Lillo Taverna ha condiviso il post di Assunta Russo.
Assunta Russo
Caro Lillo, non parlerò di te, non dirò della stima e
dell'alta considerazione (meritatissime) di cui sei stato circondato, in
primis, la mia, e lo dico con orgoglio per avermi tu compresa tra i tuoi
prossimi ma, dei molti che ti hanno conosciuto, tra cui personaggi
accreditatissimi, per valore morale e civile pubblicamente riconosciuto. Non mi
soffermerò sull'elargito tuo "impegno", sulla genialità,
sull'eclettismo, il sarcasmo, la sagacia, l'erudizione, la coerenza, la forza
delle idee, la memoria puntigliosa e la velocità di connessione...
Prenderò piuttosto,
un solo passo di questo tuo riferito e, precisamente, quello in cui una signora
innominata, che non conosco e non leggo, ti avvicina a LIALA. insulto risibile
e ti dirò perché.
Questa signora è
"perbene" e ciò la rende sicura di sè. Avrà senz'altro conseguito gli
"studi" dai quali ha tratto un posizionamento che la soddisfa così
tanto da scoprirsi ad un esame attento.
Scopro infatti che ha
una certa età (Liala), che la sua provenienza è la medio/bassa borghesia, che è
furba... ed usa la sua furbizia soprattutto nei confronti degli uomini, è stata
una ragazza graziosa, com'era nell'uso etichettare, incline al matrimonio, amante
dei complimenti galanti (ah! ah! ah!).
Al dunque: usa liala
anche a sproposito, in quanto scriveva romanzetti rosa e non erotici, ma lo fa
lo stesso da furba al fine di piccarti, perché tu, uomo, potresti indignarti
per essere messo alla stregua di una donna.
E qui casca
l'asinella, per i mezzucci che usa è chiaro che mente sapendo di mentire.
La furbizia esclude
l'intelligenza si o no?
Si
Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Buon giorno signora Tina, Assunta
Russo, mi permetto di usare il diminutivo che “l'amato Lillo” è solito usare
per lei, e converrà che questa è una facile deduzione persino da una che come
me, prende abbagli. Dico “mi permetto” poiché noi donne, sa com'è, amiamo il
parallelismo della partita. In verità devo dire che lei si è presa un vantaggio
poco etico, in quanto non mi legge, come afferma, (ed è l'immagine pubblica) né
mi conosce come persona, ma ugualmente illaziona. (rima involontaria). In
entrambi i casi, deve tacere. Ma lei è così ben informata su di me, tanto da sembrare
vero quanto s'inventa, e se l'affianco con la confidenza del diminutivo, ovvio
che non se ne avrà a male. Non gareggio, non ne sento la necessità, né mi
lascio andare a deduzioni forsennate su chi non conosco, come lei, che
gorgogliando congetture instabili fino all'inverosimile, mi ha paragonata alla
gattamorta dell'ultima ora, o alla maliarda datata, con relativi sghignazzi. Ci
sarebbe da offendersi non fosse che trovo questo suo atteggiamento goffo e
patetico, da principessa del foro con la laurea approssimativa fra le muffe di
ieri. Personalmente ho molta simpatia per la sua vena partigiana nei confronti
del signor Lillo, seppure possa confermare il contrario riguardo
l'interpretazione dello stesso riguardo tutte, dico tutte le mie risposte, ma è
ininfluente sulla persona che mai mi permetterei di giudicare, contrariamente a
lei nei miei confronti. Povera signora Liala! Mai, dico mai, mi sarebbe venuto
in mente di paragonarla al nostro dadaista indomito, e per indirizzo del
pensiero, quanto per la forma letteraria. Il signor Lillo mi paragonò
all'autrice, in quanto donna, con tutte le peculiarità del caso. Per
rispondergli feci copia/incolla, citandolo, e lui disse che lo defraudavo dei
suoi scritti. Da quel momento il suo spirito dadainomane fece il peggio: si
convinse che lo avessi paragonato a Liala. Neppure io, cara Tina, dal basso
della mia indiscussa altezza, avrei potuto rendermi così, magari per gioco,
tanto assurda. A lei, un consiglio perentorio: non parli mai più di chi non
conosce, in termini disdicevoli, in quanto, sarà sicuramente informata, è
persino illegale.
Cordialmente, Ornella Pennacchioni.
