ED ORA SOLO UN LIBERO CIRCOLO
Il Mutuo Soccorso, con il volto e la
fisionomia dei giorni
nostri, documentatamente la sua data d'inizio il 19 febbraio
1910: ottant'anni fa rispetto a questo
scritto. Il primo vero
presidente - ormai del tutto libero dai
condizionamenti delle
grandi famiglie racalmutesi - è Giuseppe Romano, coadiuvato
dal segretario Vincenzo Tinebra e dal
Vice Segretario Giuseppe
Martorelli. La cassa è affidata a
Salvatore Morreale fu
Benedetto. Giacomo Sciascia, Camillo
Buscarino, Calogero Cino
fu Pietro, Giovanni Borsellino, Calogero Mendola, Salvatore
Marranca, Calogero Candido, Alberto
Scibetta, Gaetano Rosina,
Carmelo Martorelli, Francesco Grillo, Vella Antonio, Nicolò
Balsamo e Trifonio Lo Cicero compongono il nutrito consiglio
di amministrazione. I controlli sono
quattro: Calogero
Puma,Salvatore Morreale, Francesco
Caratozzolo e Giovanni
Fantauzzo. Sono nomi che ancor oggi
echeggiano appartenenze a famiglie del ceto medio racalmutese. Le prime decisioni sono
sintomatiche del nuovo corso: vanno
rispettati i genitori dei
soci, ragion per cui si modifica lo
statuto aggiungendo
l'articolo 37 in forza del quale, in caso di morte dei
congiunti,convivenza o non convivenza,
si deve accompagnare la
salma colla Bandiera; viene dato ordine espresso al
Cameriere che tutti i giornali non devono
uscire dal Sodalizio
per nessuna ragione, e nemmeno i
giornali arretrati. Le
pubblicazioni al centro dell'attenzione
sono ora "il
Romanziere e la Tribuna Illustrata" la
disaffezione al
Listino della Camera di commercio
relativo ai prezzi dello
zolfo è palese ed eloquente. Lo Cicero
Vincenzo non pare
prendere molto sul serio i divieti
della nuova
amministrazione: si porta a casa i giornali del sodalizio e
distrugge una cartella della tombola. Viene nominata una
commissione d'inchiesta, alla quale
vengono chiamati i
consiglieri Scibetta, Vella e Borsellino, per appurare i fatti
e "richiamare all'ordine il sudetto
socio Lo Cicero Vincenzo".
L'illuminazione del cesso è un
problema: l'incombenza ad
ovviarvi ricade sullo "stesso
presidente sig. Restivo
Pantalone"¯ che intuibilmente ricopre la
carica unitamente al
Romano. Un numero di soci propone di
organizzare "una gita a
Palermo in occasione del cinquantesimo
anniversario dell'Unità
d'Italia". Democraticamente si decide
con una rituale
votazione in seno al consiglio. Su tredici votanti, sono otto
i favorevoli. Cinque consiglieri non
sono d'accordo. Non vi
sono però ulteriori resistenze. "Ad
_un'animità (è un vezzo
per il circolo storpiare l' _unanimità
dei consensi!) si
stabilisce di stanziare L. 100 per
agevolare le spese di
viaggio". E qui una simpatica nota: "Il
Presidente, visto che
le condizioni finanziarie del sodalizio son ristrette, di moto
proprio propone che le sudette L. 100
vengano complimentate
dal Signor Morreale Salvatore fu Benedetto e dal sudetto
Presidente Signor Romano Giuseppe. Il
Consiglio visto l'atto
generoso dei sudetti Signori ad
unanimità accetta e vota un
atto di lode." In definitiva anche noi,
sottolineando quel
minuscolo evento.
Il circolo progredisce nella democrazia associativa inventando
la votazione con il sistema dei
fagioli, anzi - per dirla con
la divertente deformazione del
segretario Tinebra - "delle
fagiuole". Inaugurano il nuovo
sistema, il 4 giugno 1910, i
postulanti soci Alessi, Randazzo e
Rosina. "Si passa a
votazione - verbalizza il buon Tinebra
- per mezzo delle
Fagiuole la domanda a socio del sig.
Alessi Michele la quale
viene accettata _ad'unanimità_ (sic!).
Si passa a votazione la
domanda a socio del signor Randazzo
Vincenzo la quale viene
accettata ad'unanimità. Si passa a
votazione la domanda a
socio del sig. Rosina Giuseppe la quale
viene accettata ad'
unanimità.
