Francesco Lo Brutto aromatario
Scrivevo qualche mese fa:
Non sono
disponibili dati anagrafici su Francesco Lo Brutto. Riteniamo che fosse molto
più anziano del sac. Santo Agrò e gli sia premorto, ragion per cui non può
avere sostenuto le spese di miglioria della nuova matrice, specie quella a tre
navate che sappiamo operante solo dopo il 1662. Nella numerazione delle anime
del 1660, il nominativo non figura per nulla e quindi era deceduto da tempo.
Una recentissima consultazione del Rollo Primo del Suffragio
apre qualche spiraglio sulla identità di questo speziale del seicento
tramandatoci dal Pirri. Ai fogli 72 e seguenti abbiamo la cronistoria di un
legato di don Gaspare Lo Brutto alla Confraternita del Santissimo Suffragio
delle Anime dei defunti fondata nella Matrice. La lettura degli atti ci
consente di stabilire che il sacerdote è figlio di Antonino Lo Brutto e che
l’aromatario Francesco Lo Brutto era un suo fratello. Gli atti risalgono al 20
ottobre 1616 ed al 3 ottobre 1617.
Da qui è piuttosto agevole risalire al nucleo familiare
secondo quel che emerge dal Rivelo del 1593. Non vi dovrebbero essere dubbi che
il “fuoco” in questione sia il seguente:
604
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2
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224
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LO BRUTTO ANTONINO
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CAPO DI CASA DI ANNI 48 - CONSTANZA SUA MUGLERI - VINCENZO SUO
FIGLIO DI ANNI 18 - GIAIMO SUO FIGLIO
DI ANNI 17 - FRANCESCO SUO FIGLIO DI 15 - JOSEPPI SUO FIGLIO DI ANNI 10 -
GASPARO SUO FIGLIO DI ANNI 5 - ANTONELLA SUA FIGLIA - NORELLA SUA FIGLIA
|
L’aromatario del Pirri dunque nacque a Racalmuto attorno al
1578 da Antonino e Costanza Lo Brutto. I suoi fratelli, oltre al sacerdote che
morì molto giovane (il 4 ottobre 1617 secondo il Liber c. 2 n.° 31), furono
Vincenzo (nato attorno al 1575), Giaimo (nato attorno al 1576) e Giuseppe (nato
il 19.1.1585); le sue sorelle: Antonella (nata il 26.9. 1581) e Norella.
Quest’ulima si sposò
con un fratello di Pietro d’Asaro:
23 10 1622 D'ASARO BARTOLO di GIOVANNI q.am e di
GIOVANNA con LO BRUTTO Leonora di
Antonino q.am e di Constanza. Testi: Curto cl. Panphilo e Sferrazza Mariano.
Sacerdote: Sanfilippo don Gioseppe Trattasi del fratello del Pittore . Bartolo era nato il
10.12.1597.
Don Gaspare Lo Brutto morì dunque all’età di 29 anni come dal
seguente atto e fu sepolto a S. Giuliano:
4
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10
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1617
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Lo Brutto
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don Gasparo
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S. Giuliano
|
per lo clero
|
gratis
|
Ecco come è ricordato nella visita del 1608:
cl: Gasparo Brutto an: 20 cons. ad duos p. min. ord.
die 19 maij 1606 Panormi
Un giorno prima di morire fa testamento e dispone il seguente
legato in favore della Cappella del Suffragio delle Anime del Santissimo
Purgatorio fondata nella Matrice chiesa:
Est
sciendum qualiter iner alia capitula donationis mortis causa condite per condam
don Gasparem Lo Brutto in actis meis infrascripti sub die iij octobris prime
ind. 1617 extat capitulum pro ut infra:
Item dictus
donans donavit et donat legavit et legat Confraternitati SS.mi Suffragij
Animarum SS.mi Purgatorij fundate in Hac Terra Raclmuti tt.os viginti quatuor
redditus de summa supradictarum unciarum trium anno quolibet debitarum per
dittum Don Antoninum Capoblanco ad effetum celebrandi missas viginti quatuor de
requie pro animas defunctorum anno quolibet in perpetuum scilicet: missas
duodecim in quolibet nono die mensis novembris cuiuslibet anni et missas
duodecim hoc est in die lune cuiuslibet mensis unam missam in perpetuum quoniam
sic voluit et non aliter.