P.S. Considerata la sua profonda conoscenza col signor
Lillo, gli riferisca, per cortesia, di non cancellare i commenti in risposta
alle sue arringhe solitarie in cui mi cita, e magari se leggesse attentamente
quanto dico, smetterebbe di prendere granchi in cui crede solo lui, e pochi
seguaci. Grazie. Nel frattempo, le consiglio un allevamento di asinelli,
ritenuti dagli studiosi, animali intelligentissimi. Pertanto, del suo paragone
alla mia persona, la ringrazio.
Lillo Taverna
erna CARISSIMA TINA, MI SONO SORSEGGIATO IL TUO GRANLIQUORE
ESPRESSIVO, LA TUA pragmatica prosa,il valore del tuo vivere lottando, il tuo
sacrosnto impegno, l'ardore del tuo competere. Donna d'oggi, positiva, attiva,
letterata, non vacua, non cerimoniosa, co...Altro...
Ornella Pennacchioni ha risposto al tuo commento.
Lillo Taverna ha condiviso il post di Assunta Russo.
10 h ·
.
Assunta Russo
15 h ·
Caro Lillo, non parlerò di te, non dirò della stima e
dell'alta considerazione (meritatissime) di cui sei stato circondato, in
primis, la mia, e lo dico con orgoglio per avermi tu compresa tra i tuoi
prossimi ma, dei molti che ti hanno conosciuto, tra cui personaggi
accreditatissimi, per valore morale e civile pubblicamente riconosciuto. Non mi
soffermerò sull'elargito tuo "impegno", sulla genialità,
sull'eclettismo, il sarcasmo, la sagacia, l'erudizione, la coerenza, la forza
delle idee, la memoria puntigliosa e la velocità di connessione...
Prenderò piuttosto,
un solo passo di questo tuo riferito e, precisamente, quello in cui una signora
innominata, che non conosco e non leggo, ti avvicina a LIALA. insulto risibile
e ti dirò perché.
Questa signora è
"perbene" e ciò la rende sicura di sè. Avrà senz'altro conseguito gli
"studi" dai quali ha tratto un posizionamento che la soddisfa così
tanto da scoprirsi ad un esame attento.
Scopro infatti che ha
una certa età (Liala), che la sua provenienza è la medio/bassa borghesia, che è
furba... ed usa la sua furbizia soprattutto nei confronti degli uomini, è stata
una ragazza graziosa, com'era nell'uso etichettare, incline al matrimonio,
amante dei complimenti galanti (ah! ah! ah!).
Al dunque: usa liala
anche a sproposito, in quanto scriveva romanzetti rosa e non erotici, ma lo fa
lo stesso da furba al fine di piccarti, perché tu, uomo, potresti indignarti
per essere messo alla stregua di una donna.
E qui casca
l'asinella, per i mezzucci che usa è chiaro che mente sapendo di mentire.
La furbizia esclude
l'intelligenza si o no?
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Lillo Taverna
Lillo Taverna Prevedevo l'ira funesta della divina Ornella.
So che lei ha ragione, il colpevole son io, provoco, aizzo, colgo nel debole
specie delle belle donne ( e lei ancora può persino ottundere
nell'avanspettacolo della Botero patrizia). Volevo far subito da parafulmine ma
stamani alle cinque di mattina in taxi per san San Gallicano di postelena
regina postura non ho fatto in tempo. Ma birichinamente il tempo per ritagliare
il capolavoro tiniano e metterlo nel mio ostensibile diario l'ho ben trovato si
pure alla terza notturna). Chiedo scusa a Tina per non averla messa
sull'avviso: perdono, cenere sul capo alla bella incantevole eterna giovinetta
Ornella. Io non sono bravo con le donne e la signora Ornella è una gran donna,
anche ella positiva, sicuramente altera, di superiore intelletto, di vorace
cultura. Sono cinque e più anni che l'avrei scoperta (letterariamente) colpito
dal suo estremo estro estetico del non senso (che come insegna la moderna
filosofia è il vero senso del senso come il non essere riguardo all'essere).
Nasce in quelle Marche o Abruzzo che sia. Respira aria
dannunziana, decadente, afrodisiaca, indicibilmente armonica. Ne sugge Ornella
tanto umore. Ma non ha motivo di coniugarlo con l'inevitabile malumore
esistenziale che ogni genio soffre nel profondo delle sue umane ma misere
latebre. In cambio, più cuore, in cambio soave dire, in cambio purezza erotica
quale si addice ad una figlia di buona famiglia.