Perdono ogni speranza di riconquista del Mutuo Soccorso i
decaduti Tulumello. Il 12 ottobre 1910
si dimettono da soci
ben tre componenti di quella famiglia:
il Cav. Nicolò
Tulumello, il cav. avv. Salvatore
Tulumello e il cav. Luigi
Tulumello. Anche un certo Castronovo
Salvatore li segue nelle
dimissioni. Il nuovo sodalizio non fa
una grinza: accetta le
dimissioni seccamente. Pensa, anzi, a
migliorare
l'illuminazione e "rinnova l'abbonamento col Sig. Parisi
Salvatore per la fornitura dei beccucci
e le riparazioni
necessarie dal maggio 1910 al maggio 1911¯. Al contempo "si dà
l'incarico al Presidente di provvedere
all'impianto di un nuovo
campanello elettrico".Non si manca di
comperare una dozzina di
sedie nuove. Si aumenta al cameriere
Sferrazza Alfonso "la
mesata da L. 49 a L. 52 tenendo
presente sia che il prezzo del
carburo trovasi in aumento sia che i
beccucci che si usa
attualmente sono di maggior forza". Il
Mutuo Soccorso è
divenuto un circolo ricreativo del
medio ceto di Racalmuto. I
simboli massonici che perdurano nel suo
timbro sono segni
ereditati, senza alcun significato.
Fuori Racalmuto qualche
equivoco nasce in proposito. Si bussa a
quattrini a titolo di
solidarietà e 'fratellanza'. La
risposta è inequivoca, anche
se gentile: "si delibera tenuto conto
alla deficiente finanza
del sodalizio di ritornare le lettere
di aiuto mandateci dalle
Società di Spaccaforno e di Mezzanile". Il circolo non
è
neppure pacifista (e natutalmente
neppure il contrario: è solo
ricreativo). Il 24 dicembre del 1910
risponde picche ad un
comitato 'pro-pace' costituitosi a
Racalmuto. Lo scoprire che
alla fine del 1910 potesse allignare a
Racalmuto un comitato
pacifista ci sorprende alquanto. Certo
in quel periodo vi era
un'ondata libertaria. Eravamo sotto il
ministero Luzzatti. Di
guerre all'orizzonte vi era quella
della Libia. Il movimento
locale doveva essere di tendenza
socialista. Ma gli ispiratori
racalmutesi non dovevano essere persone
di nessun conto, se un
navigato presidente quale Giuseppe Romano formula il diniego
del Mutuo Soccorso in termini persino
ossequiosi. Ecco il
testo della lettera inviata nel natale del 1910: "EGREGI
SIGNORI COMITATO PRO-PACE - RACALMUTO,
in risposta al cortese
invito fatto pervenire dalle SS.II. a
me ed ai componenti la
deputazione della Società di M. S. ed
Elettorale mi pregio
significare alle SS.II. che non
consentendo i regolamenti del
Sodalizio che provvedimenti di simile
natura potessero essere
presi in esame e discussione dalla
Presidenza e dalla
deputazione senza che se ne desse
comunicazione all'Assemblea,
dati i termini brevi dell'invito, e per
tanto mancando il
tempo anche ad una convocazione di
urgenza dell'Assemblea
augurando la buona riuscita del
plausibile intento siamo
obbligati dall'astenerci
dall'intervenire alla riunione. Prego
le SS. II. voler gradire i sensi della
più alta considerazione
della Deputazione e della S.M. Soccorso
ed Elettorale e dal
Presidente. - Racalmuto li 25 dicembre
1910 - F.to Giuseppe
Romano". La scusa è palesemente
imbarazzata. Ma non si può
fare a meno di dare giudizi favorevoli. I termini sono
approssimativi. L'intento 'plausibile' per dire encomiabile.
E' un intento che purtroppo noi
ignoriamo. Alla riunione si
augura "la buona riuscita". In fondo,
deputazione e presidenza
ne hanno la pi— alta
considerazione.
Il fervore politico locale non scema e
il M.S. finisce col
venirne in qualche modo coinvolto. Vi è
una commissione
elettorale. Questa invia al circolo una
lettera con cui si
chiede la designazione di un socio
"onde far parte della
rappresentanza civica". Il consiglio ne
discute e "per
acclamazione nomina il presidente
signor Giuseppe Romano". E
questi "seduta stante accetta". La debolezza politica del
presidente - ci pare - non tornò
gradita. Il 17 aprile 1911,
le cariche sociali risultano
radicalmente cambiate. E'
Gioacchino Taibi (vecchia conoscenza)
che torna a fare il
presidente. Suoi Vice sono Federico
Scifo e Giacomo Giudice. I
neo-soci Alessi, Rosina e Randazzo
assurgono al rango di
consiglieri, unitamente a: Carmelo
Marranca, Francesco
Caratozzolo, Calogero Piraneo, Baldassare Tinebra, Luigi
Alaimo Di Loro, Salvatore Patti,
Giovanni Borsellino (il solo
rieletto) Calogero Cino fu Amedeo. Il
segretario è ora
Giuseppe Martorelli. Entrano subito sei
nuovi soci (tra gli
altri Giuseppe SICURELLA fu Pietro,
notevole figura del
paese e, poi, del circolo). Giuseppe
Romano si dimette da
presidente e Vincenzo Tinebra da
segretario. Il 26 aprile 1911
entra a far parte del Mutuo Soccorso
Luigi CASUCCIO di
Calogero. Si dimetterà per emigrazione
il 3 maggio 1912.