Ex actis
meis not. Natalis Castrojoanne Racalmuti.
Il 20 ottobre del 1616 don Antonino Capobianco era ancora
chierico. Egli è costretto a sistemare una intricata vicenda giudiziaria
proprio con don Gaspare Lo Brutto. Questi è però già infermo e manda al suo
posto proprio l’aromatario ricordato dal Pirri, Francesco Lo Brutto appunto. Il
resoconto trovasi nell’atto del Rollo del Suffragio (f. 72)
Die xx octobris XV ind. 1616
Notum facimus et testamur quod Franciscus Lo Brutto
Aromatarius huius terre Racalmuti tamquam commissariatus D. Gasparis Lo Brutto
eius fratris a quo dixit habere tale specialem mandatum ... sponte quo supra
nomine pro heredibus et successoribus dicti D. Gasparis in perpetuum vendidit
et alienavit .. clerico Antonino
Capoblanco eiusdem terre Racalmuti ... unam vineam de aratro arboratam cum eius
clausura in duabus partibus cum suis puntalibus domo torculari limitibus
maragmatis gessi et alijs in ea existentibus sitam et positam in feudo predicto
Racalmuti et in contrata Garamolis secus vineam Hyeronimi Capoblanco ex una et
secus aliam vineam dicti clerici Antonini emptoris et secus vineam heredum
quondam Nicolai Capoblanco minoris et secus vineam Antonini Curto Bartholi et
alios confines; et eademmet bona quae possidebat Nicolaus Capoblanco maiori,
dictoque don Gaspari uti ultimo emptori et plus offerenti predicta bona
liberata per primum et secundum decretum et actum possessionis inclusive
redactum penes acta curie dicte Terre Racalmuti diebus etc. banniata et
subastata ad instantiam quondam Antonini Lo Brutto et pro ut melius est
expressatum et declaratum in dictis decretis superius calendatis ad quae in
omnibus et per omnia plena habeatur relatio et me refero et non aliter nec alio
modo.
Totam dictam vineam cum omnibus supradictis etc. subiectam
dictam vineam cum arboribus ... cum eius solito onere census proprietatis et
directi dominii debiti et anno quolibet solvendi ill.i Comiti dicte Terre
Racalmuti a quo ill.e proprietario prefati contrahentes ad invicem proprio
eorum nomine licentiam auctoritatem et consensum reservaverunt et reservant cum
debita et solita protestatione mediante
Et hoc pro pretio unc. triginta quatuor p.g. de pacto et
accordio inter eos absque estimatione ... de quibusquidem unc. 34 quoad uncijs
quatuor dictus clericus Antonius dare realiter et cum effectu solvere promisit
et promittit dicto d. Gaspari absenti ..
Et pro alijs uncis triginta ad complementum dictarum unc. 34
dictus clericus Antonius vendidit et
subiugavit dicto d. Gaspari Lo Brutto
uncias tres redditus censuales et rendales .. super dicta vinea
Item in et super quamdam aliam vineam sitam et positam in
dicta contratasecus supradictam vineam et secus dictam vineam Antonini Curto de
bartolo et secus vineam dictorum heredum quondam Nicolai Capoblanco
Item in et super duabus domibus terraneis existentibus in
dicta terra et in quarterio Fontis secus domos heredum quondam Vincentij
Mannisi ex una et secus domos dicti Hieronimi Capoblanco ex altera
Testes Franciscus Manueli D. Michael Barberi et Joannes
Franciscus Pistone
Ex actis meis not. Simonis de Arnone.