La buona famiglia marchigiana è quella che tale diventa adulterando
ma in meglio la scarpetta Geox di quel conterraneo Sutor (che sguazzo quando
leggo nel confiteor di Geronzi intriso nel gran latino di De Mattia, che certi
manager d'alto lognaggio alla Profumo Nagel Arpe Romiti Maranghi Rossi Simeon e
simili dileggiavano questo calzolaio marchigiano invitandolo a non andare oltre
la scarpa: sutor ne ultra crepidam, come dire calzolaio il valligiano,
quell'accusativo crepidam vale per le ciabatte alla Geox quelle che se ti
ostini a camminarci per tre volte sulle pozzanghere d'autunno ci rimetti
irrimediabilmente la soletta e i tanti soldi spesi vanno a male.
Lillo Taverna
Lillo Taverna Debbo qui interrompere. La esondante Ornella
mi assale. Non so come fare a dirle che io sono e mi sento pirandellianamente
UNO NESSUNO CENTOMILA e per me NESSUNO. L'ho scritto pure ieri e mi ha anche
applaudito. Quando le dico che ha preso un abbaglio intendo riferirmi al fatto
che lei nel bene o nel male mi crede quello che non sono. Perché sono peggio
anzi pessimo. Non sono scrittore, non sono poeta. non sono storico, non sono
critico, nient'affatto ARTISTA. Fui ispettore e bravino. Come dire mi diverto
solo a trovare le falle altrui. E i pregi? non mi interessano. Non posso
traslarli in "rilievi". Fagocito i suoi contrappunti? se non mi
servono in casa mia, quale norma da codice penale infrango? ma poi non è vero.
Quando mi aggrediscono sono felice. Una sfida al mio spirito umoristico ed
autocritico. E pare che nel rispondere riuscirei benino. Se volessi essere
serioso direi: imitazione carnale di quel Horatius brevis atque obesus (quindi
non piaccio alle donne e gli uomini non mi piacciono. Ma l'adropausa che la
Pennacchioni mi diagnostica mi salva da isterie senescenti) e forse qualche
volta riesco nel oraziano castigat ridendo mores. Voi che ne dite?
Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Mi ha telefonato la signora Liala. Ha
detto che non ti ho mai paragonato a lei, quindi, ho ragione io. E' stata molto
cordiale e trovo la sua telefonata di grande solidarietà femminile. Seppure io
me la cavi molto bene da sola, il fatto che abbia sollevato coperchio e
cornetta, mi lusinga, anzi, mi commuove. Buona giornata, Lillo.
Lillo Taverna
Lillo Taverna P.S. Stimatissima Ornella, perché ostili?
torniamo sottili. Non far andare tutto a .. "spiga" (non trovo la
parola giusta). Per me la signora Russo è TINA e non certo per quello a cui il
tuo essere causticamente donna ti fa pensare. Siamo coetanei. Siamo entrambi
vecchi pensionati della Banca d'Italia. Sino al 1975/76 credo che neppure ci
conoscessimo. Entrambi militavamo nel più duro dei PCI possibili, entrambi pur
in diverse sedi animali sindacali ultra sinistri della CGIL sia pure in
versione BI. Dal 1975-76 fino al 1° febbraio 1981 fummo entrambi nella stessa
barca dirigenziale del sindacatino ROSSO ultra ROSSO della Banca d'Italia. Dopo
io passai ad altri lidi lavorativi o professionali che dir si voglia fuori
della Banca d'Italia avverso la stessa Banca d'Italia. Tra la versione ultra
ribelle mia e quella passionalmente dedita al bene sociale di Tina non c'era
molta convergenza, comunque stima rispetto comprensione delle altrui ragioni
tanta. Ci perdemmo di vista. Ci siamo reincontrati l'estate scorsa a prelevare
i nostri soldi dalle ormai essiccate nostre pensioni un tempo invero d'oro (ma
ora tutt'altro) nella nuova sede CSR di via XX Settembre, Stiamo dialogando: io
la trovo più rossa di quello che era e lei forse mi trova un conservatore di
destra prestato alla sinistra del tipo De Mattia. Litighiamo fra noi non litigate
fra voi, ma rispettiamoci tutti. Due codicilli, se la coscienza è figlia di
cattiva memoria alle volte può capitare alle donne che la loro tranquilla coscienza
è figlia di addormentata memoria. Credo che non puoi dimenticare che insieme ad
una mia compaesana che chiamo per ragioni qui irripetibili prostatica
visionaria di maggiukore hai imbastito una strana scommessa a vostro sollazzo e
a mia derisione. Non puoi negare che hai TU associato il mio romanzetto ove NON
si parla di promessi sposi a Liala. Se tu mantieni quello che scrivi non puoi
negarmelo. Ti dirò poi dopo cosa era invece la DONNA DEL MOSSAD.
Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Mai, associato il tuo romanzo, che non
conosco, a Liala, mai, mai. Dovrei aver letto entrambi, e non è così. Non avrei
nessun motivo di negare. Stai portando avanti un fraintendimento penoso e
irreversibile. Lasciamo Liala in pace e anche tutti noi. Non sono ostile,
riconoscerai il mio sommo gaudio nell'ironizzare, senza offendere, diversamente
da altri. Comunque, mai attribuito l'uso del diminutivo di chicchessia, ad uso
d'intimità private di cui mi dai spiegazioni non richieste. Sono una donna
anomala: non nutro sospetti, né sono curiosa. Emoticon smile
Lillo Taverna
Lillo Taverna Contra Omnia Racalmuto
...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non
comprendo.
sabato 26 gennaio 2013
LA DONNA DEL MOSSAD - APOLOGO SUL CASO SINDONA parte prima
Calogero Taverna
La donna del Mossad
Proprietà esclusiva dell’autore (non in commercio)
Prefazione (quattro righe, tanto per dire).
Questo è un romanzetto che si può leggere anche con una mano
sola
(direbbe Rousseau), ma mi si farebbe un grosso torto.
Cosa voglio dimostrare?
· Contesto Sciascia che parla di Racalmuto quale isola
nell'isola accanto all'isola uomo, all'isola famiglia e via di seguito. Un
concetto raffinatissimo ma non persuasivo. Comunque io non lo condivido:
Racalmuto invece scisto del mondo che tutto vi si riflette sia pure con un
raggio pallidissimo, e da qui, come da ogni piccolo villaggio del mondo, si
dipartono flebili ma veri, ma vivi, i singulti dell'umana sofferenza,
dell'umano gioire, dell'umano redimersi. Un apologo? Guarda caso nella vicenda
Sindona entrano - qualcuno da protagonista - il racalmutese Taverna, il
racalmutese Sciascia, i racalmutese emigrati in Usa, i fratelli Macaluso,
l'arciprete, la villa Macaluso, l'Interfinanza di Racalmuto, i costruttori
racalmutesi dell'ambiguo villaggio di Lampedusa (ed io non so tutto). A
Racalmuto approda una equivoca giornalista israeliana che poi sparisce nel
nulla (la donna del Mossad) ed uno splendido giovanottone un mio nipote
acquisito viene concupito da una splendida fanciulla israeliana che fa la spola
tra il Lussemburgo, Palazzo Chigi, Birgi (al tempo della crisi libica) ed anche
questa poi sparisce nel nulla. Guarda caso Sindona ha il più torbido conto
(Nova Scotia) ove affluiscono strani fondi per Israele (o forse Mossad).
· b) Ma Racalmuto resta piccola e solare, goliardica e
bevettola nella ricerca di sapori antichi di cibi afrodisiaci perduti, succube
di impotenze erotiche in esplosione tra dotatissimi asini raglianti ed
eruditismi da seminario maggiore. Ma là, lontano a Roma a Milano, a Mosca a
Varsavia, a Londra, ad Atene a Gerusalemme, in Isvizzera, in Usa,nelle isole
Cayman si dipana la grande crisi valutaria (al tempo di passaggio dai cambi fissi
ai cambi flessibili) e l'eterna temibilissima speculazione planetaria deve
vedersela con la controspeculazione che il concerto dei governatori di allora
sanno bene orchestrare pilotando banche ultravigilate, sotto mentite spoglie di
spregiudicati speculatori.
