lunedì 21 dicembre 2015

martedì 17 febbraio 2015

Racalmuto che sta risorgendo - ne sono convinto- saprà ben trattare gli ignavi, i furbi, i pressapochisti che stanno in effetti decelerando questa rassicurante resurrezione.

 

 
Sono stato forgiato alle logiche del grande capitale bancario, delle sapienti centrali finanziarie, del superiore controllo tributario, alla logica del capitalismo moderno insomma. Non ne condividevo né la sotterranea mistica, e, ovvio, neppure l'insidiosa tendenza malefica alla sopraffazione del debole.  Ma ciò non mi ha mai impedito di apprezzarne razionalità, progettualità e anche riservatezza.
Con tali coordinate mentali la mia voglia di fare qualcosa per il mio paese, per questa Racalmuto sempre irrazionale, mai riservata, follemente dissipatrice si è tradotta sempre in un miserevole fallimento.
 
Ma le ho tentate tutte. Fallendo sempre.
 
Mi sono rivolto anche all'on. Scilipoti che una volta venne a Racalmuto, sotto l'egida dell'allora sindaco Petrotto.
 
Feci mandare persino un proclama elettorale che qui sotto riproduco. Non ne scaturì alcunché visto che tutti i partiti dell'Arco Costituzionale (meno M5S) decisero che negli agoni elettorali paesani non dovevano scendere con la propria effige ma collegandosi, inciuciandosi, scolorendosi per mettere sù quegli aggregati della inafferrabilità quali furono le cinque liste su sei che hanno reso saporifera la contesa per dare un'amministrazione al Paese dopo tre anni di commissariamento.
 
In quella missiva rimarcavo la mia filosofia per dare una via di sbocco al gran pantano politico economico sociale e culturale in cui gestioni prima dissennate e spesso criminali e dopo burocraticamente inette hanno gettato Racalmuto.
 
Se avete la bontà di leggere quella piattaforma elettorale. vi noterete che tre sono i fili conduttori:
 
- rinnovamento amministrativo e ritorno alla legalità operante, ma per vie nuove, ardite, forse intelligenti;
 
- sostegno economico,  ma non assistenziale, propulsivo, d'ampio raggio, alacre, nel quadro di una managerialità il cui puntello dovrebbe essere il ricorso alle municipalizzate imprenditoriali;
 
- progettualità a lungo termine per iniziative atte a sfruttare le ampie risorse locali, dall'archeologia, all'alabastro, dalle falde acquifere del sud alle conversioni agricole del nord, dalla bonifica ambientale (cancerogeni per me i  "rosticci" solfiferi negletti da secoli ai bordi del nostro centro abitato) al recupero culturale dei nostri archivi storici e documentali.
 
Sono straconvinto che Racalmuto sta per risorgere: ha potenzialità indomabili. I freni, i blocchi vengono dalla storica accidia degli "stanziali" e dall' indolente rifiuto di iniziative impegnative da parte degli amministratori, scelti purtroppo più per rappresentare i loro impresentabili referenti che per loro capacità  e doti politiche e culturali.
 
Questo sindaco di potenzialità , di cultura, di personale probità ce ne ha tanta. Ha solo un fastidioso limite: scarso coraggio e dipendenza dalla tante parole date pur di farsi eleggere sindaco. E' giunta l'ora che si liberi da tanti falsi impegni e si scelga collaboratori che sappiano fare più che ubbidire ai loro mentori.
 
Guardiano all'ultimo caso: CAVALLARO alla Fondazione.
 
Vi ho pensato e ripensato e dopo tanti tentennamenti sono arrivato alla conclusione che forse è il minor male, come a suo tempo Emilio è stato il minor male nella scelta del sindaco.
 
Ma così non si va molto avanti.
 
Direi: Cavallaro vuoi tu essere votato dal Consiglio Comunale? Bene: ma vuoi dirci quale è il tuo programma. in che cosa vorrai impegnarti, quali problemi della fondazione tenterai di affrontare e risolvere?
 
Mi chiedo, così come si sono messe le cose, come farà la Fondazione a sopravvivere? Quali sono ormai le sue fonti economiche? Quali le sue spese fisse (ha persino dipendi cui corrispondere salario e per i quali ottemperare alle debite assicurazioni sociali); con quali soldi? Quelli che la Regione non credo abbia voglia e possibilità di onorare per impegni molto evanescenti? O quelli che il Comune con queste strettoie di bilancio non credo abbia voglia di erogare dissanguandosi ulteriormente per consentire all'estranea Fondazione di rispettare i propri impegni salariali. E tu Cavallaro, prossimo tesoriere di codesta baracca alla deriva come farai? E i Consiglieri (di maggioranza e di minoranza) non avrebbero il dovere di chiederti  ragguagli, di appurare la tua competenza, di sapere se sarai all'altezza. Invece di precipitarsi a darti unanimemente il consenso per ragioni impalpabili ( o troppo palpabili), ti  chiamerei in Consiglio e t'inviterei a presentare il tuo curriculum, ad illustrare il tuo programma. Altrettanto farei con gli altri due candidati. Ma mentre Cavallaro saprebbe districarsi, gli altri due ce li vedete brillare  in un siffatto esame? Se bocciati, il Consiglio dovrebbe rimandare al mittene la segnalazione ed esigere che al posto dei bocciati si facciano nomi per lo meno decenti.
 
Racalmuto che sta risorgendo - ne sono convinto- saprà ben trattare gli ignavi, i furbi, i pressapochisti che stanno in effetti decelerando  questa rassicurante resurrezione.
 

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