Gladiolus
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Il nome latino attribuitogli da Plinio il Vecchio è dovuto alla forma delle foglie simili alla corta spada romana, il gladius.
I fiori variamente colorati, e poco durevoli, sono portati da spighe erette.
Alcune specie sono spontanee anche in Italia, tra queste la più diffusa è il Gladiolus italicus (Miller) (= Gladiolus segetum (Ker-Gawl.)) specie dalle corolle color rosa cremisi, chiamata volgarmente Pancacciuola o Fil di spada, è diffusa dal livello del mare fino ai 1.000 m, nell'Isola d'Elba, in Liguria e in Toscana. Il gladiolus italicus si trova anche in Sicilia.
Uso[modifica | modifica wikitesto]
Come piante ornamentali vengono utilizzati i numerosi ibridi derivati dalla selezione delle ibridazioni, durate più di un secolo, tra le specie esotiche africane, come il G. cruentus, il G. floribundus, il G. oppositiflorum, il G. primulinus il G. psittacinus e il G. quartinianus, dal portamento elegante e la forma dei fiori stilizzata dai colori brillanti, delicati o intensi.Le varietà in miniatura vengono coltivate in vaso per decorare i terrazzi. I gladioli a fiori grandi sono coltivati nei giardini per bordure miste o macchie di colore, e industrialmente per la produzione del fiore reciso.
Tra le molte specie, ibridi e relative cultivar citiamo:
- Il G. gandavensis che porta una decina di fiori aperti contemporaneamente, produce un basso numero di nuovi cormi intorno al cormo principale.
- Il G. lemoinei caratterizzata da una macchia scura sui tepali inferiori, porta pochi fiori aperti contemporaneamente sullo stelo, ha spesso la spiga ramificata, può portare fiori di colore blu, produce molti cormi.
- Il G. nanceyanus ha fiori di grandi dimensioni con una macchia di colore vivo sui tepali inferiori, poco numerosi quelli aperti contemporaneamente.
- Il G. childsii che ha steli vigorosi e fiori molto grandi.
- Il G. primulinus con il fusto esile che porta piccoli fiori dalle tinte varie e delicate ed il petalo superiore centrale molto piegato in avanti, si presta alla forzatura.
- Il G. colvillei con steli esili che portano fiori piccoli; viene sempre più raramente coltivato per la fioritura invernale, forzandolo in cassoni o in serra nel Nord Italia.
- Il G. tristis che ha steli sottili ma robusti, dai fiori bianco-crema con una macchia rossastra, adatta alla forzatura invernale, può essere riprodotto per seme mantenendo le proprie caratteristiche
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