· c)e piccoli, insignificanti ispettorucoli, persino mal
laureati, qualcuno soltanto capitano di lungo corso, vengono inviati a
investigare verità che li trascendono, tecniche di cui ignorano persino il
linguaggio. Sono strapagati, sono "arrapati" come ogni buon
contadinotto strappato alla terra del Sud: i loro capi son peggio di loro:
inventori dell'ora erotica, stupidi ma fedelissimi alla quaterna imperante
(giganti, magari giganti del male, ma svettanti rispetto agli gnomi che li
circondano che contro sole faranno magari ombre lunghissime, ma sempre gnomi
restano).
· d) fortuna per loro che partito rabbiosamente marxista,
sindacato genuinamente operaio (si chiamava USPIE), Rinaldo Scheda, Pistulon,
Sandro, Ugo, Tommaso e soprattutto l'intellettualissimo Angelo facessero
"vigilanza democratica" e presidio delle Istituzioni, dell'autonomia
della Banca d'Italia. Una storia ignota, tutta da scrivere (che il romanzetto
ovviamente non è in grado di sviscerare. Se non fosse stato per Ivo Turchetti,
il sottoscritto sarebbe stato stritolato, messo alla gogna, mandato forse in
galera dai vari Oteri, Ciancaglini ed un flaccido calvinista di cui mi sono
scordato persino il nome.
· e) Mica posso riscrivere qui il romanzetto. Vi è altro,
molto altro che deride Cammilleri, il modo siciliano di far giustizia penale,
che per converso esalta il coraggio delle nuove generazioni di giornalisti
locali,il vigore delle spinte etiche delle periferie di quel magmatico mondo
che è la Regione Siciliana, che irride a Berlusconi, a Veltroni, alle gerarchie
di partito, ai palazzi del potere romano. Troppa carne a cuocere in appena 72
cartelle: presunzione massima di un sicilianuzzu che senza la sua amata-odiata
banca d'italia sarebbe rimasto a fare l'apprendista barbiere a Racalmuto
cimentandosi magari nelle ruffianesche serenate tanto icasticamente vezzeggiate
dal suo grande paesano Sciascia.
Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Se avessi associato ciò alla linea
letteraria di Liala, non sarei Ornella Pennacchioni. Non credi? O pensi che io
vada a tentoni solo per millantare?
Lillo Taverna
Lillo Taverna Non vai a tentoni, ma o c'è chi scrive per te
e tu manco lo sai, o soffri di rimozioni freudiane o io sono un invasato che si
inventa persino cose ostensibili dell'altro ieri. Là dove ti assimilo
vendicativamente alla Peverelli o alla Va dove ti Porta il cuore di certa
Tamara di cui non ricordo il cognome secondo te mi sono creato l'aggancio
fantasmatico. Ma questa è questione che non ha senso alcuno. E vero', TI STO
STRUMENTALIZZANDO. HAI VISTO CHE AD AGGANCIO HO PUBBLICATO un documento
riservatissimo della Banca d'Italia? E l'esordio della epifania della mia
epifania mnemonica. Se tu mi avversi e mi insolentisci mi mandi in brodo di
giuggiole. Tecniche pubblicitarie cara, anzi carissima. La mia stima nei tuoi
confronti sta esondando a dismisura. Gli dei ti hanno donato una penna agile ed
appuntita. Più elogiativo di questo non so scrivere.
Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Non so cosa potrà innescare in te
quanto segue: quando fra il cappello e la chiosa, inserisci il tuo consueto
magma culturalcitante, a mò di matrioscke, mi anestetizzo, cauterizzo, sperando
in una rapida guarigione, la tua, e di non subirne contagio. Lasciamo Freud in
pace, non rimuovo, non mento, non glisso. Con sincera simpatia, Ornella.
Mi piace · Rispondi · 4 h
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Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Lillo, hai bisogno urgente di un
tomtom, perché le tue risposte non sono mai pertinenti, e in questo ratatouille
ti perdi in piroette di casseruole solo tue senza manco i coperchi. Francamente
ho molta difficoltà a intravedere alcuna forma di ricatto da parte mia, se non
ironico, puntuale garbo, a tanto sgarbo della deliziosa signora Tina che mi ha
concesso il raglio finale, e di questo nel mio P.S. la ringrazio ancora.
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Lillo Taverna
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Lillo Taverna
Lillo Taverna Prevedevo l'ira funesta della divina Ornella.