Ritornerà socio dopo qualche anno e vi resterà fino alla fine
deisuoigiorni, avendo ruolo e cariche importanti nella vita del
deisuoigiorni, avendo ruolo e cariche importanti nella vita del
Mutuo Soccorso.
Il socio Messana Clemente chiede ed
ottiene che si deve
accompagnare tutti quanti la Bandiera "ogni qual volta esce e
sino al ritorno dentro il
Circolo." Soci e mogli, quando
muoiono, devono essere accompagnati sino
al cimitero; "gli
altri di famiglia ...sino alla Croce."
Incombenza non sempre
rispettata. Qualche socio inadempiente
subirà provvedimenti di
rigore.
Il problema scottante rimane sempre
quello della disciplina
nella sala di gioco. Riferiamo uno dei
tanti episodi di
irrequietezza per la rilevanza dei due
protagonisti coinvolti.
"Il giorno 17 corrente <dicembre
1911>, mentre si giocava allo
"SCECCO" successe un
mal'inteso (sic!) tra i soci Martorana
Pietro e Tinebra Baldassare;
quest'ultimo abusando del
silenzio civile del Martorana lo caricò di molte parole
ingiuriose ad onta dell'intervenimento
di molti altri soci..."
L'allontanamento per un mese è di rigore. Il verbale si deve
alla penna di Giuseppe Martorelli.
Per tutto il biennio successivo la vita
scorre tranquilla e
nulla di particolare occorre annotare
nei verbali consiliari.
E' solo la quotidianità di un circolo
che vi viene segnata:
soci che entrano, soci che si
dimettono, soci che espatriano.
Le tornate elettorali avvengono a
cadenza annuale. I
nominativi si alternano, ma la rosa dei
nomi non è molto
larga.
Si giunge, così al 20 ottobre 1913 per
leggere questa nota
colorita: "Il consiglio avendo
riconosciuto il buon servizio
prestato dal cameriere ed il buon umore
dei signori soci, l'ha
nominato 'effittivo', idossando (sic!)
il berretto del circolo
nell'orario di servizio". Era
segretario, Martorana;
Presidente Gaetano Mattina.
Presidente Gaetano Mattina.
L'anteguerra scorreva a Racalmuto piuttosto serenamente.
Qualche problema per l'emigrazione.
Tante preoccupazioni ma
imitate ai ceti miseri che però non
risultano molto estesi
sia per una discreta agricoltura, sia
per le industrie
estrattive locali. Certo, le grandi
famiglie di un tempo si
sono consunte (Matrona e Tulumello, in
testa) ma altre vi
subentrano più mercantili,
imprenditoriali e dedite
all'esercizio di professioni (legali,
mediche e
farmaceutiche). Hanno la testa sulle
spalle, mostrano qualche
grettezza ma tutto sommato sono operose
e dinamiche. I
Nalbone, i Grillo, gli Alaimo, i
Bartolotta, i Caratozzolo, i
Falletti, i Burruano, i Romano, i
Cavallaro sono ora il
ìGotha' paesano. Non può dirsi che il Mutuo Soccorso ne sia
in qualche modo l'espressione. Il loro
ritrovo èaltrove. I
'galantuomini' di paese si ritrovano al
Circolo Unione.
Negli anni che precedono la grande
guerra del '15-'18, pure
nell'estrema periferia del Meridione,
anche a Racalmuto può
registrarsi una qualche eco della
imperversante 'belle epoque'. Al
Circolo, gli organi di vertice (presidenti Calogero VOLPE e
Francesco CARATOZZOLO) hanno il loro bel da are per disciplinare il
'carnevale del 1914'. Il 17 febbraio si verbalizza:
"Dietro progetto e domanda di diversi soci, per il divertimento in
questo sodalizio per le feste di carnevale,il presidente propone
all'amministrazione di fare una commissione per il mantenimento
dell'ordine interno, e di tutto quello che occorre. Si dà facoltà di
nominare la commissione al V. Presidente sig. Martorana Pietro.
Circolo, gli organi di vertice (presidenti Calogero VOLPE e
Francesco CARATOZZOLO) hanno il loro bel da are per disciplinare il
'carnevale del 1914'. Il 17 febbraio si verbalizza:
"Dietro progetto e domanda di diversi soci, per il divertimento in
questo sodalizio per le feste di carnevale,il presidente propone
all'amministrazione di fare una commissione per il mantenimento
dell'ordine interno, e di tutto quello che occorre. Si dà facoltà di
nominare la commissione al V. Presidente sig. Martorana Pietro.
Il Presidente Signor Rosina Giuseppe ed il
Presidente Caratozzolo
Francesco." Redattore del documento
risulta il segretario
Calogero PUMA.
!
Soci morosi, soci riluttanti a smettere
di giocare durante le
riunioni assebleari e consiliari,
svendita di vecchi giornali,
ricompensi al cameriere (ora Vella
Vincenzo) per straordinari
durante le feste di carnevale,
dimissioni di soci eccellenti
(anche quelle del presidente Volpe) da
fare rientrare,
contrassegnano le scansioni decisionali
di questo periodo.
