SECONDA PARTE
Tre tempi: Riesi
1919, (10 ottobre), (per Li Causi Messana vi sarebbe stato coinvolto. Il
Messana manco c’era); Lubiana 1941/42 (è un momento questo di cui mi riprometto qui di documentare l’infame e
fallace costruzione della Cernigoi); Sicilia 1945/47 ( Il Casarrubea va oltre
la temerarietà di un Li Causi e fa diventare criminalità comune quella accusa
faziosa del deputato comunista che parla di Politica (sottolineo: politica)
delinquenza del Messana; sarebbe stato CAPO DEL BANDITISMO POLITICO il grande
Messana; eccesso retorico che mi riprometto addirittura di capovolgere)-
Appuntiamoci su questi che sarebbero esilaranti vituperi
calunniosi della Cernigoi se non avessero prodotto danni morali, familiari ed
economici all’innocente famiglia Messana.
La Cernigoi ha mai
posto uno sguardo a questo studio serio, ponderato, circospetto di TEODORO
SALA (Occupazione Militare e
AMMINISTRAZIONE CIVILE nella ‘PROVINCIA’ di LUBIANA (1941 – 1942).)? A pag. 87 avrebbe letto, alla nota 55
“Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della Divisione
Granatieri di Sardegna (04481). La nota prova quanto il Sala asserisce nel
testo e cioè “fu quindi un susseguirsi di reciproche intromissioni da parte
delle due autorità nella sfera di competenza di ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assumere compiti
di polizia all’insaputa della questura [si badi bene della questura, come dire
di Ettore Messana, giusta la lettera che
abbiamo menzionata] ora l’Alto Commissario, contro le disposizioni in vigore
adibiva dei militari al servizio carcerario.”
Un caos infernale dunque; militari da destra e militari da
sinistra e il Messana totalmente esautorato. Quali responsabilità gli si
possono addossare? Certo se vi fossero documenti, atti, testimonianze coeve,
verbali etc etc. alzeremmo le mani. Ma non vi è nulla. Nel 1943 con il famoso
Tutti a Casa, la Provincia di LUBIANA viene smantellata, le carte trafugate.
Gli italiani saremo degli imbelli ma non lasciamo tracce delle nostre malefatte
ai “nemici”. Sala non trova quella lettera del Messana; pensiamo che si
rifaccia solo allo scartafaccio del protocollo, quello può essere rimasto a
Trieste. Ma il resto delle carte, no. Ce ne sono residue, ma qui a Roma al
Ministero o ai Ministeri. Alcune noi le abbiamo trovate ma vanno nel senso
diametralmente opposto a quelle che la Cernigoi stravisa o si auspica che
siano integre genuine accusatorie in
scaffali che sarebbero noti e accessibili solo a lei. Non scherzi la Cernigoi: qui ci va di mezzo
il buon nome dell’Italia. Se vi furono colpe (e vi furono) che siano perseguite
(e come vedremo alcune vi furono e finirono sotto giustizia). Ma quelle che la
Cernigioi alla fin fine fabbrica contro Messana, NON CI SONO. Nessuno le ha mai
trovate, le rigorose inchieste del dopo guerra non le hanno neppure di striscio
individuate.
Frattanto: “
incalzato dall’iniziativa partigiana, preoccupato per le conseguenze del suo
atteggiamento che poteva essere di “troppa bontà, che poteva essere scambiato
per debolezza, premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari
accampavano GRAZIOLI [grassetto nostro] emanò l’11 settembre un
bando che era quasi una dichiarazione di stato di guerra. La pena di morte
veniva comminata non solo per gli attentati e per ‘chi sia trovato in possesso
di manifestini, emblemi, distintivi, altro materiale di propaganda sovversiva‘
ma anche per ‘chi partecipi a riunioni o assembramenti della stessa natura’ per
chi ‘dia ricetto alle persone colpevoli di quei reati’.
Esecrabilissimi provvedimenti, sconfinamenti da ogni civiltà
giuridica, delinquenza militare. Ma ne è responsabile Messana che addirittura
da questo cambiamento ne esce schiacciato, esautorato, relegato a ruoli sempre
più marginali? Messana finisce in disgrazia. Vedremo dopo quale fu la sua
partecipazione, incolpevole innocua e insignificante in quella che sarà una
ignominia – sì, una ignominia per l’Italia – la soppressione con un processo
burletta e con giudice monocratico del presunto capo dei Partigiani a Lubiana.