So che lei ha ragione, il colpevole son io, provoco, aizzo, colgo nel debole
specie delle belle donne ( e lei ancora può persino ottundere
nell'avanspettacolo della Botero patrizia). Volevo far subito da parafulmine ma
stamani alle cinque di mattina in taxi per san San Gallicano di postelena
regina postura non ho fatto in tempo. Ma birichinamente il tempo per ritagliare
il capolavoro tiniano e metterlo nel mio ostensibile diario l'ho ben tovato si pure
alla ternza notturna).Chiedo scusa a Tina per non averla messa sull'avviso:
perdono, cenere sul capo alla bella incantevole eterna giovinetta Ornella. Io
non sono bravo con le donne e la signora Ornella è una gran donna, anche ella
positiva, sicuramente altera,di superiore intelletto, di vorace cultura. Sono
cnque e più anni che l'avrei sciperta (letterariamente) colpito dal suo estremo
estro estetico del non senso (che come insegna la moderna filosofia è il vero
senso del senso come il non essere riguardo all'essere. Nasce in quelle Marche
o Abruzzo che sia. Respira aria dannunziana, decadente, afrodisiaca,
indicibilmente armonica.Ne sugge Ornella tanto umore. Ma non ha motivo di
coniugarlo con l'inevitabile malumore esistenziale che ogni genio soffre nel
profondo delle sue umane ma misere latebre. In cambio, più cuore, in cambio
soave dire, in cambio purezza erotica quale si addice ad una figlia di buona
famiglia. La buona famiglia marchigiana è quella che tale diventa adulerando ma
in meglio la scarpetta Geox di quel conterraneo Sutor (che sguazzo quando leggo
nel confiteor di Geronzi intriso nel gran latino di De Mattia, che certi
manager d'alto lognaggio alla Profumo Nagel Arpe Romiti Maranghi Rossi Simn
eoeoeoeo zvanorio a questo calolaio marhigiano invitavano a non andare oltre la
scarpa: sutor ne ultra crepidam, come dire calzolaio il valligiano,
quell'accustivo crepidam vale per le ciabatte alla Geox quelle che se ti ostini
a camminarci per tre volte sulle pozzanghere d'autunno ci rimetti irrimediabilmente
la soletta e i tanti soldi spesi vanno a male.
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Lillo Taverna
Lillo Taverna Debbo qui interrompere. La esondante Ornella
mi assale. Non so come fare a dirle che io sono e mi sento pirandellianamente
UNO NESSUNO CENTOMILA e per me NESSUNO. L'ho scritto pure ieri e mi ha anche
applaudito. Quando le dico che ha preso un abbaglio intendo riferormi al fatto
che lei nel bene o nel male mi crede quello che non sono. Perché sono peggio
anzi pessimo. Non sono scrittore, non sono poeta. non sono storico, non sono
critico, nient'affatto ARTISTA. Fui ispettore e bravino. Come dire mi diverto
solo a trovare le falle altrui. E i pregi? non mi interessano. Non posso
traslarli in "rilievi". Fagocito i suoi contrappunti? se non mi
servono in casa mia, quale norma da codice penale infrango? ma poi non è vero.
Quando mi aggrediscono sono felice.Una sfida al mio spirito umoristico ed
autocritico. E pare che nel rispondere riuscirei benino.Se volessi esere
serioso direi: imitazione carnale di quel Horatius brevis atique obesus (quindi
non piaccio alle donne e gli uomini non mi piacciono. Ma l'adropausa che la
Pennacchioni mi diagnostica mi salva da isterie senescenti) e forse qualche
volta riecso nel oraziano castigat ridendo mores. Voi che ne dite?
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Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Mi ha telefonato la signora Liala. Ha
detto che non ti ho mai paragonato a lei, quindi, ho ragione io. E' stata molto
cordiale e trovo la sua telefonata di grande solidarietà femminile. Seppure io
me la cavi molto bene da sola, il fatto che abbia sollevato coperchio e
cornetta, mi lusinga, anzi, mi commuove. Buona giornata, Lillo.
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Lillo Taverna
Lillo Taverna P.S. Stimatissima Ornella, perché ostili?
torniamo sottiili. Non far andare tutto a .. "spiga" (non trovo la
parola giusta). Per me la signora Russo è TINA e non certo per quello a cui il
tuo esere causticamente donna ti fa pensare. Siamo coetanei. Siamo entrambi
vecchi pensionati della Banca d'Italia. Sino al 1975/76 credo che neppure ci conoscessimo.
