.
Intanto il partito del Tulumello
colse questa favorevole circostanza per maggiormente far la guerra all'attuale
Amministrazione Comunale, incoraggiando la Società Operaia ad agire anche col mezzo della stampa
per raggiungere lo scopo qual era ed è di abbattere detta Amministrazione.
I socii onorari Piccone Ignazio, Picone Giuseppe, e parecchi
altri furono quelli che stigmatizzarono la Società Operaja nel suo nascere,
propalando in paese, che chi vi associava era scomunicato; che la Società
Operaja era una istituzione detestabile, e che non era opera di buon cittadino
lo appartenervi.
Dicevasi questo perchè, allorchè fu istituita detta Società,
questa era sotto gli auspicii del Municipio; ma in contrario di quanto dicevano
allora, ora appartengono alla stessa Società per far guerra al Municipio.
Tolti Garibaldi,
Campanella, Saffi e Floretta che nulla sanno dello scopo e del personale
della Società, e tolti pure Savatteri
Calogero, Romano Salvatore, Tulumello Luigi, Picone Marco, Mendola Calogero,
Travale Antonino, Presti Giuseppe e Tinebra Salvatore, che trovansi nella
Società, chi per solo spirito di opposizione, e chi per idee più o meno spinte,
pel resto però detta Società, in sè, ha degli elementi non troppo buoni, come
facilmente si desume dai cenni biografici di quattordici di coloro che ne fanno
parte, e sono i seguenti:
1° S c i b
e t t a Salvatore è autore
dell'assassinio commesso a danno di Sicorella Salvatore, e sotto tale
imputazione fu per molto tempo in carcere; e poscia per la sua scaltrezza venne
prosciolto da quella imputazione denunziando altri, e facendosi chiamare come
testimonio. E questi è il Presidente della Società di mutuo soccorso degli Operai
di Racalmuto.
2° R o s s
e l l o Giovanni, fu
imputato di omicidio mancato, in danno di Calogero Scimè; e non saprei dire con
certezza se ne riportò condanna.
3° M a r c
h e s e Giuseppe Primo, è uomo di
carattere, irrequieto, ed abitualmente ubriaco.
4° L u m i
a Gaetano,è persona
che gode pesima fama in Racalmuto; ma però non si conoscono precedenti, che
stiano a suo carico.
5° G r i l
l o Giuseppe figura nel
novero degli ammoniti di questo Comune.
6° F a r r
a u t o Angelo riportò
condanna per omicidio mancato in danno di Rocca Calogero.
7° G i a r
d i n a Pietro,
ammonitofu imputato di tentata estorsione di denaro mediante lettera minatoria
diretta a Pinò Nicolò.
8° B e l l
a v i a Elia, vecchio
camorrista, e molto tempo indietro fu anche sorvegliato.
9° L i c a
t a Nicolò, è persona
ritenuta capace di commettere furti di destrezza.
10° S c i
m è Salvatore, nel 1860, in Bonpensieri con altri compagni disarmarono
molti cittadini, appropriandosi le armi, e nel 1861 fu uno dei presunti autori
dell'assassinio in persona di Santo Cino
Chillici.
11° F e r
r a u t o Vincenzo ha delle
imputazioni, di cui ancora non si conosce l'esito.
12 G i a n
c a n i Luigi è stato più volte carcerato per varie imputazioni dalle
quali riuscì ad essere prosciolto.
13 P a l u
m b o Angelo viene ritenuto un tristissimo soggetto, ma non si conoscono
precedenti, che stiano a suo carico.
14 P a l u
m b o Antonino, come al
N. 13.
Tutti gli altri socii, salve pochissime eccezioni,
appartengono all'infima classe dei zolfataj, oltrecché non godano veruna
fiducia in paese.
