GIORNALE DI
SICILIA 11-12 ottobre
Dopo i tumulti di
Riesi
Truppe rientrano
a Riesi
Lo stato dei
feriti
Un sottotenente
ucciso
CALTANISSETTA 10 notte.
Finalmente,
stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi è ritornata una relativa calma. Stamane alle
2 dalla miniera di Trabia, ove si
trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri,
agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del
paese. Da due giorni in vari punti della città
si vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano
l’ingresso montando a turno la sentinella.
Stamane
però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i
contadini si squagliarono e la città poté essere rioccupata senza spargimento
di sangue.
Immediatamente
si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.
Secondo
le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al
commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la
mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato
militarmente e vi regna una certa calma.
Stamane
qualche negozio cominciò a riaprire e i
cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a
far capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono
partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti.
I
morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50
feriti.
Fra
i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di
Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola.
Il
deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora
sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm.
Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta.
L’on.
Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola
alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti
problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per
Riesi, per fare opera pacificatrice.
In
città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui
movente la questura mantiene il massimo riserbo.
Pare
che il Calì sia accusato di aver provocato
i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini
all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere.
Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro
carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo.
L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un
anarchico e disertore della Regia Marina.
--------------
Questo il completamento della cronaca
dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al
solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile.
Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in
questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non
ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici
e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare
la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.
Fede politica, attaccamento alle
proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come
poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo
è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in
quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E
guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla,
ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che
essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca
leggere:
“Orcel
viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono
assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto
all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma
agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un
fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi
membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a
Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore
generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!”
Di sicuro, il Messana, deceduto nella
metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di
denunce per calunnia aggravata come fece
con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di
contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare
condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio
ormai storico e quindi lo si piuò dileggiare come più fa comodo.
E no! E lo dico a tutti i detrattori
del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a
Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti
che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia.
La famiglia Messana c’è ancora, sta
pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante
campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di SS.
Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da
Racalmuto, il paese di Sciascia.
E’ in corso ancora una indegna lite
che un ex genero della nipote diretta del Messana ha intentato presso i
costosissimi tribunali della Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi tribunali
civili italiani contro la figlia della
irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol divorziare o addirittura
conseguire l’annullamento religioso del vincolo matrimoniale perché lui non può
vivere coniugalmente con una discendente del “famigeraro Ettore Messana,
stragista di Stato, criminale di guerra, capo del banditismo (‘politico’ da
scrivere in piccolo per non farlo apparire)
siciliano”, quello dei tempi insomma del bandito Giuliano di Montelepre.
E costoro, codesti detrattori
vogliono almeno procedere ad un ravvedimento operoso, ad una resipisenza specie
ora che vengono a galla mari di documenti non tanto giustificativi del Messana
quanto comprovanti senza ombra di dubbio che al Messana non possono appiopparsi
le infamie che artatamente e in modo martellato stanno facendo circolare.
GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
Dopo i tumulti di Riesi
Truppe rientrano a Riesi
Lo stato dei feriti
Un sottotenente ucciso
CALTANISSETTA 10 notte.
Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie
nella cittadina di Riesi è ritornata una
relativa calma. Stamane alle 2 dalla
miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di
arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in
colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della
città si vedevano ad una certa distanza
i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella.
Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi
alla porta della città, i contadini si squagliarono di sangue.
Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi
pubblici, compreso il telegrafo.
Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm.
Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le
armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla
truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma.
Stamane qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono
rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città.
Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le
cure ai feriti.
I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra
gli stessi vi sono 50 feriti.
Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato
ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di
rivoltella alla gola.
Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei
tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero
dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta.
L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla
cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento
per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino
Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice.
In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato
Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo.
Pare che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti
inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è
potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati
condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati
sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe
un anarchico e disertore della Regia Marina.
--------------
Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del
sucecssivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma
molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei veere come i detrattori
contemporanei del Messana ossano ficcare
le loro infaenti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche vicende.
Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo di una
certa parte poliica e siamo fanatici ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la
verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee persino quali si
calano nella inflessibile storia.
Fede politica, attaccamento alle proprie idee, voglia di
salvaguardare ricostruzioni storiche a
noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e
scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che
per l'ANPI di Paermo sarebbe sucecsso in quell'otto e nove ottobre el 1919 a
Riesie di chi fu l'atroce colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in
Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbeno non potè che essere un fascista il
colpevole di tutto e non poté che essere il Messana il solito stragita di
Stato. Dice l'ANPI: di Stato. Dice l'ANPI:
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