Entrambi militavamo nel più duro dei PCI possibili, entrambi pur in diverse
sedi animali sindacali ultra sinistri della CGIL sia pore in versione BI. Dal
1975-76 fino al 1° febbraio 1981 fummo enrambi nella stessa barca dirigenziale
del sindacatino ROSSO ultra ROSSO della Banca d'Italia. Dopo io passai ad altri
lidi laorativi o professionali che dir si voglia fuori della Banca d'Italia
avverso la stessa Banca d'Italia. Tra la versione ultra ribelle mia e quella
passionalmente dedita al bene sociale di Tina non c'era molta convergenza,
comunque stima rispetto comprensione delle altrui ragioni tanta. Ci perdemmo di
vista. Ci siamo reincontrati l'estate scorsa a prelevare i nostri soldi dalle
ormai essiccate nostre pensioni un tempo invero d'oro (ma ora tutt'altro) nella
nuova sede CSR di via XX Settembre, Stiamo dilogando: io la trovo più rossa di
quello che era e lei forse mi trova un conservatore di destra prestato alla
sinistra del tipo De Mattia. Litighiamo fra noi non litogate fra voi, ma
rispettiamoci tutti. Due codicilli, se la coscienza è figlia di cattiva memoria
alle volte può capitare alle donne che la loro tranquilla coscinza è figlia di
addormentata memoria. Credo che non puoi dimenticre che insieme ad una mia
compaesana che chiamo per ragioni qui irripetibili prostatica visionaria di
maggiukore una strana scommessa a vostro solazzo e a mia derisione. Non puoi
negare che hai TU associato il mio romanzetto ove NON si parla di promesi sposi
a Liala. Se tu mantieni quello che scrivi non puoi negarmelo. Ti dirò poi dopo
cosa era invece la DONNA DEL MOSSAD.
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Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Mai, associato il tuo romanzo, che non
conosco, a Liala, mai, mai. Dovrei aver letto entrambi, e non è così. Non avrei
nessun motivo di negare. Stai portando avanti un fraintendimento penoso e
irreversibile. Lasciamo Liala in pace e anche tutti noi. Non sono ostile,
riconoscerai il mio sommo gaudio nell'ironizzare, senza offendere, diversamente
da altri. Comunque, mai attribuito l'uso del diminutivo di chicchessia, ad uso
d'intimità private di cui mi dai spiegazioni non richieste. Sono una donna
anomala: non nutro sospetti, né sono curiosa. Emoticon smile
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Lillo Taverna
Lillo Taverna Contra Omnia Racalmuto
...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non
comprendo.
sabato 26 gennaio 2013
LA DONNA DEL MOSSAD - APOLOGO SUL CASO SINDONA parte prima
Calogero Taverna
La donna del Mossad
Proprietà esclusiva dell’autore (non in commercio)
Prefazione (quattro righe, tanto per dire).
Questo è un romanzetto che si può leggere anche con una mano
sola
(direbbe Rousseau), ma mi si farebbe un grosso torto.
Cosa voglio dimostrare?
· Contesto Sciascia che parla di Racalmuto quale isola
nell'isola accanto all'isola uomo, all'isola famiglia e via di seguito. Un
concetto raffinatissimo ma non persuasivo. Comunque io non lo condivido:
Racalmuto invece scisto del mondo che tutto vi si riflette sia pure con un
raggio pallidissimo, e da qui, come da ogni piccolo villaggio del mondo, si
dipartono flebili ma veri, ma vivi, i singulti dell'umana sofferenza, dell'umano
gioire, dell'umano redimersi. Un apologo? Guarda caso nella vicenda Sindona
entrano - qualcuno da protagonista - il racalmutese Taverna, il racalmutese
Sciascia, i racalmutese emigrati in Usa, i fratelli Macaluso, l'arciprete, la
villa Macaluso, l'Interfinanza di Racalmuto, i costruttori racalmutesi
dell'ambiguo villaggio di Lampedusa (ed io non so tutto). A Racalmuto approda
una equivoca giornalista israeliana che poi sparisce nel nulla (la donna del
Mossad) ed uno splendido giovanottone un mio nipote acquisito viene concupito
da una splendida fanciulla israeliana che fa la spola tra il Lussemburgo,
Palazzo Chigi, Birgi (al tempo della crisi libica) ed anche questa poi sparisce
nel nulla. Guarda caso Sindona ha il più torbido conto (Nova Scotia) ove affluiscono
strani fondi per Israele (o forse Mossad).