E là non vi fu alcuna partecipazione attiva del Messana, alcuna compiacenza del
MESSANA. Un verbale di oltre 70 facciate che è stato revisionato, giudicato e
contemplato dal SIS del Ministero degli Interni ne dà ampia conferma. Noi lo
pubblicheremo quel testo così minuzioso, certosino, quasi bizantino. I Titini
potevano dire e chiedere quel che volevano, erano assetati di vendetta,
volevano assolutamente creare i mostri, volevano fare di ogni erba un fascio,
ogni pur meritevole impiegato funzionario questore italiano che si era
avvicendato in quel di Serbia in quel di Lubiana non poteva che essere un
CRIMINALE DI GUERRA. Ma Messana non lo era. L’istruttoria al Ministero che pur
vi fu dovette archiviare. Non emergeva nulla. Il dottore Pianese diede il suo
ultimo colpo di timbro, burocraticamente scrisse “atti”. Perché la Cernigoi non
cercò, non appurò , non si documentò? Non voleva acclarare la rispondenza delle
carte che le erano capitate in mano o che le avevano fatto recapitare dopo un
mezzo secolo di sonno con la veridicità storica, con la contestualizzazione,
con il grado di affidabilità? Se l’ha fatto in mala fede che paghi, se per
insipienza non si dichiari una storica di chiara fame da supportare addirittura
redditizie trasmissioni televisive che hanno buttato un mare di fango su una dignitosa,
intemerata famiglia, l’attuale famiglia Messana
7 ottobre 2014
Lillo Taverna
07/10/2014 14:21
Lillo Taverna
Se un giornalista o
uno scrittore di una certa fama, UMBERTO SANTINO, ha voglia di infilare in uno
articolo come questo:
_____________
"Centro
Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus
La strage di Portella
della Ginestra
Umberto Santino
La strage di Portella
della Ginestra
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
uno svolazzo del
tipo:
----------------------------------------
il .... nome di [Giuliano] viene fatto dall'Ispettore di
Pubblica Sicurezza Ettore Messana, lo stesso che l'8 ottobre 1919 aveva
ordinato il massacro di Riesi (15 morti e 50 feriti) e che ora Li Causi addita
come colui che dirige il "banditismo politico". La banda Giuliano
sarà pure indicata come responsabile degli attentati del 22 giugno in vari
centri della Sicilia occidentale, con morti e feriti .....
..............................................
allora vien voglia di
chiedergli: sulla base di quale prova?
quale è la fonte? ove le carte, le sentenze giudiziarie, le condanne? la
legittimazione dell'addebito infamante?
Ma avreste la
sorpresa che il desso nulla saprebbe rispondervi. La parola di Li Causi,
peraltro datata 15 luglio 1947, non basta. Il Li Causi è troppo preso dal suo
furore contro Scelba e scarica il suo vociare accusatorio sul declinante
questore Messana, cui peraltro doveva la vita. Senza gli avvisi e le protezioni
del Messana il compagno onorevole comunista finiva crivellato dai colpi del
bandito Giuliano o di chi vi stava dietro; e per noi comincia ad essere molto
probabile che possano essere quelli dell'America, ammesso che allora la CIA non
fosse già operante.
Noi siamo andati a
rovistare fra le carte dell'archivio di Stato di Caltanissetta e nulla abbiamo
trovato che possa coinvolgere il Messana in codesti efferati crimini di Riesi
del 1919. Ma sorpresa delle sorprese, veniamo a scoprire che nel 1919 la
questura a Caltanissetta non c'era, c'era solo un distaccamento presso la
Prefettura all'epoca sotto la ferrea direzione del prefetto Guadagnini. Questi
fa dei fatti un paio di mesi dopo un rapporto circostanziato al suo Ministero.
L'abbiamo rinvenuto presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma. Anche qui
nulla che possa buttare ombre sul Messana. Semplicemente del tutto ignorato per
la semplice ragione che non aveva avuto alcun ruolo in quel groviglio di tristi
vicende.