Questa Società però, almeno pel tempo in cui io mitrovo in
Racalmuto, non ha dato luogo a verun rilievo sul conto suo; avendo dovuto
soltanto osservare che, con quella pacatezza e disinvoltura accompagnata da un
certo sussiego, con cui nel giorno 10 ultimo scorso Maggio si recò al Cimitero
Comunale per rendere osservanza alla memoria di Giuseppe Mazzini, del pari il
giovedì santo di quest'anno si portò alla visita dei Santi Sepolcri nelle varie
chiese di Racalmuto, con alla testa la banda musicale e la bandiera della
Società.
Tutto ciò premesso, ora imprenderò a riferire intorno agli
adebiti, che si fanno nel reclamo della Società Operaja di Racalmuto, a carico
dell'attuale Amministrazione Comunale.
Quel reclamo incomincia dal dire, che questo Municipio fa ogni sforzo per disperdere la Società Operaja.
A questo proposito io non ho potuto rilevare altro, se non, che l'attuale
Amministrazione Comunale, non è amica della Società Operaia, del resto poi non
si conoscono fatti, che per parte di questo Municipio si faccia ogni sforzo per
disperdere, come dice il ricorso, detta Società.
Sullo stesso proposito, in altro punto di quel reclamo si
accenna all'aver dovuto chiamare
l'attuale Sindaco a discolparsi come socio onorario. In questo punto il
ricorso vuole riferirsi su quanto ha relazione al proclama di cui ho riferito
di sopra, cioè quando la Società venne invitata a combattere quel proclama, ed
invece se lo fece suo. Dopo questo fatto, sussiste che il partito del Matrona cercò ed ottenne di far
ritirare molti socii da detta Società, altri però si fecero cancellare di
propria iniziativa. Ma però inutilmente ebbi a far pratiche per appurare, che
si fossero posti in opera i mezzi a cui accenna il reclamo per far ritirare
dalla Società i detti socii.
Ciò che sussiste in realtà, si è che il Delegato Sig.
Macaluso si recò alla sede della Società, non saprei precisare con qual
pretesto, e dagli atti ivi esistenti, sottrasse tutte le carte, che si
riferivano alla vertenza passata tra il Sig.r Sindaco Cavalier Matrona, come
socio onorario, e la Società stessa.
Continua quel reclamo sempre allo stesso proposito, e dice, che dallo stesso Municipio si tentò per
varie volte e per mendicati pretesti di sfrattare la Società dalla Sala,
che dallo stesso Municipio gratuitamente
gli fu concessa per le ordinarie riunioni. A quanto mi è risultato, il
Municipio, su questo particolare, altro non fece, se non invitare per iscritto
il mio predecessore a chiamare il Presidente della Società operaja per
esortarlo a consegnare la chiave della detta Sala, perché il Municipio
abbisognava di quel locale per collocarvi il Distaccamento di Fanteria, ma il
medesimo Presidente essensodi rifiutato di ciò fare, le cose restarono quali
erano, e più non se ne parlò.
Finalmente in quel ricorso è detto, e sempre a proposito che
il Municipio cerca di disperdere quella Società, che si negano le licenze di porto d'armi ad integerimi cittadini, che
appartengono alla Società Operaja, e che i relativi incarti giaciono polverosi
sugli scaffali municipali. Questo molti lovanno ripetendo, ma è tale un
fatto da non potersi credere, poiché gli aventi interesse, se non vogliono
ricorrere alla Superiorità per conseguire il permesso di porto d'armi, o almeno
perché la relativa pratica avesse il suo corso, io sono certo che avrebbero già
ricorso per ottenere la restituzione del vaglia postale, che insieme ai
documenti presentati vi si dovrebbe trovare il vaglia postale per l'ammontare
della tassa stabilita in £. 6=60, per ogni permesso di porto d'armi.
Aggiungerò poi, che tutte le investigazioni fatte in proposito riuscirono in senso
affatto negativo.
