domenica 20 dicembre 2015

la dottoressa Elide Curtopelle

LA DOTTORESSA ELIDE CURTOPELLE

 
FUNDING GAP
 
PARTE DI INVESTIMENTO NON COPERTA DAI GUADAGNI GENERATI DAL PROGETTO
 
FAIR VALUE
 
VALORE DI MERCATO
 
SWAP
 
TITOLO
 
GROUP BALANCE SHEET MANAGMENT
 
GESTIONE DEI REVISORI CONTABILI  (?)
 
BANKING BOOK
 
PORTAFOGLIO BANCARIO
 
FUNDING
 
FONDI
 
COLLARED EQUITY SWAP
 
STRATEGIA CHE VIENE APPLICATA CHE DA  DIRITTO AL
“PUT”  (STRUMENTO DERIVATO) E AL “CALL” (ACQUISTO /RICHIAMO)
 
DIVIDEND ARBITRAGE
 
DIVIDENDIOARBITRARI  / ARBITRAGGIO DI DIVIDENDO
 
PLAFOND
 
LIMITE/TETTO MASSIMO
 
PREPAYMENT
 
PAGAMENTO ANTICIPATO
 
RISK MANAGEMENT
 
PREVISIONE E GESTIONE DEI RISCHI DELL’ATTIVITA’
 
HEDGE
 
 E’ UNA TIPOLOGIA DI FONDI
 
PRIVATE EQUITY
 
FATTURATO PRIVATO
 
AUDIT
 
ISPEZIONE/CONTROLLO
 
DESK
 
SPORTELLO
 
ASSET SENSITIVE
 
SENSIBILITA’ DI ASSET
(ASSET= MEZZI CHE SONO A DISPOSIZIONE)
 
CARRY
 
CONTINUARE / CONTINUATIVE
 
EQUITY
 
FATTURATO D’AZIENDA
 
BANKING BOOK
 
PORTAFOGLIO BANCARIO
 
CASH COLLATERAL
 
INVESTIMENTI FACILMENTE LIQUIDABILI
 


Questa è la dottoressa Curtopelle. Sta a Milano ad addottrinarsi vieppiù in  materia economica bancaria e finanziaria. Ero alle prese con il rapporto della Banca d'Italia di Cantarella che ha affossato il Monte dei Paschi di Siena.

Un rapporto per me inestricabile con tutti quegli anglicismi. Mi sono rivolto a questa avvenente e brava dottoressa che sugge sapienza e cultura nella capitale economica d'Italia e costei all'istante mi ha fornito questo pregevole quadro sinottico. Finalmente - forse - decripterò il rapporto Cantarella ove si recita il de profundis del Monte dei Paschi di Siena.

Mi rivolgo qui al Governatore Visco: signor Governatore non pensa Lei che al di là della graticola costi/benefici dovrebbe istruire corsi di perfezionamento in Via Nazionale 91 e formare un nucleo di valide menti italiane da iscrivere in quei misteriosi elenchi di elementi validi da incaricare per le varie straordinarie gestioni delle aziende di credito che Lei propone di mettere in commissariamento del tipo Banca Etruria oggi in gran tempesta. Può lei fidarsi i quei signori attempati e ammanigliati  che adopera per le nomine commissariali? Guardi che sta succedendo alla Baca Etruria  e a quelle altre  che ha dovuto pesantemente sanzionare!

Io da qui le segnalo la dottoressa Elide Curtopelle. Se ne avvalga. Cambi rotta.



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Peccato che non ho confidenza alcuna con Umberto Eco, diversamente l’avrei pregato di spiegarmi la significatività di questo passo della nuova letteratura economica della Banca d’Italia:

«L’esigenza di recuperare margini reddituali ha indotto a perseguire strategie di carry sull’intero bilancio e di d’investimento a leva in titoli governativi italiani che hanno richiesto il reiterato dei limiti interni a determinato un’elevata esposizione  al rischio al asso di interesse.»

E perché ha saputo una cosa el genere la Tarantola deve andare in galera? Davvero è legittimato il Rizzo banchiere ad affermare che lui nulla aveva da dire: solo confermare la rappresentazione di fatti gravi che un ispettore BI aveva effettuato alla Taranola?

Non conosco l’inglese, anzi lo odio: quindi ho preso un vecchio vocabolario e trovo ue significati alla voce CARRY, il primo non mi dice nulla, il secondo mi diverte: “portata di cannone , di fucile, di palla da gioco, di un fiome di un battello  - posizione del ‘present  arm’.