Eccovi quel rapporto:
leggetevelo, scandagliatelo e vediamo cosa vi potreste trovare per aggredire il
Messana. Diciamo subito: NULLA
Intanto vi diamo le
coordinate per andare a controllare presso l'ACS di Roma
Non so se avete
notato la richiedente: è la signora Giovanna Messana, la solerte nipote del
questore Messana, appunto. Se voi detrattori non fate quel passo indietro,
quella peraltro doverosa resipiscenza, la signora non può sottrarsi all'onere
di perseguirvi per via legale.
10 ottobre 2014
Lillo Taverna
10/10/2014 12:20
Lillo Taverna
Giunto a questa
svolta delle mie ricerche sul questore Ettore Messana, dopo giorni di colloqui
con la spumeggiante nipote di questo cerbero attaccatissimo al suo senso
dell’onore, ligio sino all’autocalunnia al più rigoroso rispetto del dovere, un
dovere che magari a me risulta effigie
di uno Stato di polizia qualunque sia la vernice ideologica della travagliata
vicenda politica dell’Italia del XX secolo, giunto qui insomma voglio tracciare
le tre cifre ermeneutiche di questa infamia divenuta domma storico.
I tre momenti sono:
la vicenda del 1919 a Riesi, l’avventura di una Lubiana inventata dal Duce
d’accordo con i tedeschi quale “provincia italiana” in cui approdò per il primo
anno il Questore Messana; il tormento
della Sicilia dell’AVIS quando toccò al
Messana districarla dalle grinfie degli agrari in collusione con un Fiorello La
Guardia newyorkese; e sarà lui a stroncare il fenomeno del banditismo dei Giuliano, Pisciotta e Fra Diavolo alias
Ferreri.
Che il Messana sia
stato tacciato di protagonismo negativo
nelle lotte contadine dei tempi di Nitti in qualità di feroce
commissario di pubblica sicurezza noi siam certi che fu l’effetto indotto delle
ire funeste del compagno Li Causi, giustamente furibondo per l’eccidio – quello
di trent’anni dopo – di Portella delle Ginestre.
Ciarla proprio il
Casarrubea quando letteralmente scrive, diffamando – che: “l’eccidio ricorda da
vicino quello ordinato da Ettore Messana a Riesi nel 1919”. Un personaggio, un valdese di Riesi, lo storico Salvatore Ferro, nel 1934 raccoglie memorie del suo paese ed ecco
invece come ci descrive quei tristi eventi: “Gli scalmanati ritornando
sull’imbrunire entrarono in paese cantando battendo le mani. Trovandosi in
piazza l’Angilella ordinò al popolo di andarsi ad armare e ritornare. E difatti
così fecero. La piazza formicolava di gente. Ad un certo punto il Tenente e il
Delegato di P.S. premerono la mano del soldato, facendo funzionare lo strumento
micidiale. Al crepitio fulminea della Mitragliatrice seguirono altri colpi di
fucile e di revolvers. Il terrore invase tutti gli animi. Un momento dopo si
vide un campo di morti sia in Piazza che nel Corso: anche i feriti fecero
spavento. Nella confusione gli sparatori fuggirono: inseguiti, fu raggiunto il
Tenente al piano del Pozzillo per la via di Ravanusa e fu freddato. In quella
occasione l’ing. Accardi, che si trovava lungo il Corso, trascinato nel Cortile
Golisano, venne pugnalato da mano ignota e ferito. Il pallore, lo sgomento si
leggeva in faccia di tutti, vedendo la carneficina il sangue che scorreva,
raccolti i cadaveri , le famiglie ne piansero amaramente i figli, i mariti, i
parenti. I morti furono 8 e dei feriti non si seppe il numero.”
Lo si accetti, lo si nego codesto racconto, una cosa è certa
come si fa a dire che vi partecipò il Messana? Che fu lui in ogni caso colui
che ne avrebbe “ordinato l’eccidio”? che i
morti furono - poi si disse
- in numero di quindici, o di
venti? Pare che vi sia stata dopo una
inchiesta. Prima o poi troveremo gli atti di questa inchiesta. Ma una cosa è
certa: nessuna responsabilità, nessun addebito venne fatto al Messana, e non
certo per raccomandazione: non aveva appoggi, non aveva protezioni. Il Messana nel 1919 aveva appena 31 anni e di
carriera ne farà, ma dopo .