Inoltre in detto ricorso si accenna alle violenze che si esercitano alla vigilia
delle Elezioni Amministrative. Su questo particolare a quanto ho potuto
appurare, mi è risultato, che il partito Matrona
ha in tali circostanze cercato di riuscire nel suo intento, valendosi snche di
quella influenza, che ha sempre costantemente esercitata in paese, ma non mi è
riuscito di trovare un'elettore, che dichiari di aver subite violenze, ciò che
il partito contrario è andato e va dicendo tuttora, e come si è esposto nel
reclamo del quale si tratta.
Il medesimo ricorso accenna poi ad opere di lusso fatte dal Municipio da dilapidare le ricche
entrate del paese. Intorno a questo punto tutti sanno, che
l'Amministrazione Comunale spese forti somme per la costruzione della Casa
Comunale, per l'annessa Caserma dei Carabinieri Reali, e per il teatro, ove
tuttora si lavora per il compimento dell'opera muraria, e che richiederà non
poca spesa per condurlo a compimento.
Ma a che vale ora lamentare un fatto, che può dirsi
totalmente compiuto, e che riportò la sanzione del Consiglio Comunale, e quella
Superiore? Certo però si è che tali opere si potevano fare con meno sfarzo, ciò
che sarebbe ridondato a vantaggio di questi amministrati, poiché molte migliaia
di lire si sarebbero rsparmiate.
Lo stesso si dica circa ai lamenti, che fa quel ricorso
intorno alla costruzione della strada obbligatoria intercomunale Racalmuto
Favara, essendo anche questo ormai un fatto compiuto ed autorizzato a forma di
legge; ma che però non manca di essere gravoso a questi Amministrati, ciò che
vanno ripetendo anche alcuni amici del partito Matrona, osservando che contemporaneamente si sta costruendo altra strada pure
obbligatoria tra Racalmuto e Montedoro, ciò che se è vantaggioso dal lato di
veder sviluppata, e presto, la viabilità intercomunale, non è men vero, che
costruendosene due ad un tempo, ciò viene ad aggravare, e non poco, il Bilancio
Comunale, e per esso questi Amministrati; e perciò non mancano coloro che vanno
lamentandosi della gravezza delle tasse Comunali. E da ciò che in detto ricorso
si grida all'arbitrio nelle
deliberazioni di questo Consiglio Comunale, ed alle flagranti violazioni della
legge.
Quel reclamo finalmente accenna alla mafia nell'avvenimento del 27 Agosto 1875, come lo si
chiama in detto reclamo, e segue quindi a dire, che la Società Operaja, e che la pubblica opinione e l'Autorità giudiziaria
seppero rendere èpina giustizia.
In riguardo a ciò le cose passarono come appresso.
Dopo, che il novello partito del Tolumello si era più scopertamente manifestato l'anno scorso,
massime per varii articoli pubblicati per i giornali, e dopo la fondazione del
nuovo Casino di Compagnia, come sopra si è accennato, e finalmente dopo tutti
gli altri fatti superiormente accennati che precedettero, accompagnarono e
susseguirono le Elezioni Amministrative di detto anno, i componenti la Società
Operaja, sembrava a quanto aseriscono gli avversari di questa e del partito del
Tulumello, che facesse mostra
d'imporsi all'altro partito, ciò che si volle desumere dal vedersi alcuni socii
di quella Società passeggiare innanzi il vecchio Casino di Compagnia, in modo
alquanto burbanzoso. Per contrapporsi a questo fatto, il partito del Matrona valendosi di un nucleo di
persone dipendenti ed affezionate al partito stesso, la sera del 27 Agosto
1875, detto nucleo di persone si mise a passeggiare avanti il nuovo Casino di
Compagnia, in modo di motteggiare e quasi provocare i socii di detto Casino,
che colà trovavansi raunati. Di questo fatto se ne portò lamento a questo
Delegato di P.a S.a Sig.r Macaluso, ma al dire di coloro che portarono tali
lagnanze a quel funzionario, questi non ne avrebbe fatto verun conto, contegno
questo del Delegato Sig.r Macalsuo, che si vorrebbe attribuire a troppa
deferenza verso il Sindaco Sig.r Matrona Cavalier Gaspare. E siccome il fatto
anzidetto sembrava essere stato stabilito doversi rinnovare la successiva sera
del 28 detto mese, perciò alcuni socii del nuovo Casino, per evitare
quell'inconveniente, che avrebbe potuto avere delle triste conseguenze, questa
volta anziché rivolgersi al delegato di P.a S.a, si presentarono al locale
Pretore, e questi fattone parola al Delegato ed al Comandante la Stazione dei
Carabinieri Reali, perché cercassero di prevenire ed impedire al caso, che si
rinnovasse quell'inconveniente, che avrebbe potuto compremettere l'ordine
pubblico, ciò valse a scongiurare, che un tal fatto si rinnovasse la sera del
28 di detto mese.