Qualche atto nobile: "Il presidente fa
noto che il Sacerdote
Romano Carmelo direttore dell'Orfanotrofio
gentilmente prega
la Società di volere offire un obolo
secondo quello che
delibererà, ringraziando
anticipatamente di quello che farà.
La tradizionale parsimonia del circolo
subisce qui
un'encomiabile eccezione. "Il
consiglio, riconoscendo giusto e
doveroso accettare la proposta del
sacerdote, delibera ad
unanimità la somma di L. 25 per
consegnarla a suo tempo,
restando poco contenti di offrire di
più non avendo avanzo di
cassa."
Siamo nel luglio del 1914.
Siamo nel luglio del 1914.
La guerra non è lontana. Per Ruggero
Fedele, per Gueli
Salvatore bisogna sospendere i
pagamenti dei mensili perché
in servizio militare. Il socio
Bertolino Pietro si infortuna
sul lavoro e viene esentato dal
pagamento della quota sociale
sino a totale guarigione. I soci morosi
da tre mesi verranno,
comunque
'_affissati'. Si spera con tale sorta di gogna di
eliminare il preoccupante fenomeno della
morosità.
Nei verbali rifluiscono
anche le piccole vicende personali di
qualche racalmutese
socio. Il 17 ottobre 1914 viene, ad
esempio, annotato che il
sig. Picone Gaspare si era trasferito
per ragioni di servizio
a Porto Empedocle. Il 22 ottobre 1914
chiede di essere ammesso
come socio Carmelo NOTO che però èdi
Milocca, anche se
risiede a Racalmuto: è pur sempre
®cognato del socio
MESSANA Clemente¯. Viene accolto,
insieme al postulante Scimè
Giuseppe di Carmelo, dopo che il
consiglio ha appurato che
entrambi i richiedenti ®sono di buona
qualità ed idoneità¯. !
Entra in scena un personaggio piuttosto
picaresco e che ci è
personalmente simpatico e per noi degno
di ammirazione. E' un
®_self-made man_¯ di paese, di pochi
studi, di tanto cervello,
di irrefrenabile iniziativa,
effervescente, imponente,
generoso quando occorre, non privo di
spregiudicatezza, è un
uomo che sa affermarsi economicamente,
che forse si è
arricchito col sale ed altre iniziative
tutte dispiegate nella
non troppo esaltante plaga racalmutese.
Un soggetto che subiva
il fascino delle donne ... e del
circolo, ove anche giocava
grosso, ma per dominare gli altri del
suo censo di origine,
magari carrettieri come lo era stato
lui, ma che carrettieri
erano rimasti mentre lui era assurto al
rango di
'industriale'. Parliamo di Angelo
Collura di Salvatore,
ammesso come socio nella seduta
consiliare del 30 ottobre
1914. Presiedeva Francesco Caratozzolo,
verbalizzava Calogero
Puma.
!
Il 1914 si conclude con inconvenienti
di gioco. ®Il controllo
Schillaci Carmelo trov• in un tavolo 6
soci che giocavano alla
zicchinetta; in tanto l'invita a smettere col gioco che
ancora non era permesso; dopo parecche
volte ebbe risposta di
continuare a giocare e lui fare il
verbale, tale rifiuto
sembrava scherzevole. Dopo parecchi
minuti venne il presidente
e, prima di invitarli a smettere, un
socio consegnòle carte.
Il consiglio, riconosciuto che per la
prima volta si suol
passare pur ad una minima punizione,
delibera il seguente
ordine del giorno. Il consigliere Cino
Calogero fu Pietro fa
conoscere al consiglio che trovandosi
parecchie volte a veder
giocare alla tombola ha visto degli
abusi irregolari, cioé: 1ø
quello di non pagare la relativa tassa:
2ø che molti soci
volenterosi di voler passare del tempo
con la detta tombola
non hanno mai potuto divertirsi per
insufficienza di cartelle
essendo sempre sei soci che si
impegnano le 24 cartelle. Ad
evitare questo propone che ogni socio
debba pigliare il
massimo di tre cartelle, per cos
giocare diversi soci. Il
consiglio accetta la proposta e
delibera di fare un avviso
nella sala di giuoco insieme all'ordine
del giorno <cos
concepito>: 'Con deliberazione del
1ø dicembre 914 corrente
mese sono pregati indistintamente tutti
i Sigg. soci che
volendo giocare alla tombola, tassativamente
non possono
prendersi non piùdi tre cartelle.
Inoltre sono pregati di
ubbidire, rispettare e non abusare
verso il socio che vuole
l'ordine della Società molto più
quelli che sono in carica.
Chi trasgredisce menomamente a tale
deliberazione sarà punito
giusto il regolamento.¯ !
Si apre qualche velo sulla atmosfera
della vita associativa di
quel tempo. Principalmente, resta un
documento linguistico.