· b) Ma Racalmuto resta piccola e solare, goliardica e
bevettola nella ricerca di sapori antichi di cibi afrodisiaci perduti, succube
di impotenze erotiche in esplosione tra dotatissimi asini raglianti ed eruditismi
da seminario maggiore. Ma là, lontano a Roma a Milano, a Mosca a Varsavia, a
Londra, ad Atene a Gerusalemme, in Isvizzera, in Usa,nelle isole Cayman si
dipana la grande crisi valutaria (al tempo di passaggio dai cambi fissi ai
cambi flessibili) e l'eterna temibilissima speculazione planetaria deve
vedersela con la controspeculazione che il concerto dei governatori di allora
sanno bene orchestrare pilotando banche ultravigilate, sotto mentite spoglie di
spregiudicati speculatori.
· c)e piccoli, insignificanti ispettorucoli, persino mal
laureati, qualcuno soltanto capitano di lungo corso, vengono inviati a
investigare verità che li trascendono, tecniche di cui ignorano persino il
linguaggio. Sono strapagati, sono "arrapati" come ogni buon contadinotto
strappato alla terra del Sud: i loro capi son peggio di loro: inventori
dell'ora erotica, stupidi ma fedelissimi alla quaterna imperante (giganti,
magari giganti del male, ma svettanti rispetto agli gnomi che li circondano che
contro sole faranno magari ombre lunghissime, ma sempre gnomi restano).
· d) fortuna per loro che partito rabbiosamente marxista,
sindacato genuinamente operaio (si chiamava USPIE), Rinaldo Scheda, Pistulon,
Sandro, Ugo, Tommaso e soprattutto l'intellettualissimo Angelo facessero
"vigilanza democratica" e presidio delle Istituzioni, dell'autonomia
della Banca d'Italia. Una storia ignota, tutta da scrivere (che il romanzetto
ovviamente non è in grado di sviscerare. Se non fosse stato per Ivo Turchetti,
il sottoscritto sarebbe stato stritolato, messo alla gogna, mandato forse in
galera dai vari Oteri, Ciancaglini ed un flaccido calvinista di cui mi sono
scordato persino il nome.
· e) Mica posso riscrivere qui il romanzetto. Vi è altro,
molto altro che deride Cammilleri, il modo siciliano di far giustizia penale,
che per converso esalta il coraggio delle nuove generazioni di giornalisti
locali,il vigore delle spinte etiche delle periferie di quel magmatico mondo
che è la Regione Siciliana, che irride a Berlusconi, a Veltroni, alle gerarchie
di partito, ai palazzi del potere romano. Troppa carne a cuocere in appena 72
cartelle: presunzione massima di un sicilianuzzu che senza la sua amata-odiata
banca d'italia sarebbe rimasto a fare l'apprendista barbiere a Racalmuto
cimentandosi magari nelle ruffianesche serenate tanto icasticamente vezzeggiate
dal suo grande paesano Sciascia.
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Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Se avessi associato ciò alla linea
letteraria di Liala, non sarei Ornella Pennacchioni. Non credi? O pensi che io
vada a tentoni solo per millantare?
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Lillo Taverna
Lillo Taverna Non vai a tentoni, ma o c'è chi scrive per te
e tu manco lo sai, o soffri di rimozioni freudiane o io sono un invasato che si
inventa persino cose ostensibili dell'altro ieri. Là dove ti assimilo
vendicativamene alla Peverelli o alla Va dove di Porta il cuore di certa Tamara
di cui non ricordo il cognome secondo te mi sono creato l'aggancio
fantasmatico. Mma questa è questione che non ha senso alcuno. E', TI STO
STRUMENTALIZZANDO. HAI VISTO CHE AD AGGANCIO HO PUBBLICATO un documento
riservatissimo della Banca d'Italia? E l'esordio della epifania della mia
epifania minnemonica. Se tu mi avversi e mi insolentisci mi mandi in brodo di
giuggiole. Tecniche pubblicitarie cara, anzi carissima. La mia stima nei tuoi
confronti sta esondando a dismisura. Gli dei ti hanno donato una penna agile ed
appuntita. Più elogiativo di questo non so scrivere.
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