A caldo il Prefetto
di Caltanissetta così, per incidens, ragguaglia l’onorevole Ministero
dell’Interno: “ il 13 corrente, la locale sezione socialista presentava avviso
che l’indomani, domenica, dalle organizzazioni economiche sarebbe stata fatta
una pubblica manifestazione con comizio in onore e per l’escarcerazione
dell’avv. Calì Carmelo, socialista ufficiale,
già arrestato quale istigatore dei noti fatti di Riesi e dimesso dal carcere il 10 andante”.
E in questa lunga relazione da noi rinvenuta nell’Archivio
Centrale di Stato altri ed altri elementi che fanno tanta luce su queste
tragiche vicende delle lotte contadine in Sicilia. Ma un cenno, dico un cenno,
che possa coinvolgere l’operato del questore Messana, allora modesto delegato
di PS in forza a Caltanissetta non c’è. Si dirà che il silenzio nulla prova.
Certo, ma non può non provare che l’eccidio di Riesi “ordinato” dal Messana è
solo una infamante superfetazione del Casarrubea.
Il secondo atto
riguarda il periodo in cui Messana fu questore a Lubiana: abbiamo lettere e
documenti ove traspare che il questore Messana non fu colpevole di nulla, dato
che addirittura veniva esautorato dall’esercito. (“ora erano le truppe regolari ad assumere
compiti di polizia ad insaputa della Questura”. Scriverà il Messana. Vds.
Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della Divisione
Granatieri di Sardegna – 04481 del 3/9/1941 IZDG fasc. 656/IV). Nessuna prova, nessun documento, nessuna
accusa seria poterono addurre gli juguslavi titini a guerra persa, per noi, e
così nessuno può infamare il Messana perché quella dei Titini fu solo calunnia
che non ebbe seguito alcuno. Messana fu poi uomo di Stato con De Gasperi. Tutto
lo comprova. Quanto si è ricamato
sopra,magari ingigantendo l’invidiuzza di qualche collega del Messana, è
talmente irrisorio che è solo malevolenza volerla ancora strumentalizzare come
la recentissima pubblicistica pervicacemente continua.
La vicenda siciliana
degli anni 1945-1947 vede in effetti un
Messana in sintonia con l’on. Aldisio, ed è un abilissimo segugio , poliziotto
integerrimo che sfruttando le confidenze di fra Diavolo poté sbaragliare
l’ordito mafia-banditismo-agrari-agganci e protezioni americane. Abbiamo
trovato ampia documentazione che prova il valore, l’abilità e il modo
intemerato di agire del Messana negli archivi di Stato qui a Roma.
Documentazione che pur disponibile non è stata mai indagata da chi si veste dei
panni di censore di un uomo a totale servizio dello Stato, morto in dignitosa
austerità finendo i suoi giorni addirittura in una casa INGC.
--
Postato da Blogger
su Contra Omnia Racalmuto il 6/17/2014 07:06:00 PM
Lillo Taverna
10/10/2014 12:30
Lillo Taverna
Quella di sopra la
puoi far stampare agevolmente e fornirla al giornalista RAI. La correderemo
dopo di un DVD colmo di documenti e notizie e sagaci smentite
12 ottobre 2014
Lillo Taverna
12/10/2014 9:32
Lillo Taverna
BuonA do dn
Buona domenica da
santa lucia di viamignano
13 ottobre 2014
Giovanna Messana
13/10/2014 22:34
Giovanna Messana
ti do la buona notte
il telefono si è scaricato,non ho avuto il tempo di salutarti nè di prendere
l'appuntamento per mostrerti i documenti di mia figlia ci sentiamo domani dopo
pranzo un carissimo saluto e ....sogni
d'oro ciao a domani
Lillo Taverna
13/10/2014 22:37
Lillo Taverna
stavo infatti
cercando di rintracciarti ma visto che le cose stanno così consentimi di abbracciarti
con ardore un po' più intenso del normale volersi bene.