Traspare una lingua italiana popolare e
paesana, intrisa di
locuzioni dialettali tradotte con
reminiscenze di ardue e rare
letture (forse del Romanziere e
dell'Illustrazione Italiana: i
periodici cui il circolo era abbonato).
Se il documento non Š
pregevole quanto a testimonianza della
trascorsa vita paesana
(il gioco della tombola èoggi solo
consuetudine natalizia
delle famiglie e non più delle sale
ristagnanti di fumo di un
circolo ricreativo), è pur sempre un
bell'esempio di prosa
del ceto medio racalmutese, agli albori
del secolo. Ci pare
una ragione sufficiente per
tramandarlo. !
L'aumento del costo della vita a
Racalmuto Š scandito dal
solito incremento del salario del
cameriere. A fine 1914, il
mensile passa da L. 56 a L. 60: in
vent'anni è cresciuto del
50%. Ovviamente, all'epoca l'inflazione
non era galoppante.
Una smazzata di carte ora è di L. 0,60,
ma ogni giocatore deve
corrispondere L. 0,10. !
L'anno della guerra (1915) inizia con
un nuovo consiglio: vi
accedono uomini nuovi come Angelo
Collura, fresco socio,
Nicolò Casuccio, Carmelo Schillaci
Ventura. Il 6 febbraio 1915
viene ammesso come socio Calogero
Saccomando di Giacomo.
Trattandosi di un mio parente (fratello
di mia madre), non
posso sottacere il peraltro
indifferente avvenimento. Morirà
giovanissimo con la 'spagnola'. Il
segretario del momento (L.
Martorana) ha una gradevolissima
calligrafia. Dopo, perù, sarà
la volta di Giuseppe Collura, altra
istituzione del circolo.
Alla presidenza torna un nome
familiare: Salvatore Restivo
Pantalone. !
Appena socio e consigliere Angelo Collura si fa cogliere in
fallo. Viene ammonito per avere turbato
insieme con Nicolò
Bruccoleri ®la quiete del circolo la
sera del 14.2.1915¯. La
punizione sembra non soddisfare il
segretario Lorenzo
Martorana. Ce lo fa pensare il tono
della sua lettera di
dimissioni. ®ORDINE DEL GIORNO:
dimissioni presentate in data
19 febbraio 1915 dal segretario di
questo sodalizio Sig.
Martorana Lorenzo. <...> per tale
deliberazione si è passata
la votazione col sistema della
fagiuola, in modo che, chi vota
la fagiuola bianca si intende
respingere le dimissioni, invece
chi vota la fagiuola rossa intende accettare le dimissioni. A
tale fine si trascrive integralmente la
lettera di dimissioni
del sig. Lorenzo Martorana. "Ill.
Sig. Presidente del circolo
Mutuo Soccorso e S. Città, il
sottoscritto visto che i
componenti del consiglio non si sono
deportati(sic!) bene
nella seduta del 18 corrente rassegno
le mie dimissioni a
segretario. Con osservanza Lorenzo
Martorana. - Racalmuto
19.2.1915" Passata la votazione è
risultata con tredici rossi
e tre bianchi; pertanto sono accettate
le dimissioni¯. E'
solidale col Martorana il consigliere
Salvatore Taibi. Anche
lui èdimissionario. Pure per lui vi
sono tredici faglioli
rossi o - testualmente - ®tredici
fagiuole rosse¯. Tentenna il
consigliere Carmelo Mendola: prima si
dimette e poi ritira le
dimissioni dichiarandosi ®caduto in un
equivoco¯. L'equivoco
riguarda il comportamento del nostro
Angelo Collura:
spariscono i dubbi in proposito quando
ben nove tra membri del
consiglio e del 'controllo' si
dimettono dalle cariche per
contestare il consiglio reo di ®avere
punito con parzialità un
socio¯. Trattasi dei consiglieri:
Carmelo Schillaci Ventura,
Giovanni Macaluso, Vincenzo Randazzo,
Salvatore Castronovo,
Salvatore Alfieri, nonché del V.
Presidente Giuseppe Alessi e
dei 'controlli' Giuseppe Licata,
Michele Sciascia e Giuseppe
Scimè. L'amputato consiglio resta pur
sempre forte: Gaetano
Mattina e Salvatore Restivo Pantalone sono sempre
presidenti;
come consiglieri vi sono ancora nomi
prestigiosi: Giovanni
Borsellino, Francesco Grillo, Giacomo
Sciascia, Antonio
Castronovo, Nicolò Casuccio, Giovanni
La Rocca, Carmelo
Mendola, Giovanni Fantauzzo, Giovanni
Tinebra e Vincenzo
Alfano Burruano. Giuseppe Collura, con
la sua calligrafia
simpatica ed un po'infantile e con il
suo stile a mezzo tra il
dialetto e la lingua italiana, assurge
da Vice Segretario a
verbalizzante ufficiale e duraturo.
