domenica 13 marzo 2016

Gent.ma signora Gianfranca: non so se si riferisce anche a me. Io mi sono bloccato nello scrivere romanzi perché avrei dovuto tratteggiare la psiche erotica della protagonista. Non ne sapevo nulla, non ne so nulla. In questo senso davvero Liala mi batte. Ai miei tempi, nel mio mondo, quello dell'alta finanza per intenderci c'era la Bonomi ma era più maschia dei maschi. Dovevo in qualche modo effigiarne la cifra erotica. Oggi ad esempio come si fa a scrivere sulla psiche erotica della Camusso? E chi ne sapeva niente. Una donna che comanda ancora adesso – e di passi se ne son fatti tanti – cambia la sua sessualità. Il mio complesso di Ulisse ha cercato con questo diabolico tramite informatico di scandagliare l'eros femminile. Ho imparato solo una cosa: mutevolissimo e insondabile. Guardi la signora Pennacchioni mi pare la santa trinità: me la ricordo un quinquennio fa quando addirittura dava corda alla prostatica visionaria di Racalmuto abbindolare tanti maschi bavosi con ambiguità erotiche mai serie sempre ammiccanti. Poi la ritrovo qui ormai in vena di teatralità erudita, quasi asessuata. Sbircio nel suo romanzo "il dispiacere solitario": una narratrice persino filosofica. Scontato il codice d'onore verso l'ispirazione. Non so se crede nella liceità del delitto di onore della mia Sicilia, cui invero io sono molto legato. Se tu non vuoi godere con me, con nessuno, quindi "devi morire altrimenti tradiresti altri uomini". Desdemona, no? Ammette lei l'illogica per transustanziazione spiritualissima che "altera la logica dei fatti salvandoti dall'aceto quotidiano amen". Una muliebre mistura di Horatius (l'italicum acetum e il cosisia del latino pretesco. Certo c'è sempre il culto della coincidentia oppositorum di Ornella Pennacchioni: Viola tra l'attendibilità e il suo contrario. E Rubino perde "il proprio spazio, la storia della sua famiglia, gli affari" ma soprattutto "l'odore di violette del retrobottega". Ho sempre pensato il retrobottega fetido altro che violette. Incautamente ci si appoggia "sopra un piedistallo senza viti di sicurezza in attesa di restauro". Dato che (chi? Rubino) è rimasto affumicato dal giorno dell'incendio.. In fin dei conti "resta rigido come una cotica essiccata da una stagionatura regolare" perché poi "regolare? Boh! Ma ecco scattare la indomabile verità, d'accordo "il bene e il male si danno il turno nella regola scontata della vita". D’accordo ripeto, profondo ma il maschietto che si appropinqua alla confessione di una maliarda sia pure delle Marche e che si aspetta il superamento magari di Carmen Llera Moravia resta scornato. Niente sesso siamo inglesi. Qualcuno comporrà mai musica da "la terza donna"?

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