Ma questi del MPS che si sono messi a sparare cannoni e fucili cn la loro “politica di bilancio”. Vecchia faccenda quella della magistratura di Milano che nulla sapendo di bilancio pontificavano sul divieto di siffatta politica. Ed il buon ONIDA, reduce da una scuola che risaliva al buon Luca Pacioli, controbattevano che il bilancio “è una realtà pensata” e nessuno può fornirne la la formula matematica “come non si può dare la formula chimica dell’acqua sporca che corre  sulla strada”.

Ai magistrati allora appariva mistificazione connivente. Alla anca d’Italia vi fu una repentina conversione alle concezioni aliene anglofoni del bilancio quotidianamente verità e alla sottomissione anche degli enti pubblici economici alle ferree leggi del mercato, all’aziendalismo privatistico.

Solo che dopo anche per poter far fingere di “vigilare” “controllare” “prevenire” “punire” si inventò una evanescente “vigilanza prudenziale” di cui il buon dottore Vincenzo Cantarella (e crediamo anche il suo valente numero due) un perlucido espemio in questo rapportino tanyo divulgato, tanto incriminante secondo l’attuale imperante vulgata.

Così si legge impunemente:

In un lettera pubblicata oggi dal «Giornale» Antonio Rizzo, ex manager Dresdner Bank - ora alla Bcc di Carate Brianza - e principale teste d'accusa nei confronti dei vertici Mps ascoltato ieri in Procura in merito alla banda del 5 per cento, ha cercato di ridimensionare il proprio ruolo nella vicenda: «ho denunciato il malaffare nel 2008 e il sistema per il quale lavoravo ha cercato in tutti i modi di farmela pagare», esordisce. Precisa anche che non è un martire perché per anni ha incassato lauti stipendi e bonus.

Nella sua lettera al quotidiano milanese Rizzo dice innanzitutto che ormai le leggi non riescono a disciplinare «in tempo reale» la materia dei prodotti finanziari, che si evolvono in modo veloce. Ma nonostante ciò boccia la proposta di Bersani della «commissione d'inchiesta sui derivati» bollando la vicenda Mps come «un chiaro caso di falso in bilancio, malversazione e probabilmente approvazione indebita ai danni degli azionisti grandi e piccoli».

Per arrivare a questo scarica barile:

«Non sono io il supertestimone ma la dottoressa Tarantola» - dice Rizzo -, l'ex vicedirettore generale della Banca d'Italia che nel novembre 2010 lesse la relazione dei propri ispettori su Mps non trovando nulla da eccepire. Di diverso avviso sembra essere la Procura di Trani, orientata all'archiviazione della posizione dell'attuale presidente Rai.

Rizzo attacca anche il ministro delle Finanze, Vittorio Grilli, per non avere saputo spiegare le responsabilità politiche e istituzionali sui buchi nei conti Mps. Riserva infine due siluri all'operazione Casaforte - approvata dalla Vigilanza - e secondo lui volutamente tenuta sotto traccia, e ai Monti bonds, operazione di «trasferimento di ingenti capitali dall'economia reale e dallo Stato alle banche con la complicità dei loro amici» e il più grande derivato stipulato a danno del contribuente italiano.

La dottoressa Tarantola si doveva impressionare per il fatto che in MPD vi era stato “un investimento a leva in titoli governativi italiani”.

Che doveva fare il MPD investire in tioli governativi francesi o meglio tedeschi (così la Merkel era contenta) o da quei marpioni dei banchieri olandesi di rito scozzese?

L’ho etto mille volte e lo ripeto: la Tarantola non mi è simpatica, piace troppo a Bertone, Berlusconi e Tremonti. Solo così dalle filiali (sia pure anche dalla Sede di Milano) è approdata a quel tritacarne che è la Banca d’Italia dell’Amministrazione Centrale romana. Ma aveva raggiunto un ruolo di massima immedesimazione organica nel settore della Vigilanza.

Verrà dalla Bocconi, ma non ha vissuto il melodramma della trasformazione ella vigilanza tradizionale (triplice profilo: saldezza patrimoniale, equilibrio negli indici di liquidità e buona redditività) a quella c.d. “prudenziale” delizia dei tanti Basilea, pedina di lancio di tanti rampanti funzionari di palazzo Koch.

 

 

 

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