Angelo Collura - come si
vede - aveva determinato un terremoto
nell'amministrazione e
non erano passati che pochi mesi dalla sua entrata nel
Mutuo
Soccorso.
!
Dal luglio 1915 le sedute possono
svolgersi solo in seconda
convocazione. E' scoppiata la guerra.
Soci, consiglieri -
quelli giovani almeno - stanno altrove:
partono per il
servizio militare. La seduta del 14
dicembre 1915, indetta per
convocare l'assemblea per il giorno 22
dicembre, si restringe
a pochissimi elementi: ®Sotto la
presidenza del signor
consigliere anziano Calogero Candido,
sono presenti: La Rocca,
Giovanni, Tinebra Giovanni, Mendola
Carmelo, Castronovo
Antonio, Patti Santo¯. In tutto, solo
sei componenti.
SCOPPIA LA PRIMA GRANDE GUERRA
La grande guerra del 1915-18 incise
profondamente nel tessuto
sociale di Racalmuto: i suoi contadini,
i suoi zolfatai, la
sua migliore giovent— venne strappata
dal lavoro e dalla
famiglia e fatta penare nelle trincee
di terre tanto lontane
quanto inestricabili per lingua,
cultura, tradizioni. I lutti
furono poi feroci, spesso irreparabili.
La miseria incattiv i
ceti pi— colpiti. I 'galantuomini'
riuscirono spesso a farla
franca. Quando fu possibile, l'esonero
in sede di leva non
manc• ai baldi virgulti dei notabili
racalumutesi, riformati
in modo forse compiacente. I figli dei
poveri - talora gi…
dichiarati 'rivedibili' per
deformazioni fisiche cui la
miniera non era del tutto estranea -
vennero di frequente
rivisitati, dichiarati abili e inviati
al fronte. Presso il
Municipio sono ancora consultabili quei
registri di leva.
Andrebbero ben studiati. La locale
®PRO-LOCO¯ potrebbe
dedicarvisi.
!
Gli echi della guerra sono anche
presenti nei verbali del
Mutuo Soccorso. Sono echi flebili.
Eppure fanno intuire un
quadro di angoscia, di privazioni, di
accoramento: la vita Š
triste, preoccupata; la distrazione Š
svogliata; la vivacit…
spenta. In un trienno non vi sono
incidenti di gioco: non era
mai successo.
!
Il 1916 scandisce gi… le assenze
forzate di tanti giovani
soci: il consiglio Š subito chiamato
(16 febbraio) ad abbonare
mensili. Due biglietti a Gueli
Salvatore, ®perch‚ soldato
permanente¯; uno al socio Falco
Giuseppe, ®perch‚ soldato¯;
uno a Taibi Nicol• di Gioacchino,
®perch‚ soldato permanente¯;
uno a Salvatore Alaimo Di Loro di
Luigi, ®perch‚ soldato
permanente¯. Una melanconica litania! !
La vita rincara brusamente. ®Il
consiglio approva l'aumento di
L. 5 al cameriere come compenso del
rincaro del carburo¯. La
quota sociale viene notevolmente
aumentata: viene portata a L.
1,50 a bimestre. Si chiede al
proprietario della casa ®un
discalo dell'affitto¯. La compagine
sociale attiva si
striminzisce; il 28 novembre 1916 si
decide di conseguenza di
ridurre l'organico
dell'amministrazione: un solo presidente e
dieci soltanto i consiglieri. Unico
pure il vice presidente.
Naturalmente non si pu• fare a meno di
un segretario e di un
suo vice, nonch‚ del cassiere. Il
circolo, comunque, non sa
rinunciare a tre 'controlli' ad al suo
bravo 'portabandiera'.
Le feste natalizie restano sempre
sentite. ®Il consiglio
delibera di complimentare L. 3 al
cameriere per servizio delle
feste natalizie¯. Dobbiamo la notizia
al segreterio G. La
Rocca. Nel 1917 gli subentra Salvatore
Giardina. !
Un suo incerto verbale ha in qualche
modo attinenza con la
guerra. ®Si passa alla votazione pei
bimestri a pagarsi del
socio Sicurella Giuseppe, visto il
consiglio che finora non Š
stato alla saputa del _concedo_
illimitato che ha avuto dopo
aver prestato servizio per un lungo
periodo di tempo alla
chiamata alle armi. <Strano quel
congedo accordato nell'aprile
del 1917, proprio quando mio nonno -
attempato contadino e gi…
padre di cinque figli - doveva invece
partire per il fronte,
ove veniva disintegrato da una granata!
_n.d.r_.> Conciliando
allo stesso Sicurella Giuseppe si
sottomette a pagare marzo
aprile e anno. Si passa alla votazione
dei bimestri arretrati
dal socio Alfano Burruano Vincenzo
quale il consiglio delibera
la facolt… di proroga sino al giorno
venticinque c.m. Passato
quel tempo _ips.fatto_ resta cancellato
da socio. Si passa
alla votazione per il compenzo al
cameriere per il ricaro del
carburo, ed ananimit… viene approvato
tale compenzo, perch‚
giuste alle informazione assunte risulta veritiera la sudetta
domanda per conpenzo. Š delibera la
somma di L. 11.25 in
favore del sudetto cameriere, per
l'agumento del detto carburo
dal 1ø gennaio al 15 marzo che sono
giorni settantacinque.¯ !!