17 ottobre 2014
Lillo Taverna
17/10/2014 10:48
Lillo Taverna
Deferente mi rivolgo
a questa mirabile ed ammaliante "matriarca" di altri tempi per
umiliarLe il mio devoto voto augurale in questo suo fausto giorno, in questa
sua ricorrenza fsteggiata da figli e nipoti. Quindi l'abbraccio forte forte
come a soffocarla tanto è l'affetto che nutro per questa mia di recente trovata
amica. Augurissimi Giovanna
17 ottobre 2014
Giovanna Messana
17/10/2014 20:58
Giovanna Messana
Ti ho letto e
gradisco in modo particolare questi tuoi auguri dal sapore di altri tempi,la
tua stima il tuo affetto e la tua amicizia sono valori che mi riempiono il
cuore e mi fanno sentire importante,grazie
per la tua preziosa amicizia che custodirò per sempre
Lillo Taverna
17/10/2014 23:15
Lillo Taverna
Buona notte
carissima. Ne avevo scritta un'altra ben più appassionata, una vera
dichiarazione d'amore ma ho sbagliato a battere tasto e l'ho smarrita. Si vede
che non c'era volontà del Signore.
18 ottobre 2014
Lillo Taverna
18/10/2014 2:23
Lillo Taverna
«Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un
uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana
è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far
piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un
massacratore; però, di stranieri!"»
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire
il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li
Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è
siciliano e l’omertà noi siciliani ce
l’abbiamo nel sangue.
Soffermiamoci su
particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente.
No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da
Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non
lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono
senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi
sarebbe stata certezza: Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA.
Non è senza ragione
che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome
sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione
vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura
nemica e vincitrice che è assetata di vendetta.
Ma soprattutto sa che
fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”.
Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica
alcuna un “MESSANA”, “questore”.
E c’era poco da
ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia
di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro
un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli
americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa
CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte il Messana aveva relazionato che purtroppo
armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano
appunti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero
in proposito.
I denigratori del
Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più
onesto, il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a
scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva
che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e
alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo
protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica
sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope
funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra
mafia come strumento tradizionale del
mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”.
Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe
mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo:
opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione.
Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la
Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena alcuna
cognizione di causa.
Ma restiamo
sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore
Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA
DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili
Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di
Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino in contatto con agenti americani”.
Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre
nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti
storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse
nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947
chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie,
insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.
Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla
si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto
fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere
ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore;
però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo
conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo.
Chiediamo allora
subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di guerra.
Messana nel giugno
del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente
provincia italiana.
Solo la Cernigoi può
affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in
perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di
Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere
la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse
l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno
1943.»
Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana,
come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno
ancora come inquadrare.
2 novembre 2014
Lillo Taverna
02/11/2014 11:20
Lillo Taverna
Gentilissimo
professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle
mie ultime ricerche su Ettore Messana il suo aureo e serio studio su la STORIA
SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia:
“dobbiamo lamentare la dispersione e l'indisponibilità (non sappiamo ancora se
definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti servizi segreti, che soltanto
negli ultimi anni sono stati, ma in piccola parte, recuperati dall'Archivio
centrale dello Stato. Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono
destinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi
americani e di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte
processuali e di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta, hanno permesso
agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo".
(pag.5-6).
Mi sembra molto più
cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti,
parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto
consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli
prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca
scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando
ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla
portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di
quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti
giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile
televisione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare.
nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere
che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di
Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi
stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie
con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo
di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa
titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente
inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto
alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di
Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del
Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo
collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni
pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la
uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche,
televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata
di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso
Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
2 novembre 2014
Lillo Taverna
02/11/2014 18:17
Lillo Taverna
Lillo Taverna
02/11/2014 18:17
Lillo Taverna
Sei riuscito a
fotografare qualche documento? Ora che ti sei esposto, dovrai a mio parere,
documentare. Qualche storico potrebbe appropriarsi delle tue notizie per
scrivere un altro libro. O forse potrebbe avvalorare le tue ricerche e aiutarti
a risolvere questo difficile problema.
Il mio giudizio? Sei
l' "unico grande storico" dei nostri tempi. Pubblica un libro su
questo caso. Il merito sarà tutto tuo.
