Tutti a mmia m'hannu a capitari.
Mia moglie non mi permette più di risiedere altrove, Devo stare
sempre con lei per avere modo di bastonarmi da mane a sera (e di notte se non
dorme). Decido di riportare la mia residenza
(costatami a Racalmuto 500 euro) a Roma nella mia vecchia casa che avevo
comprata per la beneficenza fattami all'epoca dal mai abbastanza rimpianto
Guido Carli. Invero quella casa romana l'ho "donata" a mia moglie
sapendo che difficilmente lei si beccherà la reversibilità della mia pensione
che Ciampi e poi Fazio e poi Dragihi ed ora anche Visco mi hanno ridotta ad un
quarto strafottendosene della clausola d'ora che l'USPIE CGIL era risuscita a
far includere nel contratto di lavoro e che era un bel diritto quesito. Ma successivi sindacati
gialli democristo e persino craxisto hanno fatto volatizzare sena manco
contestare.
Vado una primo volta nella sede del mio vecchio ma forse futuro
Municipio. Apparentemente una organizzazione informatica invidiabile. Sì bello
ma la residenza che poi sarebbe tutto un vantaggio fiscale per Roma
potrò chiederla ma non subito. Devo andar dal simpatico usciere che mi
chiede la tessera sanitaria. La tessera sanitaria? Sì, non avevo capito male:
la tessera sanitaria. Eccola, per fortuna ce l'avevo Lei può venire per lo meno
fra otto giorni. bene dico: in quale ora?
Ecco. Come a teatro la schermata delle possibilità! Bene martedì prossimo
alle ore 12,30. Intanto ritiro il
modello dalla reception- Bene mi dico siamo all'hotel cinque stelle. A casa cerco di decriptare quattro fogli
fitti fitti. Ad un certo punto mi perdo. Oggi ci vado. In effetti puntualissimamente
l'inizio del mio codice fiscale appare sull' schermo. Sportello 11. Un
labirinto ma riesco a trovarlo. Siede una poco avvenente grassa
postclimaterica. Prende le mie carte, mi
chiede la prenotazione. Gira e rigira. Leggo sul suo viso rasato male stamattina
la voglia satanica di trovare il pelo nell'uomo per disattende la mia
improvvida domanda. Ha questo, sì, ha quello, ecco l'originale. Ci vuole la
fotocopia ma mi accontento dell'originale.
I dati catastali della casa di sua moglie? Eccoli. Sono quelli originali.
E no, mi fa, qui manca il subalterno. Mi dispiace. Niente da fare. se me ì può
andare. Vado dal simpatico usciere. Ovvio strillo. Ma niente da fare, se voglio
la residenza a Roma per ricongiungermi nella casa di mia moglie di cui al Comune
hanno dati anagrafici, dati catastali e soprattutto straconfessioni tributarie,
devo rischiare qualche altra incazzature per qualche novella impuntatura di un‘altra
decrepita intrusa tra gli LSU comunali di Roma.
Date un pizzico di potere ad una femmina e siete fottuti e
se siete femmine ancor di più- Ha ragione quell’arcivescovo spagnolo: Idio non
ha creato eva per andare a gestire qualsiasi forma di potere politico. Vada a
fare l’angelo della casa.
Cittadini romani, io non potrò votare ma voi che potete, mi
raccomando non votate per nessuna femmina se volete il vostro bene (ed anche quello
mio). Al limite votate per Bertoloso. Se ruba (ma non ci credo) sa rubare e ruba
per il bene dei cittadini. Certo non fa come Marino che insegna postclimateriche
che è legge quello che un suo uzzolo teso a impedire compravendite di residenze.
Lui magari prende la sua carta di credito comunale e la dà in usufrutto ai suoi
assistenti per andare a mangiare da Fortunato quello che un bicchiere di vino
accogliticcio dai vari residui delle
bottiglie già appioppate a caro prezzo re lo fa pagare 16 euro. Ve ne ho data
dimostrazione. Ma nessuna guardia di finanza se n’è data per intesa.
Calogero TaVerna
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