A noi questa prova - sgangherata, dalla
sintassi
approssimativa, zeppa di idiomatismi
paesani e racalmutesi -
torna avvincente: Š genuina,
peculiare,
deliziosamente ®na‹f¯. Il Mutuo
Soccorso, affrancatosi dalle
grandi famiglie Savatteri-Matrona prima
e Tulumello dopo, non
ha del resto avuto manie
intellettualistiche. Anzi si Š
tenuto lontano dai 'colti' del luogo.
Quando qualcuno di essi
ha chiesto di far parte del sodalizio,
Š stato accolto ma -
accortamente - Š stato snobbato nelle
elezioni per le cariche
sociali. Gli intenti erano, peraltro,
quelli di accaparrarsi
una clientela per le proprie mene
politiche. Successe all'avv.
Burruano. Successe ad altri. I
segretari scrivevano come
sapevano: piuttosto male; ma per quel
che serviva, riuscivano
a cavarsela e non avevano tentazioni
dominatrici. Ai Collura,
Giardina, La Rocca, Vincenzo Tinebra o
Vincenzo Fantauzzo
va dunque un pensiero
grato e rispettoso ad onta delle loro
gradevoli
sgrammaticature e della loro
soggettivissima sintassi. !
La guerra Š sempre pi— dura; anche per
le casse del circolo.
Nel mese di aprile del 1918 (il 21) ®il
Presidente fa
osservare che la cassa trovasi in
debito e facendo i conti non
si pu• pagare mensilmente a tutti gli
esiti, e quindi propone
che si faccia un mutuo in seno a tutti
i soci senza nessun
interesse¯. L'idea Š veramente
originale e risulter… vincente.
Il successivo 15 maggio il consiglio Š
riunito per registrare
il successo dell'iniziativa. Seguiamone
il resoconto fornitoci
dal segretario Salvatore ROSINA. ®Il
Presidente d…
comunicazione che dietro il deliberato
fatto da questo
consiglio di amministrazione in data
del ventuno del mese di
aprile u.s. onde deliberava di
concordarsi delle volontarie
somme fra socŒ per supplire alle
deficienze di cassa onde
provvedere al pagamento del fitto dei
locali, alla fornitura
di carburo ed altro. Ritenuto che a
tale appello si sono
spontaneamente resi pronti i
Signori: !
_MORREALE_ [Salvatore[ fu
Benedetto per la somma di L.15 !
_VOLPE_ [Calogero[ fu
_DI VITA_ [Nicol•[ fu Francesco L.10
!
_LICATA_ [Nicol•[ fu
Liborio L.10 !
_MARRANCA_ [Carmelo[ fu
Giuseppe L 5
_FARRAUTO_ [Calogero[ fu
Salvatore L. 5 !
_MATTINA_ [Gaetano[ fu
Salvatore L.10 !
_RESTIVO PANTALONE_ [Salvatore[ fu
Orazio"@@@"@@@@"@@@"@@L.10 !
_CARATOZZOLO_ [Francesco[ di
Felice@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L.20 !
_TAIBI_ [Gioacchino[ fu
Leonardo@@@@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L. 9,50 !
_FARRAUTO_ [Salvatore[ di
Angelo@@@@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L. 5 !
_SICURELLA_ [Giuseppe[ fu
Pietro@@@@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L.10 !
_MENDOLA_ [Carmelo[ fu
Calogero@@@@@@@@@@"@@@"@@@@"@@@"@@L. 5 !!
somme che hanno versato che saranno
soddisfatti con gli avanzi
di cassa o in caso di scioglimento
della Societ… con le somme
a
ricavarsi dalla vendita della mobilia della medesima
societ…. Premesso l'anzidetto i detti
socŒ versano nelle mani
del Cassiere Signor Sferrazza Carmelo
le sudette somme.¯ !
Quei benemeriti sottoscrittori non ci
rimisero, comunque, i
loro soldi. Il rimborso fu deciso
l'anno dopo - seduta del 18
maggio 1919 - sotto la presidenza
alquanto ricorrente di
Calogero Volpe. Il segretario Vincenzo
Tinebra annotava: ®Si
d… incarico al Sig. Presidente di
pagare il sudetto mutuo
facendosi rilasciare ricevuta, per
mezzo di un'elenco a firma
del ricevente¯.
!!