In actis curie juratorum ..Grillus mag. not. Franciscus
Anche don Antonino Capobianco ebbe breve vita. Crediamo che
sia una delle innumerevoli vittime della peste del 1624. Già il 22 novembre
1626 risulta deceduto. Naturalmente la cappella del suffragio si fa parte
diligente nella riscossione del legato. Tocca al solerte don Santo d’Agrò,
nella sua veste di deputato della Cappella del Suffragio delle anime del
santissimo Purgatorio, fondata nella chiesa Maggiore, di sollecitare gli eredi,
come dalla seguente carta notarile
(Rollo Suffragio f. 75):
Die XXII novembris X ind. 1626
Fuit per me notarum infrascriptum ad instantiam don Sancti de
Agrò deputati Capelle Suffragij animarum S.mi Purgatorij fundate in maiori
ecclesia huius terre Racalmuti ... intimatum et notificatum Vincentio et Vito
Capoblanco fratribus heredibus universalibus quondam don Antonini Capoblanco
Sacerdotis olim eorum fratris presentibus et audientibus contractum de summa
illarum unc. trium redditus annualium per ipsos de Capoblanco dicto nomine
debitarum anno quolibet heredibus quondam don Gasparis Lo Brutto subiugantium
per dittum quondam don Antoninum dicto quondam don Gaspari vigore huiusmodi
contractus subjugationis facti in actis not. Simonis de Arnone die XX octobris
XV ind. 1616, habeant et debeant anno quolibet solvere dicte Capelle Suffragij
eiusque deputatis tt. 24 redditus e sunt
pro alijs dette Cappelle legatis per dittum quondam don Gasparem in eius donatione
causa mortis fatte in attis meis not. infr. die iij octobris p. ind. 1617 et
nemini alteri solvere sub pena anno quolibet .... unde
Testes Antonius Curto martini et Franciscus Curto Joseph
Ex actis meis not. Natalis Castrojoanne.
* * *
Giaimo Lo Brutto morì pure giovanissimo, appena ventiquattrenne,
ed era ancora scapolo: non può quindi essere quello del noto processo dei
Savatteri che rivendivano il beneficio del Crocifisso in quanto eredi del
nobile Giaimo Lo Brutto:
1
|
9
|
1600
|
Lo Brutto
|
Giaimo
|
Antonino
|
Carmino
|
per lo clero
|
La madre fu al contrario piuttosto longeva: morì nel 1636 e
venen sepolta nella chiesa che il figlio aromatario avrebbe abbellita:
27
|
6
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1636
|
Lo Brutto
|
Costanza
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m. del q.m Antonino
|
Matrice
|
sepulta in questa magior
eclesia.
|
Su Leonora (Norella) Lo Brutto, sposatasi con Bartolo d’Asaro,
possiamo piluccare qualche dato: Nel 1636 era già vedova. Le amministra i beni
il pittore Piero d’Asaro che li include nel suo rivelo come sue “gravezze”.
Dichiara il 25 novembre 1636 nel documento intestato:
Rivelo che il Cl. Don Pietro d'Asaro, clerico
coniugato di questa terra di Racalmuto presenta con giuramento nell'officio del
signor D. Giacomo Agliata capitano d'arme del Regno nella nuova numerazione
delle anime, e facultà in virtù di bando d'ordine di d. sig. cap.no d'arme in
detta terra a 25 novembre Va ind. 1636
tra
le altre, la seguente “gravezza”:
Gravezze
mobili
Deve onze ducento a Leonora d'Asaro di detta terra relicta
dal q.m Bartholo d'Asaro per causa et compenso delle sue doti assegnatele per
testamento di d.o q.m Bartholo in notaio Simone d'Arnone di detta terra di
onze....................................200
Ella morì a 74 anni nel 1663 come dal seguente atto:
8
|
2
|
1663
|
D'Asaro
|
Leonora
|
74
|
uxor q.
Bartholomei
|
Matrice
|
presente
clero
|
Agro'
Libertino
|
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