Erisipela
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Erisipela | |
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Erisipela | |
Specialità | infettivologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 035 |
ICD-10 | A46 |
MeSH | D004886 |
MedlinePlus | 000618 |
eMedicine | 1052445 |
Il punto d'ingresso del batterio nella pelle può essere rappresentato da una piccola soluzione di continuità della cute, come ad esempio una piccola ferita, un graffio, una puntura d'insetto ed anche un'infezione micotica interdigitale che determini macerazione della pelle. Le sedi più comuni d'insorgenza della malattia sono rappresentate da: braccia, gambe e volto (talvolta bilateralmente).
Storia[modifica | modifica wikitesto]
In passato l'erisipela era una malattia estremamente grave, con un tasso di mortalità che negli anziani e nei bambini sfiorava il 100%. Nelle prime incisioni dermatologiche ottocentesche vengono riportate le prime fedeli immagini dell'erisipela. Il Cerano (il pittore barocco Giovanni Battista Crespi) nel 1610 dipinge nei "quadroni" del Duomo di Milano il miracolo di Aurelia degli Angeli, affetta appunto da erisipela. L'episodio, con una bella descrizione della malattia, è narrato nella Vita di San Carlo Borromeo di Giovanni Pietro Giussano (1610): “Aurelia delli Angeli di Milano aveva la gamba sinistra molto guasta dal male del canchero, con alcuni buchi profondi in essa, per la carne, e li nervi marciti, uscendo dalle invecchiate piaghe di tre anni, insieme con molta copia di materia carognosa, tanto gran fettore, che l'istesso Cirurgico veniva quasi meno nel medicarla. La gravezza di questo male gli teneva addosso la febbre continua, non potendosi trovare medicamento potente a sanarla (...)"Sintomi[modifica | modifica wikitesto]
La malattia di solito esordisce improvvisamente con febbre (anche elevata), sensazione di freddo e brividi e malessere generale. Sulla pelle si evidenzia una chiazza arrossata, leggermente rilevata con margini netti. La superficie cutanea nella zona colpita appare liscia, lucida, tesa e calda, dolente al tatto. Talvolta si possono manifestare anche vescicole, bolle o lesioni purpuriche (specialmente se sono colpiti gli arti inferiori).Diagnosi[modifica | modifica wikitesto]
La diagnosi è generalmente clinica; si basa cioè sull'esame obiettivo. Va distinta dall'eritema nodoso, dove manca la febbre con brividi e il processo è meno acuto, e dalla tromboflebite in cui l'eritema e l'edema sono lineari e chiaramente localizzati sopra una struttura vascolare. Risulta difficile distinguerla da un attacco acuto di gotta o da una borsite acuta se il processo interessa caviglia o piede.Terapia[modifica | modifica wikitesto]
La terapia si basa principalmente sulla somministrazione di antibiotici (prevalentemente cefalosporine o macrolidi). Da evitare l'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sospettati di favorire l'evoluzione verso le forme più gravi della malattia.Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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