sabato 19 marzo 2016

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VOGLIAMO IL CICOLANO PROSPERO E GIOCONDO NOSTRO PADRONE DELLE ACQUE E DEI BOSCHI, POPOLATO E FECONDO





 
 
iniziamo con questo nostro nuovo blog per adoperarci a far rivivere l'epopea del Cicolano.
 
 
Subito corre la mente al melanconico Virgilio e ci va di cantar on lui:
 
Et te montosae misere  in praelia Nersae,
Ufens. insignem fama et felicibus armis;
Horrida pracipuae cui gens adsuetaque multo
Venatu Nemorum, duris Aequicula glaebis:
Armati terram exercent semperque recentis
Convcctare iuvat praedas et vivere rapto.
 
 
Anche  te alle battaglie la montuosa Nersa mandò,
Ufente, bello di fama e d'armi invincibili:
aspro su tutti il tuo popolo avvezzo alle lunghe
 caccie nei boschi: gli Equicoli, che zolla han durissima.
Armati lavoran la terra, e sempre ogni giorno
amano radunar nuove prede e viver di furto.
 
Bellissimo canto ma cattiva coscienza: erano  stati i romani rudi e ladroni a tentare di soggiogare quel popolo già colto, già capace i avere una sua lingua una sua scrittura la OSCA che lapidi insigni testimoniano ancora e stanno celebrate nei CIL del Mommsen.
 
Questa Roma che ancora c razzia l'acqua e ci tassa senza dare adeguati apporti e che persino le banche ci trascurano chiudendo sportelli e siti bancomat per penuria i fondi loro.

Calogero Taverna








 

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