3 minuti fa
Grazie, ma non voglio
elogi. Non so che farmene ad 80 anni. Noi avevamo una controversa aperta su
Ettore Messana. Può darsi al limite che tu avessi allora ragione. Io ti ho
frastornata. Ma allora credevo di avere ragione, ed ora ancor di più. Scrive il
Casarrubea nel libro citato (pag. 19): "Su tale persistenza ha giocato
anche l'erronea pretesa che procedendo la storia per accumulazione, non si può
mai sovvertire l'ordine delle conoscenze acquisite e che pertanto "i fatti
torici sono immodificabili". Questa visione empiristica o lombrosiana è
scorretta. [...] Nulla è pertanto modificabile del giudizio o della
ricostruzione del passato, fino a quando nuove conoscenze, nuovi documenti non
vengano ad aggiungersi al mosaico dei fatti, arricchendolo o
modificandolo". Parole forse contraddittorie ma in definitiva accettabili.
Solo che mi pare che a stabilire se vi sono "nuove conoscenze, nuovi
documenti=, atti a sovvertire giudizi storici stratificati non può essere
nessun altro se non lo "storico professionista", quello che avrebbe
fatt su un periodo su taluni decorsi storici ricerche scientifiche. Nel caso di
specie lo stesso Casarrubea. Non parliamo poi della Cernigoi: per lei nulla
cambia, la sua è una verità immutabile. Certo che mi sto documentando, certo
che faccio ritrarre fotocopie (domani subito all'EUR a far fare quelle foto),
ma carissima non approderò a nulla: non faccio parte della consorteria degli
storici patentati e a dirti la verità disdegno di farvi parte.
7 novembre 2014
Lillo Taverna
07/11/2014 14:35
Lillo Taverna
Gentilissimo
professore Casarrubea,
La ringrazio per le
belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di
scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né
giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che
riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle
accuse mi apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto
ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale,
Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più
cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente
nipote di colui che + ancora noto in
paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei
miserelli strumenti informatici.
Arrivo alla signora
Cernigoi: per logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni
calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire.
Lei, da stdioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora
Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei.
Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto.
A questo punto ho da
rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a
Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette
cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche-
Appena ne disporrò Le
farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a
Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo
americano nella lotta al comunismo in Italia
tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi
persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno
nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti
tempi storici.
La ringrazio e la
saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna
7 novembre 2014
Lillo Taverna
07/11/2014 22:31
Lillo Taverna
Sino a questo
pomeriggio ho cercato di indurre la signora Claudia Cernigoi a fare atto di resipiscenza,
di colloquiare di controbattere a tutta la documentazione che ho trovato e che
polverizza il castello di accuse imbastito dalla giornalista ex goriziana.
Nulla da fare: non si cura del fatto che avendo violato la mia privacy io ho il
diritto di rettifica, che avendo pubblicato falsità contro il questore Messana
rasenta il crimine di calunnia e tutto sommato denigra l'intero corpo della
polizia di Stato. Niente. Mi minaccia di stalking, di denunzia alla polizia
postale, di rendermi non so come per non farmi esercitare la mia facoltà di
replica. S'intende, minaccia minaccia, ma si guarda bene dall'attuare le
minacce. Troverebbe pane per i suoi denti. Intanto cambia sigle, mimetizza blog
e arriva sino al punto di elidere suoi post altamente offensivi nei miei
confronti in facebook. Certo se la deve vedere per ora con Gerbino, figura
tosta frequentatore un tempo dei salotti
televisivi di Costanzo.
Lillo Taverna
07/11/2014 22:51
Lillo Taverna
Lillo Taverna
07/11/2014 22:52
Lillo Taverna
L'ispettore generale
di PS comm. di San Lazzaro e San Maurizio (solo 500 in Italia) e molte altre
onorificenze di gran grido Ettore Messana da Racalmuto con Alcide De Gasperi.
Altro che stagista di stato a Riesi nel '19, altro che criminale di guerra per
Lubiana come l'ignara Cernigoi va calunniando, altro che capo del banditismo
politico di Sicilia, in base all'impropria ingiuria di Li Causi. Nulla di tutto
questo. Documentato.
9 novembre 2014
Lillo Taverna
09/11/2014 21:53
Lillo Taverna
La Nuova Alabarda
MA CHE GLI FACCIO,
AGLI UOMINI?