Ed è per questo, che in quel reclamo è detto, che l'Autorità giudiziaria, e la pubblica
opinione seppedro rendere piena giustizia.
Tutto quanto sopra ho esposto, non è che il risultato delle
informazioni che ho potuto procurarmi da persone, che possono meritare qualche
fiducia, e dico qualche fiducia, poiché è cosa assai difficile, trovare in un
paese qual è Racalmuto, persone totalmente indipendenti da poter avere notizie
esatte e spassionate, diviso, com'è, in due partiti, che sono formati dal ceto
ristretto delle persone civili, in confronto della massa ignorante dei
campagnoli e dei zolfataj, che compone la popolazione di questo Comune.
Da ultimo aggiungerò che le cose esposte nel ricorso, che
quì unito ritorno alla S.V. Ill.ma, non fanno che riprodurre i sentimenti, da
cui è animato il partito del Tulumello,
partito, che cerca tutti i mezzi, onde vedere sciolto l'attuale Consiglio
Comunale, sperando con questo mezzo di rompere l'attuale maggioranza del
Consiglio stesso, senza far questione sulla scelta del Sindaco, con la veduta,
come tutto giorno va ripetendo detto partito, di far economie sul Bilancio
Comunale, e senza essere alieni, a queste condizioni di riconciliarsi col
partito contrario, conciliazione, a parer mio, che potrebbe realizzarsi, quando
a mezzo di persone autorevoli, potesse ottenersi una sincera ripacificazione
tra il Sig.r Giuseppe Matrona ed i suoi fratelli; poiché una volta, che il
Sig.r Giuseppe Matrona si staccasse dal suo partito, sarebbe cosa facilissima
far scomparire le divisioni, che affliggono questo paese, poiché il ripetuto
Sig.r Giuseppe Matrona può ritenersi il capo del partito a cui appartiene,
tanto più, che il Tulumello è da
parecchi mesi, che ha preso stanza in Palermo insieme alla sua famiglia, e non
si sa, almeno per ora, che abbia intenzione di ritornare in Racalmuto. Certa
cosa poi si è, che una più attenta e ben ordinata Amministrazione, esclusa ogni
idea di personalità e di partito, potrebbe vantaggiare di molto la finanza
comunale, ciò che non andrebbe disgiunto dall'utilità, che ne risentirebbero
questi Amministrati, e tutto ciò non toglierebbe al Sig.r Sindaco cavalier
Gaspare Matrona, tutto quel merito, che ha nell'aver rialzato le condizioni
morali di questo paese, nell'aver non poco contribuito, col concorso di tutto
il ceto civile, a vantaggiare le condizioni della pubblica sicurezza in questo
Comune, messe in confronto, coi tempi, che precedettero la sua ingerenza
nell'Amministrazione Comunale, e finalmente coll'aver cercato di rendere lustro
e decoro al paese col compiere varie opere pubbliche, che i suoi predecessori
avevano iniziate.
Il Delegato
A. Coppetelli
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