don Clemente non è vero dunque che non frequentasse Racalmuto e che era un sorta di girovago biscazziere: favolette purtroppo diffuse da certi invidiosi lontani parerenti racalmutesi che me le avevamo fatto inghiottire. Racalmutese puro sengue, discendente dal quel don Calogero Messana del 1820, poteva signoreggiare a Racalmuto e al Circolo Unione (o come allora si chiamasse) ricco di terre e di fiorenti solfare. Poi la crisi dello zolfo a cavallo dei due secoli potè travolgerlo e finire magari in mano di usurai racalmutesi che ben conosciamo quali razziarono a pochi soldi le cospicue possidenze immobiliari dei signori caduti in ristrettezze economiche. Quante cose dunque da un pressoché illeggibile atto dello Stato Civile di Racalmuto. E per me, così si fa la storia di questo grande paese senza Sciascia o oltre Sciascia. Documentatamente e non per avelo sentito dire dall'acida zia Ermenegilda, quella dal culo grosso.
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