Dopo avere attizzato
gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine Melchiorre
Gerbino, da un paio di mesi son...o oggetto di invio di messaggi che oscillano
tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo
Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro)
e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a
difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui
operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che
ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali
conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento
alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il
sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di
"signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non
corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per
sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina"
non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di
messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche
con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di
"disporre" di un "canale riservato" (veramente la
messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali
vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana.
Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo,
del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal
Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa
nostra Italia) che
"la Cernigoi si
basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano di ricattare
l'Italia".
Curioso termine
"fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i
documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata
diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più
forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come
denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da
una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste,
amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma:
"Non può credere
(Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta
onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse
infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in
quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non
può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra".
Ciò che io credo è
del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954,
quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al
torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario
Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS.
Alla fine, dopo avere
accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani",
Taverna conclude nel seguente squisito modo:
"Porto il tasco
torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me
sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa
contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana".
Cosa sia il
"tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare
che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo
inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza",
Gerbino ci molla "calci in culo" (cito).
Bene, i documenti
sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne
dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti
italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di
Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa
supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità,
quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato
dalla storia. E rimando al mittente le accuse di "antitalianità",
"antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno
più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura
imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa.
Altro...
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Lillo Taverna Ancor
oggi posso leggere su FB tutta questa sfilza di insolenze che mi propina la
"signorina" Cernigoi, che obiettivamente fa propaganda antitaliana
supportando come verità assulute le nefandezze postbelliche del regime titino.
Oltre a questa
bacheca, LA NUOVA ALABARDA, la dessa immette informaticamente il BLOG
LANUOVAALABARDA il cui contatto suona la nuovaalabarda@gmail.com.
In FB, come può
constatarsi, non è possibile contrapporre commenti a difesa o a rettifica.
Quanto al blog, mi vedo minacciato insolentito diffidato a contattarmi perché
sarebbe contatto personale e riservato della signorina Cernigoi.
Devo precisare che
con il professore Casarrubea siamo venuti a chiarimenti esaustivi e civili come
si addice a galantuomini della generosa terra di Sicilia. Laddove all'inizio
ebbi a sbagliare con termini alquanto pesantucci, ho dovuto ammettere le mie
colpe e chiedere scusa.
Con la signorina
Cernigoi non solo non mi è possibile ogni civile chiarimento ma mi vedo
insolentito, come ben si può constatare qui sopra, e minacciato di stalking
(non so cosa sia), e di ricorso ai poteri inquisitori della polizia postale.
Io, invero, non vedo l'ora che ciò faccia avendo strali al mio arco per
ribaltare la frittata.
Ma devo stare attento
qui ad usare il termine "strale" perché la goriziana signorina
Cernigoi ha una sua molto personale convivenza con la lingua italiana. Per lei
l'elegante ad allusivo termine "infilzare" come dire venire
elegantemente e sapidamente "infilzati" o "contestati" è
equivalente di "calci in culo" sornionissima espressione di
Melchiorre Gerbino, personaggio da cui sono stellarmente lontano per cultura,
per cifra etica e militanza politica.
Ora La Cernigoi mi dà
del "fascista" sol perché metto i titini alla berlina: nebbie mentali
femminili. Certo non sono né storico, né letterato, né pubblicista: so solo che
la "storia" è "scienza sociale " e quindi deve tendere alla
"avalutatività". In ogni caso la storia non "condanna" fa o
tenta di fare "verità" in ordine ad un passato, senza ottundere
l'obbiettività.
La costituzione della
"provincia di Lubiana" va letta e capita sulla base di testi
obbiettivi tipo quello del grande storico T. Sala.
In qualche altra
parte , ma sempre qui sopra, la signorina Cernigoi, scandalizzata dal fatto che
in Sicilia tanti miei amici anche a 80 anni mi chiamano Lillo anziché Calogero
come registrato nell'ex convento delle clarisse a Racalmuto, mi vuol negare persino
il piacere di tenere un blog: paturnie postmestruali. Sì, sono logorroico: lo
ammetto.. E questo perché mi sono serviti fiumi di parole per rettificare la
triplice calunnia di Li Causi avverso Ettore Messana.
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