Una nota di cronaca si registra
nell'estate del 1918. ®Il
segretario <Salvatore Rosina>
presenta una dimissione fatta
dal socio Signor La Rocca Nicol•. -
Dietro discussione fatta,
considerando che il sopra detto La
Rocca Š stato un socio di
buoni indoli e buoni costumi non si
accettano le dimissione e
si incarica lo stesso presidente a
parlare col detto La Rocca
a ritirars le dimissione fatte.¯
Riportiamo testualmente,anche
le libert… linguistiche del buon
ROSINA. La Rocca - che
sappiamo _di buoni indoli_ -
naturalmente ritira le
dimissioni, come ci avverte un verbale
del dicembre 1918. Il
Consiglio, a dire il vero, non era
stato tanto premuroso con
un altro socio: Camillo BUSCARINO.
Questi si era dimesso come
La Rocca, ma nella stessa riunione
consiliare le sue
dimissioni si accettano
all'unanimit…. !
Frattanto la guerra finalmente Š
finita. Tanti sono i militari
che dovranno sistemare le loro pendenze
in tema di quote
sociali. Abbiamo rintracciato il
relativo elenco che val la
pena di riportare, a testimonianza
della massiccia chiamata
alle armi che si abbattŠ sugli elementi
pi— giovani del Mutuo
Soccorso. I reduci, comunque, dovettero
'saldare' i loro
sospesi di cassa. Oltretutto, il
circolo aveva un grosso
'mutuo' - senza interessi, per• - da
rimborsare. Ecco i nomi: !
_POMO Giovanni_
!
_SCHILLACI Carmelo_ !
_MARTORANA Lorenzo_
!
_MARTORANA Pietro_
!
_MATTINA Calogero_
!
_MACALUSO Giovanni_
!
_BRUCCULERI LUCA Giuseppe_ !
_PATTI Salvatore_
!
_SICURELLA Giuseppe_ !
_SCIASCIA Michele_
!
_SCIASCIA Giuseppe_
!
_ACQUISTA Camillo_ !
_BAIAMONTE Giuseppe_
!
_BRUCCULERI Nicol•_
!
_GUELI Salvatore_
!
_BALSAMO Nicol•_
!
_SCIASCIA Francesco_
!
_SCIME' Calogero_
!
_DI BENEDETTO Salvatore_ !
_PUMA Calogero_
!
_COLLURA Giuseppe_
!
_CASUCCIO Nicol•_ !
_CIMINO Salvatore_
!
_ALFANO BURRUANO Vincenzo_ !!!
Inizia il dopo-guerra. I danni
economici sono pesanti. Il
costo della vita prende la rincorsa.
®Si Š presentata una
domanda dal cameriere Vella Vincenzo
per l'aumento dello
stipendio. Il consiglio terr… in
considerazione perch‚
realmente Š troppo poco il salario che
ha e quindi pregher… la
nuova amministrazione per aumentare lo
stipendio.¯ Il verbale
Š datato 18 gennaio 1919 e non per
nulla a Racalmuto
era usuale
dire ®dopu natali, lu friddu e la fami¯.
Figuriamoci dopo il
Natale di fine guerra!. !
Ma Š pur sempre un ritorno alla pace.
Gli animi ora sono pi—
disposti a scaldarsi. Ecco infatti una
pagina di effervescenti
polemiche, datata 10 febbraio 1919:
durante la guerra sarebbe
stata impensabile. ®Il segretario fatto
l'appello nominale
risultarono presenti i signori: Di Vita
Nicol•, Borsellino
Giovanni, Fantauzzo Giovanni, Ruggeri
Fedele, Volpe Calogero,
Licata Nicol•, Farrauto Calogero, Patti
Salvatore, Mendola
Carmelo e Marranca Carmelo. Il
Presidente riferisce che il
socio La Rocca Giovanni si Š permesso
cancellarsi colle sue
proprie mano dalla tabella affissa al
circolo, dalla carica di
controllo, che era stato proposto dalla
commissione pel 1919.
Il Signor La Rocca Giovanni era stato
invitato con biglietto
di presentarsi alla riunione presente
del consiglio delle ore
19« per essere interrogato quale fu il
motivo a spingerlo a
fare quella azione a cancellarsi. Il
Consigliere Volpe propone
al Presidente di fare entrare al socio
La Rocca e farle una
paternale. Il Consiglio si associa alla
proposta del
consigliere Volpe. Il Presidente fa
chiamare il signor La
Rocca il quale non trovasi presente nel
Circolo ed a proposta
del consigliere Licata si mand• a
chiamare fino a domicilio
dal cameriere che rispose non potere
venire. Il Presidente e
tutto il Consiglio che aveva tutta la
piena volont… di
sorpassare ad una punizione, a tale
rifiuto di venirsi a
disculpare innanzi il consiglio, il
Presidente propone che vi
sia data una punizione di cinque giorni
di sospensione del
circolo. Il Consiglio approva ad
unanimit… di voti¯. !
Il Circolo, dunque, ritorna a
veleggiare nelle sue consuete
acque. Ripicche, incidenti diplomatici,
provvedimenti di
rigore e .. sospensioni. La guerra Š
proprio finita. Pace
esterna e vivacit… interna. Talora
conflittuale. I tempi grigi
e dimessi del triennio 1915-1918 sono -
vivaddio - finiti e
rimossi.